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detesto con forza le camere ardenti
distacco di prassi fra morti e viventi
ma qualcuno molto in gamba di recente mi ha insegnato
che il rito è un compromesso che concilia col passato
ci penso, trasognata nel cortile della scuola
leggo la vecchia scritta nel cartiglio, e il tempo vola
chi vuole realizzarsi deve essere felice*
il resto, tutto intorno, sembra una cicatrice
degli anni dall'asilo fino all'età matura:
che oggi, questo luogo, è clinica di cura
(il gioco, fra ex alunni, è far scongiuri a turno
è qui che promettiamo di ritrovarci un giorno)
io per la prima volta ho letto in questo posto
da hemingway alla parker (e kerouac, di nascosto)
e masters, e fitzgerald, l'america complessa
sdaziata da pavese e una sua studentessa
disgiunto nei decenni, lo spazio si compone
nel senso del passaggio di un fiume di persone
non sa che qui era un'aula, ma scende e parla piano
saluta, questa sera, fernanda beat pivano.
(fernanda pivano si è spenta il 18 agosto 2009 in una casa di cura aperta una quindicina d'anni fa nell'edificio della vecchia scuola tedesca di milano. la mia.)
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