Stavamo ancora scaricando biancheria, borsoni e provviste sufficienti per arrivare comodamente all'autunno quando lo scorgiamo in mezzo a piccole mani sporche di colla e colori, è un uomo affascinante, misterioso, vissuto. Dai tratti del viso sono portata a crederlo un discendente diretto dei pellirosse d'America. Naso lungo che piega verso il labbro, carnagione scura, capelli lunghi legati in una coda di cavallo. Io e LaZia nei giorni seguenti ci siamo divertite a fantasticare sul suo passato, colpa probabilmente dell'ozio coatto dovuto al cattivo tempo.
Hulko non manca ad un appuntamento, la mattina in laboratorio, il pomeriggio in spiaggia e la sera la babydance. Dove c'è lui ci sono i bambini, Hulko nel suo pallore inglese e il suo nuovo inseparabile amico-cioccolatino-fondente (originario del Camerun), compresi. Giochi costruiti con materiali di recupero e soprattutto senza né scheda, né display, né joystick annessi. Solo origami, bandiere, collane nastri e corone.
Il mattino alle 9.30 gli altoparlanti diffondono la sua voce "...e questo pomeriggio faremo volare gli aquiloni in spiaggia."
Come si fa a non volergli almeno un po' di bene?

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