domenica 27 febbraio 2011

Il sabato del villaggio, sportivo.

Alle 8.58 arriva SMS di convocazione "Se Hulko vuole può giocare c'è posto, aveste altri impegni ho cmq numero legale. Oggi alle 1430 ritrovo direttamente in palestra"
MammYX: Hulko vuoi andare?
Alzata di spalle in risposta. Ritengo che le passioni giovanili vadano assecondate, così riorganizzo la giornata affinché possa partecipare.
Controllo il percorso su google mappe, è una traversa di C.so Genova in centro a Milano, 15 chilometri, tempo stimato 27 minuti. Io ne calcolo quasi 50 e alle 13.42 siamo già in macchina, io e lui. Al cavalcavia di Corvetto, a forse 5 km da casa ha già chiesto un paio di volte quanto ci voglia ad arrivare.
H.: Ma facciamo sempre questa strada?
M.: Sì almeno la impari e la prossima volta vai da solo.
Fa una smorfia e si rimette a guardar fuori.
H.: A che ora è la partita?
M.: Alle 15.00. Il ritrovo alle 14.30, l'incontro alle 15.00
Nel frattempo l'orologio del cruscotto segna le 14.00
H.: E se facciamo tardi?
M.: Manca ancora mezzora e siamo praticamente arrivati.
H.: Come hai detto che si chiama la via?
M.: Via Crespi al 9, dovrebbe essere quella dopo C.so Genova.
H.: Avevi detto di sapere la strada.
M.: E' questa la strada, adesso scatta il verde e la troviamo alla nostra destra.
Entrambi guardiamo fiduciosi la targa, entrambi realizziamo che non è Via Crespi.
Lui si volta di scatto,
M.: Sarà la prossima.
Al 4° semaforo faccio inversione.
H.: Non puoi telefonare a qualcuno?
M.: Hulko sono le 14.10 abbiamo tutto il tempo di trovare la palestra.
Approfitto del rosso per domandare ad una signora.
H.: Cos'ha detto mamma?
M.: Nulla, non lo sa.
H.: Dai telefoniamo.
Accosto e lo affronto.
M.: Hulko adesso basta, mi stai togliendo il respiro. Non puoi essere sempre in ansia, abbiamo ancora tempo e anche tardassimo qualche minuto non succederebbe nulla di grave.
Mi guarda con occhi supplichevoli e le gambe sembrano tarantolate, ci rimettiamo in marcia.
Bontà divina imbocchiamo la via giusta e ci ritroviamo davanti la palestra, sul marciapiede riconosciamo un paio dei nostri giocatori e rispettivi accompagnatori.
H.: Ecco mamma parcheggia.
M.: Adesso cerchiamo un posto, qui non si può.
H.: Ma è tardi, dai.
M.: Mancano ancora un paio di minuti, facciamo un giro.
Ma sono allo stremo delle forze, così abbandono il colpo e la macchina palesemente in divieto di sosta.
Arriviamo all'ingresso, Hulko con nonchalance batte il cinque al suo coach io avrei voluto battere la testa contro il muro.
Due ore dopo, avevamo un canestro in più in carriera e 39€ in meno sul conto.

mercoledì 16 febbraio 2011

La mia mamma.

Torno in cucina per salutare mia mamma prima di andar via. Non ho ancora aperto la porta ma sento che mi sta già parlando. Entro. Ha messo tutto in ordine. Mentre io mi perdevo in inutili chiacchiere ha tolto ogni traccia della cena in famiglia. È seduta al tavolo da pranzo, girata di tre quarti per accogliermi con il suo sorriso allegro e biricchino. Eccolo! Quante volte l'ho visto sul viso, sa che la sta combinando e ne è sfrontatamente soddisfatta.
Mi parla e intanto mischia le carte da gioco.
"Mamma!"
Ride. "Embé?" Ma me lo dice senza parlare.
Intanto sul piccolo schermo Gianni Morandi si muove con le sue manone tra i fiori di San Remo e fa una battuta. Mia mamma improvvisamente si gira e regala anche a lui il suo sorriso. Il suo bellissimo sorriso allegro e biricchino.

lunedì 14 febbraio 2011

14 febbraio AKA San Valentino

Hulko mi guarda sorpreso mentre indosso la giacca.
- Mamma, esci?
- Sì,
- ...vado a buttare la spazzatura.
Alza gli occhi al cielo, comincia così la nostra serata.

Abbiamo cenato prestissimo e ora siamo in anticipo sul mondo, lui torna dalla cameretta con la chitarra in mano.
- Dai facciamo che io suono e tu canti una canzone.
- Io?!
- Sì ma deve essere una canzone horror.
Piuttosto turbata anche solo all'idea di cantare adesso sono totalmente pietrificata per il genere.
Facciamo un paio di prove ma è deluso dalla mia performance alla fine mi canta il suo pezzo.
"Sento gli ululatiii, dei lupi affamatiii
e i ringhiii degli zombi(eee)
(strimpello indefinito)
e poi i vampiriii attaccano mia mammaaa
(pausa)
e poi anche mia ziaaa
(e per non far torto a nessuno)
e anche tutti gli altri che conoscooo"

[Applausi]

martedì 8 febbraio 2011

Ne sono rimasta fuori.

LaZia ci raggiunge per cena con le patatine di Mc, il gelato e una cornice bianca. Lei e Hulko si sorridono e si battono il cinque. Io cucino le cotolette e mangiamo, poi ognuno di noi si perde un po' via nella fase autistica del proprio loop generazionale, lui la PSP, noi l'Iphone. Ad un certo punto gli passo davanti,
- Mamma prendi la foto mia e di papà in camera?
- Vai tu, io devo stendere.
- Appunto devi già andare di là.
Non replico ed eseguo. Poi li sento affaccendarsi e battibeccare per come 'montare' la cornice
LaZia - Hulko, aspetta. Ho detto aspetta non sai in che verso metterla.
Hulko - E invece lo so.
LaZia - No che non lo sai, e poi dici sempre di sapere tutto ma hai solo 8 anni, non è possibile.
Hulko - Va bene allora fallo tu, se vuoi fare la saputella.
Secoli or sono l'avrebbero forse chiusa in duello, oggi si sono semplicemente separati per qualche ora andandosene a letto, ognuno nel proprio, immusoniti.
Hulko però si è portato in camera la foto nella cornice, posizionandola sulla scrivania a pochi centimetri dal letto e rivolta verso di sé.
E' una foto di qualche anno fa, avrà avuto 2 o 3 anni, è estate e sono accovacciati in balcone, entrambi con le mani appoggiate sulla palla arancione da basket ma mentre il papà sorride all'obiettivo, lui ha uno sguardo di totale venerazione.
- Ma quanto sei bello in questa foto con quelle mani paffute, eri cicciottello quanto la palla!
- E' vero mamma.
Fa una pausa sempre guardando la foto con il suo babbo oggi oltreoceano e aggiunge
- Forse è per questo che adesso mi piace giocare a basket.

E' stata a tutti gli effetti una serata emotivamente complessa.

lunedì 7 febbraio 2011

domenica 6 febbraio 2011

Aspettando la primavera.

Hulko in questo momento sta con ogni probabilità addentando un Camogli in Autogrill e LaZia una Rustichella rientrando dal week end 'in bianco'. Io ho avuto il mio fine settimana libero-da-nano-e-dalle-partite-di-basket. Mi ero preparata per bene con un elenco scritto delle cose da fare che ho seguito pedissequamente. Ho portato in discarica del ciarpame ingombrante quanto inutile, ho fatto lavare la macchina, ho tolto le ragnatele per casa e pulito, balcone compreso, sono andata a far shopping mirato, mi sono depilata, ho fatto il trattamento curativo ai capelli, manicure e pedicure. Ieri sera cinema e cena fuori con un'amica. Oggi il dilemma morale, non faccio ginnastica perché non ho mai tempo oppure semplicemente perché sono pigra? Così in perfetto assetto ginnico sono uscita alla volta del solarium, credo un paio di chilometri ad andare e indovina un po'? altrettanti a tornare, già. Ebbene ero sulla via del ritorno quando svoltando l'angolo vedo avvicinarsi una coppia di maturi signori. So essere una coppia perché si tratta dei miei genitori altrimenti non lo si direbbe. Lei quasi marcia, una paio di passi più avanti le braccia ondeggianti lungo i fianchi. Lui la segue, le mani una nell'altra dietro il corpo, la testa leggermente china, conoscendolo con ogni probabilità sta catalogando mentalmente tutte le specie animali e vegetali incontrate lungo il cammino. Finalmente si accorgono di me, ci siamo praticamente raggiunti, cominciamo a scambiarci informazioni vitali, "Ti volevamo invitare a pranzo" "Ho lavato la macchina" "Posso scaricare della roba in cantina da voi?" stiamo ancora chiacchierando ma i miei genitori mi hanno superata e pur se rivolti ancora verso di me continuano la passeggiata.
Realizzo che anche loro stavano godendo della giornata-libera-da-mammyx.