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mercoledì 14 luglio 2010

Cercasi anziano con barca. Condicio sine qua non: infartuato.



Sottotitolo: Wolly viveva in una bouganville con 7 nani divoratori.


C'era una volta una bouganville alla periferia di una ridente cittadina del Brennero in cui vivevano 7 strani-nani divoratori.
(Ma quanti siamo? Sempre 7 siamo)

I nani si chiamavano Brandon, The Captain, BarluChef, Twilight, le gemelle Favolala e Mari...Stella!

I 7 nani divoratori vivevano in armonia con la natura. I nani divoratori (siamo sicuri che fossero 7?) erano tutto e nulla. Avevano capelli ma i peli no, erano degli assassini ma non omicidi, erano belli ma anche brutti, eccezionali ma non meravigliosi, ciccioni ma anche rinsecchiti, viaggiavano ma non andavano mai in vacanza.

Vi chiederete com'è possibile? Stai dicendo tutto e il contrario di tutto! Non è proprio così...sto dicendo tutto e l'opposto di tutto, non il contrario ;)

Comunque cari lettori, avete ragione, mica vi fate fare fessi voi! In effetti i nani divoratori (ma siamo sicuri che fossero 7?) seguivano delle strane regole ferree che gli altri stentavano a comprendere. Ma ai 7 nani divoratori stava bene così. (Anche la musica rilassante che proponeva loro Brandon democraticamente e con molta discrezione.)

Diciamo che a loro stava bene tutto. Perchè in fondo in fondo alla Barluchef non andava bene proprio tutto. Lei avrebbe anche leccato e toccato tutto il necessario...ma l'assassino che non è omicida proprio no! Quello proprio non le andava giù. Non rispecchiava il suo concetto di giustizia sociale.

Ed è per questo motivo che hanno obbligato la nana più scaltra, l'unica ad aver risolto l'annoso quesito dell'essere o non essere, dell'uovo o della gallina, del "ci fai o ci sei?" a pescare le pesche in mare (eh si l'invidia è una brutta bestia...anche tra nani!)

Ma a questo punto della favola, se foste stati un pò attenti, voi dovreste chiedervi "Ma come si fa a pescare le pesche in mare?" Si può si può...



Mari...Stella!

martedì 13 luglio 2010

Febbre del mare

Devo tornare sul mare, solitario sotto il cielo,
e chiedo solo un'alta nave e una stella per guidarla,
colpi di timone, canti del vento,
sbuffi della vela bianca,
e bigia foschìa sul volto del mare
e un bigio romper dell'alba.
Devo tornare sul mare, ché la chiamata
della marea irruente è una chiara
selvaggia chiamata imperiosa;
e io chiedo soltanto un giorno di vento
con volanti nuvole bianche,
pien di spruzzi e di spuma e di strillanti gabbiani.
Devo tornare sul mare, alla vita
di zingaro vagabondo; alla via
delle balene e degli uccelli marini,
dove il vento è una lama tagliente;
e io chiedo solo un'allegra canzone
da un compagno ridente e un buon sonno
e un bel sogno
quando la lunga giocata è finita.

Febbre del mare, John Masefield, 1902

sabato 16 gennaio 2010

vento in poppa sister!



Tra vent’anni sarete più delusi per le cose che non avete fatto che per quelle che avete fatto. Quindi mollate le cime. Allontanatevi dal porto sicuro. Prendete con le vostre vele i venti. Esplorate. Sognate. Scoprite.

Mark Twain

mercoledì 19 agosto 2009

... neanche al giro di boa.

Hulko è stato sequestrato dal papà il 30/07 e con ogni probabilità gli verrà restituita la libertà, e con essa toccherà nuovamente il suolo della patria natia, non prima del 06 settembre. Mi manca. Ci sentiamo tutte le sere, un po' come un nostalgico Carosello è vivace e brillante, almeno quelle volte che non viene distratto dalle immagini di un qualsiasi cartone animato trasmesso dal piccolo schermo. Una sera mi ha chiesto della barca, insistendo su alcuni dettagli e ha concluso domandandomi - Mamma quanto è grande la barca? - Beh non tantissimo - Ma in quanti siete? - Con il capitano in 7. Segue un silenzio riflessivo. -Quindi mamma se vengo anch'io non ci sto. Vado a riprendermelo.

martedì 18 agosto 2009

Questione di equilibri.

La barca è ormeggiata al porto, sono le 19 circa e l'ambiente è piuttosto umido, aspettando di salpare, approfittiamo della canna del rifornimento idrico per darci una rinfrescata e poi una via l'altra percorriamo in 2 massimo 3 passi l'asse che, con una lieve pendenza, ci consente di salire in barca. Prima LaBarluz!, poi Monciccìlafortunaèavertiqui e io seguo a ruota ma d'istinto butto un occhio verso LaZia che non mi delude nemmeno questa volta. Prende l'abbrivio in un volteggio circense, allunga le gambe unite in avanti, cade precisa con il sedere all'inizio dell'asse, distende la schiena, sfiora il gradino di cemento senza picchiare la testa grazie agli studi e ai calcoli millesimali precedentemente condotti e con estrema leggiadria approda in barca. Tutti gli occhi sgranati sono puntati su di lei che, scossa dalle risate, rilascia la seguente dichiarazione - Mi sono sentita come i tonni quando vengono gettati sui banchi in pescheria!
Scopriamo presto che il quarto elemento femminile dell'equipaggio Monciccìchepiacereavertiqui, ha tutte le doti per essere considerata l'erede naturale de LaZia e infatti è rimasta appesa un paio di volte al corrimano che conduce in dinette, mancandole l'appiglio sugli scalini scivolosi, è inciampata nei piedi di in un paio di fantasmi durante l'arco della vacanza e per dimostrare di avere del talento, non ha mancato di emulare il suo guru della caduta, LaZia, dopo che, arrampicatasi faticosamente ed ostinatamente sugli scogli dal fronte orientale, è immediatamente e ineludibilmente scivolata in acqua dal fronte occidentale.
Un pomeriggio ci giunge un rumore preoccupante dall'interno della barca, ci guardiamo e ci contiamo...sì LaZia era appena franata a terra uscendo dall'ostile bagno.
Le mie sbandate sono state meno spettacolari ma in alcuni casi altrettanto dolorose, devo essermi insaccata 3 dita della mano sinistra cercando di non rovinare lungo il corridoio del ponte (come si chiamerà?) che porta a prua. LaBarluz! non ha ematomi da sfoggiare ma solo perchè resta in zona 'franca', in compenso ha tentato di compromettere un paio di terminazioni nervose del palmo della mano armeggiando un leatherman per affettare un limone destinato alla tonica. Oddio non è andata proprio così ma sembriamo già abbastanza goffi anche omettendo la versione più fedele (...un'onda...una bottiglia di gassosa chiusa male che schizza all'impazzata...troppe mani che operano il recupero...)
Nell'elenco è d'obbligo inserire tutte e dico tutte le salite e le discese dal tender, il gommoncino riservato ai trasferimenti a terra, dallo scivolone a mo' di spaccata al vero e proprio tuffo in acqua, tutte operazioni delicate.
La migliore però e per fortuna anche quella più indolore è stata fatta in una location d'eccezione Il Frontone, una spiaggia raggiungibile solo in barca, la piu trendy dell'isola di Ponza. Un disco bar al centro che suona musica lounge per tutta la giornata e che a partire dalle 18 cambia nei ritmi e nell'intensità facendo eco in tutta la spiaggia che diventa una vera e propria discoteca a cielo aperto per anime libere. Decidiamo quasi all'unanimità e quasi con lo stesso trasporto di vivere il tramonto più mondano delle isole pontine, ci prepariamo per Il Frontone in mezz'ora di consultazioni, scambi e battute. Per restare fedeli alle dinamiche del posto nessuno si lava in acqua dolce, la pelle salata la fa da padrona. Ci avviciniamo alla scaletta di poppa, piedi scalzi, gonne e parei raccolti in modo un po' zingaresco in vita e il nostro Caronte che già pronto alla traversata cerca di salvarsi pelle e attributi facendosi piccolo piccolo pur tendendo ancora generosamente una mano per aiutarci nella discesa. Ci siamo tutti, sorridenti e chiassosi a bordo del natante e raggiungiamo la riva, ci accompagna la musica carica di promesse festaiole. A qualche metro dalla riva GalanteCompañero, basco di nascita e madrileno per scelta, ci intima di aspettare - Ancora no, ancora no...(splash). LaZia disobbediente è in acqua fino alla vita con un piede incastrato nella cima, ride divertita e noi con lei ma LaBarluz! ha intuito il dramma ovvero l'onda ci spinge pesanti verso LaZia ancora avviluppata al gommone, cerca allora di aiutarla a liberarsi, ovviamente l'onda resta nemica e le dà una spinta non ponderata che la porta, con un un movimento che ricorda l'ultimo estremo saluto musulmano alla Mecca e con i piedi evidentemente cementati al fondo del tender, a rovesciarsi su LaZia. Il GalanteCompañero strabuzza gli occhi e fieramente sconsolato ci domanda - L'ho detto in italiano, cosa non era chiaro in "Ancora no. Ancora no."? Caronte nel frattempo si è allontanato tenendosi la pancia per il molto ridere, confessando a se stesso di non aver mai visto niente di simile prima d'ora e dire che è abituato ad ambienti ostili e a veri e propri pesi 'morti'. L'entrata non è stata delle più eleganti ma preludio comunque di una serata memorabile.

lunedì 17 agosto 2009

Verso l'imbarco.

Carrozza 8. Posti 52 e 53. Freccia Rossa, (orgoglio nazionale, più o meno), delle ore 6.30am. Due teste ricce e scomposte ciondolano per quasi tutto il tragitto Milano-Napoli, (quando non si ha più l'età per fare il 'dritto'). A Roma Termini il treno sosta circa venti minuti, io scendo subito, in astinenza da caffèdellacarrozzaristoro essendo questa giornata di sciopero indetto dal 'Sindacato del barista libero', a fare la coda per litigare con un distributore automatico di bevande (nello stesso tempo il vicino è riuscito ad andare da Mc Donald's a ordinare e ritirare un Mc Menu, mistero), risalgo un quarto d'ora più tardi con un simil-cappuccino per LaZia che a distanza di qualche minuto si è (da solo, lei giura) gettato sui pantaloni del passeggero di fronte. I ricci sono tornati a ciondolare per il resto del viaggio. Arriviamo a Napoli in una stazione frenetica e caotica, anche a causa di lavori che a detta del tassista sono ormai anni che si protraggono senza che se ne intravveda la fine. Ci issiamo i bagagli in spalla, io vinco con 3 tracolle e un peso mal ripartito fra le borse che si aggira sui 18-20kg circa. Il tassista per la modica cifra di 15 euro a neanche 5 km di distanza ci deposita davanti il famoso bar Gambrinus dove ad attendere ci sono LaBarluz! e il suo mal di piedi. Ci abbracciamo, prendiamo un caffè, guardiamo 2 vetrine, ripassiamo mentalmente la Lista per la cambusa, un piccione provato dagli ultimi pasti perde il carico in volo centrando ovviamente la mia borsa e siamo pronte per la barca. LaBarluz! cerca stoicamente e silenziosamente di ignorare il mal di piedi ma al terzo sguardo che le dedico ci fermiamo e le cedo le mie ciabattine. Rifiuto l'offerta generosa di indossare le sue ballerine bianche nuove, mi è infatti parso di vedere ancora in giro il piccione di prima, ed estraggo da una delle mie borse modello MaryPoppins un paio di sandaletti neri con un tacco appena accennato, (davvero 3 cm per slanciare un po'). Così abbigliata raggiungo il porto e il resto dell'equipaggio che un po' perplesso mi riceve in gonna nera al ginocchio, sandaletti con tacco e 1 borsa più 2 borsoni a tracolla. L'elegante antitesi del buon navigante.

Lista delle cose DA PORTARE in barca - Lista delle cose DA NON PORTARE in barca

Lista delle cose da portare in barca
3/5 costumi
2/3 parei
telo mare + asciugamano
accappatoio (meglio del tipo ultraleggero)
ciabattine
scarpe comode (infradito, ballerine, sneaker...)
2 felpe (una più leggera una più pesante)
2 maglie M/lunga
1/2 paia di pantaloni leggeri
bermuda
jeans
2/3 vestitini
biancheria
canottiere e top
bandana e/o fascia capelli
k-way
sacco a pelo
astuccio impermeabile
ipod
cellulare
carica batterie
libri
occhiali da sole
medicine
occhialini e maschera, pinne e boccaglio
beauty case (comodo)
crema solare, accelleratore e doposole

La lista delle cose da non portare in barca
scarpe con il tacco
valigia rigida o troppo ingombrante
troppi vestiti
troppi libri

domenica 16 agosto 2009

Cambio di rotta.

Andiamo con ordine. Sono sempre stata, almeno fino a qualche anno fa, molto precisa, metodica e diligente, sia dentro che fuori. Non saprei dire bene né come né quando tutto questo sia venuto meno ma sono consapevole del fatto che sia successo. Sono in ritardo su tutti gli appuntamenti, da quelli di lavoro a quelli dall'estetista. Dimentico questioni importanti, dalle utenze da pagare ai compleanni. Decido mentalmente di fare qualcosa, mando lo stimolo al corpo e in una manciata di secondi mi ritrovo smarrita per casa senza più ricordare quale fosse la meta. So che potrebbe essere dovuto al fatto che sono cresciute in modo esponenziale (chissà poi cosa vorrà dire, non sono mai troppo serena quando cerco di giostrarmi con la matematica) le mie responsabilità ma resto comunque basita.
Luglio ha da poche ore lasciato il posto ad agosto ed io ancora non ho deciso come impiegare le mie ferie o meglio non ho ancora deciso come poter impiegare le mie ferie a costo zero quando mi giunge la telefonata de LaZia che mi manda in fibrillazione -MammYX lo so che stai lavorando e sarebbe meglio ti chiamassi più tardi, lo so che non ti garba troppo l'idea, lo so che sono già 5 anni che tento inutilmente di convincerti, lo so che avresti voluto fare dell'altro ma ci sono ancora un paio di posti in barca per le isole pontine ad un prezzoamico... - In barca? Con te? 1 settimana di bagno-tabù? Alle isole pontine? Va bene vengo. -Hai detto sì? Scusa non ho sentito bene, hai detto sì? Ok sabato si parte. - Sabato?! -Ti mando la 'Lista delle cose da portare'. Davanti a me solo qualche serata per compiere tutte le operazioni preliminari. Partiamo dalla ceretta, sono annual-ceretta-dipendente, ne faccio di media 1 ogni 3/4 settimane, qual è il mese in cui ometto di prenotarla? Agosto appunto, proprio Il Mese delle Cerette, acquisto quindi anche una confezione da 500ml di crema depilatoria insieme all'amuchina da viaggio e al dentifricio. In pausa pranzo scendo al supermercato, e di questo me ne vergogno, a comprare i libri per la vacanza, il meno peggio fra i titoli presenti. La seconda sera vado appositamente da Muji a comprare le mollettine che non trovo acquisto quindi un fermacapelli improbabile che non userò, una bustina trasparente e impermeabile (presente in lista) e il beautycase che si appende, ideale per la barca. La terza sera invece è riservata all'accappatoio in microfibra, che trattiene poco l'acqua e al sacco a pelo (presenti in lista). Per l'ultima sera quella di venerdì restano infine solo l'assemblaggio e lo stoccaggio delle merci ma qualcosa è andato storto. Primo e unico treno disponibile, partenza da Milano Centrale ore 6.30am, patteggio con LaZia per l'orario più corretto per il ritrovo, io ansiosa per scelta sono per l'anticipo, lei adrenalinica dalla nascita per l'azzardo. Raggiungiamo un accordo, alle ore 5.15am passo a prenderla. Il taxi per la seconda parte del tragitto è stato prenotato. Opto per un 'dritto' ovvero inutile andare a letto, tiro direttamente l'alba. Quindi raccolgo un po' le idee, un po' di vestiti, un po' di 'cose utili', partecipo ad un paio di forum on line e si fanno le 3.00am e lì, proprio lì mi ricordo che devo ancora depilarmi. Alle 4.15am do la sveglia a LaZia che invece come me ha deciso di aspettare in piedi l'alba ma che tanto per movimentare un po' la scena deve ancora iniziare a fare la valigia a cui seguirà ovvio anche la doccia. Insomma siamo in ritardo entrambe, io comincio a buttare la roba in valigia che scopro non essere abbastanza grande per contenere tutto, ne aggiungo quindi una seconda che maledirò per i successivi 7 giorni. Recupero molto ma non tutto l'occorrente. E' dannatamente tardi, non trovo al primo colpo i costumi, prendo i 3 che trovo galleggianti in superficie nel cassetto della biancheria e me li farò bastare. Non ho il tempo di racimolare i prodotti da toilette, così scaravento in borsa i vari mini beauty case lasciando vacante la quasi totalità degli scomparti del nuovo mega beauty che butto in borsa con tanto di cartellino del prezzo a penzoloni. Faccio mente locale delle diverse medicine di cui sarebbe conveniente dotarsi ma a distanza di poche ore mi ritroverò provvista esclusivamente di 5 compresse di Moment. Aggiungo 6 paia di lenti a contatto e chiudo i bagagli. Un appuntamento è un appuntamento, salto in macchina e arrivo sotto casa de LaZia sudata, spettinata ma in perfettissimo orario e attendo...e attendo...arriva un SMS "Scusa non trovo il k-way, adesso scendo"...attendo ancora...l'orologio segna le 5.32am...