venerdì 30 aprile 2010

Estate Frivola è:

-scottarsi il sedere sulla sella dello scooter dopo aver scelto di mettere degli hot-pants
-lasciare le finestre aperte e sentire il TG dei vicini mentre provi a fumare una sigaretta al tramonto
-diventare dipendendenti dall'estathè
-uscire coi capelli bagnati che gocciolano sulla schiena
-sentire l'odore della pelle
-colori ovunque e ogni volta fare la faccia di un bambino davanti a un gelato
-andare al parco con un libro in borsa e poi non aprirlo nemmeno
-cercare di prendere il sole in ogni secondo disponibile per poi avere l'abbronzatura da muratore :-/
-dormire poco
-impossibile usare un mouse per più di 3 minuti, inizierà a scivolare ovunque
-prendersi delle pause sotto gli alberi
-bere alle fontane
-se il cielo è limpido cercherai sempre una stella cadente
-andare in motorino e alzare il braccio sinistro tipo ala per sentire che effetto fa
-sdraiarsi nei prati di notte anche se senti il freddo sulla pelle nuda
-camminare x le strade della città alle 2 di pomeriggio coi piedi scoperti e stupirsi quando, passando di fianco a una cantina, sentirai un muro di fresco colpirti

-semplicità


[GiadaWally]

giovedì 29 aprile 2010

Messaggio Ricevuto.

"non c'e' verso... quando sorridi....
sei stupenda..."


(Ho deciso di crederci. Solo per un po'. Solo per me.)

Il tovagliolo visto da lui, visto da lei

















Lui, l'approccio pragmatico:


Ragazze, il tavolo dondola, ve lo sistemo io. Ecco fatto! Non si muove più.

Dopo circa un'ora...il tavolo dondola di nuovo.

Lei, l'approccio filosofico:

Mah..un tovagliolo a terra. Ma cosa ci farà mai un tovagliolo a terra? E' tutto sporco e rovinato. E poi è piegato perfettamente in 4.

Ma soprattutto è diverso dagli altri tovaglioli che sono sul tavolo. E' nero, gli altri sono rossi. Non stanno benissimo insieme, oddio meglio che con il verde! Comunque fa niente...mica possiamo fare discriminazione qui? E poi io sto molto meglio con il nero che con il rosso! Il rosso mi fa volgare. Sulla bocca però... mi sta da favola!

Che strano comunque quel tovagliolo...magari qualcuno l'ha perso. E se gli servisse? E se fosse il suo unico e fidato tovagliolo?

Sarebbe meglio chiamare la polizia....o forse Chi l'ha visto! Che faccio lo raccolgo?


...da "Chiacchiere e riflessioni da Zena". Partecipanti: Mariposa, LaZia e Bea.

mercoledì 28 aprile 2010

Un invito speciale

Quella sera a cena, la mia Pansottina, felice di aver trascorso il pomeriggio con zia Byc, in uno slancio di affetto mi invita a dormire a casa sua. Prontamente rilancio...
Pansottina: “Zia, resti a dormire a casa mia?”
Zia Byc: “La zia deve andare a casa. Una sera che Mammotta ti dà il permesso vieni tu a dormire dalla zia”.
Pansottina: “Tu dove abiti?”
Zia Byc: “Vicino alla nonna. Ti ricordi? Sei venuta a trovarmi.”
Incalza…
Pansottina: “Ma tu ce l’hai un marito?”
Zia Byc: “No. Non ce l’ho.”

Pansottina: “Ma sì, io ho visto due cuscini!”

martedì 27 aprile 2010

Tutto da rifare.

Guardavo Hulko giocare-non giocare sabato in campo, constatando il suo scarso antagonismo, il disinteresse verso le sorti della partita e la totale assenza di aggressività e mi sono guardata attorno, realizzando che è genetica. Io, a parte aver ucciso involontariamente un pesce rosso, sono come lui, evito lo scontro, medio, cerco l'accordo e aborro il confronto fisico. Uno sguardo agli altri genitori mi ha confermato il tutto. Un papà che fulminava il figlio per aver la maglia fuori dai pantaloncini, un altro che ha rispedito in campo il proprio nonostante si fosse quasi insaccato 2 dita. Una mamma che urlava al suo, prestante fra le altre cose, "Sì ma fallo questo canestro" Ecco io non vado bene sugli spalti, non per Hulko. Anche la mamma del 4, l'altro 'gigio' della squadra, deve forse fare un po' di autocritica, lo ha sostenuto così per tutta la partita "Forza tato, che sei bravo."

lunedì 26 aprile 2010

Giovani promesse.

Sabato Hulko ha giocato ancora. Sabato la squadra di Hulko ha giocato, lui ha fatto presenza. E' entrato in campo, spaesato, ha disputato la contesa e poco altro. L'allenatrice ha passato 3 minuti dei 6 totali urlando, "Hulko il tuo uomooooo!" che tradotto voleva dire marca il tuo uomo (un ragazzino di 1,50cm di 9 anni, biondo, tratti gentili che indossava il numero 69...insomma destinato a diventare un grande sciupafemmine) quello che negli stessi 6 minuti di gioco ha infilato 3 canestri. Sugli spalti c'eravamo io, nonna ragno e lozioexpiccolodifamiglia che ha passato tutto il tempo a scuotere la testa. Dietro di me una mamma dal sorriso aperto, altrettanto schiettamente ha detto, "Mio figlio e il tuo sono le punte di diamante della squadra", non ho potuto contraddirla, Hulko in campo non mi stava certo supportando, ha continuato con "Il mio corre tutto concentrato con la lingua a penzoloni sembra faccia tutto lui" non lo avevo notato, butto un occhio su di lui e mi accorgo divertita e con un moto di tenerezza che ha ragione, preoccupata degli scarsi risultati di Hulko non mi ero accorta che non era il solo a cercare di contenere i danni. Conclude dicendomi "Ci ho pensato mi sa che sono i multipli del 4 che non portano bene!" Caspita il suo gioca col 4, Hulko con l'8, mi sento di risponderle 'Però il 12 gioca bene!' Serafico lozioexpiccolodifamiglia ci illumina con un "Sì ma il 12 è multiplo anche del 3" "Ah."

Malika Ayane - La prima cosa bella. La mascherina!



La nostra prima volta al Blue Note: Piccola, Mariposa, LaZia


Malika Ayane
live al Blue Note, Milano di Milano (Malika Ayane voce, Luca Colombo chitarre, Giulia Monti violoncello, Carlo Gaudiello tastiere, Marco Mariniello basso, Lief Searcy batteria)

sabato 24 aprile 2010

Avrebbe potuto non accadere invece è successo.

Sono caduta. Ero uscita dall'ufficio, teatro di un'altra estenuante giornata di pressing gratuito, ardua competizione e complicate relazioni interpersonali e stavo andando a recuperare la macchina con cui attuare la fuga, scendendo la rampa di accesso al garage, in una mano l'ombrello nell'altra la sporta della spesa con cui mi ero allegramente intrattenuta in pausa pranzo. Non ricordo a cosa stessi pensando in quel momento ma solo una paio di sere prima percorrendo quel tratto, lasciatami alle spalle la stessa assurda realtà stavo pensando, dopo aver ispirato a pieni polmoni per dare enfasi al momento, che 'dovrei imparare a godere di ogni attimo e non di trovarmi a sperare di poter vivere quello dopo'. Ecco non so se fosse l'epilogo a quel pensiero o la degna chiusura della giornata di venerdì, non ho fatto in tempo a capire né tantomeno ho rivisto i fotogrammi della vita passata, sono slittata con le suole bagnate e invece di seguire docile la fisica e cadere sul deretano ho ostinatamente spostato il baricentro in avanti e con la spinta della discesa, senza che il corpo opponesse un minimo di istinto di conservazione né di sopravvivenza sono caduta in avanti sul solo ginocchio sinistro mentre l'ombrello rotolava in avanti e la mano destra trovava morbido atterraggio su uva e prosciutto. Rialzandomi ho imprecato come non si addice ad una signora ma in quel momento mi sa che signora non ero, con i jeans strappati sul ginocchio, leggermente bordati di sangue, i capelli lievitati per l'umidità e l'espressione dolorante. In piena scalmana con le gambe malferme mi sono liberata di tutto, maglione, sciarpina e borsa. Ho abbassato i finestrini e impostato l'aria condizionata al massimo tentando di non cedere allo svenimento. Sono andata verso casa, passando in farmacia a prendere del ghiaccio secco prima che mi si gonfiasse del tutto il ginocchio, pulsava dannatamente e da un momento all'altro pensavo esplodesse come quello di Hulk lacerandomi i pantaloni e scagliandone lontano i brandelli, poi sono andata da nonna ragno a farmi curare, nello spirito. Ieri mattina al risveglio sembrava tutto meno grave, quasi divertente, poi aprendo il frigo ho visto il sacchetto delle barbabietole alla julienne aperto e ho ricordato l'indecorosa veemenza con cui sono rovinata a terra prima e sul sacchetto dopo, facendolo scoppiare. Ed è stato allora che mi sono chiesta "Mi avrà visto qualcuno?"

giovedì 22 aprile 2010

Una babysitter da favola (need a babysitter today?)

Le favole del Fiocco Gigante | 13


Una volta, a Bologna fecero un palazzo di gelato proprio in Piazza Maggiore, e i bambini venivano da lontano a dargli una leccatina.
Il tetto era di panna montata. Il fumo dei comignoli di zucchero filato, i comignoli di frutta candita. Tutto il resto era di gelato: le porte di gelato, i muri di gelato, i mobili di gelato. Un bambino piccolissimo si era attaccato ad un tavolo e gli leccò le zampe una per una, fin che il tavolo gli crollò addosso con tutti i piatti, e i piatti erano di gelato al cioccolato,il più buono.
Una guardia del Comune, ad un certo punto, si accorse che una finestra si scioglieva. I vetri erano di gelato alla fragola, e si squagliavano in rivoletti rosa. “Presto!” gridò la guardia. “Più presto ancora”. E tutti giù a leccare più presto, per non lasciare andare perduta una sola goccia di quel capolavoro. “Una poltrona!” implorava una vecchiettina che non riusciva a farsi largo fra la folla.
“Una poltrona per una povera vecchia. Chi me la porta? Coi braccioli, se é possibile”. Un generoso pompiere corse a prenderle una poltrona di gelato alla crema e pistacchio, e la povera vecchietta, tutta beata, cominciò a leccarla proprio dai braccioli.
Fu un gran giorno, quello e per ordine dei dottori nessuno ebbe il mal di pancia. Ancora adesso, quando i bambini chiedono un altro gelato, i genitori sospirano: ” Eh, già, per te ce ne vorrebbe un palazzo intero, come quello di Bologna”.

Il palazzo di gelato. (Gianni Rodari, Favole al telefono)

mercoledì 21 aprile 2010

Io qui ci sono stata!


... e ho avuto l'unica crisi di panico di tutti i miei oramai quasi finiti trentanove anni!!!
Ero proprio lì sulla punta... mi sono stesa ho guardato giù ed è stato bellissimo non avrei più smesso di guardare. Poi mi sono girata e non ho più avuto il coraggio di rifarlo. Anzi... avrei tirato tutti per i piedi per allontanarli e salvarli prima che cadessero... Così mi sono seduta dando lo spalle al mozzafiato e unico spettacolo della natura. Aspettando di ritrovare la mia solita agitata tranquillità!

http://www.flickr.com/photos/21410365@N05/2185811545

lunedì 19 aprile 2010

Io ti amo.

Ballate di Stefano Benni


Io ti amo
e se non ti basta
ruberò le stelle al cielo
per farne ghirlanda
e il cielo vuoto
non si lamenterà di ciò che ha perso
che la tua bellezza sola
riempira l’universo

Io ti amo
e se non ti basta
vuoterò il mare
e tutte le perle verrò a portare
davanti a te
e il mare non piangerà
di questo sgarbo
che onde a mille, e sirene
non hanno l’incanto
di un tuo solo sguardo

Io ti amo
e se non ti basta
solleverò i vulcani
e il loro fuoco metterò
nelle tue mani, e sara ghiaccio
per il bruciare delle mie passioni

Io ti amo
e se non ti basta
anche le nuvole catturerò
e te le porterò domate
e su te piover dovranno
quando d’estate
per il caldo non dormi
E se non ti basta
perché il tempo si fermi
fermerò i pianeti in volo
e se non ti basta
vaffanculo

mercoledì 14 aprile 2010

Spazio dedica(to).



RICICLO D'AUTORE, FASHION ART DESIGN
giovedì 15 aprile dalle ore 18,30 inaugurazione della mostra
aperta fino a domenica 18 (h10,30-20,30) allo Spazio Asti 17 (MI)

Perché é un'amica.
Perché le sue creazioni meritano interesse.
Perché la collezione si chiama REBIRTH ed è di buon auspicio per tutti.
Perché anche lei è il caos.

In bocca al lupo Magda da NHV!

martedì 13 aprile 2010

Saper leggere


Leggere significa identificarsi con l'amante e con il mistico. Leggere significa essere un po' clandestini, abolire il mondo esterno, spostarsi verso una finzione, aprire le parentesi dell'immaginario. Leggere significa spesso ammalarsi (nel senso proprio e in quello figurato). Leggere significa stabilire una relazione attraverso il tatto, la vista, l'udito (le stesse parole risuonano). Si legge con tutto il corpo... il piacere viene dalla gioia dell'attesa (attesa che spesso si riduce alla suspence). C'è narrazione, vita, durata. Vi è la certezza di conoscere il seguito, ma nello stesso tempo assenza di seguito. Il lettore allora fugge, ma è trascinato avanti. Egli è in balia delle pagine. La sua attesa sarà premiata. La gioia dipende dal numero di pagine ancora da sfogliare.

Lionel Bellenger, Saper leggere

illustration by Jeannette Woitzik

lunedì 12 aprile 2010

Mariposa! ...a questo post manca però il filmato!

sono 3 notti che non dormo lalla
sempre penso al mio galletto lalla
l'ho perduto lallà
poveretto lallà non lo posso + trovar...
ho girato l'inghilterra lallà
e poi tutta la germania lallà
poi la francia lallà
poi la spagna lallà
fino in cima del perùùùùùùùùùùù
a voi donne io lo chiedo lallà
se per caso lo trovate lallà
con bel garbo lallà
lo prendete lallà
lo portate qui da me
ha le ali argentate lallà
e la coda colorata lallà
allunga il collo lallà
allarga il becco lallà e poi fa: chicchirichììììììììì!

domenica 11 aprile 2010

Ringrazio i ladri.

Ringrazio i ladri per avermi offerto la possibilità di rivalutare la mia biancheria. Aver capovolto e rovesciato sul pavimento il contenuto di cinque cassetti 60x40cm e tre ripiani dell'armadio mi ha aiutato a fare nuove considerazioni sul guardaroba. Oltre al fatto che hanno azzeccato la stagione, in Primavera si dà comunque una rinfrescata a tutto quel che capita a tiro. E così oltre a sterilizzare la mia camera da letto, il bagno e la sala che non fa mai male sto anche passando in rassegna tutti i capi stoccati da una vita a questa parte, sopravvissuti anche a 2 o 3 traslochi, (sì perché quando fai trasloco parti in anticipo e ai primi 10 scatoloni applichi strategia e buonsenso ma dall'undicesimo sei già in ritardo, non esiste più alcuna cernita e passi allo stadio "porto tutto poi al massimo butto dopo").
Ringrazio i ladri per avermi ricordato quali persone meravigliose io e Hulko abbiamo vicino, da mio fratello che neanche 5 minuti dopo era a casa nostra a rimontare porte, ante e a cancellare le loro orme, agli altri familiari e agli amici, ognuno a modo proprio.
Ringrazio i ladri per avermi fatto apprezzare di avere un riparo dalle intemperie e un luogo caldo dove ritirarmi tutte le sere. Abbiamo dormito fuori casa le due notti successive e con indosso la camicia da notte di mia mamma il pensiero è andato a quelli che la casa la perdono del tutto, magari a causa di un terremoto, e che ad un certo punto della vita non hanno più un posto in cui rientrare. Io ho dovuto pulirlo, che sarà mai in confronto?
Ringrazio i ladri per avermi riscattato agli occhi di mia madre, il disordine paga. Un paio di oggetti di valore sono riusciti a scampare alle loro grinfie poiché sepolti nella marea di carte, cartine e cartacce che accatasto nell'attesa di chissà cosa, (oltre alla chiave della cassaforte, chiusa ma vuota, sono un genio lo so, che ho faticato io stessa a rintracciare).
Ringrazio i ladri per avermi dato qualcosa di nuovo di che sorridere, magari non subito ma qualche ora dopo sì, anche con i colleghi ai quali ho spiegato che il mio abbigliamento aveva subito una violenta trasformazione perché ero obbligata a scegliere gli abiti fra quelli appesi, gli unici sopravvissuti al passaggio degli unni. Così c'è stato chi ha apprezzato i risultati "Certo che il 'rimpasto' ha giovato alla tua mise!" e chi mi ha strappato un sorriso dicendomi "Ah hai caldo, credevo ti avessero rubato anche i collant!?"

martedì 6 aprile 2010

5 aprile 2009


Tra le chiese e le case vanno (ri)costruite prima le case,
perché Dio non ha freddo.

Adriana Zarri, teologa e scrittrice cattolica


si ringrazia per la foto http://www.flickr.com/photos/anighitwithyou/3425334576/

lunedì 5 aprile 2010

nonhovalentina e la pasqua.


il navigatore al mugello si perde
si viaggia a ricordo - il gruppo è concorde
nel fitto di faggi e castagni in contrada
si gonfia nel buio un istrice in strada

mattina di pasqua: com’è tradizione
con l’ova passate alla benedizione
il freddo si rompe con vino e salame
(e il guscio tradisce l’agnostica. infame!)

poi chiacchiere, dolci, maestre e pittori
mosaici, saggezze di nonni e colori
intanto si segue, seppure a distanza
chefBarluz che arreda la sua indipendenza

la via verso casa è diluvio e poesia
con hulko assopito in braccio alla Zia
si appunti: è a sera, fra dubbi e memorie
che mammyx promette di scrivere storie :)



sabato 3 aprile 2010

Una babysitter da favola (need a babysitter today?)

Le favole del Fiocco Gigante | 12

L'anno scorso a Pasqua, in casa del professor Tibolla, dall'uovo di cioccolata sapete cosa saltò fuori? Sorpresa: un pulcino cosmico, simile in tutto ai pulcini terrestri, ma con un berretto da capitano in testa e un'antenna della televisione sul berretto.
Il professore, la signora Luisa e i bambini fecero tutti insieme: Oh, e dopo questo oh non trovarono più parole.
Il pulcino si guardava intorno con aria malcontenta.
- Come siete indietro su questo pianeta, - osservò, - qui è appena Pasqua; da noi, su Marte Ottavo, è già mercoledì.
- Di questo mese? - domandò il professor Tibolla.
- Ci mancherebbe! Mercoledì del mese venturo. Ma con gli anni siamo avanti di venticinque.
Il pulcino cosmico fece quattro passi in su e in giù per sgranchirsi le gambe, e borbottava: - Che seccatura! Che brutta seccatura.
- Cos'è che la preoccupa? - domandò la signora Luisa.
- Avete rotto l'uovo volante e io non potrò tornare su Marte Ottavo. - Ma noi l'uovo l'abbiamo comprato in pasticceria.
- Voi non sapete niente. Questo uovo, in realtà, è una nave spaziale, travestita da uovo di Pasqua, e io sono il suo comandante, travestito da pulcino.
- E l'equipaggio?
- Sono io anche l'equipaggio. Ma ora sarò degradato. Mi faranno per lo meno colonnello.
- Be', colonnello è più che capitano.
- Da voi, perché avete i gradi alla rovescia. Da noi il grado più alto è cittadino semplice. Ma lasciamo perdere. La mia missione è fallita.
- Potremmo dirle che ci dispiace, ma non sappiamo di che missione si trattava.
- Ah, non lo so nemmeno io. Io dovevo soltanto aspettare in quella vetrina fin che il nostro agente segreto si fosse fatto vivo.
- Interessante, - disse il professore, - avete anche degli agenti segreti sulla Terra. E se andassimo a raccontarlo alla polizia?
- Ma sì, andate in giro a parlare di un pulcino cosmico, e vi farete ridere dietro.
- Giusto anche questo. Allora, giacché siamo tra noi, ci dica qualcosa di più su quegli agenti segreti.
- Essi sono incaricati di individuare i terrestri che sbarcheranno su Marte Ottavo tra venticinque anni.
- E' piuttosto buffo. Noi, per adesso, non sappiamo nemmeno dove si trovi Marte Ottavo.
- Lei dimentica, caro professore, che. lassù siamo avanti col tempo di venticinque anni. Per esempio sappiamo già che il capitano dell'astronave terrestre che giungerà su Marte Ottavo si chiamerà Gino.
- Toh, - disse il figlio maggiore del professor Tibolla, - proprio come me.
- Pura coincidenza, - sentenziò il cosmopulcino. - Si chiamerà Gino e avrà trentatre anni. Dunque, in questo momento, sulla Terra, ha esattamente otto anni.
- Guarda guarda, - disse Gino, - proprio la mia età.
- Non mi interrompere continuamente, - esclamò con severità il comandante dell'uovo spaziale. - Come stavo spiegandovi, noi dobbiamo trovare questo Gino e gli altri membri dell'equipaggio futuro, per sorvegliarli, senza che se ne accorgano, e per educarli come si deve.
- Cosa, cosa? - fece il professore. - Forse noi non li educhiamo bene i nostri bambini?
- Mica tanto. Primo, non li abituate all'idea che dovranno viaggiare tra le stelle; secondo, non insegnate loro che sono cittadini dell'universo; terzo, non insegnate loro che la parola nemico, fuori della Terra, non esiste; quarto...
- Scusi comandante, - lo interruppe la signora Luisa, - come si chiama di cognome quel vostro Gino?
- Prego, vostro, non nostro. Si chiama Tibolla. Gino Tibolla.
- Ma sono io! - saltò su il figlio del professore. Urrà,
- Urrà che cosa? - esclamò la signora Luisa. - Non crederai che tuo padre e io ti permetteremo...
- Ma il pulcino cosmico era già volato in braccio a Gino.
- Urrà! Missione compiuta! Tra venticinque anni potrò tornare a casa anch'io.
- E l'uovo? -domandò con un sospiro la sorellina di Gino.
- Ma lo mangiamo subito, naturalmente.
E così fu fatto.

Il pulcino cosmico. (Gianni Rodari, Favole al telefono)

Odio le Rose

"Portami lontano da quaaaa!"

Il mio carattere scuro non mi impedirà di sentire la luce e assorbirne ogni frequenza per confermare il mio nero, mi passerai in ogni fibra, sono carattere di lava, basta poco per bruciare in superficie.
Cazzo, la mano mi va sugli occhi perchè riesco solo a intuire i tuoi contorni in controluce, contro-luce.
Avrò le mani forti e ruvide ma davanti al tuo seno cederanno come un fiore d'orchidea alla primavera, si spaccherà la crosta lavica e forse vedrai il rosso che odora di passione e..

..Finisce la sigaretta, senza pietà la butta a terra..cazzo, è arrivato il mio fottutissimo tram!

[giada]

venerdì 2 aprile 2010

Questo è un post tardivo.



Nasceva per la festa del papà ma abbiamo lasciato che altri episodi ci distraessero e come sempre succede la vita è andata avanti e ne ha cambiato i contorni. Migliorandoli.
Volevamo dedicare un pensiero a un carissimo amico di famiglia scomparso anni fa pubblicando le righe apparse sul giornale del posto, scritte indubbiamente da chi come noi aveva avuto il piacere di incontrarlo. Temevo però che potessero non intendersi completamente ma rileggendolo sono certa che non solo si capisca che persona meravigliosa fosse ma che si possa arrivare anche rimpiangere di non essere stato un suo allievo o di non aver avuto la fortuna di chiacchierare con lui sotto il pergolato. Io e i miei fratelli siamo stati spesso ospiti suoi e della moglie Pina che inutile dirlo era persona altrettanto profonda e generosa.
La genetica, la tradizione e la cultura ci hanno regalato i loro figli e i loro nipoti e così oggi sorrido davanti alla foto di Hulko che posa impavido e quasi credibile sulla sponda del fiume che scorre ai piedi della dimora ringraziandoli mentalmente della ricca eredità che gli regalano.



http://www.casascheda.com/

BUON COMPLEANNO IDA!

giovedì 1 aprile 2010

Le tre parole più strane.


Quando pronuncio la parola Futuro
la prima sillaba va già nel passato.

Quando pronuncio la parola Silenzio,
lo distruggo.

Quando pronuncio la parola Niente,
creo qualcosa che non entra in alcun nulla.


Wislawa Szymborska, poetassa polacca
Discorso all’ufficio oggetti smarriti, Le tre parole più strane