venerdì 30 agosto 2013

Vicine. Aggettivo e Sostantivo.

Mi ha strizzato l'occhio incontrandomi per le scale. Io rientravo, lei usciva. Single, irrimediabilmente bionda, fasciata in leggings neri mentre parlava al cellulare mi ha mostrato vertiginosi sandali neri e sussurrato fra le labbra "Tanta roba!" Sono rimasta sul pianerottolo affascinata dalla sua aura e a chiedermi perché mai io, altrettanto single, altrettanto riccia ma molto meno bionda, stessi rintanandomi in casa invece di seguire il pifferaio magico per le vie di Milano in questa calda notte cittadina.
Da subito scorgendola fra i grigi e polverosi visi dei già noti vicini di casa mi ha fatto simpatia e finalmente da allora non ci sono solo io alle ore più disparate nel locale della raccolta differenziata, anche se, alla prima occasione invece di salutarci, ci siamo consumate nello sforzo di decidere dove collocare un piatto rotto di porcellana.
Un'altra volta mi ha spiegato di dover sempre conservare un numero di giorni di ferie tali da assicurarsi di poter recitare la scena madre con il suo capo e a seguito di furente divergenza di opinioni poterlo lasciare di sasso davanti un "Vado via, non so quando torno."
Solo una mattina di qualche settimana fa, nel silenzio di una strada di mezza estate mi ha confessato di essere uscita da un anno molto brutto. Non sono seguite, né servivano, delle spiegazioni, un anno molto brutto è un anno molto brutto che ognuna di noi sa capire.


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