venerdì 28 agosto 2009

Fermo immagine.

INPS ieri.
INPS oggi.
Tutto immutato. Stessa sede. Stesso mini parcheggio sulla strada, 10 posti in tutto fra sporcizia e batterie abbandonate. Il marciapiede o quel che ne resta non ha ricevuto alcuna manutenzione negli anni, adesso c'è crisi prima solo disinteresse. Ai vetri sono stati appesi avvisi di ogni sorta ma risultano per lo più incomprensibili. L'ascensore è guasto, una sedia con il rassegnato messaggio blocca la chiusura delle porte. In portineria mi indicano il piano. Salgo le scale e approdo in una sala di 10 x 15 mt semideserta rispetto alla capienza massima. Due distributori di biglietti per la prenotazione, un solo display perché l'altra fila procede con la chiamata vocale (progresso?), su entrambe le macchinette c'è un cartello con le indicazioni scritte in italiano, fra i presenti quelli nativi del posto sono in tutto una decina, più del doppio invece gli stranieri. Mi siedo in una delle ultime file, c'è più spazio e poi la visuale è migliore. Osservo un bambino di colore di 4/5 anni circa, occhi vispi e lingua lesta, che chiacchiera con un ragazzo che lo ha evidentemente preso in simpatia, almeno all'inizio.
- Come ti chiami?
- Giovanni.
- E lui come si chiama?
- Non lo so chiediglielo.
- Come ti chiami?
- Franco.
- E lei come si chiama?
- Non lo so chiediglielo.
- Annarita
- Lui è il tuo bambino? io sono più grande di lui...e via così per un tempo infinito. Adorabile.
Ho dimenticato di portarmi qualcosa da leggere così non mi resta che fare da spettatore. La gente approda al piano con una media di 1 o 2 persone ogni 10 minuti, le persone 'servite' o meglio le richieste 'evase' progrediscono invece con una media di 1 o 2 ogni 30 minuti. Sale la tensione, è pur sempre fine agosto, fra chi vorrebbe non dover spendere così le proprie ultime giornate di ferie e chi le ferie le sta ancora aspettando e così basta proprio un'inezia per provocare l'apocalisse istituzionale. Uno degli addetti comincia a diventare paonazzo è si mette a gridare: - Adesso basta, sedetevi tutti, non voglio (manie di protagonismo?) più che superiate la riga gialla senza che siate stati chiamati, va bene? E se non va bene è così lo stesso (qui sfioriamo l'onnipotenza). La gente si guarda smarrita. Qualcuno osa dire di voler solo un'informazione e lui pronto risponde - Prenda il numero non dovremmo neanche darle, il nostro lavoro è di ritirare i moduli di richiesta.
Prendere il numero per un'informazione? Così se tutto va bene il malcapitato si fa magari anche 2 o 3 ore di attesa in questa sala per poi scoprire, o meglio ricevere il chiarimento che lo indirizza verso un'altra sala in un altro piano oppure addirittura a casa con una manciata di ciclostili e moduli sbiaditi sottobraccio da compilare (tutti rigorosamente in italiano).
Accanto a me si siede un ragazzo, solite frasi di circostanza - Che numero hanno chiamato?...Ma come sono lenti...E' da molto che aspetti?...Io sono già tornato 3 volte questa settimana. Oddio mi viene un mini attacco d'ansia pensando a quale potrà essere la mia di sorte. Rispondo - Credo che succederà anche a me, ho tentato di documentarmi sul sito ma non era chiaro come mi dovessi comportare, ho provato a telefonare alla fine non ricevendo risposta ho stampato i moduli dal sito e li ho fatti firmare al mio ex. La conversazione prende un'altra piega nell'attesa.
- Poveretti in effetti non è facile lavorare a contatto con il pubblico. Dice lui.
- Sì hai ragione succede anche a me.
- Che lavoro fai scusa?
- Gestione del credito. Lo sguardo che mi restituisce chiede silenzioso qualche parola in più.
- ...recupero crediti.
- Ah. Scusa posso chiederti una cosa allora? Gli anni scorsi non ho pagato delle multe perché ero all'estero per lavoro (sempre?) e adesso mi hanno mandato delle cartelle esattoriali, come devo fare per sapere esattamente qual è la mia situazione?
Non ho avuto cuore di dirgli che in questo caso il mio lavoro c'entra quanto quello dell'agricoltore con quello del cocomeraio e così gli ho riferito quello che sapevo per cultura personale (alias cosa è successo a me con un bollettino non pagato).

- 43.
- Buongiorno. Dico io. Mi guarda da sopra gli occhiali. Lavora in piedi, forse per non farsi intimidire dagli utenti che accedendo allo sportello risulterebbero più in alto di lui.
- Senta è da oltre un'ora che la ascolto, lo so che non dovrebbe dare informazioni ma io non ho capit...
- Dia qua i moduli. Allora questo lo dovrà portare alla sua azienda una volta che avrà ricevuto autorizzazione da parte nostra. Ha capito, mi segue?
- Sì ma...
- No signora ascolti me, ho capito cosa vuol dirmi ma questo è il mio lavoro, io so cosa deve fare (io penso: "lo so che lei è un Dio e io un po' la venero ma se scriveste un paio di cose in più sul sito forse non le toccherebbe di andare in escandescenza così spesso) ...ma dove ha scritto?
- Sì lo so, io ...però, siccome... Provo a spiegargli le mie ragioni.
- Signora lei cosa legge qui?
- ???
- Mi dica cosa legge? (in un attimo sono tornata al mio esame di guida...)
- 'Firma del coniuge'
- Ecco brava, e lei è coniugata?!!
- No (però se lo avessi saputo mi sarei fatta sposare)...

Risultato: INPS 1 - MammYX 0
Rimandata a data da destinarsi con moduli bianchi sotto braccio, i compiti di recupero (andare in Comune a chiedere un certificato che mi verrà rilasciato dopo 30 gg) e nota per i genitori "la ragazza potrebbe fare di più".

2 commenti:

  1. la burocrazia e la stupidità sono fra le fonti principali di stress....

    povera!!

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  2. resta sempre un interessante spaccato di quotidianità...e se sopravvivi è anche divertente da raccontare :D

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