martedì 8 febbraio 2011

Ne sono rimasta fuori.

LaZia ci raggiunge per cena con le patatine di Mc, il gelato e una cornice bianca. Lei e Hulko si sorridono e si battono il cinque. Io cucino le cotolette e mangiamo, poi ognuno di noi si perde un po' via nella fase autistica del proprio loop generazionale, lui la PSP, noi l'Iphone. Ad un certo punto gli passo davanti,
- Mamma prendi la foto mia e di papà in camera?
- Vai tu, io devo stendere.
- Appunto devi già andare di là.
Non replico ed eseguo. Poi li sento affaccendarsi e battibeccare per come 'montare' la cornice
LaZia - Hulko, aspetta. Ho detto aspetta non sai in che verso metterla.
Hulko - E invece lo so.
LaZia - No che non lo sai, e poi dici sempre di sapere tutto ma hai solo 8 anni, non è possibile.
Hulko - Va bene allora fallo tu, se vuoi fare la saputella.
Secoli or sono l'avrebbero forse chiusa in duello, oggi si sono semplicemente separati per qualche ora andandosene a letto, ognuno nel proprio, immusoniti.
Hulko però si è portato in camera la foto nella cornice, posizionandola sulla scrivania a pochi centimetri dal letto e rivolta verso di sé.
E' una foto di qualche anno fa, avrà avuto 2 o 3 anni, è estate e sono accovacciati in balcone, entrambi con le mani appoggiate sulla palla arancione da basket ma mentre il papà sorride all'obiettivo, lui ha uno sguardo di totale venerazione.
- Ma quanto sei bello in questa foto con quelle mani paffute, eri cicciottello quanto la palla!
- E' vero mamma.
Fa una pausa sempre guardando la foto con il suo babbo oggi oltreoceano e aggiunge
- Forse è per questo che adesso mi piace giocare a basket.

E' stata a tutti gli effetti una serata emotivamente complessa.

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