venerdì 10 luglio 2009

L’arte di aiutare con pazienza



4 luglio: Independence Day, mi direte. E invece…
preavvisata da una mail, rispondo al richiamo dei saldi, subito, il primo giorno e corro all’Ikea, prima che qualcuno “rubi” il mio armadio.
Arrivata nel reparto armadi-guardaroba prendo il numerino e attendo al desk informazioni: davanti a me solo 3 persone. Dopo pochi (lunghissimi) minuti un ragazzo simpatico e molto cortese (mi dà anche del tu, incredibile!) mi risponde: “L’armadio H…. è disponibile, è composto da 3 pezzi, lo trovi nella corsia XX, scaffale YY”. Grazie!
Prendo il carrello più grande e via! Arrivata allo scaffale carico – anzi carichiamo, sono con un’amica – 3 pesantissime scatole: l’armadio è un po’ ingombrante, misura 110 cm x 61 cm x 198 cm (h). Inutile dire che pesa TANTISSIMO.
1° obiettivo raggiunto: ho l’armadio bianco.
Mi accingo al pagamento alle casse veloci fai-da-te: faccio tutte le operazioni da cassiera provetta, ma scopro che l’articolo non è in saldo. Chiamo l’assistente di cassa, rifacciamo le operazioni insieme: niente, l’articolo di quel colore non è scontato. Minuto di rabbia… lo prendo comunque. Esco.
2° obiettivo raggiunto: ho pagato, è mio!
Arriviamo alla macchina: ovviamente non è una station wagon. Per caricare le scatole cominciamo a escogitare qualcosa, armeggiando con i sedili. Subito veniamo accerchiate da premurosi “aiutanti” che si aggirano nel parcheggio: sono almeno tre. Cominciamo ad abbattere i sedili posteriori: non basta. Abbassiamo lo schienale del sedile anteriore e sfiliamo l’appoggia testa. Ora c’è la lunghezza giusta (1,98 cm) per infilare la prima scatola.
Nel frattempo allontaniamo i primi due “aiutanti” del parcheggio, chiudiamo le portiere e le riapriamo per schivare le macchine che cercano di parcheggiare proprio nei posti di fianco a noi: ma non potevano aspettare un attimo?!!! Tensione…
Procediamo con la seconda scatola. La appoggiamo sopra alla prima e la facciamo scivolare. Non ci sta: 20-30 cm rimangono fuori perché lo spessore di entrambe le scatole arriva a toccare il tetto della macchina. Si avvicina il terzo “aiutante”: non riesco a capire quello che dice, ma non importa perché un po’ seccata gli rispondo che non abbiamo bisogno di aiuto. Lui si sposta e resta ad osservare. Aspetta che facciamo altre prove… si avvicina di nuovo, ripete quello che aveva detto poco prima: di nuovo non capisco e di nuovo gli ripeto che non abbiamo bisogno. La tensione sale…
Lui molto deciso non ascolta più le nostre rimostranze, apre la portiera anteriore. Mi precipito a spostare le borse appoggiate all’interno: non si sa mai, ho sentito di vari furti nei parcheggi…
Procede premendo la maniglia sotto al sedile e lo fa scivolare in avanti, permettendo allo schienale di abbassarsi ulteriormente. Ora c’è lo spazio per le altre scatole.
Sorrido, mi scuso, lo ringrazio.
L’aiutante: “Tutte cusì le donne italiane, tutte uguali”.
Poi amichevolmente alza una mano e battiamo un cinque.
Aggiunge: “Siccome siete donne vi ho aiutato, se eravate uomini no”.
Non so chi sei, non so come ti chiami, non so da dove vieni, so solo che hai avuto la santa pazienza di aiutarmi. Grazie!

P.S. Dove si è accomodata la mia amica-passeggero?! Non lo saprete mai!

2 commenti:

  1. Ha ragione lui "Tutte cusì le donne italiane, tutte uguali." Io avrei fatto lo stesso, un po' per orgoglio di poter far da sola, un po' per testardaggine, ce l'ho nel DNA e un po' per sfiducia verso gli altri/gli sconosciuti, indubbiamente un bel mix lo riconosco :)

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  2. ... talvolta – in qualche circostanza – riusciamo anche a essere migliori ;-) ...

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