giovedì 30 aprile 2009

Sorpresa!

Risponde lui al cellulare, ma sta zitto. Non inizia mai per primo la conversazione.
"Hulko? Hulko sei tu?"
"Si."
"Ciao Hulko, senti..."
Mi interrompe.
"Ciao, Zia, domani allora mi vieni a prendere tu a scuola?
"Ah! lo sai... peccato, volevo farti una sorpresa, comunque..."
Mi interrompe.
"Scusascusa. Scusa. Non volevo, mi dispiace. Scusa."
(Hulko si scusa sempre col mondo. Tutto sia zia.)
"Hulko, non è successo niente, è bello lo stesso. Sai che sono felice di venire a prenderti a scuola? Non vedo l'ora che sia domani. E sai che ci sarà anche il sole? Faccio una delle mie solite magie, domani niente pioggia. Così andiamo al parco..."
Mi interrompe. Gli rispondo. Mi interrompe. Così, per un altro po'.
"Adesso mi passi la mamma? Buona notte, amore. Ci vediamo domani allora, alle quattro e mezza."
Non mi interrompe. Ma il silenzio è eloquente.
"...allora buonanotte, Hulko."
"Buonanotte, zia."
"...ok, mi passeresti la mamma?"
"..."
"...Hulko?"
"Zia, ho pensato una cosa, te la posso dire?"
"Certo."
"Mi dici che domani non vieni?"
"?"
Un po' si spazientisce. Lo sento. D'altro canto sono io a non capire.
"Così quando vieni è una sorpresa, no? Dimmi che domani non vieni a prendermi!"
Non fa una piega.
"Hulko, allora la zia domani purtroppo non può venire a prenderti. MammaSauro e PapàSauro sono in vacanza, se la mamma non riesce a uscire prima dal lavoro magari ti viene a prendere la mamma di Streghetta e stai con loro. La Zia non crede proprio di farcela. Comunque ci vediamo domani sera. Passo a trovarti quando esco dal lavoro. Va bene cosi?"
"Si."

Stamattina si alza. Guarda la sua mamma. Sorride.
"Chissà chi mi viene a prendere oggi!"

Sono già le quattro e venti... meglio che vada.
Ho una sorpresa da fare.

momcamp: iscrizione! iscrizione!

andate qui!

War No More Trouble

Playing For Change | Song Around The World

Donne Coraggiose.

Questo post non ha un finale.
Non ha un finale perché non so quale sia. Sono pensieri ed emozioni ancora in movimento.
Volere un figlio. Volere un figlio solo a determinate condizioni. Non volere un figlio. Questa è la forza delle donne del tempo che stiamo vivendo. Patrimonio condiviso dalla maggior parte dei paesi ricchi e sviluppati. Tralasciamo realtà e situazioni più estreme dove non c'è possibilità di scegliere o meglio dove la donna non partecipa alla scelta e torniamo a noi.
Non voglio escludere i padri ma sono madre e forse ho una visione genitoriale solo parziale, qualcuno molto attento lamenterà un'inesattezza di termine, non 'parziale' ma 'dimezzata', perché si è genitori al 50%. E' vero. Consentitemi un ma. Non so se rientri in ciò che comunemente viene definito come 'istinto materno' ma la donna arriva ad annullarsi per amore dei propri figli, ed è l'atto più alto che si possa immaginare. Cerca l'intervento della scienza laddove l'iniqua natura non dà i propri frutti. Diviene madre di un figlio che non ha partorito ma che, forse anche per questo, amerà ancora più intensamente. Sceglie di non voler mettere al mondo un figlio perché non avrebbe la forza di vederlo difendere la propria vita da tutto ciò che non si può controllare né vincere. Donne intelligenti e preparate, anche quest'ultime, che riservano tempo e professionalità ad adulti e bambini affinché superino traumi, violenze e malattie. Donne che non possono e non riescono a ignorare il peso della loro consapevolezza.

Ecco cosa ho pensato amico mio mentre, protetti dal cielo stellato di Milano, silenziosa accompagnavo il tuo dolore sospeso .

mercoledì 29 aprile 2009

arriva il primo momcamp :)

votate! votate!
giugno o settembre?
noi ci andiamo. ecco.

Piedini

Zia B:  “Che bei piedini ciccietti...”
La piccola Cate:  “Sì zia B, guardare e non toccare!”

Palcoscenico.

PapàSauro sostiene che Hulko abbia i bronchi deboli perché non ha pianto abbastanza da piccolo. In effetti sono state veramente poche le volte in cui lo ha fatto e probabilmente è anche per questo che vederlo piangere mi impressiona sempre un po'.
Hulko ha all'incirca tre anni e sta frequentando il fantomatico asilo nido-privato-high profile. L'anno accademico...troppo? ok l'anno asilodemico volge al termine. La direttrice-despota coinvolge la comunità dei genitori nel progetto finale, una festa con un nostro spettacolo interpretato a favore dei bambini. "Come dice scusi?" "Sì, è una sorta di regalo che fate ai vostri figli". (Credo che lei sia cinvinta che possa essere un regalo gradito perché non mi ha ancora vista ballare né tantomeno sentita cantare). Si aprono le selezioni. Ci si incontra per preparare la scenografia e per fare le prove. Gli altri genitori sono entusiasti, io sembro in lista per il patibolo. Riesco a spuntare un ruolo di non-protagonista, o meglio riesco a defilarmi, lascio così il corpo di ballo per dedicarmi ad un siparietto in assolo, senza costume, né trucco e soprattutto 'muto'. Arriva il grande giorno, dietro le quinte c'è molta eccitazione. Si va in scena. E' il mio momento. Munita di un enorme cartello raffigurante il sole, introduco un cambio di ambientazione. Non ricordo molto altro se non che il piccolo Hulko vedendomi comparire, e forse poi sparire? (non l'ho mai capito), abbia cominciato a piangere e che abbia continuato a singhiozzare per l'intera durata dello spettacolo, rincuorato distrattamente da altri genitori improvvisati fotografi, cameraman e addetti al catering. Non sarebbe stato meglio chiudere con la più sperimentata e tradizional-popolare-godereccia festa di fine anno?

martedì 28 aprile 2009

Meteo...










Sì, sì… è arrivata la primavera!

Contegno.

Sveglia ore 6.45
Di nuovo sveglia ore 6.50
Ancora sveglia ore 6.55
ok mi alzo ore 7.00
doccia, piega (a beneficio dei soli lettori che ignorano l'acconciatura che sfoggio a prescindere dal tempo dedicatole), vestizione.

ore 7.45 sveglia del nano
ore 7.50 di nuovo sveglia del nano
ore 7.55 ancora sveglia del nano
ore 8.00 "Hulko porca miseria vuoi fare tardi?!"

colazione
vestizione
terapia (vedi asma)
macchina - scuola - macchina - ufficio

Prime 4 ore di impegnato e partecipe lavoro (un giorno ve ne parlerò)
Pausa. Cioè pausa, mi sono catapultata nel ricco impero caprottiano che ha dato i natali a Giusy Ferrè (!) per acquistare i generi di prima necessità per la gita del nano.
Affettato, pancarré, frutta e parmigiano, (per una dieta equilibrata) succhi di frutta, acqua e biscotti. In più "...e stasera che ci mangiamo?" ah non tralascerei che essendo la giornata nata sotto una buona stella, ho dovuto ripassare tutti gli acquisti alla cassiera per il controllo-random (anche se ora non ci credo più) del presto spesa ('Presto Spesa' circuito veloce, fai la spesa, passi tutti i codici a barre al lettore e in cassa-dedicata consegni il terminalino, saltando la coda e acquisendo punti premio (n.d.a.)). Esco trascinandomi le buste fino alla macchina, sotto una pioggerellina leggera, leggera, un pulviscolo... riprendo posto alla scrivania per altre 4 ore di intenso e coinvolgente lavoro, minuto più, minuto meno.
In macchina, 40 minuti per percorrere 8 chilometri, d'altronde piove. Sarà. Passo dagli ImpagabiliNonni a 'ritirare' Hulko e il sugo con le polpette per la cena "Fai attenzione a non rovesciarlo mi raccomando" "Sì MammaSauro, ciao a domani". Usciamo. In testa la qui presente con mano sx impegnata a sorreggere in equilibrio il sugo, la dx a trasportare, a distanza di sicurezza dalle caviglie, le buste della spesa, l'ombrello incastrato fra la spalla e la testa. Di seguito Hulko impegnato a fingere di non bagnarsi, di non far bagnare lo zaino e soprattutto di non essere interessato ad ogni pozzanghera o acquitrino incontrato lungo il cammino (100 metri in tutto, forse). Svoltiamo per affrontare gli ultimi 30 metri e una folata di vento polare e irrispettoso ci rovescia gli ombrelli e mi bagna gli occhiali. Siamo a casa. Ci liberiamo degli indumenti umidi, disfo le borse della spesa e distrattamente mentre chiacchiero con Hulko, prendo dal suo zaino il quaderno degli avvisi ....Nooo, come sarebbe a dire che la gita è rimandata causa maltempo? Me misera e tapina.

lunedì 27 aprile 2009

Nascondino.

Ehilà dove siete? Dai ragazzi non è divertente. Ho contato e ricontato ma dai nascondigli non fa capolino nessuno. Eppure non passa giorno senza che mi senta ripetere, sia dagli interlocutori ‘più-sperimentati’ che da quelli ‘occasionali’, spesso nemmeno interpellati, “Ma hai idea di quanti siete!?”. Ignorando il prurito alle mani e infilandomi un fazzoletto in bocca (di stoffa perché quelli di carta alla lunga impastano) per non cedere alla provocazione dell’appartenere alla ‘specie in via d’evoluzione’, la riflessione è comunque doverosa. Devo socializzare? Devo socializzare. Partiamo dal presupposto che non sono l’unico genitore single, anzi. Anzi. Sì voglio approfondire questo ‘anzi’. Anzi-tutto dove siete voialtri? Ogni chiacchiera da quella in spiaggia, a quella davanti al distributore di caffè, a quella a cena a casa di amici, per pura solidarietà, per sentirsi a posto con la coscienza, in mancanza di altri argomenti, ti viene detto, “Anche Tizia è da sola con una bimba”, “Caio ha due figli e fa benissimo da solo” “ Anche mia cugina…” “...ma va, anche tuo nipote?” “E la figlia del panettiere?” “…e il mio compagno di ballo…” “Il fratello di Sempronio…” e via così verso l’imbrunire della vita. Ve lo chiedo con estrema cortesia ancora una volta, qualcuno mi dice anche dove sono? Dove vivono? Cosa dicono? Cosa fanno? Cosa mangiano? …da non tralasciare, sarà mica poca cosa scambiarsi qualche ricettina a basso impegno ma ad alto gradimento per quelli ‘sotto al metro’?
Comincio a credere che esista un mondo parallelo, una realtà virtuale, MammYX (caspita me lo rivendo, uomini e donne genitori, i cromosoma Y e X che fanno da ‘mamma’ ai loro figlioletti) se solo riuscissi a trovare la porta. Ci passerò attraverso una USB? E se fosse una passaporta Potteriana? Ok mi sono persa.

domenica 26 aprile 2009

nel dubbio, mi rannicchio.



guardo, studio, ascolto, non sollevo un cricchio
andrà tutto bene se non do nell'occhio?

Giro, vedo gente, faccio cose.

Titolano i giornali. Affascinante e interessante come non mai, Milano durante il Salone del Mobile diventa una galleria d'arte a cielo aperto. Ogni via, ogni strada, ogni vetrina, ogni cortile si trasforma in un'opera geniale. Una settimana di presentazioni, cocktail, djset, performance e party esclusivi. Un'immersione totale e frenetica nella creatività, nell'eccellenza del design accompagnata da contaminazioni artistiche che travolgono e animano ogni angolo della città.

Parto decisa, sono una zia curiosa e Milano è la mia città. Sono orgogliosa. Per una settimana me ne vado a zonzo per le vie del fuori salone. Cocktail dopo cocktail, presentazione dopo presentazione, evento dopo evento le situazioni si susseguono vorticose. Tutto sembra essere sublimato dalla frase “Io c’ero”. Un dubbio si fa strada tra i miei pensieri, lo dribblo atleticamente insieme a improbabili "alternativi", tutti gli studenti del politecnico al primo anno di architettura, improvvisati radical chic, turisti con infradito e birra incorporata, sgargianti e colorati fannulloni. Divento però più agguerrita, e seppur determinata inizio un pellegrinaggio confuso nell’epicentro del fuori salone, nelle zona di via Tortona. Ed eccomi in piena sagra di paese con la gente per strada che ride, beve e si diverte; forse non tutto quello che era visitabile è stato visitato, ma di certo tutto quello che era bevibile è stato bevuto! Ve lo assicuro ;-)
Passo dopo passo rallento e non posso fare a meno di pensare che probabilmente in mezzo a tutta questa divertente baraonda il "designer" si sia semplicemente perduto. O più banalmente, sia rimasto bloccato nel bel mezzo della famosa "scaletta", il ponticello di ferro, che unisce le due metà della città: incastrato nella fiumana di gente di "quelli del Fuori Salone"!

Dite quello che volete ma come direbbe il mio nipotino: "certo che a volte voi proprio esagerate".

tartarughe blu



Le tartarughe blu installate alla fonte aretusa nell'isola di Ortigia a Siracusa sono il simbolo del G8 sull'ambiente. Sono state realizzate da «Cracking art group» con plastica riciclata (Azzarello/Afg)

sabato 25 aprile 2009

Avvisaglie.

Una giornata libera dal lavoro. Una giornata libera, quindi. Ne approfitto per passare del tempo di qualità con Hulko. In perfetto orario e assetto di mamma-dedicata, tenuta sportiva, merenda fresca in borsa e pallone sottobraccio, mi presento all'uscita da scuola, sostituendo gli impagabili nonni per una volta. Suono della campana. Lui avanza, chiudendo la fila ovvio, verso i cancelli, mi regala un sorriso caldissimo e mi fa ciao-ciao con la manina. Mi raggiunge, lascia cadere lo zaino a un paio di soffi dai miei piedi, si libera di giacchino e felpa e schizza via, inseguito da un nugolo di amichetti, a giocare con il pallone. A me toccano le chiacchiere da 'giardinetti' con le altre mamme e nonne. Ometterei. Idea! "Huuuulkoooo, Huuuulkoooo vieni qui devo domandarti una cosa" "Eccomi" "Cosa ne dici andiamo a mangiare da Mc Donald's stasera, ti va? portiamo anche la tua amica (e compagna di classe) Streghetta?" "sì!" e così restiamo d'accordo che alle 19 passiamo a prenderla. Lui è in trepida attesa già dalle 18.15, 'docciato e profumato'. Per lei.
Ore 19.02 l'eterogeneo gruppo, età media 13 anni, (straordinaria questa cosa della media matematica), sta prendendo posto in macchina. 5 porte, 5 posti. "Dai Streghetta sali di là, questo è il mio posto" "No vai tu ormai qui ci sono io" "Maaaaammmma?!" "Hulko su lascia lei lì, è nostra ospite comportiamoci bene". Streghetta 1 - Hulko 0.
Partiamo e lungo il trasferimento, "MammYX perchè tu hai quello per appoggiare il braccio?" "Si chiama bracciolo. Io però non lo uso" "Devo chiedere al mio papà se anche lui ce l'ha quello per appoggiare il braccio" (ok, potevi fare lo sforzo di tenerlo a mente almeno 10 secondi) "Sai Hulko io delle volte do i calci quando sono in macchina" lui la guarda perplesso, allora prendo in mano la situazione " Ah sì? come mai non ti accorgi?" lei serafica "Mi accorgio ma lo faccio lo stesso". Adorabile.
Si distraggono rovistando in modalità-pippicalzelunghe l'interno della tasca del sedile. "Ma è vero?" Streghetta brandisce un mio vecchio cellulare ancora con antenna a vista e lui sereno, quasi a ricordarle che hanno solo 7 anni e il cellulare non deve/dovrebbe esserre fra i loro effetti personali, "No" "Io a casa ne ho uno che funziona" (appunto), Hulko le chiede "Me lo dai adesso" e lei "No l'ho trovato io". Streghetta 2 - Hulko 0.
Parcheggiamo, ci uniamo alle schiere di famiglie festanti che hanno avuto la nostra stessa originalissima idea di cenare al Mc e finalmente, dopo 15 minuti di attesa, intontiti dai fumi caratteristici e universalmente riconosciuti della cucina-industria di Mc, facciamo le nostre ordinazioni. Prendiamo posto. Non si riesce a parlare dal frastuono. Le uniche cose che percepisco sono i loro movimenti, li osservo mentre mi cibo di una confezione di Nuggets. Lei continua a controllare lo stato di avanzamento della cena di Hulko, mettendolo in competizione. Entrambi attendono che io distolga lo sguardo per schiacciarsi in bocca più cibo possibile. Vogliono finire patatine e hamburger, attingendo ognuno dal proprio Happy Meal quindi già assicurato, per avventarsi poi sulla confezione di Nuggets da 6 per tentare di dividere equamente le crocchette, cosa che dovrebbe essere comunque garantita dal fatto di essere state ideate in confezionamento in unità pari. Yogurt bevuto, a completamento delle scorte, finalmente hanno l'autorizzazione ad aprire la sorpresa/gioco. Non sottraendosi neanche in questa occasione al principio di vita, 'L'erba del vicino è sempre più verde' scatta l'azzuffatina a pancia piena "MammYX qual è secondo te più da femmina?" (fra questi 2 informi mostri concepiti da una mente malata per allietare la fantasia già ricca dei bimbi?) "L'importante è che ti piaccia, non esistono giochi da femmina e giochi da maschi" (ricordatemi che ne riparliamo) "Hulko mi dai il tuo?" "No" "Dai a me piace quello" "Anche a me" (...) "Mamma Streghetta mi ha detto che sono cattivo" tirata su di naso, "Ma stavo scherzando" (Perfida). Streghetta 3 - Hulko 0
Ok è ora di rientrare.

Morale della sera ... e della vita (di coppia):
1 - metterlo davanti al fatto compiuto non lo aiuta ad accettarne la sorte con più serenità e facilità;
2 - appropriarsi delle sue cose e gestirle in autonomia non lo aiuta a decidere spontaneamente di condividerle con qualcuno, nè ora nè mai;
3 - andare a colpirlo nella sua autostima non lo aiuta a rinforzarsi ma solo a decidere che prima o poi si vendicherà.

venerdì 24 aprile 2009

Tonno

"Oggi all'asilo ho mangiato il tonno."
"Il tonno in scatola?"
"Ma no fuori dalla scatola!"

Tavola rotonda.

Secondo anno di asilo nido. Nuova struttura. Nuove educatrici e nuova direttrice. Partecipo all'incontro conoscitivo, esplorativo e più di ogni altra cosa risolutivo. Dissolverà, infatti, ogni incertezza residua mia e delle altre mamme. E' questo l'istituto migliore per lo sviluppo fisico-mentale del nostro bambino? Franchising promosso da una multinazionale americana, che solo a nominarla ti senti già un po' più di successo, ospitato nella propria sede, ha aule e spazi puliti, freschi, accoglienti e luminosi. Anche qui al posto del giardino una colata di cemento di 8 m2. Cucina Interna. Impagabile. E così suggello anche questo secondo sodalizio. E per chi se lo stesse domandando, in effetti è anche più vicino a casa, (così facendo qualche colazione l'abbiamo 'tenuta giù').
Ordunque inzia l'anno, iniziano le comunicazioni alla famiglia, inizia il normale svolgimento delle attività. Pittura con le dita, ascolto dell'inglese, musica, ballo, travestimento, insomma i bambini si esprimono, ricevono formazione, crescono.
Passa qualche mese e ci ritroviamo scomodamente seduti sulle piccole sedie per un incontro di aggiornamento. Ascoltiamo passivamente il resoconto sui progressi fatti dai nanerottoli e compiaciuti sorridiamo lasciando trapelare questa forte sensazione di appartenenza al gruppo-genitori. E' il nostro turno, ci viene domandato un giudizio sulla struttura e se abbiamo eventuali suggerimenti da trasmettere. Un po' incautamente crediamo realmente di avere voce in capitolo e qualcuno apre lo spinoso dibattito sul tema del menu, "Troppo freddo" "Troppo caldo" "Razioni troppo scarse" "Razioni troppo abbondanti" "Troppi condimenti" "Troppi dolci" "Troppi carboidrati" insomma ognuno nel rispetto del proprio credo politico, della propria fede religiosa, in ottemperanza alle ultime direttive della FAO, in linea con il prodotto interno lordo, in equilibrio con il paniere dell'inflazione e senza dimenticare i consigli della nonna ha da far raddrizzare il tiro in fatto di alimentazione. Fomentata da tanta partecipazione decido di avere anch'io qualcosa da segnalare e così aspetto diligentemente il mio turno. Mi ritrovo occhi negli occhi con la direttrice, laureata a pieni voti in 'scienza del crescere bene i nani (degli altri)' con master in 'l'età evolutiva, del bambino e della società che lo ospita'. "Buongiorno mi dica" e io "Buongiorno S., volevo esprimere la mia soddisfazione per i risultati fin qui registrati...vedo grandi cambiamenti in Hulko, riceve molti stimoli...partecipa alle attività di gruppo, ha molti amici ...ma non potreste sostituire i formaggi molli con qualcos'altro? a lui proprio non piacciono" "No, signora suo figlio deve abituarsi, non è mica al ristorante". Fine della storia. Rientrando verso casa penso "Qualcosa non torna, se fosse in riformatorio lo sovvenzionerebbe lo Stato e io non mi dovrei dissanguare tutti i mesi per pagare la retta". Esigo le lasagne!

giovedì 23 aprile 2009

Una babysitter da favola (need a babysitter today?)

Ecco le nostre favole preferite.
Preferite da Hulko, il mio adorato nipotino, proprio perchè favole.
Preferite da LaZia, ovvero da me, perchè sono favole e brevi.
Insomma veloci da leggere.
Temo mi manchi il dono della pazienza.
Ogni tanto ne pubblicherò qualcuna.


Le favole del Fiocco Gigante | 1

-C'era una volta una bambina che si chiamava Cappuccetto Giallo.
-No, Rosso!
-Ah, si, Cappuccetto Rosso. La sua mamma la chiamò e le disse: Senti, Cappuccetto Verde..
-Ma no, Rosso!
-Ah, si, Rosso. Vai dalla zia Diomira s portarle questa buccia di patata.
-No: vai dalla nonna a portarle questa focaccia.
-Va bene: La bambina andò nel bosco e incontrò una giraffa.
-Che confusione! Incontrò un lupo, non una giraffa.
-E il lupo le domandò: Quanto fa sei per otto?
-Niente affatto. Il lupo le chiese: Dove vai?
-Hai ragione. E Cappuccetto Nero rispose..
-Era Cappuccetto Rosso, rosso, rosso!
-Sì, e rispose: Vado al mercato a comperare la salsa di pomodoro.
-Neanche per sogno: Vado dalla nonna che è malata, ma non so più la strada.
-Giusto. E il cavallo disse..
-Quale cavallo? Era un lupo.
-Sicuro. E disse così: Prendi il tram numero settantacinque, scendi in piazza del Duomo, gira a destra, troverai tre scalini e un soldo per terra, lascia stare i tre scalini, raccatta il soldo e comprati una gomma da masticare.
-Nonno, tu non sai proprio raccontare le storie, le sbagli tutte. Però la gomma da masticare me la comperi lo stesso.
-Va bene: eccoti il soldo.
E il nonno tornò a leggere il suo giornale.

A sbagliare le storie. (Gianni Rodari, Favole al telefono)

23 aprile 2009, Giornata mondiale del libro



“Nessun vascello c’è che come un libro possa portarci in contrade lontane” Emily Dickinson

il cecio dà una lezione alla zia.

un libro di figure, il tunnel degli orrori:
è un gioco, non temere, dal buio si esce fuori
non segue il chiarimento, mi guarda un po' in tralice -
"ma io non ho paura. perché sono felice."

mercoledì 22 aprile 2009

A ognuno il suo piccolo viaggio…



Ogni mattina aspetto che passi il bus alla solita fermata:
studenti che chiacchierano, genitori con bimbi da accompagnare a scuola, passeggini ingombranti, persone che fumano, lavoratori impazienti: tutti in attesa con la speranza che passi un bus accogliente, semivuoto, vivibile?! Un bus “fantastico”: colore brillante, design accattivante, linea perfetta… comodo, accogliente, pulito…

Aspetta, aspetta e aspetta… il rombo del motore in lontananza mi mette sull’avviso: il bus sta arrivando. Ragazzi comincia il viaggio!

Salgo, mi guardo intorno, l’autobus è pieno: sono in buona compagnia.
Anche oggi è passato il bus, il solito, il quotidiano.
Ogni giorno è un viaggio indimenticabile: il nostro viaggio personale.

Amorino.



Zia. Zia tu non hai il fidanzato. Neanche un marito. Infatti non sei neanche sposata. Neanche la mia mamma. Non ha il fidanzato e neanche un marito. Dovrebbe sposarsi anche lei. Mi giro e chiedo:"dici che mi serve?!?" Nel suo sguardo leggo muta la risposta. È il mio esatto opposto. Adoro il mio nipotino.

(L'illustrazione di Lice è dedicata ad Andrea.)

one love

Playing For Change | Song Around The World


Playing For Change | Song Around The World "One Love" from Concord Music Group on Vimeo.

martedì 21 aprile 2009

Ostacoli.

"Sai una cosa mamma?"
sto guidando lungo un viale e la sua voce mi arriva dal fondo dell'auto
"Dimmi" gli rispondo.
"Voglio costruirmi una casa su un albero..."
ah esuberante, potente e invidiabile fantasia giovanile,
"...solo che non so su quale albero".

Hombres o Ombre?

Io ne voglio uno tutto per me. Dedicato.
sono stufa di essere circondata da uomini che temono di essere notati, ritrovati o molto più semplicemente 'scoperti' dalle ex, dalle reginette in carica o dalla propria coscienza (rarissimi casi quest'ultimi). E per cortesia che si vari un po' il canovaccio. Apriamo con qualcosa di nuovo, "Sai io e mia moglie siamo un po' in crisi" si è già sentita, e poi certo che lo so come va il mondo non arrivo da un'altra galassia. Poniamo anche il caso che io non lo sappia, prima risolvi la crisi con tua moglie, e poi, e dico poi, mi chiami.
Secondo scambio di battute "Non sono come gli altri (sicuro?), non sto cercando una distrazione, sei diversa, mi piaci, potrei anche innamorarmi", insomma un crescendo fino ad arrivare all'apice, a distanza di forse 72 ore tutto compreso, "Lasciamo stare. In questo momento della mia vita ho bisogno di essere sereno, di divertirmi (figurati io!) e visto che dici che non ho neanche i requisiti minimi (mai detto, anche perchè credo tu non mi abbia fatto prendere parte al monologo) è inutile accanirsi". Avanti un altro.

maschi e femmine: il cecio sa già come funziona.

tu fai il principe, zia, io sono cenerentola
su, trova la scarpetta che perdo nella favola
m’inchino: a me il piedino, oh cecio, se vi piace!
faccio da sola, principe, che tu non sei capace…

lunedì 20 aprile 2009

LaPiccolaStefi

LaPiccolaStefi ha due anni e mezzo e per sua fortuna non è milanese :)
(Piccola presentazione d'obbligo per una nuova protagonista del blog)

Qualcuno lassù ha avuto un'idea sensazionale. Come non pensare a degli acquarelli come sorpresa di un uovo di Pasqua? Per la felicità di tutte le mamme...qualcuno lo ha fatto.
Ebbene l'uovo di Pasqua ha trasformato LaPiccolaStefi in una spaventosa serial killer. Armata di pennelli e colori andava in giro e minacciava chiunque le capitasse a tiro "Ti faccio i bappi!"

Ci proviamo. Ogni giorno. Una bracciata dopo l'altra.

Chissà o Chi sa.

Hulko è rientrato dal week end inglese con suo padre, X (interpretatela un po' a piacere...non ho resistito una X è perfetta), contento e anche eccitato da questi giorni in terra straniera, ha giocato e interagito con i cuginetti pur senza conoscere la lingua, intendendosi con la semplicità che riesce solo ai bambini. Ha due voli in meno di 48 ore alle spalle. Così gli tengo compagnia mentre si prepara per la notte, doccia, pigiama e terapia per l'asma. E' pronto e dopo aver tentato il solito "In quale letto dormo? Va bene, va bene mamma vado nel mio", gli leggo una storia e gli rimbocco le coperte. Lui con gli occhi già piccoli, mi promette solenne "Mamma un giorno ci andiamo in Inghilterra" e io "Certo Hulko ma in realtà ci siamo già stati, con LaZia, Lozio-expiccolodifamiglia-da-te-spodestato, e i nostri amici LosPelos" lui non mi lascia neanche finire perchè ha chiaro il ricordo: "Ma no mamma lì eravamo a Londra".
Se lo dici tu.

domenica 19 aprile 2009

Se fossi...

Aspettava impaziente che finissi di prepararmi per accompagnarlo al cinema: “Mamma temo che non faremo in tempo”.
Eh?!? come sarebbe a dire ‘temo che non faremo in tempo’, ma chi te le scrive le battute Rossella O’Hara, a 7 anni non dovresti avere un gergo da teppistello di strada?!

Senza titolo, nè sottotitolo.

Mamma adesso stiamo un po' zitti.

Primi passi.

Asilo nido. Asilo nido a pagamento per intenderci. In Italia non sono particolarmente chiari i requisiti di ammissione ai rarissimi posti pubblici, sai quando entri in graduatoria ma non sai se ne uscirai mai, miglior piazzamento registrato 57° su 30 posti disponibili. E così parti alla volta dell'asilo privato. La rata mensile dell'asilo bi-lingue ti aiuta a decidere che per imparare l'inglese c'è sempre tempo e quindi ti accontenti di sapere che la struttura che hai scelto è quantomeno amministrata da un'americana, fa nulla poi se le educatrici hanno accenti italiani fra i più disparati. Gli spazi all'aperto pubblicizzati sul depliant, che ti avevano portato ad immaginare un parco in cui i bambini potessero scorrazzare liberamente, scoprendo la moltitudine di fiorellini di campo e insetti schifosi, da tentare anche di saggiare aiutati dalle neo attivate papille gustative, si risolvono invece in 3 m2 di passo carrabile trasformato in 'giardino d'inverno'. Lo stesso che ti costringe a passare la giornata tenendo scaramanticamente incrociate 2 dita sotto la scrivania per scongiurare che altri condomini uscendo dai box possano andare lunghi e falciare l'altalena. Il vero elemento imprescindibile che ti fa immediatamente protendere a favore del sodalizio è la sua ubicazione, a meno di 50 mt dal tuo nuovo posto di lavoro. Firmando l'iscrizione, praticamente col sangue perchè nell'eventualità chiedere di recedere dal contratto è un po' come chiedere l'annullamento di matrimonio alla Sacra Rota, pensi di aver fatto davvero la scelta più funzionale. Non immagini neanche lontanamente che stai invece firmando la tua condanna, se non proprio a morte, quanto meno all'isterismo. Scopri infatti, a distanza di pochi giorni, che il tuo amabile frugoletto biondo soffre il mal d'auto e così tutte le santissime mattine non riesci a tagliare il traguardo dei 14km, da parcheggio a parcheggio, senza che il nanetto non restituisca la colazione in forma cagliata, a te e ai sedili della tua auto.

sabato 18 aprile 2009

Intraprendenza rosa.

Pupelma ha una certa venerazione per il gigante buono. da sempre stravede per lui. probabilmente la sua staticità, la sua compostezza, quel suo essere bradipo un po' la incuriosiscono. gli corre incontro, lo chiama a gran voce per scuoterlo e una volta stremata dalle sue lente reazioni non ce l'ha più fatta e gli ha gridato: "Hulko vieni qui, io ti fidanzo".

Girotondo.

Si frulla. Inizia a girare su se stesso. Gira, e gira, e gira fino a quando non mette più a fuoco ciò che lo circonda e finisce col perdere l’equilibrio. Sarà un modo di evadere dalla sua quotidianità?! Temo anche per il mio equilibrio.

where the hell is Matt?


Where the Hell is Matt? (2008) from Matthew Harding on Vimeo.

Campana.

Hulko sovente balla. Direi hip-hop. Fa sorridere. Forse perché con lui ‘ballano’ anche le sue guance.

venerdì 17 aprile 2009

il cecio rientra da una gita in campagna.



cresco con l'acqua, zia, divento come un albero
le braccia larghe, sui rami le conto le dita
il vento del gioco le accende le guance e un riverbero
il buio stasera è soltanto paura sopita.

Rialzo.

Scatta il salvavita. Se tutto va bene l’indipendenza (quella fisica s’intende perché per quella economica le statistiche italiane sono demoralizzanti) la raggiungerà fra altri 6/7 anni. La necessità affina quindi l’ingegno, come insegnava il mio istruttore di guida. Qualcuno la chiama ‘banca del tempo’, qualcuno ‘bon ton’, qualcuno non se ne preoccupa proprio, per me è sopravvivenza. Ricordo vivamente di aver pensato ‘se organizzo una festicciola di compleanno occupandomi degli amichetti di Hulko, poi a turno le loro mamme si occuperanno di lui’. Questa la strategia. Nella realtà ho corso come una forsennata per una settimana, telefona per invitare, telefona per chiedere conferma, telefona per ordinare i palloncini di winnie pooh, telefona per la torta, (confronto qualità-prezzo, almeno tre preventivi), fai la spesa, bibite (non troppe) patatine, nutella (che mondo sarebbe senza nutella?), focaccine, pizzette, piatti di carta, bicchieri di carta (ne mancano sempre). Vai a ritirare la torta, vai a ritirare la pedana con i palloncini (o caspita non l’avevo calcolata, ci starà in macchina?). Pulisci casa, a fondo perché è facile (?!?) che qualcuno degli ospiti controlli la polvere sotto il letto, sopra i libri. Insomma arriva il giorno e tu apri la porta agli ospiti con le occhiaia e i capelli arruffati perché non sei riuscita ad asciugarli dopo la doccia. “ oh ciao, ben arrivati, entrate pure, ah…non vi fermate?..certo a dopo” … “ciao, sì, sì venite pure, mi fa piacere…d’accordo certo che lo posso tenere qui mentre voi fate la spesa, a dopo” … “Hulko è il citofono vai ad aprire…come dici? Salgono solo i fratellini perché la mamma non sta molto bene? Va bene” …ok quattordici bambini e neanche un genitore. Niente panico. Distribuisco cappellini, tovaglioli di carta, panini, dolci, scrivo nomi sui bicchieri, giustifico ferma la scelta di winnie pooh “no, non preferivo spiderman”, pulisco luccicanti moccoli al naso, accompagno al bagno, canto gli auguri, raccolgo carte, panini spatasciati, pop corn uso coriandoli e richiamo all’ordine. Ad un certo punto proprio mentre penso “ ma sì alla fine è stata una buona idea” mi sento tirare il lembo della camicia e mi arriva all’orecchio una vocina gentile che ignora la portata di quello che sta per riferirmi “Non troviamo più Alessio!”

Stasera.

Mi si butta tra le braccia.
Si raggomitola tutto.
Mi dà un bacio dolcissimo.
Sorride beato.
Punta deciso gli occhioni azzurri,
mi guarda sincero e proferisce:
"Stasera ti voglio bene, zia.
Questa volta sono cambiato."

No comment :-)

giovedì 16 aprile 2009

Guida sicura.

Mamma guida serena verso casa e Pallina seduta al suo posto sul sedile posteriore, guarda il panorama in silenzio. D'improvviso, una vocina lieve sussurra: "ochio!".
Mamma ride pensando sia solo una coincidenza mah… da allora Pallina è attenta e avverte quando si incontrano stop, precedenze e rotonde.

Caca Mimi non vede l'ora di portarla sulla sua 500 brumbrum.

Verace.


MammYX e ELP in chat notturna leggermente trafelate nel tentativo di padroneggiare il mezzo

ELP:
(...) magari una sera passo a bere un caffe' da te
MAMMYX:
sììì mi farebbe molto piacere
se vuoi possiamo anche alzare il tasso alcolico :)
così magari scriviamo un sacco di nuovi post per il blog
ELP:
sai che io se alzo il tasso alcolico non ho mezze misure
MAMMYX:
sette posti letto, no problem :) (...)
ELP:
sto leggendo una mail di La Zia e LaCompagnaDiBanco che dovrei farmi tradurre da qualcuno perche' parla di badge di flickr e friendfeed di twitter. Ti prego dimmi che anche tu non ci capisci niente, xche' altrimenti vuol dire che ho davvero perso il tram in tutti i sensi!
MAMMYX:
assolutamente sì, arrivo giusto giusto da una sessione di recupero a casa de LaZia, dove io sfogliavo Vanity e lei mi impostava profili a destra e a manca, creava link e via discorrendo. vai pure a nanna serena, quando avrà finito con me si occuperà di te, perchè dice che servono a veicolare il blog
ELP:
allora...se servono a veicolare i blog..........sto gia' meglio

mercoledì 15 aprile 2009

La macchina del tempo

Quest'anno compiro' i miei primi 40 anni. 40 o meglio QUARANTA. Provate a dirlo, lentamente: Q U A R A N T A. Suona bene, riempie la bocca. Ma io non me li sento, eppure sono tanti. Se non fosse per la solita forza di gravita' che tira giu' tutto...potrei averne 20. Dite che a 40 anni si puo' ancora pensare di andare al concerto di Jovanotti? Il problema e': secondo voi a 40 anni e tre figli sulle spalle e' tempo di diventare e fare la signora, come ormai tutti mi chiamano facendomi indispettire per non dire inc...... vedete sono anche scurrile, non posso proprio fare la signora; oppure si puo' continuare a fare finta di niente, ignorare quelli che ti chiamano signora pensando di farti felice e continuare a vivere come se ne avessi 20? Io non vorrei tornare indietro e ricominciare tutto perche' molto probabilmente rifarei le stesse cose, vorrei solo fare anche adesso le stesse cose che facevo prima senza sembrare una di quelle tardone che non accettano il passare del tempo. Quando sono in macchina da sola ascolto la musica a tutto volume e canto; magari sto andando a prendere mia figlia a scuola, mi guardo in giro e non vedo tante altre mamme che lo fanno. Penso: forse e' una cosa disdicevole per una mamma, allora abbasso la musica, mi levo quel sorriso un po' ebete dalla faccia, scendo, mi calo nei panni della mamma quarantenne saggia e posata, prendo mia figlia risalgo in macchina, alzo il volume e cantiamo. Finalmente qualcuno che mi capisce!

martedì 14 aprile 2009

sempre un po' in viaggio

conversazione col cecio

voglio timbrare i biscotti nel caffè
io sono grande, non succede niente
intanto dimmi (e parla apertamente)
ma tu cos'eri, quando io ero bebé?

lunedì 13 aprile 2009

Imprinting.



Avendo rimandato a lungo l'incontro-scontro con il ferro da stiro, questa mattina aprendo l'anta del mobile i panni mi si sono letteralmente buttati fra le braccia...e così ho acceso il ferro e la televisione, riflesso incondizionato. orbene dopo il quarto telegiornale, quindi stesse notizie, stessi commenti e soprattutto stesse riprese, ho optato per un canale musicale, più giovane e più sereno. nessuna play list mi imbatto invece in un programma, protagonisti i ragazzi che, aiutati da un anonimato iniziale, possono trasferirsi sensazioni e emozioni difficili attraverso alcune lettere per arrivare poi a un confronto finale, viso a viso. nella puntata di oggi, ambientata in un liceo, M. 19 anni, belloccio, è il destinatario di un messaggio anonimo. leggermente imbarazzato in poche righe scopre che il mittente-segreto lo reputa un ottimo amico, leale, intelligente e divertente pur se diffidente e sospettoso. il mittente-generoso però per aiutarlo a capire di potersi fidare degli altri, prerogativa che lo porterebbe a godersi la vita (opinabile), gli offre la possibilità di vivere delle esperienze e incontrare delle persone molto speciali. il ragazzo circondato dagli amici, che intervistati si schierano a tratti con il mittente-illuminato, a tratti con lui (vatti a fidare...), riceve in effetti stimoli importanti che lo portano a riconoscere di avere ampi spazi di miglioramento. è infatti di carattere permaloso, possessivo e un po' lunatico. completato così il percorso introspettivo, per il quale è stato sufficiente un pomeriggio di riprese, arricchito nell'animo, scopre nell'ultimo messaggio che l'autore però è G. la sua ragazza, 18 anni.
decide di incontrarla, la raggiunge e si unisce a lei ad un tavolo. si guardano, lei gli sorride (ahia), lui le sorride, lei ha urgenza di parlare
"Sei arrabbiato?" errore numero uno: ti poni nella condizione di essere giudicata per la scelta che hai fatto, se fosse arrabbiato vorrebbe dire che hai sbagliato.
lui risponde di no.
lei allora gli confida in un attimo di ritenerlo un fidanzato quasi perfetto. in un'intervista in apertura forte della propria unicità, del proprio valore si diceva delusa della sua insicurezza e della sua gelosia, caratteristiche che, nel tempo, li avrebbero portati a lasciarsi. dunque dove eravamo rimasti? gli rivela però di non essere completamente soddisfatta della loro relazione, lui si alza, le va vicino, si china quasi a sfiorarla e le domanda con tono basso e gentile
"Hai ottenuto ciò che volevi?" a lei si rompe la voce, errore numero due: ti senti debole perché hai paura di perdere ciò che hai, che è qualcosa ma non tutto.
lui l'abbraccia, lei cede al pianto liberatorio, errore numero tre: ti sei fatta fregare.
ma come è potuto succedere, sei partita convinta di sapere ciò che era giusto per te e certa di poter cambiare le cose e ora in lacrime hai già accettato di cedere a compromessi?
attenzione al gran finale,
"Allora vuoi che cambi?" e lei... e lei?! "No, non ti cambierei, sto bene con te". Applauso.

La regola e il caso | Bruno Munari

Come il giorno e la notte
la regola e il caso sono due contrari
come la luce e il buio
come il rosso e il verde
come il caldo e il freddo
come l’umido e il secco
come il maschile e il femminile.
La regola dà sicurezza,
la geometria ci aiuta a conoscere le strutture
o a costruire un mondo nel quale
ci possiamo muovere senza paure.
Il caso è l’imprevisto
a volte terribile
a volte piacevole
l’incontro con una persona
con la quale si stabilisce subito
un contatto di simpatia o di amore,
l’esplosione di una idea risolutrice
la scoperta di un fenomeno.
La regola nasce dalla mente
si costruisce con la logica
tutto è previsto
con la regola si può pianificare un programma.
Il caso nasce dal clima
dalle condizioni ambientali, sociali,
geografiche, dai recettori sensoriali.
Un odore di eucaliptus
la forma di un sasso
il ritmo delle onde del mare…
La regola, da sola è monotona
il caso da solo rende inquieti.
Gli orientali dicono:
La perfezione è bella ma è stupida
bisogna conoscerla ma romperla.
La combinazione tra regola e caso
è la vita, è l’arte
è la fantasia, è l’equilibrio.

domenica 12 aprile 2009

Ce l'hai.

Va bene facciamo così, alla maniera dei boy scout, altrimenti non ne veniamo più fuori (…dalla realtà virtuale intendo!) io mi fermo qui e aspetto che veniate voi da me. Intanto faccio una pensata su cosa dire quando ci incontriamo…perché esistete vero?! Non so forse rimanderei, almeno inizialmente, i rendiconto personali. Quelli sugli assetti familiari, equilibrati nei loro squilibri, sulle date impietose sui documenti di identità, sui sogni nei cassetti mai riaperti, insomma io ad ognuno di voi, prima di ogni altra cosa chiederei: “In percentuale quanto tempo della tua giornata spendi facendo solo il genitore? Pensando solo da genitore?” No davvero devo capire. Si può decidere quanto tempo essere genitore e quanto tempo una qualsiasi altra cosa? Che ne so, oggi mi sento un po’ strega. Magari principessa. Cavaliere? Allora drago, posso drago?

sabato 11 aprile 2009

Ovvio

"Si' Ombre, se molli i giochi dal seggiolone cadono per terra."
"Ovvio, c'e' la forza di gravidanza!"

Come si chiama?

Mamma, come si chiama quel dottore...quello che guarda nelle orecchie? Motorino?

Sbrigati!

"Dai mamma! Sbrigati, fai zoom e mettilo a tutto schermo."
"Calma ragazza."
"Non e' mica un Velociraptor la mamma!"

venerdì 10 aprile 2009

giovedì 9 aprile 2009

dunque.

siamo piccini, ingenui, ma non stupidi
che il vento sbuffa lo sappiamo, sai?
strappa le foglie, tu sei lì che trepidi
perdi una nuvola, e non tornerà mai
ma poi si placa e fa meno paura
o ci si abitua, o si capisce che
se il mondo è incerto, siamo noi la cura
e far famiglia è vita - di per sé.

Spaccatura.

Avevi solo 6 anni ma ho dovuto spiegartelo comunque. Eri un Piccolo-grande o forse un Grande-piccolo. “Io e il papà vogliamo fare delle cose diverse. Non possiamo più vivere in casa insieme ma continueremo a volerti bene alla stessa maniera. Saremo sempre la tua mamma e il tuo papà. Ci prenderemo cura di te.” “Ma io con chi sto mamma?” “Sei fortunato perché hai tante persone che ti vogliono bene e tante case. Hai la casa con la mamma, la casa col papà, la casa dei nonni, degli altri nonni, della zia, dello zio.” Chissà cosa avrai pensato, ‘Sì, ma qual è la mia?’ Ho dovuto parlarti e raccontarti poco per volta. Mi si rompeva la voce, sapevo che, se non subito, presto o tardi, me ne avresti chiesto conto. Sentivo di aver fallito nei tuoi confronti in qualche modo. È passato del tempo e siamo andati avanti, spero che un giorno capirai che così come basta un alito di vento per far cominciare una storia d’amore, basta anche solo uno sbuffo, a volte, per farla finire.

mercoledì 8 aprile 2009

la terra trema.

la mamma censura il disastro in tv
che il cecio non sappia l'angoscia, in virtù
di quell'innocenza che senza misura
la morte e il dolore li nega e scongiura
ma il cecio li coglie su qualche giornale
e chiede se il mondo che si apre fa male
osserva con le sopracciglia aggrottate
negli occhi per poco si spegne l'estate
ma basta a insegnare al gran circo morboso
un nuovo riguardo. un po' più silenzioso.

Il gene femminile.

Scopro che la Pallina ha imparato due nuove parole oltre a mamma, papà, nonno e nonna: giacca e jeans.
Del resto, è femmina…

Piccolo particolare: la Pallina non pronuncia ancora la parola "zia". Difficile. Ha deciso di sostituirla con "caca". Lo so non è il massimo ma detto da lei… mi sciolgo.

va bene, mi spiego meglio

se la terra dentro ha un centro
dimmi tu come si fa
a finirgli dritto incontro
senza andare troppo in là

dài, scaviamo una buchina
mica è solo geometria
drago! stella! oro! murrina!
mammyx, fammi una magia

metti in borsa anche la tenda
e il costume, che si sa
se ti fermi a far merenda
giù fa caldo più di qua

porteremo meraviglie
dagli strati del pianeta
bruchi, sassi, zie e conchiglie...
tu sei pronta per la gita?

Risiko.















‘Mamma come si arriva al centro della Terra?’
‘Non si sa esattamente dove sia, si ipotizza sia ad una certa distanza…’
‘Mamma non ti ho detto dov'è ma come si arriva’. Agitando una manina a mezz’aria. ‘Non dov’è ma come si arriva. Io ci voglio andare’.
‘Ho capito, ho capito, adesso ho capito. Ma ho idea che per la gita fuori porta dovrai scegliere un’altra destinazione’.

martedì 7 aprile 2009

10/18 o 5 1/2

"Mamma devi firmare la verifica di religione."
"Quanto hai preso?"
"10/18"
"Veramente c'e' anche scritto 5 1/2 che vuol dire non del tutto sufficiente."
"Vabbe, tanto a M. ha detto che non ha studiato e a G. ha dato insufficiente."
"Allora brava, continua così!"

lunedì 6 aprile 2009

Insalata

Pupelma vuoi l'insalata?
Si', ma c'e' dentro anche la verrucola?

Il cecio fa della filosofia in attesa del pranzo.

ti racconto la filastrocca
delle candele sul tuo tavolino
avevano il naso, gli occhietti e la bocca
e sorridevano a ogni bambino

poi è venuto un giorno di festa
e tu le hai accese, sfregando un cerino
insomma, gli hai sciolto tutta la testa!
un pezzo per volta, con lo stoppino

adesso, piccine, son lì tristi e corte
squagliate e rinchiuse in un'aria funesta
è dura, zietta, ricevere in sorte
di nascere cera, ora... butti la pasta?

Casting.

Eccomi qui. Di nuovo donna. Di nuovo single. Ancora convinta che da qualche parte ci sia l’uomo giusto per me. E questa positività è ammirevole, giusto? Cosa è cambiato nel frattempo? La fisica non è più dalla mia. Ci insegna Galileo che i corpi vengono attirati verso la terra. Rispettosi del classico principio cadono, quindi, i capelli. Cadono i seni. E cadono pure le braccia davanti a tale disfatta. Si è aggiunto il grigio ai miei colori. E porto sempre con me un trolley di 7 anni, Hulko.
Riconosco che i presupposti non siano poi così allettanti ma più che tingermi, indossare il push-up e precettare LaZia per il baby sitteraggio, che posso fare? Comincia la caccia. Pardon la ricerca. Considerazione iniziale anche per un intelletto medio come il mio: possono gli stessi amici, gli amici degli amici, gli amici dei parenti, gli ex compagni di corso, di palestra, ecc., diventare interessanti e quindi affascinanti a comando? Già come temevo. E così nasce il problema. Ci sono tanti pesci nell’oceano ma io sto in montagna. Scatta la trasferta all inclusive: gita al mare con corso di subacquea.
Nuoti a stento e il costume non ti sta più come una volta. Non desisti e un istruttore carino, ovvio a pagamento, ti illumina sull’esistenza di erogatore, ossigeno e mascherina. E come ogni principiante, seppur già maturo, ti domandi come possano delle poco maneggevoli bombole e una mascherina tutta sputacchiata, affiancarti in una missione già di per sé tanto ardua. Ti passano un manuale da cui attingere le nozioni di base. Cosa fare davanti ad uno squalo: darsela a gambe o dargli una gamba? Non si legge bene perché quasi sempre si tratta di fotocopie, i testi originali non si sa nemmeno più dove siano, chi li custodisca. Neanche i più esperti si sentono di poter abbandonare la teoria per la pratica. E così tu leggi le fotocopie delle fotocopie, ipotizzi i pezzi mancanti, ti arrabatti con gli appunti di altri. Insomma prendi i tuoi rischi. Ma sott’acqua in mezzo ai pesci non si scherza. Ogni razza va affrontata nel modo giusto. C’è quella che si lascia abbindolare dai colori del tuo costume. C’è quella che capta i tuoi suoni. Quella che vive la notte. Quella che pulisce dove gli altri sporcano. Quella con gli aculei. Quella che mangia plancton e quella che mangia pesce. Sei abituata alle dinamiche del tuo acquarietto domestico e ora l’oceano sconfinato, popoloso e senza regole non può che intimidirti. Ma sia il tempo che Galileo ti remano contro. Devi tuffarti.

sabato 4 aprile 2009

Un, Due, Tre ... Stella!

Sabato mattina, prime luci dell’alba, mi sveglio, mi sento riposata, mi godo il tepore delle coperte mi stiracchio girandomi lentamente. Comincio a fantasticare, divago, pensieri tanto leggeri e improduttivi quanto piacevoli e soprattutto innocui. Sogni e desideri ad occhi aperti. Solo minuti rubati alla mia giornata. Ma, perché c’è sempre un ma, la giornata non è più solo mia. E mentre penso, ‘forse dovrei alzarmi’ due ginocchia mi atterrano vicino mancando la tibia di un soffio e un attimo dopo due piedini gelati si aggiungono ai miei sotto il piumino. “Mamma sei sbeglia? Facciamo colazione? Ma io devo fare i compiti. Posso non fare la doccia oggi? Andiamo al parco? Mi compri l'astuccio nuovo? ”

venerdì 3 aprile 2009

Vortice

Ehilà c'e' qualcunooo? Dove sono finiti i sogni? Il tempo di crederlo possibile e poi più nulla? Ho capito, ci siamo fatti prendere di nuovo nel vortice della vita. Gira, gira, gira, ogni tanto si riesce ad uscire (raramente direi) per poi venire di nuovo risucchiati nel fai questo, fai quello... No ragazze, cosi' non va bene, non bisogna caderci di nuovo! Forza alzatevi e reagite, facciamo sentire la nostra voce. Non abbiamo niente da dire? Perche' gli altri cosa dicono di speciale? Potremmo metterci anche noi a spiegare come si paga un mutuo, o come si cambia un pannolino, o come affrontare i capricci dei bambini. E invece no! Sono gia' in troppi a farlo. Lo so e' difficile trovare il tempo per sognare senza Valentina diolabenedica che ci da' una mano a sbrigare le faccende ultraterrene. E infatti arriva la solita telefonata che mi riporta a terra...fai questo, fai quello...

giovedì 2 aprile 2009

Annulla 1 azione

Io vorrei anche il tasto annulla 1 azione ad esempio per quando decidi di portare i tuoi tre tsunami in un negozio di pianoforti. Chiaramente prima di entrare ti premuri di raccomandare:"Non si urla, non si corre, non si tocca niente, chiaro?" - coro di voci bianche- "Si', mamma". "Buongiorno, vorremmo sapere ..smettila...quanto costa un pianoforte...cosa ti ho detto prima...nuovo perche'...sto parlando aspetta...ne abbiamo uno ma..." "Ma lei ne vuole uno alto 105 o alto 120, da più importanza all'acustica o bla bla bla..." "Guardi non lo so mi dica lei" "Si' sono proprio come i miei" "Perche' anche lei ne ha tre? Com'e'? Impegnativo?" "Signora lo sa meglio di me" "Sì lo so ma mi piace sentirmelo dire così mi consolo" "Come dire mal comune mezzo gaudio" "Esattamente!".

mercoledì 1 aprile 2009

Impostazioni? liberi tutti.

Se solo avessimo le opzioni 'salva adesso' & 'modifica' anche nella vita 'terrena'. Che so non ti è piaciuta la giornata appena trascorsa? Clicchi 'modifica' et voilà si cambia tutto.