mercoledì 27 ottobre 2010
Imbarazzante.
Accadde tutto velocemente...un bell'incipit ma purtroppo è stata piuttosto una lenta agonia, giorno dopo giorno.
E' cambiata la stagione. E' cambiata la temperatura esterna. Sono cambiate le combinazioni dei vestiti al mattino. Io non sono ancora pronta. Tradotto, anche oggi ho passato la giornata in versione estiva dalla cintola in giù e invernale nell'altra metà.
Un abito lungo fino al ginocchio di cotone, un coprispalle di cotone, calze velate, giacca in panno e stola in cashmere alla partenza. Chiudo casa, scendo le scale, attraverso la strada e lì, proprio lì, sento la prima calza cedere alla forza di gravità. E' troppo tardi per rientrare a cambiarmi devo solo cercare di arrivare in ufficio. Parcheggiata la macchina nei sotterranei prima di scendere 'ricolloco' le fasce di silicone all'altezza giusta garantendomi una certa autonomia. Grave errore di valutazione e a metà strada fra la macchina e l'ingresso dell'ufficio, a 200 mt, entrambe le calze sono già in caduta libera e sbucano goffamente da sotto la gonna. Antiestetiche, indecorose e per nulla di classe. Tenendo una calza per ogni mano china su me stessa, cerco il più freneticamente possibile un modo per uscire dalla situazione di impasse. Decido di tornare sui miei passi per andare a toglierle in macchina ma appena compiuto il mezzo giro vedo sopraggiungere un cospicuo numero di colleghi in formazione 'testa d'ariete'. Sorrido loro e farfuglio un pietoso 'Voi non avete visto nulla' cercando nel frattempo di defilarmi dirigendomi verso il parcheggio attiguo a prova di transito colleghi. Si stacca dal gruppo una delle ragazze, biondina, caruccia e quella decina d'anni più giovane. Le spiego che ho perso il controllo delle calze e che l'unico modo per risolvere dignitosamente la faccenda è levarmele, le dico di andare pure avanti che la raggiungo ma lei pettinata, sorridente e compassionevole mi risponde 'Ma va figurati, facciamo la strada insieme...Ah, le togli davvero!?!' Me le sfilo cercando di ignorare quel che le si legge negli occhi 'Se divento così uccidetemi!'
E' cambiata la stagione. E' cambiata la temperatura esterna. Sono cambiate le combinazioni dei vestiti al mattino. Io non sono ancora pronta. Tradotto, anche oggi ho passato la giornata in versione estiva dalla cintola in giù e invernale nell'altra metà.
Un abito lungo fino al ginocchio di cotone, un coprispalle di cotone, calze velate, giacca in panno e stola in cashmere alla partenza. Chiudo casa, scendo le scale, attraverso la strada e lì, proprio lì, sento la prima calza cedere alla forza di gravità. E' troppo tardi per rientrare a cambiarmi devo solo cercare di arrivare in ufficio. Parcheggiata la macchina nei sotterranei prima di scendere 'ricolloco' le fasce di silicone all'altezza giusta garantendomi una certa autonomia. Grave errore di valutazione e a metà strada fra la macchina e l'ingresso dell'ufficio, a 200 mt, entrambe le calze sono già in caduta libera e sbucano goffamente da sotto la gonna. Antiestetiche, indecorose e per nulla di classe. Tenendo una calza per ogni mano china su me stessa, cerco il più freneticamente possibile un modo per uscire dalla situazione di impasse. Decido di tornare sui miei passi per andare a toglierle in macchina ma appena compiuto il mezzo giro vedo sopraggiungere un cospicuo numero di colleghi in formazione 'testa d'ariete'. Sorrido loro e farfuglio un pietoso 'Voi non avete visto nulla' cercando nel frattempo di defilarmi dirigendomi verso il parcheggio attiguo a prova di transito colleghi. Si stacca dal gruppo una delle ragazze, biondina, caruccia e quella decina d'anni più giovane. Le spiego che ho perso il controllo delle calze e che l'unico modo per risolvere dignitosamente la faccenda è levarmele, le dico di andare pure avanti che la raggiungo ma lei pettinata, sorridente e compassionevole mi risponde 'Ma va figurati, facciamo la strada insieme...Ah, le togli davvero!?!' Me le sfilo cercando di ignorare quel che le si legge negli occhi 'Se divento così uccidetemi!'
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