domenica 30 agosto 2009
Una babysitter da favola (Need a babysitter today?)
Le favole del Fiocco Gigante | 5
Questa è la storia di Alice Cascherina, che cascava sempre e dappertutto.
Il nonno la cercava per portarla ai giardini: - Alice! Dove sei, Alice? -
- Sono qui, nonno.
- Dove, qui?
- Nella sveglia.
Si, aveva aperto lo sportello della sveglia per curiosare un po', ed era finita tra gli ingranaggi e le molle, ed ora le toccava di saltare continuamente da un punto all'altro per non essere travolta da tutti quei meccanismi che scattavano facendo tic-tac.
Un'altra volta il nonno la cercava per darle la merenda: - Alice! Dove sei, Alice?
- Sono qui, nonno.
- Dove, qui?
- Ma proprio qui, nella bottiglia. Avevo sete, ci sono cascata dentro.
Ed eccola là che nuotava affannosamente per tenersi a galla. Fortuna che l'estate prima, a Sperlonga, aveva imparato a fare la rana.
- Aspetta che ti ripesco.
Il nonno calò una cordicina dentro la bottiglia, Alice vi si aggrappò e vi si arrampicò con destrezza. Era brava in ginnastica.
Un'altra volta ancora Alice era scomparsa.
La cercava il nonno, la cercava la nonna, la cercava una vicina che veniva sempre a leggere il giornale del nonno per risparmiare quaranta lire.
- Guai a noi se non la troviamo prima che tornino i suoi genitori, - mormorava la nonna, spaventata.
- Alice! Alice! Dove sei, Alice?
Stavolta non rispondeva. Non poteva rispondere. Nel curiosare in cucina era caduta nel cassetto delle tovaglie e dei tovaglioli e ci si era addormentata. Qualcuno aveva chiuso il cassetto senza badare a lei. Quando si svegliò, Alice si trovò al buio, ma non ebbe paura: una volta era caduta in un rubinetto, e là dentro si che faceva buio.
'Dovranno pur preparare la tavola per la cena, - rifletteva Alice - E allora apriranno il cassetto.
Invece nessuno pensava alla cena, proprio perché non si trovava Alice. I suoi genitori erano tornati dal lavoro e sgridavano i nonni: - Ecco come la tenete d'occhio!
- I nostri figli non cascavano dentro i rubinetti, - protestavano i nonni, - ai nostri tempi cascavano soltanto dal letto e si facevano qualche bernoccolo in testa.
Finalmente Alice si stancò di aspettare. Scavò tra le tovaglie, trovò il fondo del cassetto e cominciò a batterci sopra con un piede.
Tum, tum, tum.
- Zitti tutti, - disse il babbo, - sento battere da qualche parte.
Tum, tum, tum, chiamava Alice.
Che abbracci, che baci quando la ritrovarono. E Alice ne approfittò subito per cascare nel taschino della giacca di papà e quando la tirarono fuori aveva fatto in tempo a impiastricciarsi tutta la faccia giocando con la penna a sfera.
Alice cascherina. (Gianni Rodari, Favole al telefono)
Questa è la storia di Alice Cascherina, che cascava sempre e dappertutto.
Il nonno la cercava per portarla ai giardini: - Alice! Dove sei, Alice? -
- Sono qui, nonno.
- Dove, qui?
- Nella sveglia.
Si, aveva aperto lo sportello della sveglia per curiosare un po', ed era finita tra gli ingranaggi e le molle, ed ora le toccava di saltare continuamente da un punto all'altro per non essere travolta da tutti quei meccanismi che scattavano facendo tic-tac.
Un'altra volta il nonno la cercava per darle la merenda: - Alice! Dove sei, Alice?
- Sono qui, nonno.
- Dove, qui?
- Ma proprio qui, nella bottiglia. Avevo sete, ci sono cascata dentro.
Ed eccola là che nuotava affannosamente per tenersi a galla. Fortuna che l'estate prima, a Sperlonga, aveva imparato a fare la rana.
- Aspetta che ti ripesco.
Il nonno calò una cordicina dentro la bottiglia, Alice vi si aggrappò e vi si arrampicò con destrezza. Era brava in ginnastica.
Un'altra volta ancora Alice era scomparsa.
La cercava il nonno, la cercava la nonna, la cercava una vicina che veniva sempre a leggere il giornale del nonno per risparmiare quaranta lire.
- Guai a noi se non la troviamo prima che tornino i suoi genitori, - mormorava la nonna, spaventata.
- Alice! Alice! Dove sei, Alice?
Stavolta non rispondeva. Non poteva rispondere. Nel curiosare in cucina era caduta nel cassetto delle tovaglie e dei tovaglioli e ci si era addormentata. Qualcuno aveva chiuso il cassetto senza badare a lei. Quando si svegliò, Alice si trovò al buio, ma non ebbe paura: una volta era caduta in un rubinetto, e là dentro si che faceva buio.
'Dovranno pur preparare la tavola per la cena, - rifletteva Alice - E allora apriranno il cassetto.
Invece nessuno pensava alla cena, proprio perché non si trovava Alice. I suoi genitori erano tornati dal lavoro e sgridavano i nonni: - Ecco come la tenete d'occhio!
- I nostri figli non cascavano dentro i rubinetti, - protestavano i nonni, - ai nostri tempi cascavano soltanto dal letto e si facevano qualche bernoccolo in testa.
Finalmente Alice si stancò di aspettare. Scavò tra le tovaglie, trovò il fondo del cassetto e cominciò a batterci sopra con un piede.
Tum, tum, tum.
- Zitti tutti, - disse il babbo, - sento battere da qualche parte.
Tum, tum, tum, chiamava Alice.
Che abbracci, che baci quando la ritrovarono. E Alice ne approfittò subito per cascare nel taschino della giacca di papà e quando la tirarono fuori aveva fatto in tempo a impiastricciarsi tutta la faccia giocando con la penna a sfera.
Alice cascherina. (Gianni Rodari, Favole al telefono)
sabato 29 agosto 2009
Insolenza.
La prigionia dura ormai da settimane ma abbiamo notizie confortanti, è in salute e lo trattano bene. Il suo sequestratore gli concede una telefonata al giorno. Ultimamente comincia ad accusare i colpi della lontananza, così è meno distratto e più ciarliero, insomma tira per le lunghe.
- Mamma ci raccontiamo ancora qualcosa?
- Certo.
- Cosa hai fatto oggi?
- Beh ho pulito tutto il giorno.
- Sì figurati mamma ti conosco.
- (!?!)
- Mamma ci raccontiamo ancora qualcosa?
- Certo.
- Cosa hai fatto oggi?
- Beh ho pulito tutto il giorno.
- Sì figurati mamma ti conosco.
- (!?!)
venerdì 28 agosto 2009
Fermo immagine.
INPS ieri.
INPS oggi.
Tutto immutato. Stessa sede. Stesso mini parcheggio sulla strada, 10 posti in tutto fra sporcizia e batterie abbandonate. Il marciapiede o quel che ne resta non ha ricevuto alcuna manutenzione negli anni, adesso c'è crisi prima solo disinteresse. Ai vetri sono stati appesi avvisi di ogni sorta ma risultano per lo più incomprensibili. L'ascensore è guasto, una sedia con il rassegnato messaggio blocca la chiusura delle porte. In portineria mi indicano il piano. Salgo le scale e approdo in una sala di 10 x 15 mt semideserta rispetto alla capienza massima. Due distributori di biglietti per la prenotazione, un solo display perché l'altra fila procede con la chiamata vocale (progresso?), su entrambe le macchinette c'è un cartello con le indicazioni scritte in italiano, fra i presenti quelli nativi del posto sono in tutto una decina, più del doppio invece gli stranieri. Mi siedo in una delle ultime file, c'è più spazio e poi la visuale è migliore. Osservo un bambino di colore di 4/5 anni circa, occhi vispi e lingua lesta, che chiacchiera con un ragazzo che lo ha evidentemente preso in simpatia, almeno all'inizio.
- Come ti chiami?
- Giovanni.
- E lui come si chiama?
- Non lo so chiediglielo.
- Come ti chiami?
- Franco.
- E lei come si chiama?
- Non lo so chiediglielo.
- Annarita
- Lui è il tuo bambino? io sono più grande di lui...e via così per un tempo infinito. Adorabile.
Ho dimenticato di portarmi qualcosa da leggere così non mi resta che fare da spettatore. La gente approda al piano con una media di 1 o 2 persone ogni 10 minuti, le persone 'servite' o meglio le richieste 'evase' progrediscono invece con una media di 1 o 2 ogni 30 minuti. Sale la tensione, è pur sempre fine agosto, fra chi vorrebbe non dover spendere così le proprie ultime giornate di ferie e chi le ferie le sta ancora aspettando e così basta proprio un'inezia per provocare l'apocalisse istituzionale. Uno degli addetti comincia a diventare paonazzo è si mette a gridare: - Adesso basta, sedetevi tutti, non voglio (manie di protagonismo?) più che superiate la riga gialla senza che siate stati chiamati, va bene? E se non va bene è così lo stesso (qui sfioriamo l'onnipotenza). La gente si guarda smarrita. Qualcuno osa dire di voler solo un'informazione e lui pronto risponde - Prenda il numero non dovremmo neanche darle, il nostro lavoro è di ritirare i moduli di richiesta.
Prendere il numero per un'informazione? Così se tutto va bene il malcapitato si fa magari anche 2 o 3 ore di attesa in questa sala per poi scoprire, o meglio ricevere il chiarimento che lo indirizza verso un'altra sala in un altro piano oppure addirittura a casa con una manciata di ciclostili e moduli sbiaditi sottobraccio da compilare (tutti rigorosamente in italiano).
Accanto a me si siede un ragazzo, solite frasi di circostanza - Che numero hanno chiamato?...Ma come sono lenti...E' da molto che aspetti?...Io sono già tornato 3 volte questa settimana. Oddio mi viene un mini attacco d'ansia pensando a quale potrà essere la mia di sorte. Rispondo - Credo che succederà anche a me, ho tentato di documentarmi sul sito ma non era chiaro come mi dovessi comportare, ho provato a telefonare alla fine non ricevendo risposta ho stampato i moduli dal sito e li ho fatti firmare al mio ex. La conversazione prende un'altra piega nell'attesa.
- Poveretti in effetti non è facile lavorare a contatto con il pubblico. Dice lui.
- Sì hai ragione succede anche a me.
- Che lavoro fai scusa?
- Gestione del credito. Lo sguardo che mi restituisce chiede silenzioso qualche parola in più.
- ...recupero crediti.
- Ah. Scusa posso chiederti una cosa allora? Gli anni scorsi non ho pagato delle multe perché ero all'estero per lavoro (sempre?) e adesso mi hanno mandato delle cartelle esattoriali, come devo fare per sapere esattamente qual è la mia situazione?
Non ho avuto cuore di dirgli che in questo caso il mio lavoro c'entra quanto quello dell'agricoltore con quello del cocomeraio e così gli ho riferito quello che sapevo per cultura personale (alias cosa è successo a me con un bollettino non pagato).
- 43.
- Buongiorno. Dico io. Mi guarda da sopra gli occhiali. Lavora in piedi, forse per non farsi intimidire dagli utenti che accedendo allo sportello risulterebbero più in alto di lui.
- Senta è da oltre un'ora che la ascolto, lo so che non dovrebbe dare informazioni ma io non ho capit...
- Dia qua i moduli. Allora questo lo dovrà portare alla sua azienda una volta che avrà ricevuto autorizzazione da parte nostra. Ha capito, mi segue?
- Sì ma...
- No signora ascolti me, ho capito cosa vuol dirmi ma questo è il mio lavoro, io so cosa deve fare (io penso: "lo so che lei è un Dio e io un po' la venero ma se scriveste un paio di cose in più sul sito forse non le toccherebbe di andare in escandescenza così spesso) ...ma dove ha scritto?
- Sì lo so, io ...però, siccome... Provo a spiegargli le mie ragioni.
- Signora lei cosa legge qui?
- ???
- Mi dica cosa legge? (in un attimo sono tornata al mio esame di guida...)
- 'Firma del coniuge'
- Ecco brava, e lei è coniugata?!!
- No (però se lo avessi saputo mi sarei fatta sposare)...
Risultato: INPS 1 - MammYX 0
Rimandata a data da destinarsi con moduli bianchi sotto braccio, i compiti di recupero (andare in Comune a chiedere un certificato che mi verrà rilasciato dopo 30 gg) e nota per i genitori "la ragazza potrebbe fare di più".
INPS oggi.
Tutto immutato. Stessa sede. Stesso mini parcheggio sulla strada, 10 posti in tutto fra sporcizia e batterie abbandonate. Il marciapiede o quel che ne resta non ha ricevuto alcuna manutenzione negli anni, adesso c'è crisi prima solo disinteresse. Ai vetri sono stati appesi avvisi di ogni sorta ma risultano per lo più incomprensibili. L'ascensore è guasto, una sedia con il rassegnato messaggio blocca la chiusura delle porte. In portineria mi indicano il piano. Salgo le scale e approdo in una sala di 10 x 15 mt semideserta rispetto alla capienza massima. Due distributori di biglietti per la prenotazione, un solo display perché l'altra fila procede con la chiamata vocale (progresso?), su entrambe le macchinette c'è un cartello con le indicazioni scritte in italiano, fra i presenti quelli nativi del posto sono in tutto una decina, più del doppio invece gli stranieri. Mi siedo in una delle ultime file, c'è più spazio e poi la visuale è migliore. Osservo un bambino di colore di 4/5 anni circa, occhi vispi e lingua lesta, che chiacchiera con un ragazzo che lo ha evidentemente preso in simpatia, almeno all'inizio.
- Come ti chiami?
- Giovanni.
- E lui come si chiama?
- Non lo so chiediglielo.
- Come ti chiami?
- Franco.
- E lei come si chiama?
- Non lo so chiediglielo.
- Annarita
- Lui è il tuo bambino? io sono più grande di lui...e via così per un tempo infinito. Adorabile.
Ho dimenticato di portarmi qualcosa da leggere così non mi resta che fare da spettatore. La gente approda al piano con una media di 1 o 2 persone ogni 10 minuti, le persone 'servite' o meglio le richieste 'evase' progrediscono invece con una media di 1 o 2 ogni 30 minuti. Sale la tensione, è pur sempre fine agosto, fra chi vorrebbe non dover spendere così le proprie ultime giornate di ferie e chi le ferie le sta ancora aspettando e così basta proprio un'inezia per provocare l'apocalisse istituzionale. Uno degli addetti comincia a diventare paonazzo è si mette a gridare: - Adesso basta, sedetevi tutti, non voglio (manie di protagonismo?) più che superiate la riga gialla senza che siate stati chiamati, va bene? E se non va bene è così lo stesso (qui sfioriamo l'onnipotenza). La gente si guarda smarrita. Qualcuno osa dire di voler solo un'informazione e lui pronto risponde - Prenda il numero non dovremmo neanche darle, il nostro lavoro è di ritirare i moduli di richiesta.
Prendere il numero per un'informazione? Così se tutto va bene il malcapitato si fa magari anche 2 o 3 ore di attesa in questa sala per poi scoprire, o meglio ricevere il chiarimento che lo indirizza verso un'altra sala in un altro piano oppure addirittura a casa con una manciata di ciclostili e moduli sbiaditi sottobraccio da compilare (tutti rigorosamente in italiano).
Accanto a me si siede un ragazzo, solite frasi di circostanza - Che numero hanno chiamato?...Ma come sono lenti...E' da molto che aspetti?...Io sono già tornato 3 volte questa settimana. Oddio mi viene un mini attacco d'ansia pensando a quale potrà essere la mia di sorte. Rispondo - Credo che succederà anche a me, ho tentato di documentarmi sul sito ma non era chiaro come mi dovessi comportare, ho provato a telefonare alla fine non ricevendo risposta ho stampato i moduli dal sito e li ho fatti firmare al mio ex. La conversazione prende un'altra piega nell'attesa.
- Poveretti in effetti non è facile lavorare a contatto con il pubblico. Dice lui.
- Sì hai ragione succede anche a me.
- Che lavoro fai scusa?
- Gestione del credito. Lo sguardo che mi restituisce chiede silenzioso qualche parola in più.
- ...recupero crediti.
- Ah. Scusa posso chiederti una cosa allora? Gli anni scorsi non ho pagato delle multe perché ero all'estero per lavoro (sempre?) e adesso mi hanno mandato delle cartelle esattoriali, come devo fare per sapere esattamente qual è la mia situazione?
Non ho avuto cuore di dirgli che in questo caso il mio lavoro c'entra quanto quello dell'agricoltore con quello del cocomeraio e così gli ho riferito quello che sapevo per cultura personale (alias cosa è successo a me con un bollettino non pagato).
- 43.
- Buongiorno. Dico io. Mi guarda da sopra gli occhiali. Lavora in piedi, forse per non farsi intimidire dagli utenti che accedendo allo sportello risulterebbero più in alto di lui.
- Senta è da oltre un'ora che la ascolto, lo so che non dovrebbe dare informazioni ma io non ho capit...
- Dia qua i moduli. Allora questo lo dovrà portare alla sua azienda una volta che avrà ricevuto autorizzazione da parte nostra. Ha capito, mi segue?
- Sì ma...
- No signora ascolti me, ho capito cosa vuol dirmi ma questo è il mio lavoro, io so cosa deve fare (io penso: "lo so che lei è un Dio e io un po' la venero ma se scriveste un paio di cose in più sul sito forse non le toccherebbe di andare in escandescenza così spesso) ...ma dove ha scritto?
- Sì lo so, io ...però, siccome... Provo a spiegargli le mie ragioni.
- Signora lei cosa legge qui?
- ???
- Mi dica cosa legge? (in un attimo sono tornata al mio esame di guida...)
- 'Firma del coniuge'
- Ecco brava, e lei è coniugata?!!
- No (però se lo avessi saputo mi sarei fatta sposare)...
Risultato: INPS 1 - MammYX 0
Rimandata a data da destinarsi con moduli bianchi sotto braccio, i compiti di recupero (andare in Comune a chiedere un certificato che mi verrà rilasciato dopo 30 gg) e nota per i genitori "la ragazza potrebbe fare di più".
giovedì 27 agosto 2009
Visione di un seienne...il mio.
Maggio dello scorso anno ad un soffio dall'estate, le temperature cominciano a far desiderare il mare, il lavoro mi tiene lontana da Hulko e nonnaragno si occupa di lui dopo la scuola.
Al telefono.
- Mamma, oggi avevo i pantaloncini corti e la maglietta a maniche corte. Ero tutto a mezze maniche.
Al telefono.
- Mamma, oggi avevo i pantaloncini corti e la maglietta a maniche corte. Ero tutto a mezze maniche.
mercoledì 26 agosto 2009
Dal nascondiglio / Desde el escondite
Per uno sbaglio stupido, magari per essere stata un po' più soprappensiero del solito o soltanto trascinata dalla frenesia della vita urbana estiva ovvero per non aver rimesso i tacchi da un bel po', ho ricominciato a cercare fuori di me quello che so di già che non troverò.
E mi dimentico di quanto mi piaccio, di quanto sono fiera di me stessa, di quanto sono perfetta con tutti i miei difetti, per spezzarmi in tre, quattro, cinque, mille donne diverse (e peggio ancora, che tra di loro non vanno d'accordo) e finire per non capire più niente, né quando piango né quando rido, né se non faccio né uno né altro perché non ce la faccio più e non so dove trovare le forze smarrite già da un po'.
Ferite che credevo chiuse si riaprono in un attimo e mi faccio mille domande per cui non ho, e non ho mai avuto, risposte. Voglio andare al letto, buttarmi sotto le lezzuole e cullarmi. Piangere fin quando tutto questo dolore non finirà; potrei magari aprire la finestra e urlare per far sapere a tutti di questa mia amarezza, ma non, invece mi chiudo nel mio nascondiglio; dove mi sento salva perché ci sono soltanto io, perché nessuno può entrare, perché così nessuno mi ferirà mai più. Ho paura. Panico. Mi sento più Piccola che mai. Mi perdo e non so ritrovarmi.
Attraverso un bicchiere un paio di occhi neri e un ricciolo rosso mi dicono di aprire le porte e le finistre e respirare di nuovo e ricordo che una volta promisi a uno sconosciuto che non avrei mai mai perduto il mio bel sorriso. E allora?
E mi dimentico di quanto mi piaccio, di quanto sono fiera di me stessa, di quanto sono perfetta con tutti i miei difetti, per spezzarmi in tre, quattro, cinque, mille donne diverse (e peggio ancora, che tra di loro non vanno d'accordo) e finire per non capire più niente, né quando piango né quando rido, né se non faccio né uno né altro perché non ce la faccio più e non so dove trovare le forze smarrite già da un po'.
Ferite che credevo chiuse si riaprono in un attimo e mi faccio mille domande per cui non ho, e non ho mai avuto, risposte. Voglio andare al letto, buttarmi sotto le lezzuole e cullarmi. Piangere fin quando tutto questo dolore non finirà; potrei magari aprire la finestra e urlare per far sapere a tutti di questa mia amarezza, ma non, invece mi chiudo nel mio nascondiglio; dove mi sento salva perché ci sono soltanto io, perché nessuno può entrare, perché così nessuno mi ferirà mai più. Ho paura. Panico. Mi sento più Piccola che mai. Mi perdo e non so ritrovarmi.
Attraverso un bicchiere un paio di occhi neri e un ricciolo rosso mi dicono di aprire le porte e le finistre e respirare di nuovo e ricordo che una volta promisi a uno sconosciuto che non avrei mai mai perduto il mio bel sorriso. E allora?
Continuo in lotta con me stessa.
* * * * *
Por una estúpida equivocación, quizá por haber estado más distraída de lo normal o sólo arrastrada por la frenética vida urbana en los meses de verano, o acaso por no haberme vuelto a subir a unos tacones desde hace algún tiempo, he vuelto a buscar fuera de mí lo que sé de antemano que no voy a encontrar.
* * * * *
Por una estúpida equivocación, quizá por haber estado más distraída de lo normal o sólo arrastrada por la frenética vida urbana en los meses de verano, o acaso por no haberme vuelto a subir a unos tacones desde hace algún tiempo, he vuelto a buscar fuera de mí lo que sé de antemano que no voy a encontrar.
Y me olvido de cuánto me gusto, de cómo me siento orgullosa de mí misma, de mi perfección defectuosa, para dividirme en tres, cuatro, cinco, mil mujeres (y aún peor, que entre ellas no se ponen de acuerdo) y acabar no entendiendo nada, ni cuando lloro ni cuando río, ni cuando no hago ni lo uno ni lo otro porque ya no puedo más y no sé de dónde sacar las fuerzas que perdí hace algún tiempo.
Heridas que creía cerradas se reabren en un instante y me hago preguntas para las que no tengo, porque nunca las he tenido, respuestas. Quiero meterme en la cama, taparme con las sábanas y acunarme. Llorar hasta que todo este dolor haya desaparecido; podría abrir la ventana y gritar, para que todos supieran de mi inmensa pena, pero decido que es mejor encerrarme en mi escondrijo, en el que estoy a salvo porque estoy sola, porque nadie pueden entrar, porque así nadie me hará daño jamás. Tengo miedo. Pánico. Me siento más Pequeña que nunca. Me pierdo, no consigo dar conmigo otra vez.
A través de una copa unos ojos negros y un tirabuzón rojo me dicen que abra las puertas y ventanas y vuelva a respirar y recuerdo que una vez prometí a un desconocido que no iba a perder nunca mi bonita sonrisa. Y entonces?
Sigo luchando conmigo misma.
martedì 25 agosto 2009
lunedì 24 agosto 2009
The Honest Scrap Award...
Condizioni del premio: raccontate ai vostri lettori 10 cose che si sappiano o meno di voi ma che sono vere. Indicate dieci persone che hanno diritto al premio e siate sicuri di far loro sapere che sono stati contrassegnati (un breve commento sul loro blog andrà bene). Non dimenticate di collegarvi di nuovo al blogger che vi ha premiato.
Sono imperdonabile, ad oltre 96 ore dalla consegna del premio, non ho ancora deciso cosa fare...oltre ovviamente a ringraziare la ormai insostituibile e generosa MammaCattiva (http://mammacattiva.blogspot.com/) che a dispetto di quanto vuol farci credere possiede un'innata sensibilità verso i piccoli e grandi rappresentanti del genere umano. Me inclusa.
Scrivo 10 cose più o meno note di me con l'augurio che possa essermi utile rileggerle ogni tanto:
1
Se reagisco d'impulso, passo giorni a recriminare su ciò che sarebbe stato più opportuno facessi o dicessi. Se aspetto a rispondere alla situazione prendendo tempo, riflettendo sul da farsi, non riesco più a riconoscere cosa sia meglio che io faccia o dica.
Morale: La soluzione migliore per gli altri non sempre è la migliore anche per me.
2
Accampo con chi mi sta vicino scuse di ogni natura e genere per non fare quello che provo maggior piacere a fare: scrivere.
Morale: La scusa è dentro di me.
3
A Machiavelli quando la situazione diventa complicata, rinuncio. A Monopoli scelgo per colore e non per valore gli immobili e le zone su cui investire. A Scarabeo mi attengo alle regole e alle improbabili e anacronistiche sigle contenute nel libretto in dotazione...
Morale: Non sono capace di barare, né al gioco, né nella vita.
4
Mi preoccupo molto, troppo, degli altri. Dimenticandomi spesso di domandarmi se sto bene anch'io. Devo cambiare approccio.
Morale: Io sono gli altri.
5
Durante l'adolescenza ho appreso il vero tantra della vita "Colui che sa ridere di se stesso non finirà mai di divertirsi".
Morale: Morirò con il sorriso sulle labbra.
6
Ho un figlio che ha dato un senso nuovo alla mia esistenza.
Morale: Qualche volta Avere è Essere.
7
Sono orgogliosa di quello che ho costruito fino ad ora ma cambierei tutto.
Morale: A pontificare sono sempre stata buona, come tutti d'altronde.
8
Mi chiedo se abbia dato dei dispiaceri ai miei genitori e se potessi evitarglieli.
Morale: Diventare genitore mi ha cambiato la prospettiva.
9
Succede in talune situazioni particolari che i 'sensi di colpa' schiaccino gli altri sensi.
Morale: I sogni aiutano a vivere la vita e 5 sensi sono abbastanza se impariamo a goderne.
10
Cerco di evitare il Principe Azzurro, trovo eccitante il Lupo Cattivo e ho messo da parte la mela candita da regalare alla prima occasione alla Strega Cattiva.
Morale: Credo ancora nel lieto fine.
Consegno il premio a:
Milano e Lorenza - http://milanoelorenza.blogspot.com/
...perché è semplice e vitale come l'acqua;
Valentina Vale Wanda - http://valewanda.blog.tiscali.it/
...perché offre piacevoli chiacchierate nel suo elegante e confortevole 'salotto' aperto a tutti (i discorsi);
Machedavvero - http://machedavvero.blogspot.com/
... perché come lei si può e si deve essere mamma in tanti modi;
Mammaincorriera - http://mammaincorriera.blogspot.com/
...perché tutti dovremmo saper scegliere di vivere meglio;
ItMom - http://theitalianmom.blogspot.com/
...perché è una mamma sempre in (un intraprendente) movimento;
A casa di Emma - http://emmamma.blogspot.com/
...perché è una mamma dalla parte delle mamme;
ci-polla - http://leamiche.donnamoderna.com/blogs/paola.pollina
... perché mi piace l'idea di poter conoscere altre 10 cose di una donna, (e una mamma), già molto interessante;
Panzallaria - http://www.panzallaria.com/
...perché è una voce, (e un sorriso), fuori dal coro;
Eppifemili - http://eppifemili.wordpress.com/
...perché è l'amica che tutti vorremmo, spensieratamente coinvolgente;
DannatiDanni - http://dannatidanni.blogspot.com/
...perché ha un (invidiabile) senso tutto suo della realtà;
Quello che Vincent non avrebbe detto mai - http://filippocioni.tumblr.com/
...perché oggi ho deciso di cominciare a ribellarmi e premio anche l'undicesimo blogger (anche se non sarà mai mamma).
Sono imperdonabile, ad oltre 96 ore dalla consegna del premio, non ho ancora deciso cosa fare...oltre ovviamente a ringraziare la ormai insostituibile e generosa MammaCattiva (http://mammacattiva.blogspot.com/) che a dispetto di quanto vuol farci credere possiede un'innata sensibilità verso i piccoli e grandi rappresentanti del genere umano. Me inclusa.
Scrivo 10 cose più o meno note di me con l'augurio che possa essermi utile rileggerle ogni tanto:
1
Se reagisco d'impulso, passo giorni a recriminare su ciò che sarebbe stato più opportuno facessi o dicessi. Se aspetto a rispondere alla situazione prendendo tempo, riflettendo sul da farsi, non riesco più a riconoscere cosa sia meglio che io faccia o dica.
Morale: La soluzione migliore per gli altri non sempre è la migliore anche per me.
2
Accampo con chi mi sta vicino scuse di ogni natura e genere per non fare quello che provo maggior piacere a fare: scrivere.
Morale: La scusa è dentro di me.
3
A Machiavelli quando la situazione diventa complicata, rinuncio. A Monopoli scelgo per colore e non per valore gli immobili e le zone su cui investire. A Scarabeo mi attengo alle regole e alle improbabili e anacronistiche sigle contenute nel libretto in dotazione...
Morale: Non sono capace di barare, né al gioco, né nella vita.
4
Mi preoccupo molto, troppo, degli altri. Dimenticandomi spesso di domandarmi se sto bene anch'io. Devo cambiare approccio.
Morale: Io sono gli altri.
5
Durante l'adolescenza ho appreso il vero tantra della vita "Colui che sa ridere di se stesso non finirà mai di divertirsi".
Morale: Morirò con il sorriso sulle labbra.
6
Ho un figlio che ha dato un senso nuovo alla mia esistenza.
Morale: Qualche volta Avere è Essere.
7
Sono orgogliosa di quello che ho costruito fino ad ora ma cambierei tutto.
Morale: A pontificare sono sempre stata buona, come tutti d'altronde.
8
Mi chiedo se abbia dato dei dispiaceri ai miei genitori e se potessi evitarglieli.
Morale: Diventare genitore mi ha cambiato la prospettiva.
9
Succede in talune situazioni particolari che i 'sensi di colpa' schiaccino gli altri sensi.
Morale: I sogni aiutano a vivere la vita e 5 sensi sono abbastanza se impariamo a goderne.
10
Cerco di evitare il Principe Azzurro, trovo eccitante il Lupo Cattivo e ho messo da parte la mela candita da regalare alla prima occasione alla Strega Cattiva.
Morale: Credo ancora nel lieto fine.
Consegno il premio a:
Milano e Lorenza - http://milanoelorenza.blogspot.com/
...perché è semplice e vitale come l'acqua;
Valentina Vale Wanda - http://valewanda.blog.tiscali.it/
...perché offre piacevoli chiacchierate nel suo elegante e confortevole 'salotto' aperto a tutti (i discorsi);
Machedavvero - http://machedavvero.blogspot.com/
... perché come lei si può e si deve essere mamma in tanti modi;
Mammaincorriera - http://mammaincorriera.blogspot.com/
...perché tutti dovremmo saper scegliere di vivere meglio;
ItMom - http://theitalianmom.blogspot.com/
...perché è una mamma sempre in (un intraprendente) movimento;
A casa di Emma - http://emmamma.blogspot.com/
...perché è una mamma dalla parte delle mamme;
ci-polla - http://leamiche.donnamoderna.com/blogs/paola.pollina
... perché mi piace l'idea di poter conoscere altre 10 cose di una donna, (e una mamma), già molto interessante;
Panzallaria - http://www.panzallaria.com/
...perché è una voce, (e un sorriso), fuori dal coro;
Eppifemili - http://eppifemili.wordpress.com/
...perché è l'amica che tutti vorremmo, spensieratamente coinvolgente;
DannatiDanni - http://dannatidanni.blogspot.com/
...perché ha un (invidiabile) senso tutto suo della realtà;
Quello che Vincent non avrebbe detto mai - http://filippocioni.tumblr.com/
...perché oggi ho deciso di cominciare a ribellarmi e premio anche l'undicesimo blogger (anche se non sarà mai mamma).
sabato 22 agosto 2009
Calciobalilla Rosa.
Le Regole - Gravidanza.
1- Non preoccuparti di piedi gonfi, ombelico sporgente e striscia scura sulla pancia: tutti ti diranno che sei raggiante.
2- Se in autobus la ragazzina con l'iPod non ti cede il posto, prova a premerle la pancia sulla faccia.
3- Il papà si metta l'anima in pace: i calcetti lui non riuscirà mai a sentirli.
4- Se detesti la "pancera" non provarla, se te la metti non la togli più.
5- Se non sei incinta e la fruttivendola ti chiede di quanti mesi sei, dì quattro e vai via svelta.
(regole@internazionale.it - 21/27 agosto nr. 809)
...dedicato alle blogger di NHV in dolce attesa e a tutte le altre donne in quello che è, e resterà sempre, uno 'stato interessante'
2- Se in autobus la ragazzina con l'iPod non ti cede il posto, prova a premerle la pancia sulla faccia.
3- Il papà si metta l'anima in pace: i calcetti lui non riuscirà mai a sentirli.
4- Se detesti la "pancera" non provarla, se te la metti non la togli più.
5- Se non sei incinta e la fruttivendola ti chiede di quanti mesi sei, dì quattro e vai via svelta.
(regole@internazionale.it - 21/27 agosto nr. 809)
...dedicato alle blogger di NHV in dolce attesa e a tutte le altre donne in quello che è, e resterà sempre, uno 'stato interessante'
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giovedì 20 agosto 2009
wer schaffen will, muss fröhlich sein*
detesto con forza le camere ardenti
distacco di prassi fra morti e viventi
ma qualcuno molto in gamba di recente mi ha insegnato
che il rito è un compromesso che concilia col passato
ci penso, trasognata nel cortile della scuola
leggo la vecchia scritta nel cartiglio, e il tempo vola
chi vuole realizzarsi deve essere felice*
il resto, tutto intorno, sembra una cicatrice
degli anni dall'asilo fino all'età matura:
che oggi, questo luogo, è clinica di cura
(il gioco, fra ex alunni, è far scongiuri a turno
è qui che promettiamo di ritrovarci un giorno)
io per la prima volta ho letto in questo posto
da hemingway alla parker (e kerouac, di nascosto)
e masters, e fitzgerald, l'america complessa
sdaziata da pavese e una sua studentessa
disgiunto nei decenni, lo spazio si compone
nel senso del passaggio di un fiume di persone
non sa che qui era un'aula, ma scende e parla piano
saluta, questa sera, fernanda beat pivano.
(fernanda pivano si è spenta il 18 agosto 2009 in una casa di cura aperta una quindicina d'anni fa nell'edificio della vecchia scuola tedesca di milano. la mia.)
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mercoledì 19 agosto 2009
... neanche al giro di boa.
Hulko è stato sequestrato dal papà il 30/07 e con ogni probabilità gli verrà restituita la libertà, e con essa toccherà nuovamente il suolo della patria natia, non prima del 06 settembre. Mi manca. Ci sentiamo tutte le sere, un po' come un nostalgico Carosello è vivace e brillante, almeno quelle volte che non viene distratto dalle immagini di un qualsiasi cartone animato trasmesso dal piccolo schermo. Una sera mi ha chiesto della barca, insistendo su alcuni dettagli e ha concluso domandandomi - Mamma quanto è grande la barca? - Beh non tantissimo - Ma in quanti siete? - Con il capitano in 7. Segue un silenzio riflessivo. -Quindi mamma se vengo anch'io non ci sto. Vado a riprendermelo.
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vacanza
martedì 18 agosto 2009
Questione di equilibri.
La barca è ormeggiata al porto, sono le 19 circa e l'ambiente è piuttosto umido, aspettando di salpare, approfittiamo della canna del rifornimento idrico per darci una rinfrescata e poi una via l'altra percorriamo in 2 massimo 3 passi l'asse che, con una lieve pendenza, ci consente di salire in barca. Prima LaBarluz!, poi Monciccìlafortunaèavertiqui e io seguo a ruota ma d'istinto butto un occhio verso LaZia che non mi delude nemmeno questa volta. Prende l'abbrivio in un volteggio circense, allunga le gambe unite in avanti, cade precisa con il sedere all'inizio dell'asse, distende la schiena, sfiora il gradino di cemento senza picchiare la testa grazie agli studi e ai calcoli millesimali precedentemente condotti e con estrema leggiadria approda in barca. Tutti gli occhi sgranati sono puntati su di lei che, scossa dalle risate, rilascia la seguente dichiarazione - Mi sono sentita come i tonni quando vengono gettati sui banchi in pescheria!
Scopriamo presto che il quarto elemento femminile dell'equipaggio Monciccìchepiacereavertiqui, ha tutte le doti per essere considerata l'erede naturale de LaZia e infatti è rimasta appesa un paio di volte al corrimano che conduce in dinette, mancandole l'appiglio sugli scalini scivolosi, è inciampata nei piedi di in un paio di fantasmi durante l'arco della vacanza e per dimostrare di avere del talento, non ha mancato di emulare il suo guru della caduta, LaZia, dopo che, arrampicatasi faticosamente ed ostinatamente sugli scogli dal fronte orientale, è immediatamente e ineludibilmente scivolata in acqua dal fronte occidentale.
Un pomeriggio ci giunge un rumore preoccupante dall'interno della barca, ci guardiamo e ci contiamo...sì LaZia era appena franata a terra uscendo dall'ostile bagno.
Le mie sbandate sono state meno spettacolari ma in alcuni casi altrettanto dolorose, devo essermi insaccata 3 dita della mano sinistra cercando di non rovinare lungo il corridoio del ponte (come si chiamerà?) che porta a prua. LaBarluz! non ha ematomi da sfoggiare ma solo perchè resta in zona 'franca', in compenso ha tentato di compromettere un paio di terminazioni nervose del palmo della mano armeggiando un leatherman per affettare un limone destinato alla tonica. Oddio non è andata proprio così ma sembriamo già abbastanza goffi anche omettendo la versione più fedele (...un'onda...una bottiglia di gassosa chiusa male che schizza all'impazzata...troppe mani che operano il recupero...)
Nell'elenco è d'obbligo inserire tutte e dico tutte le salite e le discese dal tender, il gommoncino riservato ai trasferimenti a terra, dallo scivolone a mo' di spaccata al vero e proprio tuffo in acqua, tutte operazioni delicate.
La migliore però e per fortuna anche quella più indolore è stata fatta in una location d'eccezione Il Frontone, una spiaggia raggiungibile solo in barca, la piu trendy dell'isola di Ponza. Un disco bar al centro che suona musica lounge per tutta la giornata e che a partire dalle 18 cambia nei ritmi e nell'intensità facendo eco in tutta la spiaggia che diventa una vera e propria discoteca a cielo aperto per anime libere. Decidiamo quasi all'unanimità e quasi con lo stesso trasporto di vivere il tramonto più mondano delle isole pontine, ci prepariamo per Il Frontone in mezz'ora di consultazioni, scambi e battute. Per restare fedeli alle dinamiche del posto nessuno si lava in acqua dolce, la pelle salata la fa da padrona. Ci avviciniamo alla scaletta di poppa, piedi scalzi, gonne e parei raccolti in modo un po' zingaresco in vita e il nostro Caronte che già pronto alla traversata cerca di salvarsi pelle e attributi facendosi piccolo piccolo pur tendendo ancora generosamente una mano per aiutarci nella discesa. Ci siamo tutti, sorridenti e chiassosi a bordo del natante e raggiungiamo la riva, ci accompagna la musica carica di promesse festaiole. A qualche metro dalla riva GalanteCompañero, basco di nascita e madrileno per scelta, ci intima di aspettare - Ancora no, ancora no...(splash). LaZia disobbediente è in acqua fino alla vita con un piede incastrato nella cima, ride divertita e noi con lei ma LaBarluz! ha intuito il dramma ovvero l'onda ci spinge pesanti verso LaZia ancora avviluppata al gommone, cerca allora di aiutarla a liberarsi, ovviamente l'onda resta nemica e le dà una spinta non ponderata che la porta, con un un movimento che ricorda l'ultimo estremo saluto musulmano alla Mecca e con i piedi evidentemente cementati al fondo del tender, a rovesciarsi su LaZia. Il GalanteCompañero strabuzza gli occhi e fieramente sconsolato ci domanda - L'ho detto in italiano, cosa non era chiaro in "Ancora no. Ancora no."? Caronte nel frattempo si è allontanato tenendosi la pancia per il molto ridere, confessando a se stesso di non aver mai visto niente di simile prima d'ora e dire che è abituato ad ambienti ostili e a veri e propri pesi 'morti'. L'entrata non è stata delle più eleganti ma preludio comunque di una serata memorabile.
Scopriamo presto che il quarto elemento femminile dell'equipaggio Monciccìchepiacereavertiqui, ha tutte le doti per essere considerata l'erede naturale de LaZia e infatti è rimasta appesa un paio di volte al corrimano che conduce in dinette, mancandole l'appiglio sugli scalini scivolosi, è inciampata nei piedi di in un paio di fantasmi durante l'arco della vacanza e per dimostrare di avere del talento, non ha mancato di emulare il suo guru della caduta, LaZia, dopo che, arrampicatasi faticosamente ed ostinatamente sugli scogli dal fronte orientale, è immediatamente e ineludibilmente scivolata in acqua dal fronte occidentale.
Un pomeriggio ci giunge un rumore preoccupante dall'interno della barca, ci guardiamo e ci contiamo...sì LaZia era appena franata a terra uscendo dall'ostile bagno.
Le mie sbandate sono state meno spettacolari ma in alcuni casi altrettanto dolorose, devo essermi insaccata 3 dita della mano sinistra cercando di non rovinare lungo il corridoio del ponte (come si chiamerà?) che porta a prua. LaBarluz! non ha ematomi da sfoggiare ma solo perchè resta in zona 'franca', in compenso ha tentato di compromettere un paio di terminazioni nervose del palmo della mano armeggiando un leatherman per affettare un limone destinato alla tonica. Oddio non è andata proprio così ma sembriamo già abbastanza goffi anche omettendo la versione più fedele (...un'onda...una bottiglia di gassosa chiusa male che schizza all'impazzata...troppe mani che operano il recupero...)
Nell'elenco è d'obbligo inserire tutte e dico tutte le salite e le discese dal tender, il gommoncino riservato ai trasferimenti a terra, dallo scivolone a mo' di spaccata al vero e proprio tuffo in acqua, tutte operazioni delicate.
La migliore però e per fortuna anche quella più indolore è stata fatta in una location d'eccezione Il Frontone, una spiaggia raggiungibile solo in barca, la piu trendy dell'isola di Ponza. Un disco bar al centro che suona musica lounge per tutta la giornata e che a partire dalle 18 cambia nei ritmi e nell'intensità facendo eco in tutta la spiaggia che diventa una vera e propria discoteca a cielo aperto per anime libere. Decidiamo quasi all'unanimità e quasi con lo stesso trasporto di vivere il tramonto più mondano delle isole pontine, ci prepariamo per Il Frontone in mezz'ora di consultazioni, scambi e battute. Per restare fedeli alle dinamiche del posto nessuno si lava in acqua dolce, la pelle salata la fa da padrona. Ci avviciniamo alla scaletta di poppa, piedi scalzi, gonne e parei raccolti in modo un po' zingaresco in vita e il nostro Caronte che già pronto alla traversata cerca di salvarsi pelle e attributi facendosi piccolo piccolo pur tendendo ancora generosamente una mano per aiutarci nella discesa. Ci siamo tutti, sorridenti e chiassosi a bordo del natante e raggiungiamo la riva, ci accompagna la musica carica di promesse festaiole. A qualche metro dalla riva GalanteCompañero, basco di nascita e madrileno per scelta, ci intima di aspettare - Ancora no, ancora no...(splash). LaZia disobbediente è in acqua fino alla vita con un piede incastrato nella cima, ride divertita e noi con lei ma LaBarluz! ha intuito il dramma ovvero l'onda ci spinge pesanti verso LaZia ancora avviluppata al gommone, cerca allora di aiutarla a liberarsi, ovviamente l'onda resta nemica e le dà una spinta non ponderata che la porta, con un un movimento che ricorda l'ultimo estremo saluto musulmano alla Mecca e con i piedi evidentemente cementati al fondo del tender, a rovesciarsi su LaZia. Il GalanteCompañero strabuzza gli occhi e fieramente sconsolato ci domanda - L'ho detto in italiano, cosa non era chiaro in "Ancora no. Ancora no."? Caronte nel frattempo si è allontanato tenendosi la pancia per il molto ridere, confessando a se stesso di non aver mai visto niente di simile prima d'ora e dire che è abituato ad ambienti ostili e a veri e propri pesi 'morti'. L'entrata non è stata delle più eleganti ma preludio comunque di una serata memorabile.
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lunedì 17 agosto 2009
Verso l'imbarco.
Carrozza 8. Posti 52 e 53. Freccia Rossa, (orgoglio nazionale, più o meno), delle ore 6.30am. Due teste ricce e scomposte ciondolano per quasi tutto il tragitto Milano-Napoli, (quando non si ha più l'età per fare il 'dritto'). A Roma Termini il treno sosta circa venti minuti, io scendo subito, in astinenza da caffèdellacarrozzaristoro essendo questa giornata di sciopero indetto dal 'Sindacato del barista libero', a fare la coda per litigare con un distributore automatico di bevande (nello stesso tempo il vicino è riuscito ad andare da Mc Donald's a ordinare e ritirare un Mc Menu, mistero), risalgo un quarto d'ora più tardi con un simil-cappuccino per LaZia che a distanza di qualche minuto si è (da solo, lei giura) gettato sui pantaloni del passeggero di fronte. I ricci sono tornati a ciondolare per il resto del viaggio. Arriviamo a Napoli in una stazione frenetica e caotica, anche a causa di lavori che a detta del tassista sono ormai anni che si protraggono senza che se ne intravveda la fine. Ci issiamo i bagagli in spalla, io vinco con 3 tracolle e un peso mal ripartito fra le borse che si aggira sui 18-20kg circa. Il tassista per la modica cifra di 15 euro a neanche 5 km di distanza ci deposita davanti il famoso bar Gambrinus dove ad attendere ci sono LaBarluz! e il suo mal di piedi. Ci abbracciamo, prendiamo un caffè, guardiamo 2 vetrine, ripassiamo mentalmente la Lista per la cambusa, un piccione provato dagli ultimi pasti perde il carico in volo centrando ovviamente la mia borsa e siamo pronte per la barca. LaBarluz! cerca stoicamente e silenziosamente di ignorare il mal di piedi ma al terzo sguardo che le dedico ci fermiamo e le cedo le mie ciabattine. Rifiuto l'offerta generosa di indossare le sue ballerine bianche nuove, mi è infatti parso di vedere ancora in giro il piccione di prima, ed estraggo da una delle mie borse modello MaryPoppins un paio di sandaletti neri con un tacco appena accennato, (davvero 3 cm per slanciare un po'). Così abbigliata raggiungo il porto e il resto dell'equipaggio che un po' perplesso mi riceve in gonna nera al ginocchio, sandaletti con tacco e 1 borsa più 2 borsoni a tracolla. L'elegante antitesi del buon navigante.
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Lista delle cose DA PORTARE in barca - Lista delle cose DA NON PORTARE in barca
Lista delle cose da portare in barca
3/5 costumi
2/3 parei
telo mare + asciugamano
accappatoio (meglio del tipo ultraleggero)
ciabattine
scarpe comode (infradito, ballerine, sneaker...)
2 felpe (una più leggera una più pesante)
2 maglie M/lunga
1/2 paia di pantaloni leggeri
bermuda
jeans
2/3 vestitini
biancheria
canottiere e top
bandana e/o fascia capelli
k-way
sacco a pelo
astuccio impermeabile
ipod
cellulare
carica batterie
libri
occhiali da sole
medicine
occhialini e maschera, pinne e boccaglio
beauty case (comodo)
crema solare, accelleratore e doposole
La lista delle cose da non portare in barca
scarpe con il tacco
valigia rigida o troppo ingombrante
troppi vestiti
troppi libri
domenica 16 agosto 2009
Cambio di rotta.
Andiamo con ordine. Sono sempre stata, almeno fino a qualche anno fa, molto precisa, metodica e diligente, sia dentro che fuori. Non saprei dire bene né come né quando tutto questo sia venuto meno ma sono consapevole del fatto che sia successo. Sono in ritardo su tutti gli appuntamenti, da quelli di lavoro a quelli dall'estetista. Dimentico questioni importanti, dalle utenze da pagare ai compleanni. Decido mentalmente di fare qualcosa, mando lo stimolo al corpo e in una manciata di secondi mi ritrovo smarrita per casa senza più ricordare quale fosse la meta. So che potrebbe essere dovuto al fatto che sono cresciute in modo esponenziale (chissà poi cosa vorrà dire, non sono mai troppo serena quando cerco di giostrarmi con la matematica) le mie responsabilità ma resto comunque basita.
Luglio ha da poche ore lasciato il posto ad agosto ed io ancora non ho deciso come impiegare le mie ferie o meglio non ho ancora deciso come poter impiegare le mie ferie a costo zero quando mi giunge la telefonata de LaZia che mi manda in fibrillazione -MammYX lo so che stai lavorando e sarebbe meglio ti chiamassi più tardi, lo so che non ti garba troppo l'idea, lo so che sono già 5 anni che tento inutilmente di convincerti, lo so che avresti voluto fare dell'altro ma ci sono ancora un paio di posti in barca per le isole pontine ad un prezzoamico... - In barca? Con te? 1 settimana di bagno-tabù? Alle isole pontine? Va bene vengo. -Hai detto sì? Scusa non ho sentito bene, hai detto sì? Ok sabato si parte. - Sabato?! -Ti mando la 'Lista delle cose da portare'. Davanti a me solo qualche serata per compiere tutte le operazioni preliminari. Partiamo dalla ceretta, sono annual-ceretta-dipendente, ne faccio di media 1 ogni 3/4 settimane, qual è il mese in cui ometto di prenotarla? Agosto appunto, proprio Il Mese delle Cerette, acquisto quindi anche una confezione da 500ml di crema depilatoria insieme all'amuchina da viaggio e al dentifricio. In pausa pranzo scendo al supermercato, e di questo me ne vergogno, a comprare i libri per la vacanza, il meno peggio fra i titoli presenti. La seconda sera vado appositamente da Muji a comprare le mollettine che non trovo acquisto quindi un fermacapelli improbabile che non userò, una bustina trasparente e impermeabile (presente in lista) e il beautycase che si appende, ideale per la barca. La terza sera invece è riservata all'accappatoio in microfibra, che trattiene poco l'acqua e al sacco a pelo (presenti in lista). Per l'ultima sera quella di venerdì restano infine solo l'assemblaggio e lo stoccaggio delle merci ma qualcosa è andato storto. Primo e unico treno disponibile, partenza da Milano Centrale ore 6.30am, patteggio con LaZia per l'orario più corretto per il ritrovo, io ansiosa per scelta sono per l'anticipo, lei adrenalinica dalla nascita per l'azzardo. Raggiungiamo un accordo, alle ore 5.15am passo a prenderla. Il taxi per la seconda parte del tragitto è stato prenotato. Opto per un 'dritto' ovvero inutile andare a letto, tiro direttamente l'alba. Quindi raccolgo un po' le idee, un po' di vestiti, un po' di 'cose utili', partecipo ad un paio di forum on line e si fanno le 3.00am e lì, proprio lì mi ricordo che devo ancora depilarmi. Alle 4.15am do la sveglia a LaZia che invece come me ha deciso di aspettare in piedi l'alba ma che tanto per movimentare un po' la scena deve ancora iniziare a fare la valigia a cui seguirà ovvio anche la doccia. Insomma siamo in ritardo entrambe, io comincio a buttare la roba in valigia che scopro non essere abbastanza grande per contenere tutto, ne aggiungo quindi una seconda che maledirò per i successivi 7 giorni. Recupero molto ma non tutto l'occorrente. E' dannatamente tardi, non trovo al primo colpo i costumi, prendo i 3 che trovo galleggianti in superficie nel cassetto della biancheria e me li farò bastare. Non ho il tempo di racimolare i prodotti da toilette, così scaravento in borsa i vari mini beauty case lasciando vacante la quasi totalità degli scomparti del nuovo mega beauty che butto in borsa con tanto di cartellino del prezzo a penzoloni. Faccio mente locale delle diverse medicine di cui sarebbe conveniente dotarsi ma a distanza di poche ore mi ritroverò provvista esclusivamente di 5 compresse di Moment. Aggiungo 6 paia di lenti a contatto e chiudo i bagagli. Un appuntamento è un appuntamento, salto in macchina e arrivo sotto casa de LaZia sudata, spettinata ma in perfettissimo orario e attendo...e attendo...arriva un SMS "Scusa non trovo il k-way, adesso scendo"...attendo ancora...l'orologio segna le 5.32am...
Luglio ha da poche ore lasciato il posto ad agosto ed io ancora non ho deciso come impiegare le mie ferie o meglio non ho ancora deciso come poter impiegare le mie ferie a costo zero quando mi giunge la telefonata de LaZia che mi manda in fibrillazione -MammYX lo so che stai lavorando e sarebbe meglio ti chiamassi più tardi, lo so che non ti garba troppo l'idea, lo so che sono già 5 anni che tento inutilmente di convincerti, lo so che avresti voluto fare dell'altro ma ci sono ancora un paio di posti in barca per le isole pontine ad un prezzoamico... - In barca? Con te? 1 settimana di bagno-tabù? Alle isole pontine? Va bene vengo. -Hai detto sì? Scusa non ho sentito bene, hai detto sì? Ok sabato si parte. - Sabato?! -Ti mando la 'Lista delle cose da portare'. Davanti a me solo qualche serata per compiere tutte le operazioni preliminari. Partiamo dalla ceretta, sono annual-ceretta-dipendente, ne faccio di media 1 ogni 3/4 settimane, qual è il mese in cui ometto di prenotarla? Agosto appunto, proprio Il Mese delle Cerette, acquisto quindi anche una confezione da 500ml di crema depilatoria insieme all'amuchina da viaggio e al dentifricio. In pausa pranzo scendo al supermercato, e di questo me ne vergogno, a comprare i libri per la vacanza, il meno peggio fra i titoli presenti. La seconda sera vado appositamente da Muji a comprare le mollettine che non trovo acquisto quindi un fermacapelli improbabile che non userò, una bustina trasparente e impermeabile (presente in lista) e il beautycase che si appende, ideale per la barca. La terza sera invece è riservata all'accappatoio in microfibra, che trattiene poco l'acqua e al sacco a pelo (presenti in lista). Per l'ultima sera quella di venerdì restano infine solo l'assemblaggio e lo stoccaggio delle merci ma qualcosa è andato storto. Primo e unico treno disponibile, partenza da Milano Centrale ore 6.30am, patteggio con LaZia per l'orario più corretto per il ritrovo, io ansiosa per scelta sono per l'anticipo, lei adrenalinica dalla nascita per l'azzardo. Raggiungiamo un accordo, alle ore 5.15am passo a prenderla. Il taxi per la seconda parte del tragitto è stato prenotato. Opto per un 'dritto' ovvero inutile andare a letto, tiro direttamente l'alba. Quindi raccolgo un po' le idee, un po' di vestiti, un po' di 'cose utili', partecipo ad un paio di forum on line e si fanno le 3.00am e lì, proprio lì mi ricordo che devo ancora depilarmi. Alle 4.15am do la sveglia a LaZia che invece come me ha deciso di aspettare in piedi l'alba ma che tanto per movimentare un po' la scena deve ancora iniziare a fare la valigia a cui seguirà ovvio anche la doccia. Insomma siamo in ritardo entrambe, io comincio a buttare la roba in valigia che scopro non essere abbastanza grande per contenere tutto, ne aggiungo quindi una seconda che maledirò per i successivi 7 giorni. Recupero molto ma non tutto l'occorrente. E' dannatamente tardi, non trovo al primo colpo i costumi, prendo i 3 che trovo galleggianti in superficie nel cassetto della biancheria e me li farò bastare. Non ho il tempo di racimolare i prodotti da toilette, così scaravento in borsa i vari mini beauty case lasciando vacante la quasi totalità degli scomparti del nuovo mega beauty che butto in borsa con tanto di cartellino del prezzo a penzoloni. Faccio mente locale delle diverse medicine di cui sarebbe conveniente dotarsi ma a distanza di poche ore mi ritroverò provvista esclusivamente di 5 compresse di Moment. Aggiungo 6 paia di lenti a contatto e chiudo i bagagli. Un appuntamento è un appuntamento, salto in macchina e arrivo sotto casa de LaZia sudata, spettinata ma in perfettissimo orario e attendo...e attendo...arriva un SMS "Scusa non trovo il k-way, adesso scendo"...attendo ancora...l'orologio segna le 5.32am...
giovedì 13 agosto 2009
Dolce risveglio / Dulce despertar
È da un paio di giorni che dormo nel letto di Mamma Al 2. Il tempo è passato e ormai abbiamo cambiato il piccolissimo letto di una piazza dell'appartamento a Barcellona dove 10 anni fa ogni tanto, anzi molto spesso, ci capitava di dormire appicicatissime, con questo gran letto matrimoniale a Ischia. Ma non è l'unica differenza, perché adesso tra di noi dorme OcchiBlu, che, per chi non lo conoscesse, è il bambino più bello del mondo.
Oggi mi sono svegliata che Mamma Al 2 e OcchiBlu ancora dormivano. BimboGioioso, già sveglio, ma silenzioso come ogni mattina, si muoveva già nella sua culla aspettando che qualcuno lo andasse a prendere. "Dai, ancora un po'", ho pensato, sapendo comunque che non mi sarei riaddormentata. E proprio in quel momento sento il braccino di OcchiBlu che si avvicina alla mia schiena e mi abbraccia. Ed io, felice, mi giro pian pianino -per non svegliarlo- lo abbraccio e chiudo gli occhi, godendomi l'ormai ufficiale affezionamento reciproco.
Insomma, un bellissimo risveglio, e giuro che non avrei cambiato OcchiBlu per uno di 30 anni più grande:)
Oggi mi sono svegliata che Mamma Al 2 e OcchiBlu ancora dormivano. BimboGioioso, già sveglio, ma silenzioso come ogni mattina, si muoveva già nella sua culla aspettando che qualcuno lo andasse a prendere. "Dai, ancora un po'", ho pensato, sapendo comunque che non mi sarei riaddormentata. E proprio in quel momento sento il braccino di OcchiBlu che si avvicina alla mia schiena e mi abbraccia. Ed io, felice, mi giro pian pianino -per non svegliarlo- lo abbraccio e chiudo gli occhi, godendomi l'ormai ufficiale affezionamento reciproco.
Insomma, un bellissimo risveglio, e giuro che non avrei cambiato OcchiBlu per uno di 30 anni più grande:)
* * * * *
Desde hace un par de días duermo con Mamma Al 2. El tiempo ha pasado y hemos cambiado la pequeñísima cama individual del piso de Barcelona en la que hace 10 años dormíamos pegadas la una a la otra de vez en cuando , por esta gran cama matrimonial de Ischia. Pero esa no es la única diferencia, porque ahora entre nosotras duerme OcchiBlu, que, para quien no lo conozca, debéis saber que es el niño más guapo del mundo.
Esta mañana me he despertado mientras Mamma Al 2 y OcchiBlu aún dormían. BimboGioioso, ya despierto pero en silencio como cada mañana, se movía en su cuna esperado que alguien se levantase a cogerle en brazos. "Un poco más", he pensado, sabiendo de todas formas que no me volvería a dormir. Y en ese preciso momento siento el bracito de OcchiBlu primero acercándose a mi espalda y luego abrazándome. Y yo, feliz, me doy la vuelta cuidadosamente para no despertarle, le abrazo y cierro los ojos, disfrutando del que ya es oficialmente un cariño mutuo.
En definitiva, un despertar precioso... y juro que no habría cambiado a OcchiBlu por uno 30 años mayor :)
Esta mañana me he despertado mientras Mamma Al 2 y OcchiBlu aún dormían. BimboGioioso, ya despierto pero en silencio como cada mañana, se movía en su cuna esperado que alguien se levantase a cogerle en brazos. "Un poco más", he pensado, sabiendo de todas formas que no me volvería a dormir. Y en ese preciso momento siento el bracito de OcchiBlu primero acercándose a mi espalda y luego abrazándome. Y yo, feliz, me doy la vuelta cuidadosamente para no despertarle, le abrazo y cierro los ojos, disfrutando del que ya es oficialmente un cariño mutuo.
En definitiva, un despertar precioso... y juro que no habría cambiado a OcchiBlu por uno 30 años mayor :)
domenica 9 agosto 2009
#splendida40enne: grazie :)
beh, se a 40 anni si impone un bilancio,
- se anzi si anela a un vitale rilancio -
con gli occhi velati (suvvia, va da sé)
ringrazio di averlo stilato per me.
il viaggio. la musica. i libri. le foto.
le scelte. i colori. le immagini in moto.
dei vuoti incolmabili. e quelle radici
che sanno affondare soltanto gli amici
e le amiche riccette, così fantasiose
da mietere tante parole affettuose
con intraprendenza e perfetta regia:
quindi ora... si inizia il countdown della Zia! :-D
- se anzi si anela a un vitale rilancio -
con gli occhi velati (suvvia, va da sé)
ringrazio di averlo stilato per me.
il viaggio. la musica. i libri. le foto.
le scelte. i colori. le immagini in moto.
dei vuoti incolmabili. e quelle radici
che sanno affondare soltanto gli amici
e le amiche riccette, così fantasiose
da mietere tante parole affettuose
con intraprendenza e perfetta regia:
quindi ora... si inizia il countdown della Zia! :-D
sabato 8 agosto 2009
Della serie: non chiedere mai l'età a una donna
Della serie che... se Paola Bonini avesse voluto tenere nascosta la sua età... che so, togliersi qualche annetto, aggiungerli magari, per sembrare più grande...
Bello scherzo che le hai combinato LaZia! :-D
Bello scherzo che le hai combinato LaZia! :-D
#splendida40enne, filippo
Paola Bonini una leggenda della musica italiana degli degli ultimi 40 anni
Fu luigi tenco ad aprire la storia di Paola Bonini nella musica italiana, dopo aver saputo della nascita compose la canzone 'La mia valle' in cui si può leggere
Se un giorno tu
verrai via con me
Paola Bonini
andremo insieme a vivere là
nella mia valle
dove la gente lavora i campi
dalla mattina sino alla sera
senza problemi per il vestire
e con la barba sempre da fare.
questo provocò vari problemi a Luigi e insomma finì come finì ma nella canzone incisa Paola Bonini fu sostituita da 'amore mio' per problemi con la legge sui minori (anche con i parenti dell'unenne si vocifera)
Bisogna aspettare il 1975 perchè prenda il microfono Vecchioni per cantare una canzone dal titolo inequivocabile 'Paola Bonini' sorta di todolist per l'allora seienne
Paola, non aspettare più,
la spiaggia era d'oro per illuderci,
col vantaggio di non pensarci su,
non è il tempo della volpe
ora è il corvo il mio Dio,
questo niente nella mano sono finalmente io.
Corri via, scappa via,
ma devi farlo da te,
senza starlo a chiedere
come fai, sempre fai
con tutto quel che hai.
Corri via, via, scappa via,
insieme o contro di me,
non importa, basta che
cerchi tu, solo tu
di scegliere chi sei.
dato l'età e i soliti parenti il titolo e i riferimenti al momento dell'incisione virarono su 'Irene' allora moglie del buon Vecchioni.
Si deve aspettare il 1981 quando Paola compie 12 anni perchè prenda il microfono Fabrizio De andrè con la canzone Paola Bonini
Hanno detto che Paola è stanca di posare
per un uomo che dipinge e non la può guardare
filo filo del mio cuore che dagli occhi porti al mare
c'è una lacrima nascosta che nessuno mi sa disegnare.
Tu bandito senza luna senza stelle e senza fortuna
questa notte dormirai col suo rosario stretto intorno al tuo fucile.
Tu bandito senza luna senza stelle e senza fortuna
questa notte dormirai col suo ritratto proprio sotto al tuo fucile.
Memorabile l'incazzatura dei parenti che portarono al momento dell'incisione al cambio del titolo in 'Franziska'.
Il 1987 sembrava l'anno giusto data la maggiore età raggiunta da Paola e infatti il grande rocker di Zocca prese la parola con Brava Paola
E brava Paola, e brava Paola
prenditi la vita che vuoi
E brava Paola, e brava Paola
sceglitela, certo che puoi
E brava Paola, e brava Paola
certo, certo che puoi.
Sembra che dei problemi con le scritte sui muri di Paola in periodo pre pantera fece poi decidere di passare in sala di incisione al titolo Brava Giulia.
Ormai Paola aveva 27 anni e ancora una canzone non riusciva a prendere il suo nome quando ci provò Francesco De Gregori con Prendi questa mano, Paola
Prendi questa mano, Paola dimmi pure che futuro avrò.
Ora che il vento porta in giro le foglie e la pioggia fa fumare i falò.
E c'è uno che dice Guarda! Uno che dice Dove?, uno che dice Chissà.
E c'è acqua che è ferma, acqua che si muove, acqua che se ne va.
Prendi questa mano Paola, leggila fin che vuoi.
Leggila fino all'ultimo, leggila come puoi.
Questa volta fu un problema con la Siae a fare decidere al momento dell'incisione di cambiare testo e riferimenti con 'Prendi questa mano, zingara'
E arriviamo al 2003 con Ivano Fossati e 'Il bacio sulla bocca'
Paola,
che ci importa del mondo.
Stancami
e parlami
abbracciami
fruga dentro le mie tasche
poi perdonami
sorridi
guarda questo tempo
che arriva con te
guarda quanto tempo
arriva con te.
Anche qui intervennero varie vicissitudini che portarono poi Ivano a ripiegare su un più anonimo 'Bella'
Ed eccoci giunti a questo 2009 e alla canzone per questo compleanno per una presenza costante dalla nascita ad oggi in molte canzoni (qui per brevità ci siamo riferiti a quelle più note, ma tralasciamo tutti i gruppi che si sono cimentati con tale nome spesso raggiungendo risultati apprezzabili purtroppo fermati sempre nella sala di incisione)
La canzone è di Paolo Conte e si intitola Paola
gira, Paola, gira
donna di arcangeli, donna di acrobati
persi nel sogno di una tenda
gira, Paola, gira
storia d’amor, storia di briganti e traditor…
Inutile dire che anche questa volta si è preferito mettere il nome Ludmilla per evitare di distruggere una leggenda non infranta in 40 anni
Luigi Tenco - La mia Valle (1964) live
Filippo
Filippo Cioni
http://twitter.com/filippocioni
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#splendida40enne, vera
proviamo a scomporre
10+10+10+10 = vivere 4 volte la leggerezza fantastica dei dieci anni
20+20 = vivere 2 volte l'imberbe e irruente onnipotenza dei vent'anni
30+10= vivere 1 volta la piena consapevolezza dei trent'anni, più 10 di assaporamento
0+40 = vivere ogni giorno per costruire un io completo e profondo
proviamo a ricomporre
nascere accanto a tua sorella
apprendere ad alti livelli a la scuola tedesca
viaggiare durante l'infanzia in camper
completare gli studi giuridici
esplorare la passione per l'attimo
godere di veri amici
condividere le scelte già tue
superare i momenti difficili
alimentarsi dei momenti più belli
avere la forza di resistere
stilare il progetto di vita
voler riuscire
entusiasmarsi di sapere
temere l'incerto
cercare il confine da superare
continuare a desiderare, ardire e bramare.
come puoi crederli molti 40?
ti abbraccio, tutta.
Vera
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#splendida40enne, davide
Ciao,
eccomi qua a contribuire alla tua carinissima idea per il compleanno di Paola. Ho controllato sui miei hd e purtroppo non ho foto di Paola, un pò per colpa mia che non ho mai "rubato" uno scatto e un pò per colpa sua, perchè non si è mai lasciata ritrarre ... diciamo che è un bel 50/50! ehehehe ;)
Cmq anche se non sono un asso con la penna ... opps!!! pardon tastiera, mi piacerebbe partecipare con un breve aneddoto che mi è capita a New York nel 2007.
Tu dirai e che c'entra Paola? C'entra eccome, in quanto a settembre del 2007 appunto, stavo aspettando di entrare al MoMA e durante l'attesa seduto su un muretto chi ti vedo passare? Paola ;) Ora tra tutte le persone che pensavo di incontrare a NY, non pensavo di certo a lei (idem per lei credo), però è stato molto piacevole e ci siamo fermati a chiacchierare increduli del fatto.
Avrei preferito far parlare qualche immagine, ma è una buona scusa per invitare Paola a cena una sera e obbligarla a stare davanti ad una macchina fotografica.
Con questo ti ringrazio di avermi chiesto di partecipare e auguro alla nostra splendida40enne, ogni bene e positività.
Davide
Davide Bernardi
www.davidebernardi.it
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#splendida40enne, cromosuomo
I tuoi primi 39 quarant'anni (che non pensavi di aver già fatto)
40 anni non si compiono mica una sola volta, eh no! 40 anni si compiono almeno 39 volte prima di arrivarci.
Dal primo compleanno - quando ancora abbiamo bisogno di aiuto per spegnere le candeline - al sesto, che ci prepara ad andare a scuola. Dal decimo, che ci spaventa un po per il salto alle medie - su fino al 18esimo, che in fondo è un po sopravvalutato visto che tutte le cose che diventano lecite a quest'età le abbiamo già fatte prima.
Dal 30esimo, che ci sembra che adesso sia ora di diventare adulti ma non abbiamo ancora capito in cosa consiste sto essere adulti, su fino al 39esimo, quando ci giunge come un barlume dal cielo ad annunciarci che ne manca solo uno al fatidico 40. 40 anni compiuti significa quindi averli già fatti almento 39 volte prima, senza contare quelli degli amici e parenti cari.
E perciò per noi che quei 40 anni li abbiamo già compiuti, vissuti, provati già 39 volte, il 40 è proprio il momento di cominciare a tornare un po indietro e fare come i gamberi. In fondo l'età adulta l'abbiamo raggiunta, che cosa volete da noi, ora si può tornare ragazzi, e poi ragazzini, e poi bambini, e poi infine infanti.
Ritorniamo a guardare con beata innocenza quei 20-30enni che sfacchinano su per la salita, con l'aria seria, mentre noi ci godiamo il fresco quassù: senti? C'è una brezzolina leggera, che mette voglia di sognare, e se stappiamo anche quella bottiglia che avevamo conservato per un momento come questo (e se non ci avevamo pensato noi, di sicuro ci han pensato i nostri amici, vero?) i sogni sembrano anche più vicini, che pare di toccarli...
40 anni non si compiono mica una sola volta, eh no! 40 anni si compiono almeno 39 volte prima di arrivarci.
Dal primo compleanno - quando ancora abbiamo bisogno di aiuto per spegnere le candeline - al sesto, che ci prepara ad andare a scuola. Dal decimo, che ci spaventa un po per il salto alle medie - su fino al 18esimo, che in fondo è un po sopravvalutato visto che tutte le cose che diventano lecite a quest'età le abbiamo già fatte prima.
Dal 30esimo, che ci sembra che adesso sia ora di diventare adulti ma non abbiamo ancora capito in cosa consiste sto essere adulti, su fino al 39esimo, quando ci giunge come un barlume dal cielo ad annunciarci che ne manca solo uno al fatidico 40. 40 anni compiuti significa quindi averli già fatti almento 39 volte prima, senza contare quelli degli amici e parenti cari.
E perciò per noi che quei 40 anni li abbiamo già compiuti, vissuti, provati già 39 volte, il 40 è proprio il momento di cominciare a tornare un po indietro e fare come i gamberi. In fondo l'età adulta l'abbiamo raggiunta, che cosa volete da noi, ora si può tornare ragazzi, e poi ragazzini, e poi bambini, e poi infine infanti.
Ritorniamo a guardare con beata innocenza quei 20-30enni che sfacchinano su per la salita, con l'aria seria, mentre noi ci godiamo il fresco quassù: senti? C'è una brezzolina leggera, che mette voglia di sognare, e se stappiamo anche quella bottiglia che avevamo conservato per un momento come questo (e se non ci avevamo pensato noi, di sicuro ci han pensato i nostri amici, vero?) i sogni sembrano anche più vicini, che pare di toccarli...
Auguri, paolabonini :)
Cromosuomo
#splendida40enne, chiara
Una zucca a casa di un’amica…
L’idea era di passare assieme una serata tra amiche la notte di Halloween…
Ecco perché abbiamo pensato ad un risotto ma che fosse caldo e accogliente per contrastare il grigio ed il freddo che hanno caratterizzato le uggiose giornate dell’inverno scorso. Qualcosa di avvolgente, in grado di regalarci un po’ di tepore e di conquistare al primo sguardo. La scelta? Ho pensato alla padrona di casa, ci voleva qualcosa di prima di qualità, di stagione, fresca ma al giusto grado di maturazione, morbida ma ben salda. La zucca è stata la risposta.
Ingredienti per 2 persone:
180 g di riso Carnaroli (oppure Vialone Nano)
400 g circa di zucca gialla
1 scalogno
Rosmarino
Vino bianco (il nostro caro vecchio amico Tavernello)
25 g di parmigiano grattugiato
Brodo vegetale (precedentemente preparato con le verdure fresche messe sotto sale)
Olio extravergine di oliva
Sale
Pepe
Procedimento:
Mondate lo scalogno eliminando la pellicina esterna e tritatelo. Con un coltello rimuovete la buccia, i semi ed i filamenti interni della zucca e tagliatela a cubetti. In una casseruola fate rosolare lo scalogno e il rosmarino con un po’ di olio extravergine di oliva quindi unite la zucca e lasciate cuocere a fuoco medio fino a quando si sarà ammorbidita. Aggiungete poi il riso che farete tostare per un paio di minuti a fiamma alta (potete accorgervi della corretta tostatura quando mescolando lo sentirete leggermente scoppiettare). Aggiungere vino bianco e fare tostare il riso. Regolate di sale e pepe e portate a cottura versando un mestolo di brodo vegetale caldo alla volta, mescolando continuamente con un cucchiaio di legno per non fare attaccare il riso. Quando sarà cotto spegnete il fuoco, mantecate con il parmigiano grattugiato e rimescolate. Coprite e lasciate riposare per alcuni minuti, poi impiattate e servite.
Qulche aghetto di rosmarino per abbellire il piatto.
Il gioco è fatto… Padrona di casa soddisfatta…
e anche il cecio il giorno dopo!
è una ricetta.
è un pensiero.
è un ricordo.
bacissimi e auguri.
Chiara
Chiara Barluzzi
www.ilgustodistareinsieme.it
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#splendida40enne, vanessa
Anys i anys, per molts anys,
A la una per molts anys.
Anys i anys, per molts anys,
A les dues per molts anys.
Anys i anys, per molts anys,
A les tres per molts anys.
Volem que super tu passis,
Bufis fort i les apaguis!
A la una per molts anys,
A les dues per molts anys,
A les tres per molts anys,
A la una, a les dues, a les tres per
MOLTS ANYS!
Cara Paola, spero che tu viva il tuo compleanno
con l'illusione di una gran bambina!
E che poi ce lo racconti a tutti nel blog!!
Besos,
Vanessa
disfruta mucho de tu día! Y no te olvides de contarlo luego en el blog!
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#splendida40enne, roger
Cara Paola,
ti scrivo per festeggiare insieme a te questo giorno, che sento pieno di luce pensandoti alla ricerca di una vita degna di essere vissuta. Sai.. la palestra si riempie ancora di persone che hanno deciso di regalarci un’apertura, ancorando ancor più la mia convinzione che solo quando saremo riusciti a percepire il presente come una realtà che si manifesti contemporaneamente all’esperienza, l’Io individuale si svelerà esternamente senza chiedere corruzioni volte a travestirci in funzione del nostro vissuto. La percezione del presente diverrà così requisito per una più alta consapevolezza dell’essere e prenderà vita nell’incontro dialettico tra l’Io per se stessi e l’Io per gli altri, processo necessario per vedere nell’attimo stesso in cui guarderemo. Sono felice di percorrere questa esperienza insieme a te.
Ti voglio bene,
Roger
Roger Weiss
http://www.rogerweiss.ch
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#splendida40enne, biljana
"Il grano – una piccola promessa della vita.
La parola- una piccola promessa della storia.
Il momento- una piccola promessa dell’eternita’.
Il battito di cuore- una piccola promessa dell’essere.
L’alba- promessa al giorno della generosita’ del sole.
Le stelle – promesse al cielo della infinita’ splendente..
Promesse sussurate…
Ascolta bene…."
Biljana
Biljana Petrova
http://biljanaspoems.blogspot.com/
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"Cara LaCompagnaDiBanco, il tempo scorre lento e affannoso
e dentro di sè porta tanti mosaici pieni di allegria, di risa, di colori, affanni e sentimenti.
Le tessere sono tante e ad intreccio compongono il mio, il tuo, il suo, il loro mosaico...
e tutte magicamente hanno una loro piccola o grande storia.
Tu "laCompagnaDiBanco" sei una tessera speciale, approdata nel mio mosaico portando con se
spiragli di madreperla di rara bellezza!" ......lacurci
...gli amici sono chicchi di uva buoni e succosi, crescono e maturano insieme,
li assapori pian piano e ad uno ad uno un chicco alla volta,
ti regalano quel nettare dolce che è l'amicizia...
lacurci
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Io però sono contenta di averlo fatto. Spero con il tempo, 40 li abbiamo ancora tutti, saprai perdonarmi ;-)
Credo di dover ringraziare tutti quanti. Ovviamente lo farò in rigoroso ordine sparso:
Biljana, Lapa, Vera, Carlo, Alice, Monica, Mammyx, Maria, Michela, Chiara, StoPerDiventareMamma, Davide, Monica, Piccola, Filippo, Noemi, Marinella, Bruno, Laura, Cecilia, Barbara, Chiara, Cromosomo, Yvonne, Elp, Roger, byc, Vanessa, Chiara, Mariposa, Barbara, Chela, Aldo, Lice...
Buon twenty twice (il corso non è servito a molto)... ;-)
Auguri di cuore Paoletta.
Lù
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venerdì 7 agosto 2009
Voi siete qui.
Voi siete qui, o meglio lì da qualche parte...
Ma dove sono finite byc? Eccole!
Sento le loro risate spensierate accompagnate dal richiamo del Muezzin; vedo i loro occhi brillare tra la polvere del deserto; i loro occhi si preparano alla notte, la notte più stellata del mondo.
Vedo le loro mani destreggiarsi con maestria tra le stoffe e le cianfrusaglie dei Souq e i loro sguardi ammiccare per ottenere il prezzo migliore. Vedo le loro bocche bramanti di tajina e di cous cous, sedotte da una miriade di spezie. Sento i loro cuori traboccanti di emozioni e le loro menti gremite di sensi davanti all'eleganza e al fascino delle città imperiali.
Intuisco il loro amore nei confronti dei bambini che incontrano lungo il loro cammino. Il bambini che giocano, osservano e sorridono. Immagino la loro curiosità verso un popolo così accogliente e così diverso. Così ricco e così umile. byc torneranno presto dal Marocco, più in forma che mai, e si porteranno dietro una scia nuova, una scia colorata e molto speziata!
Eccole... di nuovo... Laggiù, le vedo! le vedete? Lì sulla strada...
b - "…dobbiamo andare e non fermarci mai finche’ non arriviamo."
y - "per andare dove, amico?"
b "non lo so, ma dobbiamo andare…"giovedì 6 agosto 2009
Ovvietà / Obviedades
Signorina ha 4 anni, sta per farne 5 a novembre. Lei è la cugina di OcchiBlu e la sorella maggiore di Principessa. Con loro sono partita per un viaggio insperato. Ieri abbiamo visitato il paesi degli gnomi (quello tante volte ho sognato che David diventasse un albero), per poi oggi tramutarci in giraffe e scimmie per l'arbitrario desiderio di una regina cattivissima (che non è Mariposa). Aspetto già impaziente quello che accadrà domani...
Ma non tutto è fantasia e ogni tanto qua ci diciamo le cose sul serio e in faccia.
E come esempio, ecco qua l'estratto di un breve dialogo tra me e Signorina:
Signorina: Io sono più alta di te!
Piccola: Ma no, sbagli, sono IO a essere più alta di te!
Signorina: Non, io sono più alta di te! Guarda, ti arrivo qua (e punta in direzione a un punto vicino all'ombelico)
Piccola: Ecco, se tu arrivi al mio ombelico, vedi allora come IO sono più alta di te?
Signorina: Sì, mai io devo ancora crescere. Entro 5 anni sarò minimo alta come te.
Non so voi, ma io non ho ancora trovato la frase adatta per rispondere...
Ma non tutto è fantasia e ogni tanto qua ci diciamo le cose sul serio e in faccia.
E come esempio, ecco qua l'estratto di un breve dialogo tra me e Signorina:
Signorina: Io sono più alta di te!
Piccola: Ma no, sbagli, sono IO a essere più alta di te!
Signorina: Non, io sono più alta di te! Guarda, ti arrivo qua (e punta in direzione a un punto vicino all'ombelico)
Piccola: Ecco, se tu arrivi al mio ombelico, vedi allora come IO sono più alta di te?
Signorina: Sì, mai io devo ancora crescere. Entro 5 anni sarò minimo alta come te.
Non so voi, ma io non ho ancora trovato la frase adatta per rispondere...
* * * * *
Signorina tiene 4 años, 5 en noviembre. Es la prima de OcchiBlu y la hermana mayor de Principessa. Con ellos he emprendido un viaje inesperado. Ayer visitamos el país de los gnomos (el que tantas veces había soñado antes de que David se convirtiera en árbol) para después convertirnos hoy en girafas y monos por el simple arbitrio de una reina maligna (que no es Mariposa). Estoy ya impaciente por saber lo que nos espera mañana...
Pero no es todo magia, porque aquí cuando hace falta también sabemos decirnos las cosas a la cara. Y como ejemplo, ahí os dejo un extracto de un diálogo entre Signorina y yo:
Signorina: ¡Soy más alta que tú!
Piccola: No, te equivocas, YO soy más alta que tú!
Signorina: No, yo más! Mira, te llego aquí (y señala un punto alrededor del ombligo)
Piccola: Ves? Si tú me llegas al ombligo, entonces YO soy más alta que tú.
Signorina: Si, pero yo todavía estoy creciendo. Dentro de 5 años seré, por lo menos, igual de alta que tú.
No sé vosotros, pero yo todavía no he encontrado la respuesta adecuada...
Pero no es todo magia, porque aquí cuando hace falta también sabemos decirnos las cosas a la cara. Y como ejemplo, ahí os dejo un extracto de un diálogo entre Signorina y yo:
Signorina: ¡Soy más alta que tú!
Piccola: No, te equivocas, YO soy más alta que tú!
Signorina: No, yo más! Mira, te llego aquí (y señala un punto alrededor del ombligo)
Piccola: Ves? Si tú me llegas al ombligo, entonces YO soy más alta que tú.
Signorina: Si, pero yo todavía estoy creciendo. Dentro de 5 años seré, por lo menos, igual de alta que tú.
No sé vosotros, pero yo todavía no he encontrado la respuesta adecuada...
Alice: la storia è questa qui.
Anche i blog si sa hanno bisogno di pubblicità
Mariposa "Io voglio essere Alice dai io sono Alice dai dai fatemi essere Alice. Giuro che stavolta non metto neanche un apostrofo!"
Mammyx "LaCompagnaDiBanco è Alice perchè vive con saggezza e curiosità ogni momento e ha la capacità di stupirsi davanti al non conosciuto".
Mariposa "Io voglio essere Alice dai io sono ALice dai dai fatemi esere Alice. Non voglio essere quello stupido Bianconiglio, neanche so chi sia io il Bianconiglio."
Partecipate anche voi alla diatriba pomeridiana. Sù!
Qualcuno vuole essere uno di questi personaggi? Il Bianconiglio? La Regina di cuori? Stregatto? Bruco? Il cappellaio Matto? Leprotto Bisestile? Cane Spazzino? Farfalla BiscoTto? (ma io un biscotto lo volevo)No aspettate forse il Cappellaio Matto è LAZIA perchè arriva sempre in ritardo e a volte parla a vanvera (e poi ha sempre delle strane cose nei capelli!)
Mariposa "Comunque sia non è giusto che LaCompagnaDiBanco sia Alice solo perchè perchè è il suo NON compleanno!.
"Va bene vorrà dire che affogherò i miei dispiaceri nel PROMO STREGHINO!"
Mariposa "Io voglio essere Alice dai io sono Alice dai dai fatemi essere Alice. Giuro che stavolta non metto neanche un apostrofo!"
Mammyx "LaCompagnaDiBanco è Alice perchè vive con saggezza e curiosità ogni momento e ha la capacità di stupirsi davanti al non conosciuto".
Mariposa "Io voglio essere Alice dai io sono ALice dai dai fatemi esere Alice. Non voglio essere quello stupido Bianconiglio, neanche so chi sia io il Bianconiglio."
Partecipate anche voi alla diatriba pomeridiana. Sù!
Qualcuno vuole essere uno di questi personaggi? Il Bianconiglio? La Regina di cuori? Stregatto? Bruco? Il cappellaio Matto? Leprotto Bisestile? Cane Spazzino? Farfalla BiscoTto? (ma io un biscotto lo volevo)No aspettate forse il Cappellaio Matto è LAZIA perchè arriva sempre in ritardo e a volte parla a vanvera (e poi ha sempre delle strane cose nei capelli!)
Mariposa "Comunque sia non è giusto che LaCompagnaDiBanco sia Alice solo perchè perchè è il suo NON compleanno!.
"Va bene vorrà dire che affogherò i miei dispiaceri nel PROMO STREGHINO!"
Stoper...e la macchina infernale del Comune di Milano...
Stamattina mi sveglio sul presto, alle 6.45, dopo esser andata a letto alle 2 per finire e ritoccare le 2 pratiche che ho portato in Comune di Milano...
Vado in tabaccheria, che apre alle 7, prendo marca da bollo da 14,62 €. Passo dall'ufficio ore 7:10 e stampo le correzioni, prelevo al bancomat perchè in Comune avrei dovuto acquistare marca da bollo da 52,00 € per diritti di segreteria, scendo in metropolitana, prendo biglietto giornaliero...e poi dritta in Comune, fermata Gioia.
Arrivo puntuale alle 8, ora in cui iniziano a dare i biglietti per poter fare scrutinare le pratiche prima del protocollo, ma appena varco la soglia...mi accorgo che qualcosa sarebbe andato in modo diverso dai miei programmi...
Ascolto qualche risposta dello sportellista a sventurati prima di me e quando è il mio turno tutto si fa chiaro: i biglietti sono finiti, ne avrebbero consegnati 15 e già dalle 6 erano in attesa in 25, quindi nulla da fare...presentazione pratica (DI CASA MIA!!!! per giunta!!!) sfumata...allora sgrano l'asse: ma io ho un'altra pratica, che dovrei protollare ad un altro ufficio: "certo signora, per quello apriamo alle 9", bene..mi accuccio, senza atre domande sull'unica panchina, però di marmo, che ci sia...questo grazie al mio stato palese di stoper ;-)
Arrivano le 9, faccio visionare la mia carta d'identità ed entro, finalmente passo i tornelli e, come una liberazione, mi dirigo all'ascensore...nono piano, vado al protocollo, ma c'è scritto che prima devo far visionare la pratica in un'altra stanza (STRANO!?!), arrivo davanti alla porta e un signore gentile mi saluta e mi fa accomodare (si vede che domani parte per le ferie, perchè tutta questa gentilezza nel Comune di Milano, per giunta tutta assieme, non l'ho mai trovata!)...
Guarda la documentazione e mi dice che dove io vorrei costruire una palazzina residenziale di una decina di appartamenti, originariamente il Comune di Milano voleva buttar giù tutto per aprire una bella strada, espropriando la proprietà al mio cliente..faccio l'interessata perchè quello che avevo innanzi era l'uomo che avrebbe deciso la mia rovina o meno, il mio destino era nelle sue mani, ma nel frattempo penso: "certo, sarebbe stato PROPRIO contento il cliente..anzi, quasi quasi glielo dico, che magari, invece di fare la sua bella palazzina da affittare decide di regalarvi il terreno perchè ha voglia di farci una bella strada asfaltata...magari pure a sue spese, TANTO..."
Andiamo avanti...scruta scruta...legge legge (mai pensato che leggessero quello che consegni...) e poi mi dice: "eeeeh, qui è una situazione compliacata" apriamo faldone del Comune di qui, apriamo faldone del Comune di là..."servirebbe proprio l'atto citato qui: risalente al 1983"...(ma avevo 3 anni?!?!? Ma cosa te ne fai?!?!) anche se comunque dovrebbe esser chiaro...sentiamo il mio collega...e via in un'altra stanza.
Collega..prende in mano tutto, scruta scruta...legge..legge (PURE LUI?!?!) e FA aprire (si vede che è il superiore..) altri faldoni di qui e altri faldoni di là...si è chiaro, è proprio chiaro...PERO'..l'atto del 1983...eh no eh...ANCHE TU?!?! E io con la mia bella faccetta d'angelo: "Ma era comunque della proprietà del mio cliente quella società che ha venduto..." e loro, ah se è così, allora è chiaro...e poi, PERO' QUELL'ATTO DEL 1983...e io sgranando e battendo sempre di più gli occhioni, aggiungendoci una carezzina dolce dolce alla pancina (eufemismo!): "Ma per avere quell'atto, non troverò mai oggi il notaio, e quindi devo rimandare a settembre poi la presentazione e perdo un mese così, per avere un atto che tanto conferma tutto..."
e loro: "EEEEH...PERO' QUELL'ATTO SERVE PROPRIO...."
E allora SE SERVE...e nel silenzio, nella mia mente passano le saracche più tremende di questa terra e in cuor mio speravo che il piccolo fagiolino non avesse il dono di leggere pure i pensieri perchè altrimenti alla nascità avrà già un vocabolario ampio, ma soprattutto erudito ;-)
La morale qual è?!?! CHE AD AGOSTO SI DEVE ANDARE IN FERIE!!!! E ORA VADO DAL PARRUCCHIERE, SPERANDO CHE PURE LI' NON SIA UN DISASTRO!!!
Buone ferie a tutti!!!
Vado in tabaccheria, che apre alle 7, prendo marca da bollo da 14,62 €. Passo dall'ufficio ore 7:10 e stampo le correzioni, prelevo al bancomat perchè in Comune avrei dovuto acquistare marca da bollo da 52,00 € per diritti di segreteria, scendo in metropolitana, prendo biglietto giornaliero...e poi dritta in Comune, fermata Gioia.
Arrivo puntuale alle 8, ora in cui iniziano a dare i biglietti per poter fare scrutinare le pratiche prima del protocollo, ma appena varco la soglia...mi accorgo che qualcosa sarebbe andato in modo diverso dai miei programmi...
Ascolto qualche risposta dello sportellista a sventurati prima di me e quando è il mio turno tutto si fa chiaro: i biglietti sono finiti, ne avrebbero consegnati 15 e già dalle 6 erano in attesa in 25, quindi nulla da fare...presentazione pratica (DI CASA MIA!!!! per giunta!!!) sfumata...allora sgrano l'asse: ma io ho un'altra pratica, che dovrei protollare ad un altro ufficio: "certo signora, per quello apriamo alle 9", bene..mi accuccio, senza atre domande sull'unica panchina, però di marmo, che ci sia...questo grazie al mio stato palese di stoper ;-)
Arrivano le 9, faccio visionare la mia carta d'identità ed entro, finalmente passo i tornelli e, come una liberazione, mi dirigo all'ascensore...nono piano, vado al protocollo, ma c'è scritto che prima devo far visionare la pratica in un'altra stanza (STRANO!?!), arrivo davanti alla porta e un signore gentile mi saluta e mi fa accomodare (si vede che domani parte per le ferie, perchè tutta questa gentilezza nel Comune di Milano, per giunta tutta assieme, non l'ho mai trovata!)...
Guarda la documentazione e mi dice che dove io vorrei costruire una palazzina residenziale di una decina di appartamenti, originariamente il Comune di Milano voleva buttar giù tutto per aprire una bella strada, espropriando la proprietà al mio cliente..faccio l'interessata perchè quello che avevo innanzi era l'uomo che avrebbe deciso la mia rovina o meno, il mio destino era nelle sue mani, ma nel frattempo penso: "certo, sarebbe stato PROPRIO contento il cliente..anzi, quasi quasi glielo dico, che magari, invece di fare la sua bella palazzina da affittare decide di regalarvi il terreno perchè ha voglia di farci una bella strada asfaltata...magari pure a sue spese, TANTO..."
Andiamo avanti...scruta scruta...legge legge (mai pensato che leggessero quello che consegni...) e poi mi dice: "eeeeh, qui è una situazione compliacata" apriamo faldone del Comune di qui, apriamo faldone del Comune di là..."servirebbe proprio l'atto citato qui: risalente al 1983"...(ma avevo 3 anni?!?!? Ma cosa te ne fai?!?!) anche se comunque dovrebbe esser chiaro...sentiamo il mio collega...e via in un'altra stanza.
Collega..prende in mano tutto, scruta scruta...legge..legge (PURE LUI?!?!) e FA aprire (si vede che è il superiore..) altri faldoni di qui e altri faldoni di là...si è chiaro, è proprio chiaro...PERO'..l'atto del 1983...eh no eh...ANCHE TU?!?! E io con la mia bella faccetta d'angelo: "Ma era comunque della proprietà del mio cliente quella società che ha venduto..." e loro, ah se è così, allora è chiaro...e poi, PERO' QUELL'ATTO DEL 1983...e io sgranando e battendo sempre di più gli occhioni, aggiungendoci una carezzina dolce dolce alla pancina (eufemismo!): "Ma per avere quell'atto, non troverò mai oggi il notaio, e quindi devo rimandare a settembre poi la presentazione e perdo un mese così, per avere un atto che tanto conferma tutto..."
e loro: "EEEEH...PERO' QUELL'ATTO SERVE PROPRIO...."
E allora SE SERVE...e nel silenzio, nella mia mente passano le saracche più tremende di questa terra e in cuor mio speravo che il piccolo fagiolino non avesse il dono di leggere pure i pensieri perchè altrimenti alla nascità avrà già un vocabolario ampio, ma soprattutto erudito ;-)
La morale qual è?!?! CHE AD AGOSTO SI DEVE ANDARE IN FERIE!!!! E ORA VADO DAL PARRUCCHIERE, SPERANDO CHE PURE LI' NON SIA UN DISASTRO!!!
Buone ferie a tutti!!!
Chi non ha buona memoria, deve avere buone gambe. Oppure Hulko.
"Vuoi andarci? Quando torni dalle vacanze, a settembre ci andiamo. Ti porto io una sera prima che inizi la scuola." Hulko però conosce molto bene LaZia... :-D
mercoledì 5 agosto 2009
Hulko l'adora.
Brace di fuoco di accampamento appena spento
Piscio di tigre tenuto almeno una notte al vento
7 capelli di sette uomini raccolti all'alba sopra un cuscino
Un pezzo della corteccia dell'albero dove giocavi a nascondino
Una moneta di un paese lontano che il nome non sappia pronunciare
4 granelli di terra rossa raccolti nell' africa equatoriale
Cuoio tagliato dalla cintura di un prete pieno di tormenti
Soffio di donna bellissima coi piedi stanchi e il mal di denti
Cinque fili di barba bianca di un vecchio al bar con gli amici di una vita
Un frammento di specchio del bagno della stazione da dove è partita
La polvere che si deposita dentro all'orlo dei tuoi jeans più amati
E l'acqua della pozzanghera del posto dove vi siete incontrati
E' un antidolorifico magnifico
Tritare mescolare sbattere
Tritare mescolare sbattere
3 gocce di sputo di donna incinta di un uomo che non la ama
Una piuma del collo di un pappagallo chiuso nello zoo di roma
Un centimetro quadrato del giornale uscito per il tuo decimo compleanno
Un pezzetto di carta bruciata di un petardo di capodanno
Tre gocce di sudore di un maratoneta a inizio carriera
Un po' di acqua dove una mamma ha lavato i piatti ieri sera
Un frammento della tua prima pagella di prima elementare
L'orario degli aerei dell'anno che sta per cominciare
La pallina del fischio dell'arbitro un pezzo di tappo di spumante
Una pagina del libro di scienza di cui non sai niente
Un filo di erba dove sopra è passato da poco un leone
E la freccia che abbassa il volume al telecomando della televisione
E' un antidolorifico magnifico
Tritare mescolare sbattere
Tritare mescolare sbattere
La polvere depositata nel filtro dell'aria condizionata
di una centrale di polizia il giorno dopo una grande retata
12 petali della rosa che hanno sedotto una corteggiata
Mettici anche un chicco di sale di una tua lacrima evaporata
Il biglietto del concerto dove hai capito che la vita è bella
Schiuma di birra olio d'oliva una foto astronomica di una stella
Sangue fresco di una ferita olio di fegato di caimano
Quello che resta dopo una lotta sotto le unghie della tua mano
Polvere di computer zampe di ragno tre euro in fishes del casinò
Gomma di ruota spalmata a terra nella ripresa dopo uno stop
Merda di lupo di un altopiano bianco di striscia pedonale
Il polline di un fiore portato alla tua nonna in ospedale
E' un antidolorifico magnifico
Tritare mescolare sbattere
Tritare mescolare sbattere
L'ultima pagina di Pinocchio la prima pagina dell' ecclesiaste
Il nastro arricciato che la domenica lega il vassoio delle paste
Pietra grattata del partenone gancio che fissa il reggiseno
Tre gocce d'acqua del tuo bicchiere raccolte quando è mezzo pieno
Tritare mescolare sbattere
Tritare mescolare sbattere
Jovanotti, Antidolorifico (Jovanotti - Franceschi)
La Milano d'agosto
Ogni anno lo dico ma poi non lo faccio mai. Non per volontà mia sia chiaro ma per le solite cause di forza maggiore.
Ma come sarebbe bello restare qui tutto agosto ed andarsene in vacanza a settembre? Quando tutti tornano? Quando le scuole riaprono? Quando vedi macchine ovunque? Quando piove tutti i giorni? Quando la gente sclera? Quando devi prenotare pure per bere un bicchier d'acqua? Quando a Milano torna anche lo stress?
Questa è la settimana più bella dell'anno e nonostante le ferie imminenti vorrei che questi giorni non passassero mai. Tutta Milano è una pista ciclabile, non c'è nessuno in giro, le strade sono tutte per me.
Dite che sto diventando egoista? O sono semplicemente una misantropa?
O forse è solo un problema di sovraffollamento? E meno male che nascono pochi bambini, pensate cosa sarebbe Milano con le famiglie di una volta, quelle con 6 figli :O
Ops..forse questo non è il luogo + indicato per affrontare l'argomento.
Ehmm....già....EVVIVA I BAMBINI :D
PS. Anche la mia cucina aprezza la Milano d'agosto (sembra addirittura che assuma un aspetto bucolico!). Guardate :D
Ma come sarebbe bello restare qui tutto agosto ed andarsene in vacanza a settembre? Quando tutti tornano? Quando le scuole riaprono? Quando vedi macchine ovunque? Quando piove tutti i giorni? Quando la gente sclera? Quando devi prenotare pure per bere un bicchier d'acqua? Quando a Milano torna anche lo stress?
Questa è la settimana più bella dell'anno e nonostante le ferie imminenti vorrei che questi giorni non passassero mai. Tutta Milano è una pista ciclabile, non c'è nessuno in giro, le strade sono tutte per me.
Dite che sto diventando egoista? O sono semplicemente una misantropa?
O forse è solo un problema di sovraffollamento? E meno male che nascono pochi bambini, pensate cosa sarebbe Milano con le famiglie di una volta, quelle con 6 figli :O
Ops..forse questo non è il luogo + indicato per affrontare l'argomento.
Ehmm....già....EVVIVA I BAMBINI :D
PS. Anche la mia cucina aprezza la Milano d'agosto (sembra addirittura che assuma un aspetto bucolico!). Guardate :D
L'ennesimo tentativo // El enésimo intento
Piccola: "Mamma Al 2, mi passi un attimo OcchiBlu, così lo saluto?"
Mamma Al 2: "Come no! OcchiBlu, viene qua, c’è Piccola che ti vuole salutare"
Piccola: "Ciao OcchiBlu!"
OcchiBlu: "…………….." (Si sente Mamma Al 2 in fondo: "Dai OcchiBlu, dì ciao a Piccola")
OcchiBlu: "…………….."
Piccola: "Ciao OcchiBlu! Ma non mi vuoi parlare?" (vabbé, certo, OcchiBlu ha appena compiuto 2 anni e ancora non parla molto)
OcchiBlu: "…………….." (e ancora una volta Mamma Al 2: "OcchiBlu, dì ciao, Piccola, se solo sorridi lei non ti vede")
Piccola: Ciao OcchiBlu! (cavolo, non si può dire che io invece abbia un vasto vocabolario!)
OcchiBlu: "………………"
Mamma Al 2: Niente Piccola, non parla, ma sorride tutto il tempo.
Piccola: Dai Mamma Al 2, non ti preoccupare…
Ma intanto io non riesco a capire se OcchiBlu sorride o ride e basta.
Mamma Al 2: "Come no! OcchiBlu, viene qua, c’è Piccola che ti vuole salutare"
Piccola: "Ciao OcchiBlu!"
OcchiBlu: "…………….." (Si sente Mamma Al 2 in fondo: "Dai OcchiBlu, dì ciao a Piccola")
OcchiBlu: "…………….."
Piccola: "Ciao OcchiBlu! Ma non mi vuoi parlare?" (vabbé, certo, OcchiBlu ha appena compiuto 2 anni e ancora non parla molto)
OcchiBlu: "…………….." (e ancora una volta Mamma Al 2: "OcchiBlu, dì ciao, Piccola, se solo sorridi lei non ti vede")
Piccola: Ciao OcchiBlu! (cavolo, non si può dire che io invece abbia un vasto vocabolario!)
OcchiBlu: "………………"
Mamma Al 2: Niente Piccola, non parla, ma sorride tutto il tempo.
Piccola: Dai Mamma Al 2, non ti preoccupare…
Ma intanto io non riesco a capire se OcchiBlu sorride o ride e basta.
* * * * * *
Piccola: "Mamma Al 2, ¿mi pones con OcchiBlu un momento para que le diga hola?"
Mamma Al 2: "¡Claro! OcchiBlu, ven aquí que Piccola te quiere saludar."
Piccola: "¡Hola OcchiBlu!"
OcchiBlu: "…………….." (Se oye a Mamma Al 2 de fondo: "Venga OcchiBlu, di hola a Piccola")
OcchiBlu: "…………….."
Piccola: "¡Hola OcchiBlu! ¿No quieres hablar conmigo?" (bueno, es cierto, OcchiBlu acaba de cumplir 2 años y todavía no habla demasiado)
OcchiBlu: "…………….." (y una vez más Mamma Al 2: "OcchiBlu, di "hola, Piccola", aunque sonrías ella no te puede ver!")
Piccola: "¡Hola OcchiBlu!" (vaya, tampoco parece que yo tenga un vocabulario excesivamente amplio)
OcchiBlu: "………………"
Mamma Al 2: Nada Piccola, no habla, pero sonríe sin parar.
Piccola: Bueno Mamma Al 2, no te preocupes….
Piccola: "Mamma Al 2, ¿mi pones con OcchiBlu un momento para que le diga hola?"
Mamma Al 2: "¡Claro! OcchiBlu, ven aquí que Piccola te quiere saludar."
Piccola: "¡Hola OcchiBlu!"
OcchiBlu: "…………….." (Se oye a Mamma Al 2 de fondo: "Venga OcchiBlu, di hola a Piccola")
OcchiBlu: "…………….."
Piccola: "¡Hola OcchiBlu! ¿No quieres hablar conmigo?" (bueno, es cierto, OcchiBlu acaba de cumplir 2 años y todavía no habla demasiado)
OcchiBlu: "…………….." (y una vez más Mamma Al 2: "OcchiBlu, di "hola, Piccola", aunque sonrías ella no te puede ver!")
Piccola: "¡Hola OcchiBlu!" (vaya, tampoco parece que yo tenga un vocabulario excesivamente amplio)
OcchiBlu: "………………"
Mamma Al 2: Nada Piccola, no habla, pero sonríe sin parar.
Piccola: Bueno Mamma Al 2, no te preocupes….
Entre tanto yo no llego a saber si OcchiBlu sonríe o se ríe y punto.
martedì 4 agosto 2009
Quando l'alba non è delle migliori.
Ieri mattina alle ore 08.25, sul pavimento del bagno, stavo giocando a shangai con una confezione intera di bastoncini per le orecchie.
Questa mattina invece alle ore 8.23 mi sono passata la piastra sui capelli e anche sul polpastrello del pollice.
E se domattina evitassi la 'zona bagno'?
Questa mattina invece alle ore 8.23 mi sono passata la piastra sui capelli e anche sul polpastrello del pollice.
E se domattina evitassi la 'zona bagno'?
lunedì 3 agosto 2009
voglio vivere qui.
White Box from makoto yabuki on Vimeo.
in questo spazio scovato da Lice. sotto il primo albero a sinistra.
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Una gita
Siamo in macchina e percorriamo una strada di montagna… tutta una curva e tanto, troppo lunga.
Papà guida.
Mamma fianco di papà.
Pallina e Zia Ninni dietro.
Pallina sembra tranquilla, gioca con OrsoRosa ed io la guardo sorridendo.
Mi giro, guardo il lago e penso che questa bimba è la più dolce del mondo.
OrsoRosa in volo sfiora la mia testa, mi giro. Pallina sta per urlare… tre, due, uno: "Giù giù giùùùùùùùùù… giù giù giùùùùùùùùù… giù giù giùùùùùùùùù… giù giù giùùùùùùùùù…".
Cerco di calmarla ma non c'è verso… non mi ascolta o forse non mi vuole ascoltare.
"Pallina resisti un pochino. L'ultima curva e siamo arrivati! ".
(Lo diceva sempre anche mia mamma. Non era MAI vero… mi sento terribile!)
Cerco di calmarla. Si dimena nel seggiolino e mi raggiunge con le sue manine, mi tira i capelli… ahia!!!
"Giù giù giùùùùùùùùù… giù giù giùùùùùùùùù… giù giù giùùùùùùùùù… giù giù giùùùùùùùùù…".
Finalmente arriviamo a destinazione.
Papà spegne la macchina.
Mamma apre la portiera e si lancia fuori disperata.
Pallina si blocca di colpo, mi guarda con gli occhi pieni di lacrime.
Io tiro un sospiro di sollievo.
"Pallina era il caso?"
"ti…" (sì)
"ah… va bene".
domenica 2 agosto 2009
due agosto millenovecentoottanta.
lo so che sei nata col satellitare
vediamo se riesco a spiegarti lo stesso
un giorno d'agosto in cui il nostro mare
era quello di oslo - con camper annesso.
io ero curiosa, e lo strillo era in vista
esposto in edicola, su una lavagna
fra molte parole oscure al turista
diceva: eksplosion. e diceva: bologna.
difficile credere, in questa tua bolla
lo scarto di giorni per un quotidiano
la linea a monete - con la manovella!
la voce di nonna da un mondo lontano
la televisione scovata giù al porto
le immagini della suprema indecenza
avulse dall'audio straniero e contorto
il senso tangibile di una distanza
che poi non importa. mi preme il racconto
del volto del nonno, mio padre, smarrito
in un buio già visto, l'ennesimo affronto:
la morte covata da dentro lo stato.
vorrei che anche tu ne facessi memoria.
potrebbe curare, magari, più in là
le offese e gli scempi della nostra storia
nel ballo in costume della verità?
vediamo se riesco a spiegarti lo stesso
un giorno d'agosto in cui il nostro mare
era quello di oslo - con camper annesso.
io ero curiosa, e lo strillo era in vista
esposto in edicola, su una lavagna
fra molte parole oscure al turista
diceva: eksplosion. e diceva: bologna.
difficile credere, in questa tua bolla
lo scarto di giorni per un quotidiano
la linea a monete - con la manovella!
la voce di nonna da un mondo lontano
la televisione scovata giù al porto
le immagini della suprema indecenza
avulse dall'audio straniero e contorto
il senso tangibile di una distanza
che poi non importa. mi preme il racconto
del volto del nonno, mio padre, smarrito
in un buio già visto, l'ennesimo affronto:
la morte covata da dentro lo stato.
vorrei che anche tu ne facessi memoria.
potrebbe curare, magari, più in là
le offese e gli scempi della nostra storia
nel ballo in costume della verità?
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riflessione
Correva l'anno 2008
...e correva tremendamente veloce. La coda dell'estate. La coda della separazione. In pieno la malattia del babbo. In pieno il trasloco. In pieno l'inizio della scuola per Hulko che a certo punto frastornato dal turbinio delle cose mi ha detto - Ma proprio tutto insieme, mamma?!
Il 21 ricoverano il babbo. Il 22 firmo il rogito. Il 23 rimandano l'operazione. Il 24 lo operano. Il 25 dobbiamo traslocare.
E' la notte fra il 24 e il 25. L'operazione è andata bene. Con Babbo ci sono la Mamma infermiera da una vita e per la vita, nata con questa forza e nostro fratello che fieramente, e anche noi di lui, si prende cura di entrambi.
Stiamo rincasando e LaZia mi chiede - A che punto sei con gli scatoloni?
- Ma sì, quasi finiti.
- Sicura? Vengo a darti una mano?
- No, vai pure a casa a lavorare, ce la faccio davvero.
- Dai vengo un'oretta.
- Beh se puoi...
Il 21 ricoverano il babbo. Il 22 firmo il rogito. Il 23 rimandano l'operazione. Il 24 lo operano. Il 25 dobbiamo traslocare.
E' la notte fra il 24 e il 25. L'operazione è andata bene. Con Babbo ci sono la Mamma infermiera da una vita e per la vita, nata con questa forza e nostro fratello che fieramente, e anche noi di lui, si prende cura di entrambi.
Stiamo rincasando e LaZia mi chiede - A che punto sei con gli scatoloni?
- Ma sì, quasi finiti.
- Sicura? Vengo a darti una mano?
- No, vai pure a casa a lavorare, ce la faccio davvero.
- Dai vengo un'oretta.
- Beh se puoi...
[MammYX]
(Post a 2 voci: MammYX & LaZia)
- Ok. io l'ammazzo.
Questa volta sono giustificata. Non l'ho fatto a 16 anni quando per un anno intero alle 20,30 la "nostra cameretta" doveva essere immersa nelle tenebre e quindi si doveva spegnere la luce e quindi potevo scegliere se andare a leggere il mio libro in bagno o in cucina... e quindi, comunque, già così le ho permesso di vivere più a lungo! Ma questa volta lo faccio. Giuro.
Sono le due e mezza di notte. Chiudiamo freneticamente a quattro mani scatoloni, sacchi, bauli, borsoni e quant'altro si possa chiudere, dalle 21,00 con quel piglio e quella determinazione da "lavoratorebergamascochelamammacihatantoinculcato" ovvero non si beve e non ci si ferma finchè non è tutto finito... manca ancora la camera da letto, l'armadio dei vestiti è praticamente intonso e in cucina c'è una parte che MammYX (leggere quella screanzata di mia sorella) deve supervisionare prima di "confezionare"...
Sappiamo tutte e due che c'è ancora da fare ma non ce lo diciamo. Io di mio effettivamente stasera due o tre cose personalmente gliele direi, tanto comunque poi l'ammazzo in ogni caso. Ma poi mi vedo l'espressione di NonnaRagno che con il ditino puntato verso noi due pronuncia i nostri nomi tutti attaccati (quando eravamo piccole e c'era da sgridarci diventavamo un'entità unica) e scatta lo spirito di sorellanza che ci unisce da sempre. Così rasserenata metto lo scotch da pacco, fantasticando sull'efficacia dei diversi metodi per compiere il mio ambitissimo sorellicidio che è solo momentaneamente rimandato!
[LaZia]
(Post a 2 voci: MammYX & LaZia)
sabato 1 agosto 2009
Desideri
"Mamma cosa significa desiderio?"
"Dunque vediamo come posso spiegartelo..."
"Io lo so! Io lo so!"
"Bene allora spiegalo tu a tua sorella."
"Ti faccio un esempio: quando martedì andremo al maneggio, io desidero cavalcare un cavallo vero e non un pony. Hai capito?"
"Sì."
"Allora se hai capito dimmi che cosa desideri tu."
"Io desidero che martedì il cavallo non mi faccia la cacca sui piedi!"
Chi si accontenta gode...
"Dunque vediamo come posso spiegartelo..."
"Io lo so! Io lo so!"
"Bene allora spiegalo tu a tua sorella."
"Ti faccio un esempio: quando martedì andremo al maneggio, io desidero cavalcare un cavallo vero e non un pony. Hai capito?"
"Sì."
"Allora se hai capito dimmi che cosa desideri tu."
"Io desidero che martedì il cavallo non mi faccia la cacca sui piedi!"
Chi si accontenta gode...
Le due facce del tacco, a spillo, ovviamente // Las dos caras del tacón, de aguja, claro
Lunedì, 8:30
Toc, toc, toc, toc, toc, toc, toc, toc... ecco l’eco sicuro e travolgente dei miei passi. Il primo, il custode; subito dopo, la vicina di fronte. Ed è soltanto l’inizio. Esco dal condominio e tutti gli sguardi si voltano istantaneamente verso di me. Uomini, donne e bambini, senza eccezioni, si sentono irresistibilmente attirati dal mio sensuale e trascinante modo in cui rendo mia la strada. I miei tacchi a spillo mi hanno trasformata in una dea, in un essere assolutamente sexy e provocante. E spinta dalla superiorità che le mie scarpe sentono nei confronti delle altre della loro specie che ci incontrano lungo il cammino, mi lascio possedere da una sfacciataggine a me praticamente ignota, che muta il mio corpo in un dondolio continuo, un incessante ondeggiare.
Corpo eretto, testa alta e sguardi diretti, di sfida, alcuni, altri allegri, conduco i miei contendenti nel ring, con la sicurezza di chi si sa vincitrice in qualsiasi contesa. Sedotta dal gioco di fatal attraction e sapendomi (come qualsiasi dea che si pregi) onnipotente e onnipossente, arrivo senza nemmeno rendermi conto sulla porta del mio ufficio.
Lunedì, 20:30
Sta per scoppiarmi la testa (e nel mio immaginario tre, due, uno… BOOM!!!!). In meno di 30 secondi, da quando sono uscita dall’ufficio, ho già inciampato due volte, e la gente intorno a me, che non mi ha visto nella mia supremazia assoluta di stamattina, vede in me una stordita in cima su tacchi mutati in arma letale. Le gambe mi tremano leggermente per l’instabilità dei tacchi sul marciapiedi. Camminare con la testa ben alta? Ma stiamo scherzando? Manca soltanto che il mio tacco si infili nelle fessure di ventilazione della metropolitana in modo da offrire un spettacolo vergognoso per tirarlo fuori… oppure che inciampi ancora e finisca per fratturarmi il collo del quinto metatarso (o, se sono proprio sfortunata, il collo, appunto).
Come se badare alla mia incolumità fisica non fosse un’impresa abbastanza ardua, in questi momenti, comincio a rivedere mentalmente il contenuto del mio frigorifero (parlare di "contenuto", con riferimento al mio frigo, è quasi sarcasmo) e mi rendo conto che se stasera intendo davvero mangiare devo andare a fare la spesa.
Ed è così che finisce la mia giornata, quando con in una mano la borsa e nell’altra il poco o per niente glamourous sacchetto della Standa, tramutata ormai in uno straccio di donna, mi accascio sulla panchina della fermata del tram, non vedendo l’ora di arrivare a casa per lanciare queste maledette scarpe il più lontano possibile.
Lunes, 8:30
Toc, toc, toc, toc, toc, toc, toc, toc... el sonido seguro y arrollador de mis pasos. El primero, el portero; después la vecina de enfrente. Y es sólo el principio. Salgo de casa y todas las miradas caen inmediatamente sobre mí. Hombres, mujeres y niños, sin excepción, se sienten irresistiblemente atraídos ante mi sensual y abrumadora forma de hacerme con la calle. Mis tacones de aguja me han convertido en una diosa, en un ser extremadamente sexy y provocativo. Y llevada por la superioridad que sienten mis zapatos frente a los demás de su especie con los que nos encontramos en nuestro camino, me dejo poseer por una chulería casi ignota en mí que transforma mi cuerpo en un bamboleo continuo, en un contoneo incesante.
Cuerpo erguido, cabeza alta y miradas directas, desafiantes unas, juguetonas otras, arrastro a mis contrincantes al ring con la seguridad de quien sabe que saldrá victorioso de cualquier combate. Fascinada por ese juego de atracción fatal y sabiéndome (como buena diosa que se precie) omnipotente y todopoderosa, llego sin darme cuenta a la entrada de mi oficina.
Lunes, 20:30
Está a punto de estallarme la cabeza (y en mi imaginario tres, dos, uno… ¡¡¡¡BOOM!!!!).
Hace menos de 30 segundos que he salido de la oficina y ya he tropezado 2 veces; la gente a mi alrededor, no habiendo visto mi dominio absoluto de esta mañana, ve en mí un pato mareado sobre unos tacones transformados en un arma mortal. Siento un leve temblor de piernas, de pura inestabilidad del tacón en el suelo, claro. ¿Andar con la cabeza bien alta? ¡Ni de coña! Para que se me quede el tacón atascado en una ranura de ventilación del metro y tenga que ofrecer un espectáculo lamentable para sacar el zapato de ahí… o para que vuelva a tropezar con los adoquines y me rompa el cuello del metacarpiano quinto (o, con un poco de mala suerte, el cuello a secas).
Como si salvaguardar mi integridad física no fuese ya una tarea lo suficientemente ardua en estos momentos, me da por ponerme a hacer repaso mental del contenido de mi frigorífico (hablar de "contenido" para referirme a mi nevera es casi sarcasmo) y me doy cuenta de que tengo que pasar por el super si es que realmente pretendo cenar.
Y así acabo mi jornada, con mis tacones de aguja, el bolso en una mano y la bolsa roja y poco glamorosa del Standa en la otra y hecha un guiñapo, que más que una mujer parezco un monigote; y mientras me abalanzo sobre el banco de la parada del tranvía sólo puedo pensar en las ganas que tengo de llegar a casa para lanzar lejos de mí estos malditos zapatos.
Toc, toc, toc, toc, toc, toc, toc, toc... ecco l’eco sicuro e travolgente dei miei passi. Il primo, il custode; subito dopo, la vicina di fronte. Ed è soltanto l’inizio. Esco dal condominio e tutti gli sguardi si voltano istantaneamente verso di me. Uomini, donne e bambini, senza eccezioni, si sentono irresistibilmente attirati dal mio sensuale e trascinante modo in cui rendo mia la strada. I miei tacchi a spillo mi hanno trasformata in una dea, in un essere assolutamente sexy e provocante. E spinta dalla superiorità che le mie scarpe sentono nei confronti delle altre della loro specie che ci incontrano lungo il cammino, mi lascio possedere da una sfacciataggine a me praticamente ignota, che muta il mio corpo in un dondolio continuo, un incessante ondeggiare.
Corpo eretto, testa alta e sguardi diretti, di sfida, alcuni, altri allegri, conduco i miei contendenti nel ring, con la sicurezza di chi si sa vincitrice in qualsiasi contesa. Sedotta dal gioco di fatal attraction e sapendomi (come qualsiasi dea che si pregi) onnipotente e onnipossente, arrivo senza nemmeno rendermi conto sulla porta del mio ufficio.
Lunedì, 20:30
Sta per scoppiarmi la testa (e nel mio immaginario tre, due, uno… BOOM!!!!). In meno di 30 secondi, da quando sono uscita dall’ufficio, ho già inciampato due volte, e la gente intorno a me, che non mi ha visto nella mia supremazia assoluta di stamattina, vede in me una stordita in cima su tacchi mutati in arma letale. Le gambe mi tremano leggermente per l’instabilità dei tacchi sul marciapiedi. Camminare con la testa ben alta? Ma stiamo scherzando? Manca soltanto che il mio tacco si infili nelle fessure di ventilazione della metropolitana in modo da offrire un spettacolo vergognoso per tirarlo fuori… oppure che inciampi ancora e finisca per fratturarmi il collo del quinto metatarso (o, se sono proprio sfortunata, il collo, appunto).
Come se badare alla mia incolumità fisica non fosse un’impresa abbastanza ardua, in questi momenti, comincio a rivedere mentalmente il contenuto del mio frigorifero (parlare di "contenuto", con riferimento al mio frigo, è quasi sarcasmo) e mi rendo conto che se stasera intendo davvero mangiare devo andare a fare la spesa.
Ed è così che finisce la mia giornata, quando con in una mano la borsa e nell’altra il poco o per niente glamourous sacchetto della Standa, tramutata ormai in uno straccio di donna, mi accascio sulla panchina della fermata del tram, non vedendo l’ora di arrivare a casa per lanciare queste maledette scarpe il più lontano possibile.
* * * * *
Lunes, 8:30
Toc, toc, toc, toc, toc, toc, toc, toc... el sonido seguro y arrollador de mis pasos. El primero, el portero; después la vecina de enfrente. Y es sólo el principio. Salgo de casa y todas las miradas caen inmediatamente sobre mí. Hombres, mujeres y niños, sin excepción, se sienten irresistiblemente atraídos ante mi sensual y abrumadora forma de hacerme con la calle. Mis tacones de aguja me han convertido en una diosa, en un ser extremadamente sexy y provocativo. Y llevada por la superioridad que sienten mis zapatos frente a los demás de su especie con los que nos encontramos en nuestro camino, me dejo poseer por una chulería casi ignota en mí que transforma mi cuerpo en un bamboleo continuo, en un contoneo incesante.
Cuerpo erguido, cabeza alta y miradas directas, desafiantes unas, juguetonas otras, arrastro a mis contrincantes al ring con la seguridad de quien sabe que saldrá victorioso de cualquier combate. Fascinada por ese juego de atracción fatal y sabiéndome (como buena diosa que se precie) omnipotente y todopoderosa, llego sin darme cuenta a la entrada de mi oficina.
Lunes, 20:30
Está a punto de estallarme la cabeza (y en mi imaginario tres, dos, uno… ¡¡¡¡BOOM!!!!).
Hace menos de 30 segundos que he salido de la oficina y ya he tropezado 2 veces; la gente a mi alrededor, no habiendo visto mi dominio absoluto de esta mañana, ve en mí un pato mareado sobre unos tacones transformados en un arma mortal. Siento un leve temblor de piernas, de pura inestabilidad del tacón en el suelo, claro. ¿Andar con la cabeza bien alta? ¡Ni de coña! Para que se me quede el tacón atascado en una ranura de ventilación del metro y tenga que ofrecer un espectáculo lamentable para sacar el zapato de ahí… o para que vuelva a tropezar con los adoquines y me rompa el cuello del metacarpiano quinto (o, con un poco de mala suerte, el cuello a secas).
Como si salvaguardar mi integridad física no fuese ya una tarea lo suficientemente ardua en estos momentos, me da por ponerme a hacer repaso mental del contenido de mi frigorífico (hablar de "contenido" para referirme a mi nevera es casi sarcasmo) y me doy cuenta de que tengo que pasar por el super si es que realmente pretendo cenar.
Y así acabo mi jornada, con mis tacones de aguja, el bolso en una mano y la bolsa roja y poco glamorosa del Standa en la otra y hecha un guiñapo, que más que una mujer parezco un monigote; y mientras me abalanzo sobre el banco de la parada del tranvía sólo puedo pensar en las ganas que tengo de llegar a casa para lanzar lejos de mí estos malditos zapatos.
Un giro di luna...
Ogni volta che Torellino Rosa mi chiede i 50 centesimi per le giostre cerco di fare il duro. Non è giusto le dico, sprecare i soldi in questa maniera. Un giro dura neanche un minuto, e i soldini son buttati via così. Meglio tenerli per qualcosa di meglio, no? Poi lei mi guarda e ci ripenso. Alla mia età 50 centesimi di giostra non danno più gioia, ma a 5 anni... basta anche meno di un minuto per fare spuntare il sorriso sul suo visino dolce, e regalarle un attimo di felicità. E proprio perché quando crescerà, quel giro sulla giostra non le darà più questa gioia, approfittiamone finchè è in tempo, e facciamoglielo godere questo giro sulla luna. Domani neanche si ricorderà di averlo fatto, ma adesso è la cosa più bella e importante del mondo.
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