martedì 2 febbraio 2010
Invece il cento c’è
Il bambino è fatto di cento.
Il bambino ha cento lingue
cento mani cento pensieri
cento modi di pensare di giocare e di parlare
cento sempre cento modi di ascoltare di stupire di amare
Cento allegrie per cantare e capire
cento mondi da scoprire
cento mondi da inventare
cento mondi da sognare.
Il bambino ha cento lingue
(e poi cento cento cento)
ma gliene rubano novantanove.
La scuola e la cultura gli separano la testa dal corpo.
Gli dicono:
di pensare senza mani
di fare senza testa
di ascoltare e di non parlare
di capire senza allegrie
di amare e di stupirsi solo a Pasqua e a Natale.
Gli dicono:
di scoprire il mondo che già c'è
e di cento gliene rubano novantanove.
Gli dicono:
che il gioco e il lavoro
la realtà e la fantasia
la scienza e l'immaginazione
il cielo e la terra
la ragione e il sogno
sono cose che non stanno insieme.
Gli dicono insomma che il cento non c'è.
Il bambino dice:
invece il cento c'è.
Invece il cento c’è, Loris Malaguzzi
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