domenica 31 ottobre 2010

Halloween e dintorni.

Avevamo a cena Streghetta ieri sera. Si aggirava per casa alternando il gioco alla perlustrazione come fanno tutti i bambini, anche i nostri a casa degli altri.
Ad un certo punto la vedo armeggiare con un giocattolo, mi chiede - "Cos'è?"
- "E' la confezione speciale di un gelato, l'ha presa Hulko l'altra sera in pizzeria."
- "Che bello, è un Pokemon!"
(Santo cielo...)
- "No, in realtà si tratta più banalmente di un tucano!"

sabato 30 ottobre 2010

Happy Halloween - by Lice!





Black cat
Orange pumpkin
White ghost
Green-eyed monster
Black, orange, white, green
These are the colours
Of Halloween!

Black cats
Whitches hats
Jack o'lantern
Jack o'lantern
Black, orange, white, green
These are the colours
Of Halloween!

Lice!

venerdì 29 ottobre 2010

disarmante

mercoledì 27 ottobre 2010

Imbarazzante.

Accadde tutto velocemente...un bell'incipit ma purtroppo è stata piuttosto una lenta agonia, giorno dopo giorno.
E' cambiata la stagione. E' cambiata la temperatura esterna. Sono cambiate le combinazioni dei vestiti al mattino. Io non sono ancora pronta. Tradotto, anche oggi ho passato la giornata in versione estiva dalla cintola in giù e invernale nell'altra metà.

Un abito lungo fino al ginocchio di cotone, un coprispalle di cotone, calze velate, giacca in panno e stola in cashmere alla partenza. Chiudo casa, scendo le scale, attraverso la strada e lì, proprio lì, sento la prima calza cedere alla forza di gravità. E' troppo tardi per rientrare a cambiarmi devo solo cercare di arrivare in ufficio. Parcheggiata la macchina nei sotterranei prima di scendere 'ricolloco' le fasce di silicone all'altezza giusta garantendomi una certa autonomia. Grave errore di valutazione e a metà strada fra la macchina e l'ingresso dell'ufficio, a 200 mt, entrambe le calze sono già in caduta libera e sbucano goffamente da sotto la gonna. Antiestetiche, indecorose e per nulla di classe. Tenendo una calza per ogni mano china su me stessa, cerco il più freneticamente possibile un modo per uscire dalla situazione di impasse. Decido di tornare sui miei passi per andare a toglierle in macchina ma appena compiuto il mezzo giro vedo sopraggiungere un cospicuo numero di colleghi in formazione 'testa d'ariete'. Sorrido loro e farfuglio un pietoso 'Voi non avete visto nulla' cercando nel frattempo di defilarmi dirigendomi verso il parcheggio attiguo a prova di transito colleghi. Si stacca dal gruppo una delle ragazze, biondina, caruccia e quella decina d'anni più giovane. Le spiego che ho perso il controllo delle calze e che l'unico modo per risolvere dignitosamente la faccenda è levarmele, le dico di andare pure avanti che la raggiungo ma lei pettinata, sorridente e compassionevole mi risponde 'Ma va figurati, facciamo la strada insieme...Ah, le togli davvero!?!' Me le sfilo cercando di ignorare quel che le si legge negli occhi 'Se divento così uccidetemi!'

lunedì 25 ottobre 2010

Questo l'ha fatto Torellino :-)



Quanta sofferenza dietro le zampe di gallina.

è di nuovo il mio compleanno ma il 2010 mi regala una giornata asciutta e con qualche debole raggio di sole a scaldarmi l'anima.
accompagno il nanetto a scuola e poi parto alla ricerca della mia colazione ideale, devo passarne 3 (per scoprire che uno nel frattempo ha proprio chiuso i battenti) prima di trovare il bar con la mia brioche preferita (è pure l'ultima) il pain au chocolat. dopo una tranquilla e prolungata sosta al banco mi dedico a tutte le noiose incombenze messe in agenda per risolvere il dilemma morale: era davvero necessario il giorno di ferie?
passano le ore fra telefonate di auguri, code agli sportelli, chiacchiere con sconosciuti in fila con me e pranzo con l'amico di sempre. Ogni tanto butto un occhio agli SMS e alle mail ad un certo punto mi accorgo di avere un paio di chiamate perse da un numero che non riconosco e anche un suo messaggio. Mi incuriosisce e mi accorgo di essermi distratta dalla conversazione, scorro la lista e leggo il testo, "Buongiorno signora devo consegnarle dei fiori..." non riesco a non sorridere e soprattutto a non cominciare a fantasticare sul mittente, il tutto dura un paio di secondi al massimo, il tempo di completare la lettura "...dei fiori da parte di sua sorella, quando posso venire?" Adesso davvero io sono contenta, i fiori mi piacciono tantissimo ma caspita possibile che non esista un galateo dei fiori? il classico 'Dillo con i fiori' non dovrebbe avere che so un'introduzione per il fiorista? oppure un capitolo speciale per chi i fiori li deve consegnare? Appuntamento alle 16.45 sotto casa, arrivo con Hulko che impanicato deve consegnare i libri e i quadernoni a Streghetta che ha marinato la scuola fingendo un intramontabile mal di pancia, così spettinati, scomposti e agitati occupiamo buona parte del marciapiede ravanando dentro lo zaino per racimolare tutto il necessario. Si ferma una macchina dall'altro lato della strada, una trentina di metri più avanti, ne scende una ragazza (figuriamoci se poteva recapitarmeli il cugino povero di Banderas) si dirige verso il civico, io la guardo e le sorrido - "Buongiorno sono per Scozzafava, giusto?" lei mi restituisce lo sguardo e mi domanda "Sì, è lei Scozzafava?" ("No, sono una veggente." oppure "No, ho dei super poteri e ho letto il bigliettino mentre scendevi dalla macchina." o anche "No, ma ho tirato ad indovinare fra le targhette sul citofono." ...)
Davvero i fiori sono bellissimi e anche se è la sorellina che ha preso accordi col fiorista (s)mascherato, a mandarli erano tutti, quindi grazie anche a ma', pa', zio e Hulko. La vera poesia siete voi.
E adesso aspettiamo gli 'anta'.

venerdì 22 ottobre 2010

auguri, mammyx :)




cori, candele, coriandoli e torte
hulko, la zia e gli altri intonano inni
lieti di aver incappato per sorte
nel suo sorriso: mammyx fa gli anni!

giovedì 21 ottobre 2010

Una babysitter da favola (need a babysitter today?)

Le favole del Fiocco Gigante | 19

Un giorno il piccolo Claudio giocava sotto il portone, e sulla strada passò un bel vecchio con gli occhiali d'oro, che camminava curvo appoggiandosi ad un bastone, e proprio davanti al portone il bastone gli cadde.
Claudio fu pronto a raccoglierlo e lo porse al vecchio che sorrise e disse: - Grazie, ma non mi serve. Posso camminare benissimo senza. Se ti piace, tienilo. –
E senza aspettare risposta si allontanò, e pareva meno curvo di prima.
Claudio rimase lì con il bastone tra le mani e non sapeva che farne. Era un comune bastone di legno, con il manico ricurvo e il puntale di ferro, e niente altro di speciale da notare.
Claudio picchiò due o tre volte il puntale per terra, poi, quasi senza pensarci, inforcò il bastone ed ecco che non era più il bastone, ma era un cavallo, un meraviglioso puledro nero con una stella bianca in fronte, che si slanciò al galoppo intorno al cortile, nitrendo e facendo sprizzare scintille dai ciottoli.

Quando Claudio, meravigliato e un po’ spaventato, riuscì a rimettere il piede a terra, il bastone era di nuovo un bastone, e non aveva zoccoli ma un semplice puntale arrugginito, né criniera, ma il solito manico ricurvo..
- Voglio riprovare – decise Claudio, quando ebbe ripreso fiato.
Inforcò di nuovo il bastone, e stavolta esso non fu un cavallo, ma un solenne cammello a due gobbe, e il cortile era un immenso deserto da attraversare, ma Claudio non aveva paura e scrutava in lontananza, per vedere comparire l’oasi.
- È certamente un bastone fatato – si disse Claudio, inforcandolo per la terza volta. Adesso era un’automobile da corsa, tutta rossa, col numero scritto in bianco sul cofano, e il cortile una pista rombante, e Claudio arrivava sempre primo al traguardo.
Poi il bastone fu un motoscafo, e il cortile un lago dalle acque calme e verdi, e poi un’astronave che fendeva lo spazio, lasciandosi dietro una scia di stelle.
Ogni volta che Claudio rimetteva il piede a terra il bastone riprendeva il suo pacifico aspetto, il manico lucido, il vecchio puntale.
Il pomeriggio passò veloce tra quei giochi. Verso sera Claudio si riaffacciò per caso sulla strada, ed ecco di ritorno il vecchio dagli occhiali d’oro.
Claudio lo osservò ma non poté vedere in lui niente di speciale: era un vecchio signore qualunque, un po’ affaticato dalla passeggiata.
- Ti piace il bastone? – egli domandò sorridendo a Claudio.
Claudio credette che lo rivolesse indietro, e glielo tese, arrossendo. Ma il vecchio fece cenno di no.
- Tienilo, tienilo – disse. – Che cosa me ne faccio, ormai, di un bastone? Tu ci puoi volare, io potrei soltanto appoggiarmi. Mi appoggerò al muro e sarà lo stesso. –
E se ne andò sorridendo, perché non c’è persona più felice al mondo del vecchio che può regalare qualcosa ad un bambino.

Teste vuote. (Gianni Rodari, Favole al telefono)

martedì 19 ottobre 2010

A crederci un po'

Si parla con Torellino Rosa di Natale. Quest'anno chiede un regalo importante e allora vuole che parliamo subito con Babbo Natale e Gesù Bambino.

Ad un certo punto mi spara: - Papà ma tu ci credi a Gesù?

Io incespico: - Beh, in effetti Gesù è esistito veramente...

Allora mi squadra con un'aria sicura e ribatte: - Beh, io ci credo. A Dio... così così. Un po' ci credo e un po' no. Ma a Gesù si.

- E a Babbo Natale?

- Tantissimo.

lunedì 18 ottobre 2010

In immersione nell'acquasantiera.

Hulko è in piena crisi d'identità. Vuole assolutamente battezzarsi e il foglio di via si ritira dopo il Catechismo. Ho preso posto alla riunione domenicale mescolandomi al resto del popolo credente, i genitori dei ragazzini di 3^elementare. Assatanati di religione o cercatori di un baby parking feriale? Il Don appena arrivato da una parrocchia dell'hinterland milanese si presenta al nuovo gregge, è affabile. Dice di essere meno bello, meno giovane e di avere meno capelli del suo predecessore. Non ho visto Uccelli di Rovo e forse questo mi evita di divagare e farmi raggiungere da un fulmine già al primo incontro. Compilo un foglio in cui tocca subito mettere in piazza le vicissitudini familiari, la lettera scarlatta è in agguato, niente matrimonio, niente battesimo, niente messa, poche preghiere e poche certezze. Sarà un cammino lungo sempre che non inciampi ai blocchi di partenza.

mercoledì 13 ottobre 2010

un po' d'affetto


Sondrio, Italia


Grazie CHELA per il "suggerimento!

martedì 12 ottobre 2010

Chi ben comincia... [inizia con un buon incipit]

II INCIPIT

Al bar Sport non si mangia quasi mai. C'è una bacheca con delle paste, ma è puramente coreografica. Sono paste ornamentali, spesso veri e propri pezzi d'artigianato. Sono lì da anni, tanto che i clienti abituali, ormai, le conoscono una per una. Entrando dicono: «La meringa è un po' sciupata, oggi. Sarà il caldo». Oppure: «È ora di dar la polvere al krapfen». Solo, qualche volta, il cliente occasionale osa avvicinarsi al sacrario. Una volta, ad esempio, entrò un rappresentante di Milano. Aprì la bacheca e si mise in bocca una pastona bianca e nera, con sopra una spruzzata di quella bellissima granella in duralluminio che sola contraddistingue la pasta veramente cattiva. Subito nel bar si sparse la voce: «Hanno mangiato la Luisona!». La Luisona era la decana delle paste, e si trovava nella bacheca dal 1959. Guardando il colore della sua crema i vecchi riuscivano a trarre le previsioni del tempo. La sua scomparsa fu un colpo durissimo per tutti. Il rappresentante fu invitato a uscire nel generale disprezzo. Nessuno lo toccò, perché il suo gesto malvagio conteneva già in sé la più tremenda delle punizioni. Infatti fu trovato appena un'ora dopo, nella toilette di un autogrill di Modena, in preda ad atroci dolori. La Luisona si era vendicata.

Stefano Benni, Bar Sport, Mondadori, 1979

martedì 5 ottobre 2010

Elogio alle 40enni - Nonostante io sia ancora lontanissima dalla meta a soli 21 anni :)

Questo scritto è dedicato alle 40enni (e oltre....); è per quelle che stanno per compiere 40 anni, per quelle che temono i 50 e per gli uomini che sono spaventati dalle ultraquarantenni!

Andy Rooney dice:

Più invecchio, più apprezzo le ultraquarantenni rispetto alle donne più giovani. Ecco alcuni dei motivi:

1) Una quarantenne non ti sveglierà mai nel cuore della notte per chiederti a cosa stai pensando.Non le importa un bel niente di saperlo.

2) Se una quarantenne non vuol guardare la partita, non ti starà intorno a piagnucolare.

Farà qualcosa che le piace e, in genere, si tratterà di una cosa più interessante.

3) Una quarantenne si conosce abbastanza da sapere chi è, cosa è, cosa vuole e da chi.

4) A poche quarantenni interessa cosa tu pensi di loro o di ciò che fanno.

5) Le quarantenni hanno dignità. Raramente ti faranno una scenata all'opera o in un ristorante costoso. Naturalmente, se te lo meriti, non esiteranno a spararti, se pensano di farla franca!

6) Le donne più mature sono generose di complimenti, spesso immeritati. Sanno cosa vuol dire non essere apprezzati.

7) Una quarantenne è abbastanza sicura di sé per presentarti alle amiche. Una donna più giovane, in presenza di un uomo, ignorerà persino le sue amiche più care, perché non si fida di loro. Alle quarantenni non interessa se sei attratto dalle loro amiche, perché sanno che queste non le tradiranno.

8) Le donne diventano telepatiche ad una certa età. Non hai bisogno di confessare loro i tuoi peccati; li intuiscono puntualmente.

9) Ad una quarantenne, un rossetto rosso brillante dona. Ciò non vale per le più giovani.

Una volta superate le prime due o tre rughe, sono molto più sexy delle giovani.

10) Le donne meno giovani sono dirette e oneste. Ti diranno subito se sei un imbecille o se ti stai comportando da tale. Non hai bisogno di chiederti in che rapporti siete.



Sì, apprezziamo le quarantenni per un sacco di ragioni. Sfortunatamente, la cosa non è reciproca.



Per ogni fantastica, intelligente, sexy e ben pettinata quarantenne (e oltre), c'è un ometto calvo e con la pancetta che si rende ridicolo con una cameriera di 22 anni...Signore, me ne scuso.

Per tutti gli uomini che dicono: "perché comprare la mucca, se puoi avere il latte gratis?", ecco una versione aggiornata per voi: "oggi l'80% delle donne è contro il matrimonio; perché? Perché hanno capito che non conviene comprare tutto il maiale solo per avere una piccola salsiccia......"