lunedì 13 aprile 2009

Imprinting.



Avendo rimandato a lungo l'incontro-scontro con il ferro da stiro, questa mattina aprendo l'anta del mobile i panni mi si sono letteralmente buttati fra le braccia...e così ho acceso il ferro e la televisione, riflesso incondizionato. orbene dopo il quarto telegiornale, quindi stesse notizie, stessi commenti e soprattutto stesse riprese, ho optato per un canale musicale, più giovane e più sereno. nessuna play list mi imbatto invece in un programma, protagonisti i ragazzi che, aiutati da un anonimato iniziale, possono trasferirsi sensazioni e emozioni difficili attraverso alcune lettere per arrivare poi a un confronto finale, viso a viso. nella puntata di oggi, ambientata in un liceo, M. 19 anni, belloccio, è il destinatario di un messaggio anonimo. leggermente imbarazzato in poche righe scopre che il mittente-segreto lo reputa un ottimo amico, leale, intelligente e divertente pur se diffidente e sospettoso. il mittente-generoso però per aiutarlo a capire di potersi fidare degli altri, prerogativa che lo porterebbe a godersi la vita (opinabile), gli offre la possibilità di vivere delle esperienze e incontrare delle persone molto speciali. il ragazzo circondato dagli amici, che intervistati si schierano a tratti con il mittente-illuminato, a tratti con lui (vatti a fidare...), riceve in effetti stimoli importanti che lo portano a riconoscere di avere ampi spazi di miglioramento. è infatti di carattere permaloso, possessivo e un po' lunatico. completato così il percorso introspettivo, per il quale è stato sufficiente un pomeriggio di riprese, arricchito nell'animo, scopre nell'ultimo messaggio che l'autore però è G. la sua ragazza, 18 anni.
decide di incontrarla, la raggiunge e si unisce a lei ad un tavolo. si guardano, lei gli sorride (ahia), lui le sorride, lei ha urgenza di parlare
"Sei arrabbiato?" errore numero uno: ti poni nella condizione di essere giudicata per la scelta che hai fatto, se fosse arrabbiato vorrebbe dire che hai sbagliato.
lui risponde di no.
lei allora gli confida in un attimo di ritenerlo un fidanzato quasi perfetto. in un'intervista in apertura forte della propria unicità, del proprio valore si diceva delusa della sua insicurezza e della sua gelosia, caratteristiche che, nel tempo, li avrebbero portati a lasciarsi. dunque dove eravamo rimasti? gli rivela però di non essere completamente soddisfatta della loro relazione, lui si alza, le va vicino, si china quasi a sfiorarla e le domanda con tono basso e gentile
"Hai ottenuto ciò che volevi?" a lei si rompe la voce, errore numero due: ti senti debole perché hai paura di perdere ciò che hai, che è qualcosa ma non tutto.
lui l'abbraccia, lei cede al pianto liberatorio, errore numero tre: ti sei fatta fregare.
ma come è potuto succedere, sei partita convinta di sapere ciò che era giusto per te e certa di poter cambiare le cose e ora in lacrime hai già accettato di cedere a compromessi?
attenzione al gran finale,
"Allora vuoi che cambi?" e lei... e lei?! "No, non ti cambierei, sto bene con te". Applauso.

3 commenti:

  1. la paura che cambi proprio ciò che stiamo desiderando di modificare non è forse un punto d'incontro tra la sensibilità femminile e quella maschile?

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  2. Giant caro dai da riflettere. E noi rifletteremo...sul sorprendente fatto che possa esistere anche una sensibilità maschile! ;-)

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  3. ...bhe mi accontenterò di aver instillato un piccolo dubbio nel divertente caos tutto al femminile in cui (unico attore maschile) scorrazza quell'Hulko di grandissima potenzialità e simpatia. :-)

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