giovedì 12 agosto 2010
Non c'è nulla da ridere.
Sono andata a letto che era estate e mi sono svegliata in pieno autunno. In ritardo per giunta. Non mi risparmio la doccia dove sforzo le meningi insaponate per cercare una mise adatta al cambio repentino di temperatura e per ricordare anche dove abbia cacciato, o meglio riposto (nel caso leggesse anche mia mamma) le scarpe chiuse, visto che sono mesi che giriamo impunemente in sandali, zoccoletti e infradito. Accendo il quadro dell'auto alle 08,54 una partenza suicida, timbro miracolosamente alle 09.12 e solo a questo punto mi guardo allo specchio. Tutta questa pioggia non giova alla mia capigliatura. Tutte queste notti brave non giovano alle mie occhiaia. Fingo compostezza e spavalderia per affrontare di petto, o quasi, la giornata.
Ad un certo punto una collega, toccandomi i capelli dice,
- "Sembra che tu c'abbia il nido d'aquila in capo..."
ora, poniamo anche il caso che noi si voglia immaginare il nido d'aquila come il posto più elegante, curato e a modino del mondo, non poteva evitare d'aggiungere
- "...proprio come la mi' nonna."
Ad un certo punto una collega, toccandomi i capelli dice,
- "Sembra che tu c'abbia il nido d'aquila in capo..."
ora, poniamo anche il caso che noi si voglia immaginare il nido d'aquila come il posto più elegante, curato e a modino del mondo, non poteva evitare d'aggiungere
- "...proprio come la mi' nonna."
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