mercoledì 1 febbraio 2012

Opera buffa (Wisława Szymborska, Appello allo Yeti - 1957)

Passerà il nostro amore,
e poi cento e altri cent’anni,
poi saremo ricongiunti:

commedianti lui e lei,
e del pubblico gli amati,
finiremo sulla scena.

Una farsa con ariette,
qualche ballo, molte risa,
un buon quadro di costume,
molti applausi.

Sarai buffo certamente
sulla scena, un geloso
incravattato.

La mia testa in subbuglio,
il mio cuore e l’orgoglio,
sciocco cuore che è spezzato
e l’orgoglio calpestato.

E così c’incontreremo,
lasceremo, risa in sala,
sette passi, sette leghe
tra di noi c’inventeremo.

E quasi non bastassero
i dolori della vita
- ci uccideremo con le parole.

Poi faremo un bell’inchino
che alla farsa porrà fine.
Tutti a letto se ne andranno
divertiti da morire.

Loro – liete vite avranno,
e l’amore domeranno,
una tigre stesa ai piedi.

Noi – per sempre un po’ così,
con berretti di sonagli,
barbari dai loro trilli
incantati.

(“Opera buffa” / Appello allo Yeti (1957) – Wisława Szymborska)

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