lunedì 6 aprile 2009

Casting.

Eccomi qui. Di nuovo donna. Di nuovo single. Ancora convinta che da qualche parte ci sia l’uomo giusto per me. E questa positività è ammirevole, giusto? Cosa è cambiato nel frattempo? La fisica non è più dalla mia. Ci insegna Galileo che i corpi vengono attirati verso la terra. Rispettosi del classico principio cadono, quindi, i capelli. Cadono i seni. E cadono pure le braccia davanti a tale disfatta. Si è aggiunto il grigio ai miei colori. E porto sempre con me un trolley di 7 anni, Hulko.
Riconosco che i presupposti non siano poi così allettanti ma più che tingermi, indossare il push-up e precettare LaZia per il baby sitteraggio, che posso fare? Comincia la caccia. Pardon la ricerca. Considerazione iniziale anche per un intelletto medio come il mio: possono gli stessi amici, gli amici degli amici, gli amici dei parenti, gli ex compagni di corso, di palestra, ecc., diventare interessanti e quindi affascinanti a comando? Già come temevo. E così nasce il problema. Ci sono tanti pesci nell’oceano ma io sto in montagna. Scatta la trasferta all inclusive: gita al mare con corso di subacquea.
Nuoti a stento e il costume non ti sta più come una volta. Non desisti e un istruttore carino, ovvio a pagamento, ti illumina sull’esistenza di erogatore, ossigeno e mascherina. E come ogni principiante, seppur già maturo, ti domandi come possano delle poco maneggevoli bombole e una mascherina tutta sputacchiata, affiancarti in una missione già di per sé tanto ardua. Ti passano un manuale da cui attingere le nozioni di base. Cosa fare davanti ad uno squalo: darsela a gambe o dargli una gamba? Non si legge bene perché quasi sempre si tratta di fotocopie, i testi originali non si sa nemmeno più dove siano, chi li custodisca. Neanche i più esperti si sentono di poter abbandonare la teoria per la pratica. E così tu leggi le fotocopie delle fotocopie, ipotizzi i pezzi mancanti, ti arrabatti con gli appunti di altri. Insomma prendi i tuoi rischi. Ma sott’acqua in mezzo ai pesci non si scherza. Ogni razza va affrontata nel modo giusto. C’è quella che si lascia abbindolare dai colori del tuo costume. C’è quella che capta i tuoi suoni. Quella che vive la notte. Quella che pulisce dove gli altri sporcano. Quella con gli aculei. Quella che mangia plancton e quella che mangia pesce. Sei abituata alle dinamiche del tuo acquarietto domestico e ora l’oceano sconfinato, popoloso e senza regole non può che intimidirti. Ma sia il tempo che Galileo ti remano contro. Devi tuffarti.

5 commenti:

  1. ma il corso di ittiologia dove si fa? dove si fa?
    :-)
    arisha

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  2. Ehmmm ti presento una mia amica, si chiama Vanessa.

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  3. Arisha cara mi sto informando ma non c'è brevetto che tenga. Spesso pochi istanti di 'pratica' vanificano anni di smaniosa 'teoria'.

    A te caro Anonimo chiedo l'amica Vanessa ha forse una Diving School?! ...a prezzi modici? :)

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  4. Cara MammYX..devi assolutamente tuffarti...non si deve smettere mai...di provare a cercare il pesce giusto...poi ovvio un pizzico di fortuna non guasta mai...ma chi si ferma è perduto...non dimenticarlo!

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  5. Ben detto Sara! 'chi si ferma è ...annegato'. sai che faccio? comincio con un po' di snorkeling, per le grandi profondità non sono ancora pronta. a proposito non ti allontanare troppo, ti voglio accanto quando deciderò di tuffarmi dalla barca.

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