mercoledì 30 settembre 2009

Una babysitter da favola (Need a babysitter today?)

Le favole del Fiocco Gigante | 6

Una volta il semaforo che sta a Milano, in piazza del Duomo fece una stranezza.
Tutte le sue luci, ad un tratto, si tinsero di blu', e la gente non sapeva più come regolarsi.
"Attraversiamo o non attraversiamo? Stiamo o non stiamo?"
Da tutti i suoi occhi, in tutte le direzioni, il semaforo diffondeva l'insolito segnale blu', di un blu' che così blu' il cielo di Milano non era stato mai.
In attesa di capirci qualcosa gli automobilisti strepitavano e strombettavano, i motociclisti facevano ruggire lo scappamento e i pedoni più grassi gridavano:
"Lei non sa chi sono io!"
Gli spiritosi lanciavano frizzi:
"Il verde se lo sarà mangiato il commendatore, per farci una villetta in campagna.
Il rosso lo hanno adoperato per tingere i pesci ai Giardini.
Col giallo sapete che ci fanno? Allungano l'olio d'oliva."
Finalmente arrivò un vigile e si mise in mezzo all'incrocio a districare il traffico. Un altro vigile cercò la cassetta dei comandi per riparare il guasto, e tolse la corrente.
Prima di spegnersi il semaforo blu' fece in tempo a pensare:
"Poveretti! Io avevo dato il segnale di - via libera - per il cielo. Se mi avessero capito, ora tutti saprebbero volare. Ma forse gli è mancato il coraggio."

Il semaforo blu. (Favole al telefono. Gianni Rodari)

martedì 29 settembre 2009

Questo post l'ho rubato a @Pinkmartina



Il 26 settembre inizia la settimana dei libri banditi, e il motivo per cui questa settimana ha bisogno di esistere è che ancora oggi, anzi oggi sempre di più, c'è gente che vuole censurare i libri.

C'è gente che vuole decidere al posto nostro che cosa possiamo leggere e che cosa no.

C'è gente che per superstizione, ignoranza, bigottismo e non so cos'altro, pretende di negare a tutti noi la magia meravigliosa della lettura, la possibilità di entrare in quelle gallerie delle meraviglie che sono le librerie e guardare, toccare, sfogliare, annusare, leggere i risvolti e gli incipit, allargare le pupille davanti alle illustrazioni e scegliere, tra tutti, il nostro libro.

Tra TUTTI, non solo tra quelli che piacciono a loro.

E non si pensi che questo problema riguardi qualche oscura, lontana dittatura: la Banned Books Week è nata NEGLI STATI UNITI nel 1982 e da allora, purtroppo, non c'è proprio stato modo di poter smettere di farla.

Invito tutti a informarsi qui.... e poi a leggere, a più non posso.



http://bannedbooksweek.org/

http://cruella.vox.com/library/post/banned-books-week.html

@Pinkmartina
Biologa, Biotecnologa, Uligana, Metallara, Drogata di cioccolato, caffè, black russian e pink martini, Amante dei libri e delle passeggiate in montagna, Grande consumatrice di dolciumi e cercatrice di dolcezza, Vivo con Pino la tartatuga Ninja, Gino il Pleo e il Vampiro di peluche

Occasioni da prendere al volo.

Biondo. Occhi azzurri. Esempio di semplice eleganza. L'ho adocchiato appena sceso dall'aereo. Camicia azzurra impeccabilmente stropicciata con il doppio bottone dei polsini slacciato, jeans scuro, scarpa da ginnastica. Mi ha regalato un sorriso dolce e stupito. "Non sapevo saresti venuta anche tu".
No vabbè io questo qui non me lo faccio scappare ;-)
Domani sera vieni con LaZia al giapponese? [si sa gli uomini vanno presi per la gola]
"si"
"e dormi a casa de LaZia?" [io ci provo]
"si"
"e ti porta LaZia a a scuola?" [allora oso di più]
"si"

Io amo il mio accondiscendente nipotino.

lunedì 28 settembre 2009

Le nostre mani sono composte da 5 dita

Proprio così, le nostre mani sono composte da 5 dita, ognuna ha il proprio nome.
Mammotta, da brava mamma, si cimenta nella prima lezione.
“Allora Pansottina” – indicando le dita della mano sinistra – “questo è il pollice, questo l’indice, il medio, l’anulare e il mignolo”.
Pansottina: “Noo, non è il mignolo, questo (indicandolo) è cinque!”

domenica 27 settembre 2009

The Day After.

Questa mattina fatico a rassegnarmi al suono della sveglia, per più di mezz'ora a intervalli di 5 minuti interrompo il trillo per girarmi dall'altra parte e riprendere a sonnecchiare, imprecando fra me e me di aver preso un impegno con LaZia per le 11.30. Nel mentre ricevo un sms, a tastoni ritrovo il cellulare sul comodino (ma non saranno tutte queste onde ravvicinate a bruciarmi le ultime attività cerebrali?) "E se rimandassimo" rispondo "ok" e mi spalmo nuovamente goduriosa e vittoriosa (per la serie la rima che non vorresti aver fatto mai). Ma qualcosa è cambiato, improvvisamente non ho più sonno. Aspetto ancora un attimo ma tutto ha un gusto diverso. Mi alzo. Raggiungo la cucina, apro il frigo e verso il latte che stranamente ci impiega più tempo del solito a raggiungere il fondo della tazza, infatti si è semi-cagliato. Va bene non è la fine del mondo saltare il caffè latte al risveglio. Vado in bagno a prepararmi, qualche punto luce argenteo dà risalto alla mia chioma, torno in sala e telefono al parrucchiere per prenotare la tinta salvadepressionedainvecchiamentoprecoce. Alle 14.30 sono seduta nel salone giovane del mio quartiere fra tre ragazze che pesate insieme reggono in equilibrio l'altro piatto della bilancia occupato da me. Non importa mi do un tono leggendo Flair o meglio sfogliando la improbabile miriade di pagine pubblicitarie. Alle 17.00 sto dirigendo la mia macchina dall'altra parte della città, un viaggio di 40 km solo ad andare, per raggiungere l'unico punto vendita di Zara Home dove io devo assolutamente scegliere ed acquistare il mio nuovo copripiumino. Sto ispezionando e soppesando l'offerta della biancheria, ho anche trovato quello che mi piace, lo sapevo che dovevo venire proprio qui (fa nulla se poi ho scoperto tornando a casa di aver sbagliato le misure e che quindi devo rifare il viaggio per cambiarlo) quando sento il cellulare che vibra nella tasca della borsa:
- Ciao mamma.
- Ciao passerotto come stai? Tutto bene? Grazie della foto che mi hai mandato eri veramente bellissimo ieri, l'ho mostrata a tutti.
Sento dalla voce che è felice.
- Sai mamma che Lanuovamogliedipapà (sarei tentata di chiamarla L'ultimamogliedipapà) era proprio bella? Aveva dei capelli diversi io non l'avevo riconosciuta. Avresti dovuto vederla e anche la mia sorellina e anche il papà.
- Sono contenta che sia andato tutto bene.
- Loziolatente è già ripartito. Lo sai che è venuto con i pantaloni rossi e le calze corte?!...
A lui non dico nulla ma per un attimo, solo un attimo, forse l'unico da che ci conosciamo, c'è stata complicità con Loziolatente. Mi viene da pensare però che alla base ci fosse anche qualche brutta questione di famiglia mai risolta. Come ci si può presentare al matrimonio di tuo fratello, in uno dei paesi più cattolici che ci sia e dove i vestiti da cerimonia sono davvero vestiti da cerimonia, vestito così? Una resa dei conti?!
- ...e poi ho bevuto 3 o 4 coca cola, 2 fanta e forse del the.
- D'accordo pasticcino allora ci vediamo domani sera, vengo a prenderti in aeroporto.
Forse dovrei fare ancora un po' di training autogeno.

venerdì 25 settembre 2009

Biancaneve: 2a puntata

Una sera mi ricordo finalmente di portare la chiavetta usb con le foto più recenti di Pansottina e Smarties. Ci sediamo tutti davanti al portatile che normalmente Pansottina utilizza per vedere i suoi cartoni animati preferiti.
Lei, ad un tratto, si fa seria, corruga la fronte e dice: “Non essere sciocca, la più bella sono io”.
Mi giro interrogativa verso Mammotta che, sorridendo, mi spiega: “Non ti preoccupare, in questi giorni ha guardato Biancaneve”.

Questo lo ignoro.

Un paio di domande te le fai. Sono davvero indifferente al fatto che si sposi? Avrei voluto qualcosa di diverso? La sensazione è quella di aver lasciato alle spalle attrazione e coinvolgimento sentimentale ma resta pur sempre il padre di mio figlio e faccio fatica a scindere completamente le cose. E' passato del tempo, giorni, mesi, anni e mi ritrovo a fare alcune considerazione sulla mia vita. Su ciò che ho costruito. Su quello che sono diventata. Sul futuro. Alterno così pensieri semplici e sereni ad altri più difficili e nebulosi. Ma sono felice di aver ripreso in mano la mia vita.

giovedì 24 settembre 2009

il cecio e le domande difficili.

ho fatto pipì con un altro bambino.
ma dimmi: perché io non ho il fagiolino?

Biancaneve: 1a puntata


In fondo alla spiaggia dei nostri bagni hanno avuto la splendida idea di mettere un piccolo castello con scivolo e una casetta per far giocare i più piccoli. Le due “abitazioni” non sono mai molto affollate: castelli di sabbia, formine, paletta e secchiello, ma soprattutto acqua, schizzi e tuffi sono attività decisamente più allettanti!
Ma quando siamo al castello…
Pansottina, salita la scaletta e arrivata in cima comincia il ritornello: “O che bel castello marcondirondirondello, o che bel castello marcondirondirondà...”, naturalmente anch’io canto con lei. “Ma noo, zia! Devi dire marcondirondirondello, non marcondirondirondà!”. “Va bene, Pansottina!”
E poi giù a scivolare.
Nel castello si può anche entrare: c’è spazio per due o tre bambini, se riescono a condividere il gioco!
Questa volta Pansottina si infila nell’unica stanza del castello. Allora mi affaccio alla finestra:
“Buongiorno signora, mi prepara un caffè? Ecco che sul davanzale della finestra mi viene prontamente servita una manciata di sabbia, che sorseggio amabilmente.
“Che buono questo caffè, signora. Posso avere un pasticcino?”
“Sì. Adesso lo preparo” . Eccomi servito un bel sassolino.
Frattanto arriva una bimba un po’ più grande di Pansottina che entra nel castello.
Pansottina: “Tu non puoi entrare!”, minacciandola con l’indice alzato.
Zia Byc:Pansottina, si gioca tutti insieme. Le hai chiesto come si chiama?”
Pansottina: “Tu come ti chiami?”
Lei: “Bianca”.
Pansottina replica prontamente: “Bianca-neve?”
Lei, candida: “No, Bianca C _ _ _ _ _ _o”, dicendo nome e cognome.

Corso pratico di sopravvivenza.

In questi giorni è un po' irascibile e teso. Pronto ad abbozzare la lacrima davanti ogni incertezza. Sarà l'inizio della scuola. Sarà un po' stanco. Sarà l'autunno. Saranno le castagne...fin quando senza che io abbia fatto nulla di particolare perché accadesse, la mente magicamente mi ha restituito parole e pensieri custoditi a lungo. A pagina 25 del Manuale di Sopravvivenza del Genitore Separato avevo letto a suo tempo "...il bambino, più o meno consapevolmente, tenderà a colpevolizzare il genitore con cui vive per aver in qualche modo provocato e permesso la dipartita dell'altro genitore..." Caspita è arrabbiato con me. Fra un paio di giorni accompagnerà il papà in Spagna per partecipare alle sue nuove nozze (le seconde e nessuna con me, per dovere di cronaca). La forza di questo pensiero mi stordisce e penso che forse farei bene a parlargli, a cercare di alleggerire la sua preoccupazione verso ciò a cui sta andando incontro e del quale non conosce 'peso specifico e volume di ingombro'.
Non trovo un momento che mi ispiri ma mi sembra sia diventato urgente e così rientrando in macchina dal supermercato con fuori il buio e la musica in sottofondo gli dico - Sai che, anche se il papà si sposa, non cambierà nulla. Sguardi rivolti alla strada, all'infinito. Aggiungo - E' solo una giornata di festa ma il papà e la sua fidanzata vivono già insieme e con loro ci siete tu e la tua sorellina. Si volta con gli occhi grandi e mi disarma rispondendomi - Perché me lo dici mamma anche se io non ti ho chiesto niente? Vacillo ma mi riprendo subito, o almeno è ciò che credo - Lo so ma ho pensato che forse vuoi sapere cosa succede dopo il matrimonio e cosa significa sposarsi. A volte le cose che non si conoscono sembrano sempre più grandi e difficili di quanto non siano. - Grazie mamma. Anche questa volta la voce ha tradito il mio stato d'animo. Entrambi abbiamo versato qualche lacrima per le ragioni più diverse ma condividendo ognuno la sofferenza dell'altro. Non ricordo di aver letto quella di Hulko fra le risposte possibili nel Manuale di Sopravvivenza del Genitore Separato oppure non ho prestato la giusta attenzione alle tecniche insegnate. Feriti ma vivi.

mercoledì 23 settembre 2009

Anch'io voglio come madrina la Fata Smemorina...

La tenerezza...




Ringraziamenti speciali a LaZia!

martedì 22 settembre 2009

Oggi

Ma quindi...visto che oggi...beh...allora posso essere io Alice?





il babbo del cecio si opera.

aggrotta le ciglia, scurisce la faccia
scatena il piedino, incrocia le braccia
si butta per terra, urla: povera me!
il cecio è nervoso se il babbo non c'è...

Annavera e Enrico



Non sia mai ch'io metta impedimenti al matrimonio
di due anime fedeli; amore non è amore
se muta quando nell'altro scorge mutamenti,
o se tende a recedere quando l'altro si allontana.

Oh, no! Esso è termine fisso
che domina le tempeste e non vacilla mai;
esso è la stella di ogni sperduta barca,
il cui potere è ignoto, pur se ne misuriamo l'elevatezza.
Amore non soggiace al Tempo, anche se labbra
e rosee guance cadranno sotto la sua arcuata falce.
Amore non muta in brevi ore e settimane,
ma impavido resiste sino al giorno del Giudizio.

Se questo è errore, e sarà contro me provato,
allora io non ho mai scritto, e mai nessuno amato.

Sonetto CXVI, William Shakespeare

Maleventum, dalle origini alla mia visita [prima parte]



Benevento è una città sannitica, romana, longobarda e poi pontificia. Benevento è un interessante patrimonio storico ed archeologico. Benevento è la "città delle streghe". Benevento è anche la città dove ho trascorso un piacevolissimo fine settimana, lo scorso. Ma procediamo con ordine e soprattutto vediamo se ho imparato qualcosa. "ZioNunzio" ;-) io ci provo...

Con il V secolo a.C. comincia la storia documentata del Sannio e di quella città Benevento, che nasce tra il corso dei fiumi Calore e Sabato. Popolo seminomade, i Sanniti, avevano tecniche di combattimento simili a quelle dei guerriglieri, grazie a queste, e ad un'arma micidiale il giavellotto (lanciato a grandi distanze e con movimento rotatorio per effetto di una correggia in pelle, l’amentum, attorcigliata al dito indice) essi tennero in scacco dal 349 al 290 a.C. le potenti legioni romane, infliggendogli anche nel 321 a.C., alle Forche Caudine, un’umiliazione tanto pesante da essere divenuta proverbiale! [ve la vorrei raccontare ma non è che la ricordì già più tanto bene...].
Comunque dicevo...
I romani, però, dopo alcuni decenni di sconfitte, ebbero infine la meglio sui sanniti e poterono, così, proseguire la propria espansione e dimostare il proprio potere. Ma l'accanita resistenza sannita e la posizione geografica invidiabile spinsero i romani a riconoscere il massimo prestigio a 'Maleventum', che, da semplice centro, tra i tanti del Sannio antico, venne elevata al rango di municipium con il nome di 'Beneventum'. I romani attestarono quindi in città due strade sulla via della Puglia: l'Appia e la Traiana, che contribuirono ad accrescerne ulteriormente il prestigio. A ragione proprio del suo valore strategico, Benevento venne ornata dai romani di splendidi monumenti: su tutti svetta l'Arco di Traiano, [visto!] definito un "poema in pietra"; ma bellissimi sono pure il Teatro Romano [visto!], il Ponte Leproso [visto!], l'Arco del Sacramento [visto!] e l'anfiteatro, dove l'imperatore Nerone, così come scrisse Tacito, assistette al combattimento degli schiavi. Ma anche il poeta Orazio, maestro di eleganza stilistica e mente capace di inusuale ironia, non mancò di annotare il suo passaggio per la città. Verso la fine della Repubblica romana, Benevento era così diventata una delle città più floride e popolose del Meridione. Ma... c'è sempre un ma in tutte le storie...

Ma il crollo dell'impero romano comportò però anche per il Sannio un periodo di decadenza, che fu interrotto soltanto con la conquista di Benevento da parte di quel popolo proveniente dalla Pannonia (Europa dell'est), conosciuto ai più come i Longobardi e durata circa anno più anno meno 500 anni. Anche i Longobardi, così come i Romani si resero immediatamente conto dell'importanza della posizione di Benevento: nel 571, dunque, essi la elessero a capitale del Ducato e, più tardi, subito dopo la caduta di Pavia nel 774, del Principato. Il periodo longobardo fu per il Sannio di eccezionale splendore culturale, spirituale, politico e commerciale, e Benevento, soprattutto dopo la conversione al cristianesimo dei nuovi venuti, divenne centro di produzione di vitali esperienze culturali (la "scrittura beneventana" e il "canto beneventano”), legate anche al fenomeno dei viaggi di pellegrini verso Gerusalemme, lungo la "Sacra strada dei longobardi" (cioè le antiche vie romane Appia e Traiana). I Longobardi, pur non essendo grandi costruttori, realizzarono molti monumenti: la Chiesa di S. Sofia [visto!], stupenda nella sua semplicità, la cinta muraria ed il torrione, che ancora oggi, nel centro della città, è un simbolo di forza e fierezza.

Arriviamo così nel 1077 e all'estinzione del principato longobardo che portò la città ad essere assorbita, su richiesta degli stessi Beneventani dal dominio del papa-re. Una delegazione partì e raggiunse lo stato pontificio e da quel momento Benevento fù amministrata dai rappresentanti papalini, detti "Rettori pontifici", contro i quali spesso litigò il Consiglio comunale e una buona parte dei cittadini, probabilmente non la delegazione che si era rivolta allo stato pontificio ;-)
La lunga dominazione pontificia, 8 secoli (fù interrotta solo da una parentesi angioina) se da un lato segnò una profonda frattura anche culturale nell’antico Sannio, comportò per Benevento una frenetica ed instancabile realizzazione di Chiese, monasteri e conventi ed il Palazzo per i Rettori [visto!]. Benevento rimase un'isola pontificia nel sud d'Italia fino al 1860, ovvero all'arrivo di Garibaldi e dei garibaldini che la sottrassero al dominio pontificio e Benevento fu così annessa al nascente Regno d'Italia.

Si lo so, ho perso sicuramente dei pezzi, ci sono evidenti lacune e come avrebbe detto la mia adorata maestra delle elementari e tutti i miei insegnati a seguire avrei potuto fare di più, ma lo "ZioNunzio" (discreta e piacevole guida, che mai ringrazierò abbastanza per la sua pazienza) sarebbe lo stesso orgoglioso di me: qualcosa è rimasto incastrato in mezzo ai riccioli. Sebbene effettivamente a tutt'oggi io sia un pò ignorante (Cit.) ;-)


la foto dell'arco trionfale di Benevento dedicato all'imperatore Traiano è di Formichina59
Poco distante da quello che non è solo il massimo monumento della città, ma uno dei migliori esemplari dell'arte traianea ed il più insigne arco onorario romano c'è Frittole, la vineria Frittole :-D centro della movida beneventana dove ho trascorso due fantastiche serate in compagnia di: Emilia, Sara, Anna, Gianluca, Manuela, Veronica, Marco, Gabriella, Antonio, Stefania, Vincenzo, Mariposa, Giuditta, Paola, Luca, Paolo, Salvatore, Ines, Annarita, Antonio... Così se passate da Benevento e volete farvi uno Strega, sapete dove andare!

lunedì 21 settembre 2009

Ma il pelo come lo sa? I sanniti insegnano.

Teatro Romano - Benevento


Avete mai trascorso un week end a Wellwind? Immagino che la risposta sia no.
A meno che non siate originari di questa ridente cittadina. Molto ridente. Scompiscente direi! Scompiscente non esiste? Coniamolo per Wellwind!

Bene bene...pocchi di voi avranno avuto la fortuna. Eppure Wellwind merita una visita e LaZia lo sa. Sebbene oggi sia un pò ignorante (Cit).

Wellwind è tutto e niente. Wellwind è il luogo del no sense. Wellwind è la città delle streghe. Meta di Longobardi. Luogo di scontri tra Sanniti e Romani. Non solo.

Wellwind è amici, affetti, sorprese, nonne sprint e mamme MacGyver che rovistano nella spazzatura, cugine rozze (scusa Luana) e zii che si improvvisano guide turistiche, barboncini bianchi isterici e borse Carpisa, stracciatelle e burrate, tiramisù e salame di cioccolata, Pesce di Zucchero e Micillo, vicoletti e sassi di valore, obelischi e anfiteatri, Aglianico e Strega, pizza e saltimbocca, arte e vita by night.

Chiedo scusa a tutti se per una volta mi faccio prendere dai sentimentalismi ma la mia scompiscente cittadina merita questo ed altro. Io e Lazia per un pelo non abbiamo perso l'aereo. E non sarebbe stato poi così male restare lì.

Non c'entra niente ma...giro a voi una domanda a cui, nonostante i numerosi tentativi, non abbiamo saputo dare una risposta : ma il pelo come lo sa che è stato tagliato?

siamo nati per camminare



Siamo nati per camminare è un progetto rivolto a tutti i bambini delle scuole primarie di Milano, curato e promosso dall’associazione Genitori Antismog con il patrocinio del Comune di Milano.
Dal 12 al 16 ottobre 2009 invitiamo i bambini ad andare a scuola a piedi, o con altri mezzi sostenibili.


www.genitoriantismog.it

sabato 19 settembre 2009

...per motivi di famiglia.

Ho permesso ad Hulko di marinare la scuola e siamo solo al quinto giorno. Lozioexpiccolodifamiglia gli ha regalato una giornata insieme a Gardaland. E' talmente eccitato che si è svegliato e alzato da solo e ha fatto tutto quel che gli ho chiesto di fare affinché fosse pronto per tempo.
La sera quando è rientrato mi ha ricoperta di racconti, sorrisi ed emozioni tutti insieme. Ha cominciato il resoconto dal pianerottolo ancor prima di raggiungere e superare lo zerbino. Ero certa che sarebbe stata una giornata memorabile. Con un dragone disegnato sulla guancia, che non ha nemmeno voluto che gli lavassi prima di andare a letto, e gli occhi che brillavano, ha parlato a ruota libera.
Tant'è vero che alla fine per salutare il suo compagno di giochi e suggellare il ritrovato sodalizio tutto maschile gli ho detto di abbracciarlo ma di chiudere gli occhi mentre lo faceva lo ha scelto da solo.
Tutto è bene quel che finisce bene ora non mi resta che trovare la motivazione più adatta a giustificare l'assenza scolastica. Quelle dei miei tempi saranno ancora in auge?

Neanche Mac Gyver.

Sono in ufficio, è pomeriggio e della mia scrivania è rimasta solo l'idea sotto una catastrofe di carte. Ogni giorno siamo sempre più intontiti dalle dinamiche aziendali, nate dai difficili equilibri fra crisi economica nazionale e crisi astrale-umorale del personale di spicco. "Siamo indietro col fatturato." "Dateci sotto con gli incassi." "Mandate avanti gli ordini." "Mettetevi sui solleciti." Insomma questo moto ondulatorio-sussultorio mi agita. Incastro la cornetta fra orecchio e spalla e faccio uno squillo a nonna-ragno non per mancanza di fiducia ma per acquietare la coscienza. Attendendo di prendere la linea metto a posto il portamatite, smisto la pila di fogli alla destra del telefono e pulisco con una salvietta il telefono e lo schermo del PC.
"...sì mamma ho capito....ma io gliel'ho chiesto...ormai è grande...sì, d'accordo...la prossima volta...è troppo rischioso mi tocca di finire in tribunale...va bene mamma."
Silenzio fuori, dentro rumori. "Non potevate andarla a prendere a casa?" Nonnaragno non si lascia intimidire tanto facilmente, di solito la spunta, e infatti "Ora che vai a casa e torni indietro." La tira per le lunghe per far crescere il tuo senso di colpa e ci riesce "...comunque tuo papà ha avuto una buona idea, ha arrotolato il sacchetto in nylon della palla, l'ha infilato nei passanti e gli ha fatto la cintura per i pantaloni. Almeno (almeno?!?) è riuscito a giocare."

venerdì 18 settembre 2009

Le piccole gioie delle zie Byc




Due bambine birichine
sempre allegre e sorridenti
son le nostre nipotine
sbruffoncelle e irriverenti!

Pansottina e Smarties


P.S. Notate la maglietta very cool !

giovedì 17 settembre 2009

vacation for vacancies or vacancies cause of vacation?

NHV Blogger: Aperto per ferie.
byc chela cromosuomo ELP LaCompagnaDiBanco
LaPA LaZia Lice MammYX mariposa Piccola StoPerDiventareMamma.
C'è chi parte e c'è chi resta.
C'è chi dorme e c'è chi sogna.
C'è chi vive e c'è chi sopravvive.
C'è chi parla e c'è chi ascolta.
C'è chi scrive e c'è chi disegna.
C'è chi progetta e c'è chi preferisce improvvisare.
C'è chi riflette e c'è chi fantastica.
C'è chi ha voglia e c'è chi se la fa venire.
C'è chi guarda indietro e c'è chi guarda avanti.
Ci siamo, tutti. Tanti.

domenica 13 settembre 2009

Moto a luogo?

Hulko in macchina mi racconta "...e poi ho corso fortissimo mamma ma a posto fermo".
"Uhm bravo hai corso sul posto"
"Sì mamma ho corso sul posto"

E il cerchio si chiude.

Quattro anni fa di ritorno da un viaggio di lavoro salutandomi mise fra le mie mani un sacchetto. Cercai con gli occhi qualche ragione in più e la mente sobillatrice mi rispose prima ancora che lo facesse lui nonostante, probabilmente, si fosse preparato per ore. "Avrà qualcosa da farsi perdonare" pensai. Mi disse - E' inutile che mi guardi così, li ho visti e te li ho comprati. Due profumi, di quelli in confezione speciale riservata alle vendite on board. Fra qualche giorno sposa la sua nuova compagna. Rientrando dalle vacanze estive con Hulko mi ha portato un regalo. "Avrà qualcosa da perdonarsi" ho pensato. Sempre acquistato in aeroporto. Sempre un profumo. Lo stesso che indosso da allora e che non ho più cambiato. Chanel, Chance.

venerdì 11 settembre 2009

Mai abbassare la guardia.

Stavamo rientrando da una passeggiata e a pochi passi da casa mi dice - Domani piove. E io - Ma va figurati. Lui piccatissimo - Ci sono le nuvole, guarda su. Allora intono la filastrocca intramontabile -...guarda su, guarda giù dai un bacio a chi vuoi tu. Non riesco neanche a terminare che già mi ha porto la guancia e di rimando replica - Guarda su, guarda giù dai un bacio a chi vuoi tu. Mi regala un bacino dei suoi.
Divertita senza riflettere continuo a chiacchierare - Vedi com'è bello essere solo io e te? non dobbiamo neanche decidere a chi dare il bacio. Silenzio, pochi millesimi di secondo ma ho già capito di aver fatto uno scivolone e infatti - Beh in verità era bello anche quando c'era il papà. Non voleva essere niente di tutto ciò ma poco cambia se alla fine l'ho portato a questa malinconica riflessione.

mercoledì 9 settembre 2009

io e il tenero formaggio svizzero.

Il formaggio svizzero non mi ha mai convinto del tutto, mi ha sempre lasciata perplessa: il suo tipico sapore, il profumo molto forte e poi quel colore giallo... ma tutti quei buchi, quegli affascinanti buchi fanno simpatia, questo glielo devo riconoscere. Il formaggio svizzero è un formaggio simpatico, si potrà dire simpatico di un formaggio?!??!! E cosa vado anche a scoprire? Che il formaggio svizzero è molto più di un semplice formaggio coi buchi, è la sede dei miei errori o meglio, è nei suoi buchi che risiedono i miei errori!!!
Sbagliare è umano, ma per incasinare davvero le cose basta un banalissimo e saporito formaggio svizzero?

In sostanza sembra che la causa di molti miei errori possa essere rintracciata in uno o più livelli di insufficienza, situati a monte del punto in cui è avvenuto l'errore e che magari i "disastri" che compio avvengono a distanza nel tempo e nello spazio dal punto in cui sono iniziati. L’accadere di un errore o evento avverso, che dir si voglia, è infatti possibile per un active failure (azione od omissione) che supera le barriere difensive della prevenzione e dell’attenzione, ma che è provocato soprattutto dalle condizioni (latent failure) in cui si svolgono le azioni stesse. Le latent failure sono identificabili in errori di previsione, di valutazione, di gestione, che tendono a rendere debole il mio "sistema vita" e ad esporlo a possibili errori.
Il presupposto di base in questo approccio risiede quindi nella convinzione che gli errori che compio e i "piccoli incidenti" che mi capitano siano solo la punta dell’iceberg, che per un incidente che ha avuto luogo, che mi è successo, ce ne siano stati molti altri che non sono avvenuti solo perché un'azione o un controllo, magari neanche voluto, hanno impedito che accadesse. In altre parole, trattasi di errori che solo casualmente o per controlli non si sono verificati ma che sono “latenti” nel mio complesso sistema di vita.

Cosa c'entra tutto questo con il tenero formaggio svizzero? C'entra!
Ogni "fetta" del famosissimo e comunque apprezzato formaggio è una barriera difensiva dell'organizzazione del mio "sistema vita", i buchi nelle fette rappresentano, invece, le mie debolezze individuali suddivise in singole parti e queste variano continuamente come sede e dimensione in ogni singola fetta. Quindi il mio sistema di vita, nel suo complesso, fallisce quando tutti i buchi di tutte le fette momentaneamente si allineano, permettendo, "a trajectory of accident opportunity" (una traiettoria dell'occasione di incidente), ovvero che un rischio passi attraverso tutti i buchi del sistema determinando uno dei miei classici disastri! Insomma già da oggi, con una citazione, credo di poter affermare che sto lavorando duro per preparare il mio prossimo errore. Modestamente.



Chiedo formalmente scusa a James Reason, professore emerito di psicologia dell'università di Manchester, che nel 1990 propose un modello di analisi degli errori e degli incidenti noto come il modello del formaggio svizzero (Swiss Cheese Model) o teoria degli errori latenti.

Eppur si muove.

Ci siamo fronteggiati a lungo. Scrutati. Squadrati. Sfidati. Questo pomeriggio nonostante tutto dopo ore il foglio restava bianco. Anzi peggio si presentava malamente cancellato, stropicciato e sgraziato. Siamo a meno 6 schede dalla fine dei compiti delle vacanze ma il problema che siamo a meno 6 ormai da giorni. Il suo cervello funziona meravigliosamente, nel senso che è reattivo e produttivo, quando incontra numeri e simboli mentre cessa di produrre ogni qualsiasi onda cerebrale davanti a lettere e parole. Il nulla.
Non sembrava complicato "Quale proposta vorresti inviare a chi si occupa del tuo paese o della città in cui abiti? Scrivi la tua lettera!" A detta di nonna-ragno la prima stesura risale addirittura al 15 di giugno.
"Forza Hulko, scrivi il tuo pensiero"
"Mi dici tu cosa devo scrivere?"
"No, dai rifletti un po' e racconta al sindaco cosa desideri per il tuo paese."
"E cos'è che desidero mamma?"
"Ohi Hulko, non hai detto di volere un laboratorio per fare gli esperimenti da scienziato pazzo quando sarai grande?"
Tituba.
Si mangia il retro della matita 2B...gusto intramontabile.
"Non va bene mamma io sono piccolo, piccolo."
"Allora scrivi un'altra cosa."
Silenzio.
"Hulko hai pensato?"
"Ma uffa non mi dai neanche il tempo."
"Va bene pensaci un po'."
"Me lo dici tu mamma?"
"O santo cielo Hulko ci sarà una cosa che vuoi"
Mi punta gli occhi addosso in un misto di insofferenza-indifferenza.
"Scrivi che ti piacerebbe una pista ciclabile"
"C'è già mamma."
"Allora scrivi che vorresti un parco giochi enorme."
"C'è già." Mi risponde a cantilena.
"Adesso basta Hulko scrivi qualcosa, scrivi qualunque cosa, anche che non c'è nulla che desideri e che hai tutto."
"Ma mamma non c'entra niente."
"Adesso basta comincio a spazientirmi, tu non hai voglia di completare i compiti."
Il match è andato avanti ancora a lungo, ne siamo usciti entrambi pesti e lui deve anche presentarsi al cospetto del sindaco con la proposta di una piscina per la gente del suo quartiere. Un evergreen.

lunedì 7 settembre 2009

Il decalogo / El decálogo

Sabato 5 settembre. Ultimi bagni della stagione da godersi e una vera lezione di vita da imparare. Hulko, tu adesso non ti rendi conto e fai finta di ignorarci giocando con la tua Nintendo, ma stai attento e senti bene, che le amiche di tua madre, oltre a strafighe (come senza dubbi avrai già aprezzato nonostante la tua giovane età) sono le regine della cattiveria e stano per dirti delle cose che tua madre non osarebbe mai dirti e che faranno diventare la tua vita molto più divertente. Soltanto devi seguire una decina di regole semplicissime. Eccole qua:

PRIMA REGOLA: Se vuoi una cosa e non hai soldi per comprarla, vai avanti, prendila. Insomma, scroccare ma non solo.

SECONDA REGOLA: Oddia a tutti e fai dispetti al mondo. Così diventerai uno davvero cattivo, proprio come noi due.

TERZA REGOLA: Fai le puzzete e i ruti, specie in occassioni in cui puoi vergognare tua madre. E quando noti gli sguardi della gente per capire da dove viene quella puzza, tu devi soltanto dire "E' stata mamma!" o ancora meglio "Ancora mamma? Uffa, che puzza..."

QUARTA REGOLA: Nel tuo ottavo compleanno ubriacati e racconta in scuola che mamma ti ha fatto bere (e tanto, anche superalcoolici) la sera prima.

QUINTA REGOLA: Dire buggie sempre, anche quando non è necessario.

SESTA REGOLA: Mai mai fare i compiti. Prima è meglio farsi ammazzare. Un uomo d'onore non fa i compiti. E poi, farsi bocciare fa figo.

Con la coda dell'occhio intravedo che un pensiero passa per la testa di Mammyx: "Io LaZia la uccido. Sette anni di educazione buttati via in due ore perché ha voluto portare queste due pazze con noi al mare. Io la uccido..." Ma continuiamo...

SETTIMA REGOLA: Non ubbidire mai. Sei sufficientemente intelligente come per non farti dire da nessuno quello che devi fare.

OTTAVA REGOLA: Arriva il momento di fare un salto: nel tuo nono compleanno devi andare a fare bungee jumping. Vedrai come è contenta mamma. E se non è contenta peggio per lei...

NONA REGOLA: In spiaggia (e questo lo puoi mettere in pratica oggi) urlare quanto puoi e di più e tirare sabbia a tutti quelli che prendono el sole. E poi, in applicazione della QUINTA REGOLA, chiedi scusa e ripette appesantito quanto ti dispiace quello che hai fatto, per poi rifarlo 5 minuti dopo urlando ancora di più...

DECIMA REGOLA: dare fastidio a tutti con domande inorportune, fastidiose e ripetute in continuazione. Della serie, che quando dopo due ore di macchina per farci una giornata al mare troviamo sei chilometri di coda quando stiamo quasi arrivando, ci sta proprio chiedere al meno dieci volte: "mamma, ma quando arriviamo?"

* * * * *
Sábado 5 de septiembre. La oportunidad de disfrutar de los últimos chapuzones de la estación y una lección de vida por aprender. Hulko, ahora no te das cuenta y finges ignorarnos jugando con la Nintendo, pero está atento y escucha bien, que las dos amigas de tu madre, además de ser dos pivones (como evidentemente habrás notado ya, a pesar de tu corta edad) son las reinas de la maldad y te van a contar cosas que tu madre no te diría jamás y que van a convertir tu vida en algo divertidísimo. Basta con que sigas una decena de reglas sencillísimas. Ahí van:

PRIMERA REGLA: Si quieres algo y no tienes dinero para comprarlo, ni te lo pienses, cógelo. En resumen, gorronear per no solo.
SEGUNDA REGLA: Odia a todos y muestra tu desprecio frente al mundo. Así te convertirás en uno malo de verdad, como nosotras dos.
TERCERA REGLA: Tírate pedos y erupta, sobre todo en ocasiones en que puedas avergonzar a tu madre. Y cuando veas que la gente intenta descubrir de dónde viene esa peste sólo tienes que decir "¡Ha sido mamá!" o mejor aún "¿Otra vez mamá? Jo qué peste..."
CUARTA REGLA: Por tu octavo cumpleaños emborráchate y cuenta en la escuela que mamá te ha hecho beber (tanto) la noche anterior.
QUINTA REGLA: Miente siempre, aunque no sea necesario.
SEXTA REGLA: Nunca Jamás hacer los deberes. Antes muerto. Un hombre de honor no hace los deberes. Además, catear mola.
Con el rabillo del ojo puedo ver que un pensamiento pasa por la cabeza de Mammyx: "A LaZia me la cargo. Siete años de educación a la basura en dos horas porque se le ha ocurrido la idea de traerse a la playa a este par de locas de atar. Yo la mato". Pero continuemos...
SÉPTIMA REGLA: No obedecer jamás. Eres lo suficientemente listo como para que no te digan lo que tienes que hacer.
OCTAVA REGLA: Llega el momento de dar un salto: por tu noveno cumpleaños te toca hacer bungee jumping. Verás que contenta se pone mamá. Y si no se pone contenta, peor para ella...
NOVENA REGLA: En la playa (y esto lo puedes poner en practica inmediatamente) grita cuanto puedas y tira arena a los que toman el sol. Después, en aplicación de la QUINTA REGLA, pide perdón y dí cuánto lo sientes, para después volver a hacerlo 5 minutos después...
DÉCIMA REGLA: Molesta a todos con preguntas inoportunas, molestas y repetidas hasta la saciedad. Como por ejemplo, si después de dos horas de coche para pasar un día en la playa nos encontramos con una caravana de seis kilómetros cuando estamos a punto de llegar... entonces pega todo que preguntes como mínimo diez veces: "¿mamá, cuándo llegamos?"

Un mare in centrifuga - Hulko in spiaggia con le zie

Yuppie ma come sono felice! Ma come mi sono divertito al mare con la mia mamma e le sue amiche. Ma come sono simpatiche! Intelligenti! Glamour! E soprattutto due gran fighe! Brava mamma, circondati sempre di amiche così! Certo...LaZia potevamo anche lasciarla a casa ma per questa volta ti perdono!

Ho apprezzato tutto di questa splendida giornata, ogni dettaglio mi resterà impresso nella memoria per sempre. Quando la mamma il giorno prima mi ha detto, domani andiamo al mare con LaZia e le nostre amiche, io mi aspettavo il peggio. Eppure il peggio...sarebbe stato meglio! :S

Ehmm diciamo che è stata una giornata molto istruttiva, le zie...quante ne sanno! L'incub... ehhhmmm l'avventura è iniziata già in macchina.

A parte che, cara mamma (e questa me la paghi)...mi hai messo in mezzo a quelle due psicopatiche. E tu sei rimasta davanti con LaZia! Ma si fa?

Per tutta la durata del viaggio ho dovuto far finta di ascoltare le sciocchezze che si raccontavano. Ho tentato invano di isolarmi con il mio giochino spaziale dei Simpson ma quelle arpie ehmmm...simpaticone...non facevano altro che interrompermi cercando in ogni modo di attirare la mia attenzione. Ho persino fatto finta di ridere e di divertirmi mentre loro si inventavano un decalogo delle regole da seguire. Erano davvero patetiche ma mi dispiaceva troppo infierire perchè loro credevano di essere divertenti e quindi ogni tanto alzavo lo sguardo dal Nintendo e impegnavo le mie poche energie rimaste a sfoggiare il migliore dei sorrisi. E "quelle" parlavano parlavano parlavano. Uff...

E' stata proprio dura. Altro che volontariato! Non mi venite più a chiedere di fare del bene che solo con la giornata di sabato sto a posto per tutta la vita!

Ma il peggio doveva ancora arrivare. Dopo l'incubo del viaggio e del traffico (anche il traffico, certo, l'agonia doveva durare più del dovuto), siamo arrivati a Celle, ridente località di mare della costa ligure: spiaggia deserta, sabbia bianca e mare limpido. C'eravamo solo noi in pratica!

Appena arrivati in spiaggia, ho deciso di suicidarmi, pur di non essere costretto a subire la tortura del viaggio di ritorno.

Il mare era un pò mosso, quindi alla prima onda mi sono lanciato di testa...ma niente da fare. Anche il mare era contro di me. Neanche lui mi voleva. Mi sono tuffato nelle onde migliaia di volte, il mare mi centrifugava e poi mi risputava dietro, come uno strofinaccio masticato da un cane.



Allora ho pensato, se non muoio io, faccio fuori loro. La prima doveva essere mia madre che mi aveva messo in questa situazione. La mia cara mamma che appena arrivata in spiaggia ha esordito dicendo "Non posso fare il bagno perchè ho le lenti a contatto!" AH SI? Bene!
Ho fatto finta di annegare, lei si è distratta per cercare di recuperarmi e proprio in quell'attimo è sopraggiunta l'ONDANOMALA!

L'onda più grande che io abbia mai visto. In quel momento il mare ha deciso di diventare mio amico ed io l'ho amato come noi mai. Si è risucchiato la mamma! L'ha centrifugata per bene, l'ha assaggiata ma poi...con mio grande rammarico, ha deciso di sputarla via. Aveva il costume in gola e i capelli cotonati...ma ERA ANCORA VIVA!

Ho provato a fare lo stesso anche con Piccola (una delle due psicopatiche). Stessa tattica. Tanto le donne a quell'età sono stupide, non avrebbe mai capito. Ma...purtroppo stessa dinamica, il mare l'ha vomitata. Lei è uscita dall'acqua con un capello da Beatles, il costume in testa ma in più aveva escoriazioni su tutto il corpo. Perdindirindina...c'ero quasi!

LaZia ha fatto anche lei qualche piccolo capitombolo ma lei è più furba. Per non parlare di Mariposa, a quella non la freghi!

Sconfitto triste e sconsolato, mi sono fatto comprare pizze e patatine per cercare di allietarmi il viaggio di ritorno (per quanto fosse possibile!). Le disadattate erano stanche e un pò silenziose, tutto sembrava andare per il verso giusto finchè...una scarica di adrenalina non le ha invase e hanno iniziato a cantare a squarciagola tutte insieme "Non voglio mica la lunaaaaaaaaaaaaaaa"

Già...proprio così. Non voglio mica la luna! Se lo racconto in giro non ci crede nessuno. Ma quanto mi sono sentito sfigato!

Comunque la conclusone a cui sono giunto a fine giornata è che contro le regine del male non c'è niente da fare.

Vostro Hulko

giovedì 3 settembre 2009

un giorno da zia

lunedì 31 agosto. Sono a casa e faccio la zia per un giorno.
Pallina dorme da me e io non dormo per ansia… cadrà dal letto?
Si sveglierà e cercherà la mamma?
Metti che perde il ciuccio e inizia a piangere e strillare?

Nulla di fatto… in realtà il fatto è che rimango vigile tutta la notte mentre lei ruota in senso orario e antiorario nel letto.

La mattina vola. Giochiamo insieme, andiamo a comprare il pane in paese, raccogliamo i pomodori e l'uva nell'orto e prepariamo la pappa. "Pallina gnam gnam" mangia tutto, che soddisfazione!

Subito dopo si accomoda sul divano e mi ordina di sedermi a fianco a lei! "ia, veni, ii…" indica con la mano.
Mi metto al suo fianco, le prendo i piedini e ci gioco un po' massaggiandoli. Oh mamma, si è già addormentata?!
La guardo bene. Lascia cadere il ciuccio. Sono sicura, dorme.

Sono le 16 e mamma arriva a riprendersi l'angioletto,
che si sveglia di lì a poco.
Merenda e un bacione veloce alla zia!
"Ciao tesoro, vengo a trovarti sabato, va bene?"
Un urlo "nooooooooo… ia!!!!!"
Piange. Si avvinghia alle mie gambe.
A vederla così mi si stringe il cuore, ma, pensandoci bene:
"Chela, datti una regolata. Sei grande, almeno tu evita i capricci!
Pallina esce dalla porta di casa tendendomi la mano.
Intuisco che non le piacciono gli addii…

PS: mi rendo conto che adoro fare la zia.

mercoledì 2 settembre 2009

La moltiplicazione dei chupitos e degli squilli

Dopo mesi e mesi di prove, sperimentazione e test nucleari ce l'abbiamo fatta! La concatenazione di squilli per la prima volta nella storia è riuscita.

Lo squillo "del sono arrivata a casa sana e salva" è un sistema studiato, messo a punto e collaudato da Mariposa, Lazia e Piccola per evitare che nessuna delle tre perisca senza che le altre lo sappiano. Perchè lo squillo "del sono arrivata a casa sana e salva" non evita la morte, si sa, nè lo stupro o la disgrazia (per esempio il tuffo accidentale di Piccola nel naviglio) ma potrebbe dare un'idea sulla conclusione della serata delle altre facenti parte del gruppo. Dico "potrebbe" perchè Piccola non è mai stata capace di mantenere la promessa dello squillo fino a ieri sera. E cosa assai più strana....anche LaZia (dietro sollecitazione!) ieri sera è riuscita a fare lo squillo "del sono arrivata a a casa sana e salva". Incredibile.

Serata storica dunque.

Ma qualcosa doveva andare storto...c'era una new entry ieri sera: Belvestito! Che ovviamente non ha fatto lo squillo! Una concatenazione per la prima volta perfetta...distrutta così!

Quindi a questo punto mi chiedo, dovrà passare un altro anno affinchè il sistema riesca ad assorbire il gap creato dall'arrivo della new entry? Belvestito, ti conviene adeguarti al più presto. Sta diventato una questione di vita o di morte.

In tutto questo, durante le amabili conversazioni da bar, un atroce dubbio ha turbato tutte noi e continuerà a disturbare il nostro sonno finchè qualcuno non saprà fornirci una risposta convincente.

"Ma questi cosi si moltiplicano?"

ASSISI MOSAIC - ottobre


Sarà un evento molto interessante e per me molto, molto importante.
Un'esperienza unica che non vedo l'ora di raccontarvi.

Per ora condivido il sito con tutti voi…

martedì 1 settembre 2009

Una ventata di simpatia

Come di consueto usciamo per la pausa pranzo per spezzare un po' la giornata. Siamo in 3: le 2 Byc e un'altra collega che lavora nel reparto con noi. Allineate una a fianco all'altra, spavalde – ma ancora sotto shock per aver ricominciato da soli 2 giorni – voltiamo l'angolo del palazzo e ci accingiamo a fare due passi in una bella zona della città.

Immediatamente ci troviamo davanti una piccola signora anziana che si trascina appresso un carrello pieno di spesa. Chiacchierando le passiamo accanto quasi senza farci caso.
Senonché, lei con un grande sorriso esclama: "che bei colori, ragazze!", riferendosi alle nostre magliette.
In effetti, oggi sfoggiamo una "mise" dai colori sgargianti – viola e rosso – indossate sopra i jeans. Ma, giuro: questa mattina prima di uscire non ci siamo messe d'accordo!

Finalmente una milanese di buon umore: la sua allegria e il suo sorriso ci hanno contagiato per tutta la mezzora successiva. Fino all'ora X, l'ora del rientro dalla nostra passeggiata.
Ma domani è un altro giorno e altri colori ci attendono.

Grazie, signora! E buona giornata...

Sweetness

Hulko è stato in visita dai parenti in provincia di Torino, patria del gianduiotto, e mi mostra fiero un piccolo tesoro nella tasca destra. Estrae la mano e apre le dita con cautela tipo schiusa dei petali di fiore. Io resto quasi accecata dal bagliore della carta dorata, si tratta di 4 invitanti cioccolatini.
Non ricordo esattamente quale attività ci abbia impegnati nell'ora successiva ma ci ha comunque accompagnati al momento della doccia. Si sveste e mi scaglia gli indumenti, ringraziandomi però della gentilezza, che io prendo al volo e che tasto prima di lanciarli con carpiato nel cestello della lavatrice. Dai pantaloni cadono 4 palline poco sferiche ma molto dorate:
- Ma Hulko li hai mangiati tutti!?
- Così non me li dimentico, mamma.