venerdì 31 luglio 2009
giovedì 30 luglio 2009
ma dov'è andato a finire il mio materassino??!
e il mio nuovo spasimante? le mie chiavi di casa? il gloss rosso? le mie due più care amiche d'infanzia? i miei diciottanni? il sogno nel cassetto? il mio bikini preferito? tutti i miei vecchi spasimanti? i sandali bianchi? gli occhiali da sole? quelli da vista? il "libro della giungla"? le foto della sicilia? i ricordi della scuola? la mia pazienza? il mio anello bellissimo? le mie più grandi paure? il 45° giri di "bobosupercaneingleselungopiùdiunmesebevesoletè"? i guanti in pelle arancioni? la cartoline che scambiavo alle elementari con i miei amici di penna? i miei volumi d'arte? il cavetto dell'ipod? lo scontrino della spesa? le videocassette con le registrazioni di praticamente tutte le puntate di Remington Steele? il numero 2 di wired? la mia pelle da ventenne? il mio amico arturo? la stola ecru in seta? Ma soprattutto, dove sono andate a finire le mie scarpette della barbie? sono anni che tento affannosamente di rintracciarle: ho uno stivale marrone da minigonna, un sabot rosso, un tacco quindici, una scarpa da tennis (erano gli anni settanta), lo stivale da cavallerizza... cerco disperatamente la loro anima gemella, chi le avesse trovate può contattarmi attraverso il blog. Gliene sarò grata.
Ogni tanto mi sfiora il pensiero di aver perso un sacco di tempo in questi miei 39 anni. Però da adesso mi domando se è anche possibile che in trentanove anni io mi sia persa tutto questo. Quindi alla fine... conta di più essere o avere [perso]?!
mercoledì 29 luglio 2009
Un filo diretto con ...
Di ritorno da una gita con la parrocchia, Torellino Rosa mi regala una collanina.
Nonostante in famiglia siamo tutto sommato abbastanza atei, abbiamo comunque voluto che Torellino Rosa facesse l'ora di religione in classe, e frequentasse l'oratorio nel periodo estivo.
Il regalo, una cosina da niente, è una croce di San Francesco: un filo di stoffa con un piccolo crocefisso a T in legno come pendaglio. I miei occhi brillano mentre mi abbasso, e lei mi infila il gioiellino al collo. La ringrazio e la guardo sorridente.
Poi mi dice:
« Con questa puoi anche parlare con Gesù, sai? Basta che metti le mani così - e congiunge le mani in segno di preghiera - e ti metti in ginocchio così - e si inginocchia - e poi puoi anche chiedere delle cose a Gesù bambino.»
« Con questa puoi anche parlare con Gesù, sai? Basta che metti le mani così - e congiunge le mani in segno di preghiera - e ti metti in ginocchio così - e si inginocchia - e poi puoi anche chiedere delle cose a Gesù bambino.»
Inginocchiata così, con le mani giunte, mentre cerca di spiegarmi cos'è una preghiera, è un vero spettacolo a vedersi.
« Davvero? - dico io cercando di dissimulare il tono tra il divertito e l'affettuoso - e cosa puoi chiedergli?»
Mi guarda con un'espressione seria seria:
Mi guarda con un'espressione seria seria:
« Puoi fargli solo le domande che lui è pronto a rispondere. Con questa collanina puoi fargliele, se no non ti parla.»
Una specie di linea diretta col cielo, insomma. Anche se bisognerà fare bene attenzione a selezionare le domande giuste!
e anche per questo martedì... ah! avevamo detto giovedì?!?
"Prima le signore" Hulko tiene aperta la porta di casa, mi fa passare. Sorrido. Lo abbraccio. Lo sbaciucchio. "Grazie Hulko, sei un vero cavaliere". Attraversiamo il cortile e arriviamo davanti al cancello, Hulko orgoglioso ripete la scena, mi fa passare, quindi sentanzia "Prima le signore" e poi chiude il cancello. In faccia (avreste dovuto vederla!) al vicino di casa.
È la nostra serata insieme, si cena al giapponese. Andiamo. Sale in macchina, parto. "Zia, ma come l'hai presa veloce la giratoria" No, vabbè, io devo uscire più spesso con lui..."
"Zia, ti posso dire un segreto?" "Certo" "Io, tanto, lo mangio con le mani il sushi" Sorrido, lui mi guarda " E tu zia?" "Ti posso dire un segreto? anch'io Hulko" Ride soddisfatto " Ehi! tu allora sei proprio mia Zia!!"
E anche stasera... "Vissero tutti felici e contenti. Per sempre."
l'illustrazione della ZiaLuanaJAPPO è di Lice!
martedì 28 luglio 2009
L'avventura di un apostrofo
Nutro la vana speranza che il mio apostrofo sia passato inosservato. Incrociamo le dita!
lunedì 27 luglio 2009
Alpeggio e altre difficoltà.
Hulko e i suoi amici pedemontani scorrazzano semiliberi, capobanda femmina: "Dai fermiamoci qui. Lasciamo le bici e andiamo ai giochi. Chi ha il cavalletto mettilo."
NonnaRagno di ritorno dalla toilette, dove ha evidentemente preso in buon conto il contenuto del mio beauty, "Poi mi spieghi cosa te ne fai dell'acceleratore di abbronzatura, se non ci stai mai al sole?!" "Appunto mamma ottimizzo."
NonnaBis, vicina di casetta, 82enne d.o.p. parlandomi di NonnaRagno dalle morbide curve, "Questa chi l'è come una tavolett' di burro, di quand' el burro le venia vendu' al chilo!" (non sono sicura di averla capita).
Bei momenti. Magari (ho detto magari) l'anno prossimo torno. Adesso andrei.
NonnaRagno di ritorno dalla toilette, dove ha evidentemente preso in buon conto il contenuto del mio beauty, "Poi mi spieghi cosa te ne fai dell'acceleratore di abbronzatura, se non ci stai mai al sole?!" "Appunto mamma ottimizzo."
NonnaBis, vicina di casetta, 82enne d.o.p. parlandomi di NonnaRagno dalle morbide curve, "Questa chi l'è come una tavolett' di burro, di quand' el burro le venia vendu' al chilo!" (non sono sicura di averla capita).
Bei momenti. Magari (ho detto magari) l'anno prossimo torno. Adesso andrei.
domenica 26 luglio 2009
Una babysitter da favola (Need a babysitter today?)
Le favole del Fiocco Gigante | 4
Giovannino Perdigiorno era un grande viaggiatore. Viaggia e viaggia, capitò nel paese con l'esse davanti.
- Ma che razza di paese è? - domandò a un cittadino che prendeva il fresco sotto un albero.
Il cittadino, per tutta risposta, cavò di tasca un temperino e lo mostrò bene aperto sul palmo della mano.
- Vede questo?
- E' un temperino.
- Tutto sbagliato. Invece è uno «stemperino», cioè un temperino con l'esse davanti. Serve a far ricrscere le matite, quando sono consumate, ed è molto utile nelle scuole.
- Magnifico, - disse Giovannino. - E poi?
- Poi abbiamo lo «staccapanni».
- Vorrà dire l'attaccapanni.
- L'attaccapanni serve a ben poco, se non avete il cappotto da attaccarci. Col nostro «staccapanni» è tutto diverso. Lì non bisogna attaccarci niente, c'è già tutto attaccato. Se avete bisogno di un cappotto andate lì e lo staccate. Chi ha bisogno di una giacca, non deve mica andare a comprarla: passa dallo staccapanni e la stacca. C'è lo staccapanni d'estate e quello d'inverno, quello per uomo e quello per signora. Così si risparmiano tanti soldi.
- Una vera bellezza. E poi?
- Poi abbiamo la macchina «sfotografica», che invece di fare le fotografie fa le caricature, così si ride. Poi abbiamo lo «scannone».
- Brrr, che paura.
- Tutt'altro. Lo «scannone» è il contrario del cannone, e serve per disfare la guerra.
- E come funziona?
- E' facilissimo, può adoperarlo anche un bambino. Se c'è la guerra, suoniamo la stromba, spariamo lo scannone e la guerra è subito disfatta.
Che meraviglia il paese con l'esse davanti.
Il paese con l'esse davanti. (Gianni Rodari, Favole al telefono)
Giovannino Perdigiorno era un grande viaggiatore. Viaggia e viaggia, capitò nel paese con l'esse davanti.
- Ma che razza di paese è? - domandò a un cittadino che prendeva il fresco sotto un albero.
Il cittadino, per tutta risposta, cavò di tasca un temperino e lo mostrò bene aperto sul palmo della mano.
- Vede questo?
- E' un temperino.
- Tutto sbagliato. Invece è uno «stemperino», cioè un temperino con l'esse davanti. Serve a far ricrscere le matite, quando sono consumate, ed è molto utile nelle scuole.
- Magnifico, - disse Giovannino. - E poi?
- Poi abbiamo lo «staccapanni».
- Vorrà dire l'attaccapanni.
- L'attaccapanni serve a ben poco, se non avete il cappotto da attaccarci. Col nostro «staccapanni» è tutto diverso. Lì non bisogna attaccarci niente, c'è già tutto attaccato. Se avete bisogno di un cappotto andate lì e lo staccate. Chi ha bisogno di una giacca, non deve mica andare a comprarla: passa dallo staccapanni e la stacca. C'è lo staccapanni d'estate e quello d'inverno, quello per uomo e quello per signora. Così si risparmiano tanti soldi.
- Una vera bellezza. E poi?
- Poi abbiamo la macchina «sfotografica», che invece di fare le fotografie fa le caricature, così si ride. Poi abbiamo lo «scannone».
- Brrr, che paura.
- Tutt'altro. Lo «scannone» è il contrario del cannone, e serve per disfare la guerra.
- E come funziona?
- E' facilissimo, può adoperarlo anche un bambino. Se c'è la guerra, suoniamo la stromba, spariamo lo scannone e la guerra è subito disfatta.
Che meraviglia il paese con l'esse davanti.
Il paese con l'esse davanti. (Gianni Rodari, Favole al telefono)
sabato 25 luglio 2009
Giacca a vento
Come tutti i bambini piccoli, la mia nipotina va a letto presto e si sveglia di buon mattino. Una bella colazione e poi… a vestirsi!
L’estate permette di giocare all’aperto, correre, saltare: è ora di prepararsi e scendere in giardino.
Lei: “Mamma, questa mattina mettiamo la giacca".
La sua mamma: “Ma siamo a luglio!"
Lei: “Noo! Non siamo a luglio, siamo a casa mia!"
venerdì 24 luglio 2009
Sono stata perseguitata dal nonno di Ken
Festa aziendale. Pistole ad acqua, infradito e pareo. Splash , tuffi e palloni giganti per rotolarsi nell'acqua. Open bar (o come diceva Puppa "Oppebbacc") e bella gente. Quasi tutta gente carina, tranne uno....il nonno di Ken!
Avete presente Ken di barbie? Identico! Alto abbronzato e maglietta azzurra che risalta l'abbronzatura. Capello liscio biondino e con riga di lato e faccia da bravo ragazzo. Ragazzo mò....diciamo pure signore! Un nonno di Ken che prima di andare ad una festa in piscina si guarda allo specchio e si dice "Stasera cucco! Renderò felice una bella pollastrella" (I marpioni della sua età parlano ancora anni '80).
Ma la cosa impressionante è che non solo somigliava a Ken fisicamente ma aveva anche il cervello come quello di Ken...di plastica! Che Dio me ne scampi, mi ha perseguitata ma sono riuscita dopo vari tentativo a seminarlo. Mi sono trattenuta dal fargli uno sgambetto a bordo piscina.
Peccato che la mia razionalità decida di prendere il sopravvento proprio quando non è necessario.
Ma poi alla fine sto Ken...chi cavolo lo ha invitato?
Conversazione improbabile.
DRRIIIIINNNN....DRIN..DRRIIIIIINNN.... (è notte)
Pronto...?Sono Hnito!
AH,mi pareva a quest'ora...che c'è?Insonnia?
No...sai...è che su NHV...
Dai Hnito...ma ancora te lo leggi sto blog?!
Bhe...sennò che Hnito sarei!Ma lo sai che si è aggiunto un nuovo blogger!!???
AH...mbe'? (sbadiglio...è notte)
Ma ti dico che è strano...è...è un maschio!!!
...effettivamente un po' strano è...sarà gay?
Sei sempre il solito...!!!
Bho forse sarà un'abile trovata editoriale per attirare nuovi h-niti. Hnito,ma lo sai che sei curioso come una scimmia dentro uno shuttle...!
Si,si,si...ma devo saperne di più!...Non è che potresti chiedere lumi a MammYX?...Ti prego...
Sorbole Hnito!Ma te l'ho già detto che 'per diversi motivi ed altrettante ragioni' la MammYX non si confida più con me...ho sonno...ho finito le paglie...c'ho mal di testa...domani mi alzo presto...dai abbi pietà,che mi scappano i congiuntivi alla Lapo...
Mai che ti riesca di renderti utile..eh??...scusa ora vado a vedere se c'è qualche nuovo post...vatti a fidare degli amici...una volta che hai bisogno!!!
See... (riattacco prima io...è ancora notte)
(trascrizione fedelissima dalla mia posta elettronica)
Pronto...?Sono Hnito!
AH,mi pareva a quest'ora...che c'è?Insonnia?
No...sai...è che su NHV...
Dai Hnito...ma ancora te lo leggi sto blog?!
Bhe...sennò che Hnito sarei!Ma lo sai che si è aggiunto un nuovo blogger!!???
AH...mbe'? (sbadiglio...è notte)
Ma ti dico che è strano...è...è un maschio!!!
...effettivamente un po' strano è...sarà gay?
Sei sempre il solito...!!!
Bho forse sarà un'abile trovata editoriale per attirare nuovi h-niti. Hnito,ma lo sai che sei curioso come una scimmia dentro uno shuttle...!
Si,si,si...ma devo saperne di più!...Non è che potresti chiedere lumi a MammYX?...Ti prego...
Sorbole Hnito!Ma te l'ho già detto che 'per diversi motivi ed altrettante ragioni' la MammYX non si confida più con me...ho sonno...ho finito le paglie...c'ho mal di testa...domani mi alzo presto...dai abbi pietà,che mi scappano i congiuntivi alla Lapo...
Mai che ti riesca di renderti utile..eh??...scusa ora vado a vedere se c'è qualche nuovo post...vatti a fidare degli amici...una volta che hai bisogno!!!
See... (riattacco prima io...è ancora notte)
(trascrizione fedelissima dalla mia posta elettronica)
giovedì 23 luglio 2009
4 chiacchiere in osteria (e 4 bottiglie di vino..o 5?)
Mi è piaciuto Aaron...anzi Haaron: "Magic tienti che stiamo scappando!"
Mi è piaciuta Vane "Lu...hai detto beeeeeep (una parolaccia!)"
Mi è piaciuta Vera che piangeva per gli aneddoti di due scapestrate ragazze Pampero.
Mi è piaciuta Angie che per farsi perdonare metterà una buona parola per me con il suo capo :D
Mi è piaciuta MariJenny la tennista che ha preso la scossa. La vendetta delle zanzare!
Mi è piaciuta la Lu che non ha le idee chiare su come funzionano le strategie di fuga.
Mi sono piaciuta io da sola ...io che amo gli apostrofi più di me stessa.
Mi piacciono anche le mie simpatiche amiche...vi ammazzo...come si scrive v'ammazzo...v amazzo? E stupide come si scriverà :P?"
I love u
Ps non mi è piaciuto l'ultimo streghino, non tanto :S
Mi è piaciuta Vane "Lu...hai detto beeeeeep (una parolaccia!)"
Mi è piaciuta Vera che piangeva per gli aneddoti di due scapestrate ragazze Pampero.
Mi è piaciuta Angie che per farsi perdonare metterà una buona parola per me con il suo capo :D
Mi è piaciuta MariJenny la tennista che ha preso la scossa. La vendetta delle zanzare!
Mi è piaciuta la Lu che non ha le idee chiare su come funzionano le strategie di fuga.
Mi sono piaciuta io da sola ...io che amo gli apostrofi più di me stessa.
Mi piacciono anche le mie simpatiche amiche...vi ammazzo...come si scrive v'ammazzo...v amazzo? E stupide come si scriverà :P?"
I love u
Ps non mi è piaciuto l'ultimo streghino, non tanto :S
Richiesta di nuovi post
Mi piace molto andare a cena dalla mia nipotina, c'è sempre qualche frase birichina da postare alla prima occasione.
E mercoledì sera zia Byc le ha chiesto: "Guarda che mi devi dare qualche nuovo spunto".
Per il blog, ovviamente. Ma questo non gliel'ho detto.
Lei, come fosse pienamente consapevole dell'argomento: "Aspetta, prima devo fare la pipì".
Zia Byc: "Ti accompagno?"
Lei: "Nooo, non c'è bisogno!"
mercoledì 22 luglio 2009
il cecio, la luna e il count down.
tu che ami la luna, osserva le foto
e i video più belli del tempo remoto
in cui per politica, scienza e anche sogno
si è fatto quel passo piccino, ma degno
dell’uomo - e più grande per l’umanità
(che poi a ben vedere siam rimasti qua
a intessere storie a dir poco ingegnose
su come sarebbero andate le cose…)
ma proprio in quei giorni sei nata tu, zia?
allora lo so perché in fotografia
non usi i colori. si è sciolto un mistero:
il mondo per te si ritrae in bianco e nero.
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NonnoSaggio fa giardinaggio
NonnoSaggio ha il pollice verde e tanta esperienza più di zia Byc nel coltivare le piante. La sua passione lo ha portato a frequentare con successo un corso di bonsai insieme alla Nonna. Il loro terrazzo è una meraviglia: piante grasse, ciclamini, piante piccole e grandi che si alternano in fioriture stagionali. Da ultimo si è aggiunto un cedro che ho acquistato 2 mesi fa durante un week-end al mare. Anche questo sta già dando grandi soddisfazioni: sono spuntati i primi frutti che presto potremo assaggiare.
Il terrazzo è anche la passione della nostra nipotina. Quando è dai nonni si aggira furtiva tra le piante e con aria furbetta comincia a toccare or qui or lì. Qualche pianta ha le spine – l’abbiamo messa in guardia – ma sono soprattutto i colori dei fiori ad attirarla. Così, pur non conoscendo il “m’ama non m’ama”, gioca a strappare i petali dei fiori che trova a tiro!
NonnoSaggio ha il terrore della nipotina-strappa-fiori, che sorride sotto i baffi quando lui affettuosamente la sgrida. D’altra parte anche questo è un gioco!
martedì 21 luglio 2009
Il bello di avere le piante
Mi è sempre piaciuto fare giardinaggio, giocare con i covoni d’erba tagliata, e quell’inconfondibile profumo d’erba che accompagna i lavori in giardino. Qualche volta può capitare di sentirlo anche in città quando a primavera rinnovano le aiuole.
Così, dopo aver testato le mie abilità di giardiniere-cittadino, di anno in anno ho acquistato nuove piante per il balcone di casa, preferendo quelle sempre verdi da esterno che resistono a tutto. Sono ancora molto dispiaciuta di aver contribuito alla dipartita di un hibiscus ad alberello, bellissimo, come se ne vedono pochi. Ma, si sa, non tutte le piante sono uguali: a ognuna la sua cura.
Il bello di avere le piante è che, quando passeggi sotto casa e guardi in su, i balconi fioriti donano sempre quel non so che a tutto il condominio. E, più sono curati, più il palazzo si impreziosisce. A proposito di condomini, apriamo una parentesi (sì, lo so, ci vorrebbe più d’una parentesi).
Non molto tempo fa, una mia cugina – dal carattere piuttosto vivace e spiritoso fin da bambina – mi raccontò che nella sua palazzina c’era una vicina che aveva sempre un parapetto fiorito, era sempre splendido e colorato, mentre il suo non era altrettanto bello, anzi piuttosto spoglio, perché probabilmente non era portata per il giardinaggio. Sembrava ci fosse una sorta di gara... Così un giorno, per non essere da meno, raccolse tutti i fiori caduti dai balconi e li distribuì sul parapetto del suo balcone...
Per una volta aveva anche lei il balcone fiorito!
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Un armadio con dentro una città con la neve
"Torellino Rosa" è una bambina sempre piena di energia, che passa dall'entusiasmo più sfrenato alla rabbia più nera. Ha sempre qualche idea nuova in testa e la persegue in maniera appassionata. Come un torello, appunto, ma sempre vestito di rosa, come un fiorellino.
Ogni tanto desidera le cose che desiderano tutti i bambini. Ogni tanto desidera le cose che hanno gli altri bambini. Ogni tanto...
Un giorno dopo un pomeriggio a casa di un'amichetta dice:
- "Papà, io voglio la piscina."
- "Perché la piscina Torellino mio?"
- "Perché l'Annalisa ha la piscina, la voglio anch'io."
- "E dove la mettiamo? Non c'è spazio in casa..."
L'appartamento è piuttosto spazioso ma sfido a farci entrare una piscina.
- "La mettiamo in strada".
Siamo al 2° piano, sarebbe carino anche per i vicini sistemare una piscina in strada, così che tutti possano farci un tuffo prima di andare al lavoro, o la sera quando rientrano. Torellino Rosa è una bambina generosa, in ogni caso.
Un altro giorno va a fare una gita con la classe.
- "Papà io voglio un cavallo".
Ahia. Non mi ricordavo che la gita comprendesse una visita al maneggio.
- "Torellino mio dolce, non possiamo tenere un cavallo in casa".
- "Ma io lo voglio."
Forse dovrei fare un po di spazio in salotto...
Un pomeriggio di pioggia Torellino Rosa guarda un film in DVD.
- "Papà anch'io voglio un armadio, con dentro una città con la neve..."
Prendo in mano il film, sono 'Le Cronache di Narnia'.
- "Torellino, ma non esiste un armadio così"."
- "Papà, ma io lo voglio, Lucy ce l'ha".
Dovrò parlare con i produttori del film...
Una sera avrei voluto mostrarle il cielo, e le stelle, e la luna... ma mi sono trattenuto. Non avrei avuto il coraggio di dirle un altro no. Aspettiamo la notte di San Lorenzo, e chissà che almeno qualche stella cadente non ci porti fortuna.
lunedì 20 luglio 2009
il cecio e la composizione. parte seconda.
xilofono, piano, armonica e voce
gli accordi li ispirano i giochi di luce
se è buio son cupi, profondi, in minore
col sole si schiudono gli alberi in fiore
mi impegno parecchio con la melodia
a tutto volume la canto alla zia
affino i dettagli dell’orchestrazione
(beh, spesso mi affido all’improvvisazione)
distillo armonie da qualunque elemento
bicchieri, mollette, azalee, fogli, vento
la musica è un mare, con onde frizzanti
mi piace nuotarci. di più se si è in tanti.
gli accordi li ispirano i giochi di luce
se è buio son cupi, profondi, in minore
col sole si schiudono gli alberi in fiore
mi impegno parecchio con la melodia
a tutto volume la canto alla zia
affino i dettagli dell’orchestrazione
(beh, spesso mi affido all’improvvisazione)
distillo armonie da qualunque elemento
bicchieri, mollette, azalee, fogli, vento
la musica è un mare, con onde frizzanti
mi piace nuotarci. di più se si è in tanti.
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Invertire il senso di marcia.
Un campo di girasoli.
Due cavalieri texani su cavalli pezzati.
Tre ricci morti.
Splendide case di pietra dai molti balconi fioriti.
Il profumo della pizza calda sul sedile accanto.
Hulko abbronzato e reso più biondo dal sole.
Il barbecue con i miei.
Il pomodoro delle bruschette che cade ovunque fuorché in bocca.
Davvero ho esitato alla partenza?
Due cavalieri texani su cavalli pezzati.
Tre ricci morti.
Splendide case di pietra dai molti balconi fioriti.
Il profumo della pizza calda sul sedile accanto.
Hulko abbronzato e reso più biondo dal sole.
Il barbecue con i miei.
Il pomodoro delle bruschette che cade ovunque fuorché in bocca.
Davvero ho esitato alla partenza?
domenica 19 luglio 2009
Yes, you can.
Discorso del Presidente degli Stati Uniti d'America Barack Obama in occasione del centenario della fondazione dell'Associazione nazionale per la promozione dei diritti delle persone di colore (NAACP)
Un presidente sempre più nero, titolano i giornali - per fortuna aggiungo io!
It is an honor to be here, in the city where the NAACP was formed, to mark its centennial. What we celebrate tonight is not simply the journey the NAACP has traveled, but the journey that we, as Americans, have traveled over the past one hundred years.
It is a journey that takes us back to a time before most of us were born, long before the Voting Rights Act, the Civil Rights Act, and Brown v. Board of Education; back to an America just a generation past slavery. It was a time when Jim Crow was a way of life; when lynchings were all too common; and when race riots were shaking cities across a segregated land.
It was in this America where an Atlanta scholar named W.E.B. Du Bois, a man of towering intellect and a fierce passion for justice, sparked what became known as the Niagara movement; where reformers united, not by color but cause; and where an association was born that would, as its charter says, promote equality and eradicate prejudice among citizens of the United States.
From the beginning, Du Bois understood how change would come - just as King and all the civil rights giants did later. They understood that unjust laws needed to be overturned; that legislation needed to be passed; and that Presidents needed to be pressured into action. They knew that the stain of slavery and the sin of segregation had to be lifted in the courtroom and in the legislature.
But they also knew that here, in America, change would have to come from the people. It would come from people protesting lynching, rallying against violence, and walking instead of taking the bus. It would come from men and women - of every age and faith, race and region - taking Greyhounds on Freedom Rides; taking seats at Greensboro lunch counters; and registering voters in rural Mississippi, knowing they would be harassed, knowing they would be beaten, knowing that they might never return. [...] And because ordinary people made the civil rights movement their own, I made a trip to Springfield a couple years ago - where Lincoln once lived, and raceriots once raged - and began the journey that has led me here tonight as the 44th President of the United States of America. [...] We have to say to our children, Yes, if you’re African American, the odds of growing up amid crime and gangs are higher. Yes, if you live in a poor neighborhood, you will face challenges that someone in a wealthy suburb does not. But that’s not a reason to get bad grades, that’s not a reason to cut class, that’s not a reason to give up on your education and drop out of school. No one has written your destiny for you. Your destiny is in your hands - and don’t you forget that.To parents, we can’t tell our kids to do well in school and fail to support them when they get home. For our kids to excel, we must accept our own responsibilities. [...] It also means pushing our kids to set their sights higher. They might think they’ve got a pretty good jump shot or a pretty good flow, but our kids can’t all aspire to be the next LeBron or Lil Wayne. I want them aspiring to be scientists and engineers, doctors and teachers, not just ballers and rappers. I want them aspiring to be a Supreme Court Justice. I want them aspiring to be President of the United States. [...] (discorso integrale)
corriere.it
repubblica.it
Un presidente sempre più nero, titolano i giornali - per fortuna aggiungo io!
It is an honor to be here, in the city where the NAACP was formed, to mark its centennial. What we celebrate tonight is not simply the journey the NAACP has traveled, but the journey that we, as Americans, have traveled over the past one hundred years.
It is a journey that takes us back to a time before most of us were born, long before the Voting Rights Act, the Civil Rights Act, and Brown v. Board of Education; back to an America just a generation past slavery. It was a time when Jim Crow was a way of life; when lynchings were all too common; and when race riots were shaking cities across a segregated land.
It was in this America where an Atlanta scholar named W.E.B. Du Bois, a man of towering intellect and a fierce passion for justice, sparked what became known as the Niagara movement; where reformers united, not by color but cause; and where an association was born that would, as its charter says, promote equality and eradicate prejudice among citizens of the United States.
From the beginning, Du Bois understood how change would come - just as King and all the civil rights giants did later. They understood that unjust laws needed to be overturned; that legislation needed to be passed; and that Presidents needed to be pressured into action. They knew that the stain of slavery and the sin of segregation had to be lifted in the courtroom and in the legislature.
But they also knew that here, in America, change would have to come from the people. It would come from people protesting lynching, rallying against violence, and walking instead of taking the bus. It would come from men and women - of every age and faith, race and region - taking Greyhounds on Freedom Rides; taking seats at Greensboro lunch counters; and registering voters in rural Mississippi, knowing they would be harassed, knowing they would be beaten, knowing that they might never return. [...] And because ordinary people made the civil rights movement their own, I made a trip to Springfield a couple years ago - where Lincoln once lived, and raceriots once raged - and began the journey that has led me here tonight as the 44th President of the United States of America. [...] We have to say to our children, Yes, if you’re African American, the odds of growing up amid crime and gangs are higher. Yes, if you live in a poor neighborhood, you will face challenges that someone in a wealthy suburb does not. But that’s not a reason to get bad grades, that’s not a reason to cut class, that’s not a reason to give up on your education and drop out of school. No one has written your destiny for you. Your destiny is in your hands - and don’t you forget that.To parents, we can’t tell our kids to do well in school and fail to support them when they get home. For our kids to excel, we must accept our own responsibilities. [...] It also means pushing our kids to set their sights higher. They might think they’ve got a pretty good jump shot or a pretty good flow, but our kids can’t all aspire to be the next LeBron or Lil Wayne. I want them aspiring to be scientists and engineers, doctors and teachers, not just ballers and rappers. I want them aspiring to be a Supreme Court Justice. I want them aspiring to be President of the United States. [...] (discorso integrale)
corriere.it
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sabato 18 luglio 2009
Sapientino
Cercando d'intrattenere le creaturine simil Hulko improvviso un sorta di BabyAlpeggioClub. C'è poco da sorridere, a NonnaRagno non si sfugge, prima o poi nella sua ragnatela ci resto sempre impigliata anch'io. L'ora del silenzio è finta oramai da un po', incominciano a essere stanchi e noi con loro, così mi gioco la carta del quiz. Sembra funzionare. Ho tutta la loro attenzione e anche un discreto pubblico, formato da nonne, vicini di bungalow e non mi disdegna neanche qualche curioso di passaggio. Incomincio a prenderci gusto. E vai con la domanda successiva. Il montepremi aumenta. Lascia o raddoppia?
LaZia: Il carminio è una tonalità di quale colore?
Hulko: Rosso.
LaZia: Bravo Hulko.
Hulko (stupito): Ehi?!! ma come facevo a saperlo?
LaZia: Il carminio è una tonalità di quale colore?
Hulko: Rosso.
LaZia: Bravo Hulko.
Hulko (stupito): Ehi?!! ma come facevo a saperlo?
venerdì 17 luglio 2009
A.A.A. VENDESI Ancora Alpeggio d'Altura
Sono in partenza per il fine settimana. Oddio a vedermi non si direbbe. Accasciata sul mio portatile, stremata dalle ore di convivenza coatta con i colleghi, di relazioni magistralmente condotte, di accordi straordinari concessi, di 'operazioni' note e di pensieri sconosciuti, cibata di prosciutto e fichi o presunti tali (è normale che scricchiolassero sotto i denti?) mi accingo solo ora ad accendere il ferro da stiro. Naturalmente ho già acceso la banda larga (...) Si sono fatte le 2.27am con estrema facilità, il ferro è freddo, i panni stropicciati e la borsa vuota. Fuori tuona, così l'atto del prepararsi all'alpeggio è ancora più lento. Non basta più prendere acqua come accade di solito durante la permanenza ma farò anche il viaggio nella pioggia. Non sto più nella pelle. Sposto sguardo e pensiero sul sorriso di Hulko, cadono le ultime reticenze, indosso il mio k-way (ho la cabrio!) e inizio con ritrovato slancio i preparativi.
All'ultima spiaggia ma grazie a Lorenza con l'ombrellone in prima fila.
"Tra MomCamp, matrimoni e l'ultima spiaggia (alla quale non farò mai l'abitudine)" Postato lunedì 15 giugno 2009, da Lorenza su http://milanoelorenza.blogspot.com/
PREAMBOLO MAMMESCO
Venerdì sera mammina cara salutava i suoi bimbi e l'ingegnere, in partenza per la Liguria, e chiudendo la porta si chiedeva se avrebbe resistito a stare due notti senza di loro. E si chiedeva come faceva, gli anni scorsi, a lasciare i bimbi per settimane intere dai nonni. Ma tra lavori da finire e magliette da stirare, la nostalgia del distacco è durata ben poco.
TRA MOMCAMP...
Sabato mattina mammina è andata al MomCamp e, come sempre, le è piaciuto molto. Oltre alle mamme blogger che già conosce e ama, ha conosciuto il gruppo di Non ho Valentina, che l'ha divertita e un po' commossa (il perché si capisce all'ultima spiaggia), Paola Sucato che l'ha incantata con la sua presentazione, Maria e Mariagrazia di Working Mothers Italy che l'hanno conquistata. E, per la prima volta dopo qualche tempo, gli ingranaggi del suo cervello hanno ricominciato a funzionare.
... MATRIMONI...
Merito anche delle tre vecchie amiche che mammina ha incontrato al matrimonio di sabato pomeriggio: sebbene mammina si fosse messa in gran spolvero con tanto di tacco e fosse andata al matrimonio priva di accompagnatore, nessun baldo giovine si è avvicinato al gruppetto delle quattro che chiacchieravano fitto fitto. Tra le altre cose, dello shock di sentirsi chiamare "Signora".
Ma vabbe', ormai dobbiamo farcene una ragione: anche per Papi, d'altronde, saremmo già anziane.
E d'altronde mammina, col tacco, non si è concessa neanche alle danze.
L'ingegnere può dormire sonni tranquilli, diciamo.
... E L'ULTIMA SPIAGGIA
Domenica mattina mammina ha preso il taxi, direzione Stazione Centrale: il treno per la Liguria partiva alle 9.05.
"Weekend lungo o viaggio di lavoro?" le chiede il tassista.
"Settimana al mare con bambini e nonni. Quasi peggio che andare a lavorare", ha risposto lei, rettificando poi subito, per rispetto a chi lavora, e a chi un lavoro non ce l'ha.
E così mammina è arrivata in Riviera.
Ora, mammina, prima di conoscere l'ingegnere, non aveva idea di cosa fosse un Bagno.
E per Bagno non intende,
stanza con vasca da bagno e servizi igienici; la vasca da bagno
stessa e, per eufem., locale con i soli servizi igienici andare al bagno,
(eufem.) soddisfare i propri bisogni fisiologici bagno pubblico, locale dove è
possibile fare un bagno a pagamento, oppure solo lavarsi e usare il
gabinetto
bensì
entra in nomi propri di località termali o stabilimenti
balneari: Bagni di Lucca
Lei andava in spiagge dove l'ombrellone te lo dovevi portare, e non dove il bagnino ti chiede se preferisci il lettino a riva o vicino all'ombrellone. Dove nessuno si sentiva obbligato ad essere un socialait, come si dice da queste parti (che mammina, a 40° C e con la massima a 80, dopo aver girato come una scema per mezz'ora a cercare posteggio, ha ben poco di che essere social), e dove nessuno replicava i modelli milanesi di socializzazione. Dove nessuno notava l'aumento della pancia, della cellulite, delle vene varicose e di tutte quelle cose di cui, a 20 anni, mammina era ben lungi dal preoccuparsi, semplicemente perché nessuno la conosceva prima, e nessuno l'avrebbe rivista l'anno dopo, traendone le debite conseguenze. Dove non era la fidanzata/la moglie/la nuora/la mamma di: semplicemente, non era. Il che, le dava una gran libertà di essere.
Mentre mammina pensava tutte queste cose, è arrivata ai Bagni. Ha tirato fuori la sua Eco-bag del MomCamp, ha indossato la magliettina di Non ho Valentina (grazie, ragazze!!), si è fatta forza, e ha inaugurato la stagione estiva alla sua ultima spiaggia. Ma nessuno, purtroppo, le ha chiesto: "MomCamp?!? Sei stata al MomCamp?!?". Sarebbe stato un inizio di stagione alternativo, una cosa che, all'ultima spiaggia, non si può proprio chiedere.
http://milanoelorenza.blogspot.com/2009/06/tra-momcamp-matrimoni-e-lultima.html
PREAMBOLO MAMMESCO
Venerdì sera mammina cara salutava i suoi bimbi e l'ingegnere, in partenza per la Liguria, e chiudendo la porta si chiedeva se avrebbe resistito a stare due notti senza di loro. E si chiedeva come faceva, gli anni scorsi, a lasciare i bimbi per settimane intere dai nonni. Ma tra lavori da finire e magliette da stirare, la nostalgia del distacco è durata ben poco.
TRA MOMCAMP...
Sabato mattina mammina è andata al MomCamp e, come sempre, le è piaciuto molto. Oltre alle mamme blogger che già conosce e ama, ha conosciuto il gruppo di Non ho Valentina, che l'ha divertita e un po' commossa (il perché si capisce all'ultima spiaggia), Paola Sucato che l'ha incantata con la sua presentazione, Maria e Mariagrazia di Working Mothers Italy che l'hanno conquistata. E, per la prima volta dopo qualche tempo, gli ingranaggi del suo cervello hanno ricominciato a funzionare.
... MATRIMONI...
Merito anche delle tre vecchie amiche che mammina ha incontrato al matrimonio di sabato pomeriggio: sebbene mammina si fosse messa in gran spolvero con tanto di tacco e fosse andata al matrimonio priva di accompagnatore, nessun baldo giovine si è avvicinato al gruppetto delle quattro che chiacchieravano fitto fitto. Tra le altre cose, dello shock di sentirsi chiamare "Signora".
Ma vabbe', ormai dobbiamo farcene una ragione: anche per Papi, d'altronde, saremmo già anziane.
E d'altronde mammina, col tacco, non si è concessa neanche alle danze.
L'ingegnere può dormire sonni tranquilli, diciamo.
... E L'ULTIMA SPIAGGIA
Domenica mattina mammina ha preso il taxi, direzione Stazione Centrale: il treno per la Liguria partiva alle 9.05.
"Weekend lungo o viaggio di lavoro?" le chiede il tassista.
"Settimana al mare con bambini e nonni. Quasi peggio che andare a lavorare", ha risposto lei, rettificando poi subito, per rispetto a chi lavora, e a chi un lavoro non ce l'ha.
E così mammina è arrivata in Riviera.
Ora, mammina, prima di conoscere l'ingegnere, non aveva idea di cosa fosse un Bagno.
E per Bagno non intende,
stanza con vasca da bagno e servizi igienici; la vasca da bagno
stessa e, per eufem., locale con i soli servizi igienici andare al bagno,
(eufem.) soddisfare i propri bisogni fisiologici bagno pubblico, locale dove è
possibile fare un bagno a pagamento, oppure solo lavarsi e usare il
gabinetto
bensì
entra in nomi propri di località termali o stabilimenti
balneari: Bagni di Lucca
Lei andava in spiagge dove l'ombrellone te lo dovevi portare, e non dove il bagnino ti chiede se preferisci il lettino a riva o vicino all'ombrellone. Dove nessuno si sentiva obbligato ad essere un socialait, come si dice da queste parti (che mammina, a 40° C e con la massima a 80, dopo aver girato come una scema per mezz'ora a cercare posteggio, ha ben poco di che essere social), e dove nessuno replicava i modelli milanesi di socializzazione. Dove nessuno notava l'aumento della pancia, della cellulite, delle vene varicose e di tutte quelle cose di cui, a 20 anni, mammina era ben lungi dal preoccuparsi, semplicemente perché nessuno la conosceva prima, e nessuno l'avrebbe rivista l'anno dopo, traendone le debite conseguenze. Dove non era la fidanzata/la moglie/la nuora/la mamma di: semplicemente, non era. Il che, le dava una gran libertà di essere.
Mentre mammina pensava tutte queste cose, è arrivata ai Bagni. Ha tirato fuori la sua Eco-bag del MomCamp, ha indossato la magliettina di Non ho Valentina (grazie, ragazze!!), si è fatta forza, e ha inaugurato la stagione estiva alla sua ultima spiaggia. Ma nessuno, purtroppo, le ha chiesto: "MomCamp?!? Sei stata al MomCamp?!?". Sarebbe stato un inizio di stagione alternativo, una cosa che, all'ultima spiaggia, non si può proprio chiedere.
http://milanoelorenza.blogspot.com/2009/06/tra-momcamp-matrimoni-e-lultima.html
Gossip povero. Povero gossip.
Finisce il concerto. La distesa gocciolante e appagata di testoline-di-fan si dirige verso le uscite. Lei si è già ritirata. Lei la regina del Pop è a Milano. Lei la splendida cinquantenne che dà del filo da torcere anche a molte trentenni. Lei che si è costruita una vita di successo. Lei che ha girato il mondo e lascia che il mondo giri attorno alla sua musica. Lei che tutto può. Lei sceglie...di cenare con del baccalà!??
giovedì 16 luglio 2009
La musica è di casa
mercoledì 15 luglio 2009
Indovina indovinello
"Mamma ti faccio un indovinello: il padrone di una casa rotonda muore, nella casa ci sono un maggiordomo che apre la porta, una cameriera che pulisce negli angoli e una cuoca che cucina. Chi ha ucciso il padrone della casa?"
"Fammi pensare...la cameriera ovvio."
"Perche'?"
"Perche' in una casa rotonda non ci sono angoli da pulire."
"Allora te ne faccio un altro: in una casa muore il cane del padrone, nella casa ci sono un maggiordomo, una cameriera e una cuoca. Chi e' che fa' tutto lei?"
"IO."
Non ho resistito.
"Fammi pensare...la cameriera ovvio."
"Perche'?"
"Perche' in una casa rotonda non ci sono angoli da pulire."
"Allora te ne faccio un altro: in una casa muore il cane del padrone, nella casa ci sono un maggiordomo, una cameriera e una cuoca. Chi e' che fa' tutto lei?"
"IO."
Non ho resistito.
Ho rischiato un'amicizia e soprattutto la mia vita... SIETI PRONTI?
Torno a casa dopo il lavoro come una furia con un pensiero fisso. ...i biglietti i biglietti i biglietti i biglietti i biglietti i biglietti i biglietti i biglietti i biglietti i biglietti i biglietti i biglietti.
L'amica superfan della Ciccone da tipo 20 anni stava per avere una crisi isterica e io con lei.
Abbiamo inziato a rovistare dappertutto, cassetti, comodino, armadi. Ho aperto anche il frigo, non si sa mai! Con le fronti imperlate di sudore (...per usare un eufemismo! sembrava fossimo appena uscite da una sauna) come delle piccole formichine cercavamo il tesoro senza sosta, meticolosamente, negli angoli più remoti dei miei cassetti. Sono questi i momenti in cui ti trasformi in una persona vigliacca e te la prendi con il primo che capita, il più debole, colui il quale in quel momento non può assolutamente difendersi. E' in questi momenti che cerchi un capro espiatorio per la tragedia che stai vivendo: la governante! (fa figo chiamarla governante) E' stata LEI! Me li ha nascosti! Me li ha buttati! Chissà dove cavolo li ha sistemati, fa sempre così, non si fa mai i fatti suoi! Anche l'amica fan sfegatata di Miss Ciccone ha additato la povera Tania come la colpevole di questo dramma di notevoli dimensioni. Ma dopo mezz'ora di incessante ricerca...per fortuna...i biglietti finalmente li abbiamo trovati! Ero stremata, credevo di non avere più le forze per andare al concerto tanto la fatica fisica ma soprattutto psicoligica. Ed ho scoperto il colpevole: quel bastardo del comodino! Quel cretino ha fatto in modo da farli finire sotto il cassetto..ho dovuto smontare il comodino per trovarli.
Non finisce qui. Appena arrivate al concerto mi chiama il mio tenero fidanzato in preda al panico e mi fa "Mari...sono entrati i ladri!"
Dopo aver vissuto questa brutta avventura, parlare del concerto di Madonna mi sembra alquanto superfluo ;)
CIAO ITALIAAAA
martedì 14 luglio 2009
SIETI CALDI?!??!
...anch'io!
Ebbene si...sono pronta, prontissima per l'evento dell'anno. Ok avete ragione dipende dai punti di vista, ma Madonna è un evento, e basta! :)
Ho solo un dubbio..atroce...che da giorni mi rode dentro e sta esplodendo a poco a poco, sto entrando nel panico, ve lo dico: DOVE AVRO' MAI MESSO I BIGLIETTI?
Ebbene si...sono pronta, prontissima per l'evento dell'anno. Ok avete ragione dipende dai punti di vista, ma Madonna è un evento, e basta! :)
Ho solo un dubbio..atroce...che da giorni mi rode dentro e sta esplodendo a poco a poco, sto entrando nel panico, ve lo dico: DOVE AVRO' MAI MESSO I BIGLIETTI?
Alpeggio.
Sveglia alle 9.00
Esito.
Giunge la telefonata delle 9.20 dellozioexpiccolo di famiglia - Ancora a letto? Muoviti tuo figlio sta aspettando.
Esito ancora. Non mi convince tutti gli anni resto impigliata nella regnatela tessuta da NonnaRagno. Anche quest'estate a Milano faceva troooppo caldo e così ha rapito il nipote, incatenato alla macchina il Nonno altra vittima dell'infido piano ed è partita alla volta del ricovero estivo per nonni e nipoti. A me tocca raggiungerli nel week end da bravo genitore presente e premuroso. Il campeggio è adagiato sul versante di una collina pavese a 1600 mt sul livello del mare. C'è l'aria pulita e un clima piacevole. Almeno fino a quando non arrivo io, quello infatti è il momento esatto in cui cambia il tempo. Dapprima si annuvola, beffardo mi fa incriccare i muscoli del collo mentre scruto il cielo per delle mezzore alla ricerca di segni premonitori o quanto meno rassicuranti. Puntualmente di lì a poco mi ritrovo in veranda, persa dentro il mio pile con la voce di mia mamma che mi dice - E' il bello della montagna, un attimo piove, un attimo c'è il sole.
- Certo mamma ma magari alternare quando c'è MammYX e una volta piove, una volta c'è il sole!? E così il colorito della mia pelle non progredisce con il solo progredire della stagione. Morale anche questa volta ho preparato la borsa senza troppa convinzione, ho buttato dentro un costume ma ho tralasciato di appesantirla con creme abbronzanti, pareo e ciabattine in tinta. Mi sono avviata incontro al destino e al 6° distributore di benzina con la sinistra spia della riserva accesa mi sono decisa a fare il pieno. Rallento, accosto, tiro giù il finestrino e il ragazzo prendendo le chiavi dalla mia mano mi dice, - Sei verde vero? (Adesso magari non sono proprio abbronzata ma verde è un insulto al meticoloso programma che ho attuato questo inverno con la tessera a punti del solarium.)
Esito.
Giunge la telefonata delle 9.20 dellozioexpiccolo di famiglia - Ancora a letto? Muoviti tuo figlio sta aspettando.
Esito ancora. Non mi convince tutti gli anni resto impigliata nella regnatela tessuta da NonnaRagno. Anche quest'estate a Milano faceva troooppo caldo e così ha rapito il nipote, incatenato alla macchina il Nonno altra vittima dell'infido piano ed è partita alla volta del ricovero estivo per nonni e nipoti. A me tocca raggiungerli nel week end da bravo genitore presente e premuroso. Il campeggio è adagiato sul versante di una collina pavese a 1600 mt sul livello del mare. C'è l'aria pulita e un clima piacevole. Almeno fino a quando non arrivo io, quello infatti è il momento esatto in cui cambia il tempo. Dapprima si annuvola, beffardo mi fa incriccare i muscoli del collo mentre scruto il cielo per delle mezzore alla ricerca di segni premonitori o quanto meno rassicuranti. Puntualmente di lì a poco mi ritrovo in veranda, persa dentro il mio pile con la voce di mia mamma che mi dice - E' il bello della montagna, un attimo piove, un attimo c'è il sole.
- Certo mamma ma magari alternare quando c'è MammYX e una volta piove, una volta c'è il sole!? E così il colorito della mia pelle non progredisce con il solo progredire della stagione. Morale anche questa volta ho preparato la borsa senza troppa convinzione, ho buttato dentro un costume ma ho tralasciato di appesantirla con creme abbronzanti, pareo e ciabattine in tinta. Mi sono avviata incontro al destino e al 6° distributore di benzina con la sinistra spia della riserva accesa mi sono decisa a fare il pieno. Rallento, accosto, tiro giù il finestrino e il ragazzo prendendo le chiavi dalla mia mano mi dice, - Sei verde vero? (Adesso magari non sono proprio abbronzata ma verde è un insulto al meticoloso programma che ho attuato questo inverno con la tessera a punti del solarium.)
lunedì 13 luglio 2009
Quesiti.
- Mamma tu sai giocare a Scala 40 e Rubamazzo?
- Ti ha insegnato il nonno?
- Ma sai giocare proprio a Scala 40?
- Sì certo, si gioca con 13 carte.
- No mamma con 40!
- (Hai ragione anche tu Hulko altrimenti si chiamerebbe Scala 13.)
- Ti ha insegnato il nonno?
- Ma sai giocare proprio a Scala 40?
- Sì certo, si gioca con 13 carte.
- No mamma con 40!
- (Hai ragione anche tu Hulko altrimenti si chiamerebbe Scala 13.)
domenica 12 luglio 2009
Play Me, I’m Yours: London
Touring internationally since 2008, ‘Play Me, I’m Yours’ is an artwork by artist Luke Jerram. Presented for Sing London and the City of London Festival, 30 street pianos have been installed on streets, in public squares and parks, train stations, and markets. Like a creative blank canvas, the pianos are there for any member of the public to play and engage with. The pianos will be in place until July 13th, after which time they’ll be donated to local schools and community groups. (London, I'm a Believer)
Play Me I'm Yours - Sydney
In January, 30 street pianos will be delivered to the streets of Sydney and Parramatta for the Sydney Festival 2009. Located in public squares, bus shelters, parks, a tattoo parlour, hairdressers and even on a ferry, the pianos are there for any member of the public to play. Who will play them and how long they remain is up to each community. Feel free to personalise and decorate your piano. (Sydney, Piano Man)
venerdì 10 luglio 2009
L’arte di aiutare con pazienza
4 luglio: Independence Day, mi direte. E invece…
preavvisata da una mail, rispondo al richiamo dei saldi, subito, il primo giorno e corro all’Ikea, prima che qualcuno “rubi” il mio armadio.
Arrivata nel reparto armadi-guardaroba prendo il numerino e attendo al desk informazioni: davanti a me solo 3 persone. Dopo pochi (lunghissimi) minuti un ragazzo simpatico e molto cortese (mi dà anche del tu, incredibile!) mi risponde: “L’armadio H…. è disponibile, è composto da 3 pezzi, lo trovi nella corsia XX, scaffale YY”. Grazie!
Prendo il carrello più grande e via! Arrivata allo scaffale carico – anzi carichiamo, sono con un’amica – 3 pesantissime scatole: l’armadio è un po’ ingombrante, misura 110 cm x 61 cm x 198 cm (h). Inutile dire che pesa TANTISSIMO.
1° obiettivo raggiunto: ho l’armadio bianco.
Mi accingo al pagamento alle casse veloci fai-da-te: faccio tutte le operazioni da cassiera provetta, ma scopro che l’articolo non è in saldo. Chiamo l’assistente di cassa, rifacciamo le operazioni insieme: niente, l’articolo di quel colore non è scontato. Minuto di rabbia… lo prendo comunque. Esco.
2° obiettivo raggiunto: ho pagato, è mio!
Arriviamo alla macchina: ovviamente non è una station wagon. Per caricare le scatole cominciamo a escogitare qualcosa, armeggiando con i sedili. Subito veniamo accerchiate da premurosi “aiutanti” che si aggirano nel parcheggio: sono almeno tre. Cominciamo ad abbattere i sedili posteriori: non basta. Abbassiamo lo schienale del sedile anteriore e sfiliamo l’appoggia testa. Ora c’è la lunghezza giusta (1,98 cm) per infilare la prima scatola.
Nel frattempo allontaniamo i primi due “aiutanti” del parcheggio, chiudiamo le portiere e le riapriamo per schivare le macchine che cercano di parcheggiare proprio nei posti di fianco a noi: ma non potevano aspettare un attimo?!!! Tensione…
Procediamo con la seconda scatola. La appoggiamo sopra alla prima e la facciamo scivolare. Non ci sta: 20-30 cm rimangono fuori perché lo spessore di entrambe le scatole arriva a toccare il tetto della macchina. Si avvicina il terzo “aiutante”: non riesco a capire quello che dice, ma non importa perché un po’ seccata gli rispondo che non abbiamo bisogno di aiuto. Lui si sposta e resta ad osservare. Aspetta che facciamo altre prove… si avvicina di nuovo, ripete quello che aveva detto poco prima: di nuovo non capisco e di nuovo gli ripeto che non abbiamo bisogno. La tensione sale…
Lui molto deciso non ascolta più le nostre rimostranze, apre la portiera anteriore. Mi precipito a spostare le borse appoggiate all’interno: non si sa mai, ho sentito di vari furti nei parcheggi…
Procede premendo la maniglia sotto al sedile e lo fa scivolare in avanti, permettendo allo schienale di abbassarsi ulteriormente. Ora c’è lo spazio per le altre scatole.
Sorrido, mi scuso, lo ringrazio.
L’aiutante: “Tutte cusì le donne italiane, tutte uguali”.
Poi amichevolmente alza una mano e battiamo un cinque.
Aggiunge: “Siccome siete donne vi ho aiutato, se eravate uomini no”.
Non so chi sei, non so come ti chiami, non so da dove vieni, so solo che hai avuto la santa pazienza di aiutarmi. Grazie!
P.S. Dove si è accomodata la mia amica-passeggero?! Non lo saprete mai!
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giovedì 9 luglio 2009
Raccolte
Raccolta di figurine, francobolli, farfalle,
raccolta di tappi, lattine, bottiglie,
raccolta di adesivi, gomme profumate, matite,
raccolta di splendide conchiglie.
Ma quante sono?!!
Riconoscete questa raccolta?
Si che la riconoscete...
...e non ditemi che non l'avete fatta anche voi!!
P.S. E sì, i tempi cambiano e cambiano anche le raccolte: ma io non sono più aggiornata!
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Di nuovo. Prossimità.
L'arzillo quanto anziano vicino di casa è venuto a reclamare il pagamento delle spese extra di condominio, in cambio però mi ha aggiornato sulle ultime vicissitudini della nostra gloriosa palazzina di soli 8 appartamenti di cui 2 liberi. Gli inquilini di quello sopra il mio sono migrati verso altri lidi. Subentra la figlia dell'altro vicino di casa, è mamma-single (anche lei [n.d.a.])
Comincio a familiarizzare con la novità, era già una microcomunità atipica, apartitica, autoregolamentata, autoctona, allegramente aperta alle altre etnie e avveniristica ma adesso quasi si supera nelle aspettative. Si unisce una vicina, stessa età e stesso 'percorso formativo-forgiativo' alle spalle. Scatta l'istinto di difesa del territorio "Non è che poi me la trovo perennemente in salotto a bere il caffè, vero?"
Passa qualche giorno. Sento i primi inconfondibili rumori di "Do disturb: trasloco in corso". Trovo il balcone e la vetrata impistricciati di tempera che cola goccia dopo goccia dal rullo messo impunemente ad asciugare nel vuoto. Vedo che è stata strappata via con poco riguardo l'etichetta dalla cassetta della posta rompendo l'armonioso equilibrio faticosamente ritrovato quando la sottoscritta dopo aver copiato tutti i cognomi, rimosso tutte le vecchie etichette presenti in ogni, forma, razza e colore, ne ha fatte confezionare di nuove a LaZia, che ha poi tagliato e incollato a salvaguardia dell'economia dei singoli.
Sono quindi in terrazza ad innaffiare le mie piante quando lei mi saluta. Chiudo l'acqua, ci presentiamo, chiacchieriamo e chiacchieriamo ancora. Come ti chiami? Quanti anni ha tua/o figlia/o? Quando vi trasferite? Dovessi sentire dei rumori dimmelo...Hai la macchina? Davvero cucini sempre (Io domando a lei.) Lavori a tempo pieno? (Lei domanda a me) Passano circa venti minuti parlando di tutto e di niente, Alla fine io nel pieno controllo delle mie facoltà mentali le dico, prima di riprendere ad innaffiare - Comunque non ti preoccupare la posso accompagnare io tua figlia la mattina tanto devo già accompagnare Hulko.
Incoerente o banalmente squilibrata?
Comincio a familiarizzare con la novità, era già una microcomunità atipica, apartitica, autoregolamentata, autoctona, allegramente aperta alle altre etnie e avveniristica ma adesso quasi si supera nelle aspettative. Si unisce una vicina, stessa età e stesso 'percorso formativo-forgiativo' alle spalle. Scatta l'istinto di difesa del territorio "Non è che poi me la trovo perennemente in salotto a bere il caffè, vero?"
Passa qualche giorno. Sento i primi inconfondibili rumori di "Do disturb: trasloco in corso". Trovo il balcone e la vetrata impistricciati di tempera che cola goccia dopo goccia dal rullo messo impunemente ad asciugare nel vuoto. Vedo che è stata strappata via con poco riguardo l'etichetta dalla cassetta della posta rompendo l'armonioso equilibrio faticosamente ritrovato quando la sottoscritta dopo aver copiato tutti i cognomi, rimosso tutte le vecchie etichette presenti in ogni, forma, razza e colore, ne ha fatte confezionare di nuove a LaZia, che ha poi tagliato e incollato a salvaguardia dell'economia dei singoli.
Sono quindi in terrazza ad innaffiare le mie piante quando lei mi saluta. Chiudo l'acqua, ci presentiamo, chiacchieriamo e chiacchieriamo ancora. Come ti chiami? Quanti anni ha tua/o figlia/o? Quando vi trasferite? Dovessi sentire dei rumori dimmelo...Hai la macchina? Davvero cucini sempre (Io domando a lei.) Lavori a tempo pieno? (Lei domanda a me) Passano circa venti minuti parlando di tutto e di niente, Alla fine io nel pieno controllo delle mie facoltà mentali le dico, prima di riprendere ad innaffiare - Comunque non ti preoccupare la posso accompagnare io tua figlia la mattina tanto devo già accompagnare Hulko.
Incoerente o banalmente squilibrata?
mercoledì 8 luglio 2009
Il dromedario e il cammello
(di Gianni Rodari)
“Una volta un dromedario, incontrando un cammello,
gli disse: – Ti compiango, carissimo fratello:
saresti un dromedario magnifico anche tu
se solo non avessi quella brutta gobba in più.
Il cammello gli rispose: – Mi hai rubato la parola.
È una sfortuna per te avere una gobba sola.
Ti manca poco ad essere un cammello perfetto:
con te la natura ha sbagliato per difetto.
La bizzarra querela durò tutto un mattino.
In un canto ad ascoltare stava un vecchio beduino
e tra sé intanto pensava: – Poveretti tutti e due,
ognuno trova belle soltanto le gobbe sue.
Così spesso ragiona al mondo tanta gente
che trova sbagliato ciò che è solo differente.”
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gobbe,
riflessione
Prossimità.
Sono in accappatoio in bagno davanti lo specchio nel tentativo di ricomporre il ricomponibile per l'uscita domenicale col principe-ranocchio. Suonano il capanello e Hulko si avventa sulla maniglia.
- Aspetta, prima si domanda chi è.
- Sì? Dico accostandomi all'uscio.
- Sigkkxxyàààà ##@@@°°
- Sì? Ci riprovo.
- **òò##
(Apro pensando, "Ok o la va o la spacca".)
- Buongiorno. Esordisce lui leggermente a disagio. E' il figlio del vicino di casa, conosciuto in riunione condominiale, ad essere gentile al massimo un paio di anni meno dei miei.
- Ciao (Vediamo se cogli). Rispondo chiudendomi ancor più l'accappatoio.
- Volevo chiederle (Non cogli evidentemente) siccome gli inquilini sono andati via ma hanno portato con loro anche un pezzo della parabola, per caso hanno domandato qualcosa a lei? (Penso che probabilmente mi sono distratta nel momento cruciale, soggetto, verbo e predicato. Perchè avrebbero dovuto domandare a me piuttosto che al padrone di casa?)
Scopro o meglio l'altro vicino di casa mi informa che gli inquilini dell'appartamento sopra il mio hanno dato forfait, subentra la sorella più giovane del suddetto.
- Aspetta, prima si domanda chi è.
- Sì? Dico accostandomi all'uscio.
- Sigkkxxyàààà ##@@@°°
- Sì? Ci riprovo.
- **òò##
(Apro pensando, "Ok o la va o la spacca".)
- Buongiorno. Esordisce lui leggermente a disagio. E' il figlio del vicino di casa, conosciuto in riunione condominiale, ad essere gentile al massimo un paio di anni meno dei miei.
- Ciao (Vediamo se cogli). Rispondo chiudendomi ancor più l'accappatoio.
- Volevo chiederle (Non cogli evidentemente) siccome gli inquilini sono andati via ma hanno portato con loro anche un pezzo della parabola, per caso hanno domandato qualcosa a lei? (Penso che probabilmente mi sono distratta nel momento cruciale, soggetto, verbo e predicato. Perchè avrebbero dovuto domandare a me piuttosto che al padrone di casa?)
Scopro o meglio l'altro vicino di casa mi informa che gli inquilini dell'appartamento sopra il mio hanno dato forfait, subentra la sorella più giovane del suddetto.
martedì 7 luglio 2009
Una sgridata si trasforma in...
sommessa risata
Premessa.
Domenica a pranzo con nonni, zii e nipoti.
"Adesso stai seduta con noi a tavola, se ti alzi un'altra volta hai finito di pranzare, non mangi più".
Lei, seria, fissando la sua mamma negli occhi:
"È un mio problema".
... e dire che ha solo due anni e mezzo! ...
lunedì 6 luglio 2009
o graziosa luna...
il cecio, ormai è assodato, per la luna ha un'ossessione
che sia stato il planetario, la tv, leopardi o un gioco
crede molto fermamente di fondarci una stazione
dove mamma inventi fiabe mentre il babbo fa da cuoco
provo a chiederle a sorpresa: che ci fai così lontano
oltre a seminare i fiori, le zucchine e i pomodori?
non ci pensa molto a lungo, per spiegarmi alza la mano
l'attenzione è garantita, le parole son colori:
da lassù saluterebbe gli amichetti dell'asilo
sulla crosta a piedi nudi correrebbe, in mezzo ai mari
senza l'aria il pianoforte peserebbe neanche un chilo
vibrerebbe suoni nuovi. pallidi e satellitari.
che sia stato il planetario, la tv, leopardi o un gioco
crede molto fermamente di fondarci una stazione
dove mamma inventi fiabe mentre il babbo fa da cuoco
provo a chiederle a sorpresa: che ci fai così lontano
oltre a seminare i fiori, le zucchine e i pomodori?
non ci pensa molto a lungo, per spiegarmi alza la mano
l'attenzione è garantita, le parole son colori:
da lassù saluterebbe gli amichetti dell'asilo
sulla crosta a piedi nudi correrebbe, in mezzo ai mari
senza l'aria il pianoforte peserebbe neanche un chilo
vibrerebbe suoni nuovi. pallidi e satellitari.
mamma
Siamo accaldati. Sediamo sulla panchina a bordo vita.
Abbiamo già passeggiato in pineta, siamo andati al parchetto, giocato a calcio balilla, mangiato il ghiacciolo, sfidati a Tris. Lui si volta verso di me, si avvicina e piano accosta le sue labbra al mio braccio, a volte va così, si ritrae sorridendomi con gli occhi mentre mi dice - Mamma, sai di acqua di mare.
Abbiamo già passeggiato in pineta, siamo andati al parchetto, giocato a calcio balilla, mangiato il ghiacciolo, sfidati a Tris. Lui si volta verso di me, si avvicina e piano accosta le sue labbra al mio braccio, a volte va così, si ritrae sorridendomi con gli occhi mentre mi dice - Mamma, sai di acqua di mare.
Twitter (h)a caldo
@ilcaso tu hai caldo per via dell'alcol... no, un momento, in quel caso @Artlandis avrebbe sempre caldo! #moonfruit freschi per tutti e via!
@GianlucaDM 22 minutes ago from web
aria fresca.... da tempo non sapevo più cosa fosse!!!
@Micco44, about 6 hours ago from Tweetie
va a prendere un po' di fresco [speriamo] da qualche parte. buonaserata!
@ilcaso about 6 hours ago from web
riceve un "following" disperato .., propositi di suicidio, pensieri di odio, di solitudine.. il caldo accentua la malinconia..
@tartetatinabout 9 hours ago from web
@Aquila1769 farei di tutto pur di non cucinare con questo caldo asfissiante
@x_marlene_x about 11 hours ago from TwitterFox
@Blusfumato fa caldo anche con questo tempo di cacca! se c'era il sole almeno potevo togliermi questo color giallino!! uffola!!
@Foxyanne about 15 hours ago from web
@Foxyanne meglio, molto meglio.. fa un caldo che cola il grasso -.-
@Blusfumato about 15 hours ago from web
Buongiorno ... Ma che caldo fa oggi???? La macchina segna 37c !!!!! Help!
@Althe about 15 hours ago from Tweetie
sfiderà il caldo per andare a prendere il giornale
@mcastel about 17 hours ago from Gravity
Beh buongiorno mondo! Pare faccia già caldo.... Vado a fare un giro per accertarmene....
@3lena about 17 hours ago from mobile web
@thvaz ah ... tem caldo de mandioca aqui em casa. grazadeus.
@cristianocosta about 19 hours ago from TwitterFox
Dopo due birre al volo posso dire di avere un gran caldo ed ora mi sparo un filmozzo, mi son stufato di studiare
@francescoonair 1 day ago from Tweetie
Dedicato a @darklovers e a quanti hanno estremo caldo questa sera. Italian New Wave 80s Diaframma - Caldo ♫ http://blip.fm/~9dosp
@filippocioni 1 day ago from Blip.fm
sapere che oggi la massima a oulu è stata 12°, la minima 7° lo preoccupa un pochetto...
@syymza 6:34 PM Jul 4th from TweetDeck
caldo. afa. stordimento. voglio ubriacarmi di sambuca, andare a Torino e aBbracciare un cavallo per strada al grido di "ecce homo!"
@ornitorinco 3:23 PM Jul 4th from mobile web
oggi fa così caldo che mi suda anche il cervello...
@Maiko76 2:12 PM Jul 4th from web
dopo la doccia ha ancora + caldo... qualcosa non quadra... mmmm
@_Gel_ 3:48 PM Jul 4th from web
sento lo stesso calore di Gretel se solo la strega avesse girato la manopola
@adamolanna 3:25 PM Jul 3rd from web
Cara gente, con 32 gradi all'ombra scondo voi dove potrei essere? A letto, seminudo, con l'aria condizionata a manetta.
@insopportabile 2:50 PM Jul 3rd from TweetDeck
No, ragà, qua sto tempo mi sta uccidendo, ho la pressione sotto i piedi, bianco, occhiaie fino a terra. Non ce la si fa manco a respirare...
@michelangelo 5:41 PM Jul 2nd from Tweetie
ho caldo come un cd di wagner in loop da 16 ore
@paolabonini 3:11 PM Jul 1st from web
I 5000 gradi di oggi mi hanno sputtanato l'eeepc... Uhm... Nuova reinstallazione appena torno in italy...
@macfranky 9:16 PM Jun 29th from twibble
camminare con questo caldo umido snerva, nel mentre buon sabato a tutti
@IoMedesimo 7:31 AM Jun 20th from Gwibber
domenica 5 luglio 2009
il fatto è che le dice davvero.
se vado sulla luna, zia, io mi porto
la torcia, un cuscino e i semini per l'orto
poi un filo di lana, che ci gioca un gatto
(è mio amico, mi segue un po' dappertutto)
se incontro un bambino che abita lì
gli faccio un sorriso gentile: così.
ma solo se è buono. se mi guarda male
io corro. e gli riempio la coda di sale.
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fantasia,
LaCompagnaDiBanco,
sorriso,
viaggio
In un parco acquatico si vede di tutto.
Infanti costume-esenti. Teenager con lucidi pantaloni colorati lunghi fino al polpaccio che li schermano da ogni qualsivoglia abbronzatura, almeno fino a quando non cambierà la moda. Adulti che indossano costumi di un'estate, come pure di una taglia, precedente. Reggiseni che tradiscono a fine corsa dello scivolo Kamikaze. Glutei che scappano dalla morsa di un elastichino. Tartarughe scolpite su qualche addome. Fieri bicipiti allenati fin dall'autunno. Tatuaggi in ogni dove e per ogni perché della vita. Granite. Patatine. Bibite. Chi sfoggia mise curate fin nei più piccoli particolari, smalto, fermacapelli, asciugamano, ciabattine, gloss e borsa in tinta con il costume. Chi non ci ha provato neanche e indossa allegramente tutti i colori dell'arcobaleno. Occhialini, cappellini e bandane. Risse che nascono dall'ozio. Mamme che, chiacchierando, spalmano creme profumate. Papà che dormono. Giovani che si baciano. Nonni che accudiscono. Bagnini 'brevettati' che scrutano annoiati in mezzo alle onde del popolo del fine settimana.
sabato 4 luglio 2009
Questione di Feeling.
Starnazzanti abbiamo abbandonato l'ufficio alla luce del crepuscolo. Siamo cresciute insieme e un partecipato spirito goliardico ci unisce, questo vuol dire che spesso le nostre conversazioni ascoltate 'dall'esterno' risultano poco comprensibili. Stremate dalla giornata difficile, dovuta ad un semestre di 'obiettivi mancati', alla recessione del paese, alla complessità delle relazioni sociali, all'inquietante opposizione che ci sarà tra Sole e Plutone il giorno 23, e come se non bastasse quest'ultimo sarà pure retrogrado (?) per tutto il mese, chiacchieriamo del 'Niente Cosmico' ma io ben presto mi 'allontano' da loro, distratta da un pensiero, dal ricordo di un'emozione, dalla voglia di sentirlo.
(Bii-Biip)
Mi si increspano le labbra, sorrido, cerco il cellulare nella borsa e mentre leggo penso: (E' un po' come guardare la luna nello stesso momento ma da due posti diversi): "Ottica XXX avvisa che le sue lenti corneali sono pronte."
(Bii-Biip)
Mi si increspano le labbra, sorrido, cerco il cellulare nella borsa e mentre leggo penso: (E' un po' come guardare la luna nello stesso momento ma da due posti diversi): "Ottica XXX avvisa che le sue lenti corneali sono pronte."
venerdì 3 luglio 2009
Ricordi
giovedì 2 luglio 2009
Performance.
Lo raggiungo al parchetto. Vedo uno spilungone ancora un po' sgraziato che si prodiga e affatica nel gioco del calcio. E' il mio Hulko.
Corre. Rincorre. Annaspa, l'asma non aiuta.
Corre. Rincorre. Calcia.
Corre. Rincorre e mi viene a salutare dimenticando il resto del mondo.
- Mamma sono diventato troppo bravo a fare gli scartaggi.
- E' vero ti ho visto prima.
D'altronde per quel che ne so qualunque cosa fra quelle a cui ho assistito potrebbe rientrare nella specie degli 'Scartaggi'.
Corre. Rincorre. Annaspa, l'asma non aiuta.
Corre. Rincorre. Calcia.
Corre. Rincorre e mi viene a salutare dimenticando il resto del mondo.
- Mamma sono diventato troppo bravo a fare gli scartaggi.
- E' vero ti ho visto prima.
D'altronde per quel che ne so qualunque cosa fra quelle a cui ho assistito potrebbe rientrare nella specie degli 'Scartaggi'.
Tieni sempre presente.
Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe,
i capelli diventano bianchi,
i giorni si trasformano in anni.
Però ciò che è importante non cambia;
la tua forza e la tua convinzione non hanno età.
Il tuo spirito è la colla di qualsiasi tela di ragno.
Dietro ogni linea di arrivo c'è una linea di partenza.
Dietro ogni successo c'è un' altra delusione.
Fino a quando sei viva, sentiti viva.
Se ti manca ciò che facevi, torna a farlo.
Non vivere di foto ingiallite…
insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni.
Non lasciare che si arruginisca il ferro che c'è in te.
Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto.
Quando a causa degli anni
non potrai correre, cammina veloce.
Quando non potrai camminare veloce, cammina.
Quando non potrai camminare, usa il bastone.
Però non trattenerti mai!
Tieni sempre presente, Madre Teresa di Calcutta
i capelli diventano bianchi,
i giorni si trasformano in anni.
Però ciò che è importante non cambia;
la tua forza e la tua convinzione non hanno età.
Il tuo spirito è la colla di qualsiasi tela di ragno.
Dietro ogni linea di arrivo c'è una linea di partenza.
Dietro ogni successo c'è un' altra delusione.
Fino a quando sei viva, sentiti viva.
Se ti manca ciò che facevi, torna a farlo.
Non vivere di foto ingiallite…
insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni.
Non lasciare che si arruginisca il ferro che c'è in te.
Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto.
Quando a causa degli anni
non potrai correre, cammina veloce.
Quando non potrai camminare veloce, cammina.
Quando non potrai camminare, usa il bastone.
Però non trattenerti mai!
Tieni sempre presente, Madre Teresa di Calcutta
Piccolo Uomo.
Siedo nella mia cucina-serra. Sguardo fisso al pc. Spalle al resto della casa. Assorta nel tentativo di reinserirmi nelle conversazioni interrotte, nel filo dei pensieri sospesi, nell'inutile vagare in rete non lo sento arrivare.
- Hei Hulko che succede?
- No, è che devo dirti una cosa.
- Non riesci a dormire?
- È che mi sento come se ci avrei dell'aria nello stomaco.
- Hei Hulko che succede?
- No, è che devo dirti una cosa.
- Non riesci a dormire?
- È che mi sento come se ci avrei dell'aria nello stomaco.
mercoledì 1 luglio 2009
allineate con la ricerca. peraltro bastava chiedere.
valanghe neurali, pensieri improvvisi
montagne di sabbia, onde alfa, sorrisi
i neuroscienziati confermano, gente:
è l'orlo del caos a muover la mente.
Una favola deve necessariamente avere una morale?
C'era una volta un amico, una serata un po' pigra, neanche troppo buia e forse per nulla tempestosa, e una fiaba. Una fiaba? Un racconto? Una storiella? (dobbiamo ancora trovare un punto d'accordo) che ci ha tenuto compagnia accarezzando la fantasia e il pensiero. La sua storia inizia così: il silenzio non esiste...
Il silenzio non esiste. L'ho scoperto una volta andando sul monte Dolada, in un alberghetto piccolo ma con una cucina da grande ristorante e le stanze di tutti i colori, scegli il colore che preferisci, c'erano tutti. Io ho scelto il rosso.
Il proprietario dell'alberghetto, sprofondato in una frazione piccolissima, è un saggio amico sessantenne del posto, che ama fare passeggiate nei boschi e cercare bonsai naturali e che mi ha insegnato a riconoscere tutto - proprio tutto, anche se io l'ho già dimenticato, quel tutto. Un giorno, davanti al suo albergo isolato, ho detto: "Che bel silenzio!"
Lui mi ha guardato e mi ha detto: "Quale silenzio?"
"Questo!"
Allora lui mi ha detto: "Concentrati, Andrea, vedrai che non è silenzio!"
E ancora:"Ascolta bene."
Io l'ho fatto. "È silenzio!"
E lui: "Vieni con me."
Ci siamo incamminati verso l'alto, lasciandoci alle spalle le ultime case della frazione. Uscito dalla frazione, convinto del silenzio precedente, l'amico mi ha fermato: "Ascolta... non ti sembra che, rispetto a prima, sia ancora più silenzioso..." Effettivamente, concentrandomi, mi sono subito reso conto che non solo c'era maggior silenzio ma anche che a questo punto il silenzio che prima credevo tale in realtà era effimero. Nel frattempo ci siamo incamminati verso l'alto col proposito di trovare bonsai naturali.
"Hai sentito il vero silenzio?"
"Sì." Comunque, usciti dal villaggio e diretti in alto, tra una pianta medicinale, un fungo matto e un bonsai naturale, a un certo punto, dopo una mezzoretta di cammino, il caro amico ha insistito: "E ora, secondo te, c'è silenzio?" Io, riprendendomi dal fiatone (ero e rimango una mezzacalzetta cittadina), ascoltando con cura a metà strada tra il villaggio e la cima del monte ho capito che il silenzio di prima era, a confronto di quello che stavo ascoltando, davvero chiassoso.
Prima nella veranda tranquilla esposta alla vallata incantevole, poi appena oltre gli ultimi cascinali, poi a metà del cammino verso la cima della montagna, il silenzio, apparentemente tale, allontanandoci dall'urbanizzazione si rivelava sempre più fatuo.
Camminando, andando sempre più in alto, ho cominciato a fare caso alla differenza tra un silenzio e un altro, anche se la cosa può sembrare paradossale. L'epilogo è vicino anche se la risposta no...
Sempre più in alto ho cercato il vero silenzio dopo ogni curva, dietro ogni grande masso, in mezzo agli alberi imponenti od osservando i minuscoli bonsai... In qualche occasione ho creduto di aver trovato quello vero ma, un po' da solo, un po' insieme al mio amico, mi sono reso conto che il silenzio precedente era sempre poca cosa rispetto all'ultimo trovato.
Arrivato in cima, alle mie spalle una scena meravigliosa, una valle infinita, un lago all'orizzonte, alberi maestosi, cielo turchese, piccoli bonsai che mi sorridevano, il muschio nei punti giusti, i fiori spontanei dove meglio non si può, il mio amico al fianco, il silenzio più assoluto intorno. Seduti, in silenzio ad ascoltare il vero silenzio e a guardare lo spettacolo che solo la natura può mandare in onda.
Sicuro del silenzio raggiunto una volta vinta la cima, ho detto al mio amico: "E io che pensavo davanti al tua albergo che ci fosse silenzio! Eccolo qua, il vero silenzio! Tutti gli altri silenzi in realtà non lo erano!"
"Sei così certo" mi ha risposto "che questo sia il vero silenzio?" Era seduto accanto a me, a un metro dalla cima, con chilometri di valle maestosa e silenziosa davanti a noi.
"Certo," ho replicato godendo del silenzio finalmente raggiunto. Allora lui, sorridendo e prendendomi la mano: "Ascolta bene, Andrea, ascolta bene questo silenzio, e adesso vieni con me un metro più su!"
Un metro più su, in cima, davanti a me c'era una valle ancora più grande e maestosa, con tutti i colori dell'arcobaleno e i profumi dell'universo... Oltrepassata la sommità il mio amico mi ha detto: "Ascolta bene quello che tu ritenevi il silenzio assoluto, ascolta bene e adesso, passa il limite, scendi di un metro dall'altra parte e dimmi se c'è differenza."
Fatto il metro, forse due, mi sono accorto che quello che ritenevo il silenzio assoluto raggiunto in tre ore di cammino tra monti incantevoli non solo non era assoluto ma addirittura, a confronto del nuovo silenzio scoperto, era assolutamente assordante.
"Andrea, abbiamo camminato per ore inseguendo il vero silenzio e dopo ore e chilometri, una volta raggiunto che cosa scopriamo ? Che basta un solo metro per smentire chilometri di cammino e tutto quello che pensavamo fosse l'assoluto si rivela assolutamente effimero!"
Il silenzio non esiste. L'ho scoperto una volta andando sul monte Dolada, in un alberghetto piccolo ma con una cucina da grande ristorante e le stanze di tutti i colori, scegli il colore che preferisci, c'erano tutti. Io ho scelto il rosso.
Il proprietario dell'alberghetto, sprofondato in una frazione piccolissima, è un saggio amico sessantenne del posto, che ama fare passeggiate nei boschi e cercare bonsai naturali e che mi ha insegnato a riconoscere tutto - proprio tutto, anche se io l'ho già dimenticato, quel tutto. Un giorno, davanti al suo albergo isolato, ho detto: "Che bel silenzio!"
Lui mi ha guardato e mi ha detto: "Quale silenzio?"
"Questo!"
Allora lui mi ha detto: "Concentrati, Andrea, vedrai che non è silenzio!"
E ancora:"Ascolta bene."
Io l'ho fatto. "È silenzio!"
E lui: "Vieni con me."
Ci siamo incamminati verso l'alto, lasciandoci alle spalle le ultime case della frazione. Uscito dalla frazione, convinto del silenzio precedente, l'amico mi ha fermato: "Ascolta... non ti sembra che, rispetto a prima, sia ancora più silenzioso..." Effettivamente, concentrandomi, mi sono subito reso conto che non solo c'era maggior silenzio ma anche che a questo punto il silenzio che prima credevo tale in realtà era effimero. Nel frattempo ci siamo incamminati verso l'alto col proposito di trovare bonsai naturali.
"Hai sentito il vero silenzio?"
"Sì." Comunque, usciti dal villaggio e diretti in alto, tra una pianta medicinale, un fungo matto e un bonsai naturale, a un certo punto, dopo una mezzoretta di cammino, il caro amico ha insistito: "E ora, secondo te, c'è silenzio?" Io, riprendendomi dal fiatone (ero e rimango una mezzacalzetta cittadina), ascoltando con cura a metà strada tra il villaggio e la cima del monte ho capito che il silenzio di prima era, a confronto di quello che stavo ascoltando, davvero chiassoso.
Prima nella veranda tranquilla esposta alla vallata incantevole, poi appena oltre gli ultimi cascinali, poi a metà del cammino verso la cima della montagna, il silenzio, apparentemente tale, allontanandoci dall'urbanizzazione si rivelava sempre più fatuo.
Camminando, andando sempre più in alto, ho cominciato a fare caso alla differenza tra un silenzio e un altro, anche se la cosa può sembrare paradossale. L'epilogo è vicino anche se la risposta no...
Sempre più in alto ho cercato il vero silenzio dopo ogni curva, dietro ogni grande masso, in mezzo agli alberi imponenti od osservando i minuscoli bonsai... In qualche occasione ho creduto di aver trovato quello vero ma, un po' da solo, un po' insieme al mio amico, mi sono reso conto che il silenzio precedente era sempre poca cosa rispetto all'ultimo trovato.
Arrivato in cima, alle mie spalle una scena meravigliosa, una valle infinita, un lago all'orizzonte, alberi maestosi, cielo turchese, piccoli bonsai che mi sorridevano, il muschio nei punti giusti, i fiori spontanei dove meglio non si può, il mio amico al fianco, il silenzio più assoluto intorno. Seduti, in silenzio ad ascoltare il vero silenzio e a guardare lo spettacolo che solo la natura può mandare in onda.
Sicuro del silenzio raggiunto una volta vinta la cima, ho detto al mio amico: "E io che pensavo davanti al tua albergo che ci fosse silenzio! Eccolo qua, il vero silenzio! Tutti gli altri silenzi in realtà non lo erano!"
"Sei così certo" mi ha risposto "che questo sia il vero silenzio?" Era seduto accanto a me, a un metro dalla cima, con chilometri di valle maestosa e silenziosa davanti a noi.
"Certo," ho replicato godendo del silenzio finalmente raggiunto. Allora lui, sorridendo e prendendomi la mano: "Ascolta bene, Andrea, ascolta bene questo silenzio, e adesso vieni con me un metro più su!"
Un metro più su, in cima, davanti a me c'era una valle ancora più grande e maestosa, con tutti i colori dell'arcobaleno e i profumi dell'universo... Oltrepassata la sommità il mio amico mi ha detto: "Ascolta bene quello che tu ritenevi il silenzio assoluto, ascolta bene e adesso, passa il limite, scendi di un metro dall'altra parte e dimmi se c'è differenza."
Fatto il metro, forse due, mi sono accorto che quello che ritenevo il silenzio assoluto raggiunto in tre ore di cammino tra monti incantevoli non solo non era assoluto ma addirittura, a confronto del nuovo silenzio scoperto, era assolutamente assordante.
"Andrea, abbiamo camminato per ore inseguendo il vero silenzio e dopo ore e chilometri, una volta raggiunto che cosa scopriamo ? Che basta un solo metro per smentire chilometri di cammino e tutto quello che pensavamo fosse l'assoluto si rivela assolutamente effimero!"
La Morale la scrivi tu la prossima volta.
Ma Andrea, una favola deve necessariamente avere una morale?
Dobbiamo ancora trovare un punto d'accordo anche su questo.
Dobbiamo ancora trovare un punto d'accordo anche su questo.
;-)
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