mercoledì 30 gennaio 2013
Specchio dei miei desideri...
B: “Ciao mamma,
volevo dirti che a Capodanno vado a Monaco di Baviera in macchina e passiamo la
notte di San Silvestro a una festa”
M: “Sei matta? Dove
hai messo la testa, non vorrai fare la fine di tuo Zio in Germania?!”
B: “Bhe, certo che
no, non ci avevo neppure pensato. Credo che le probabilità di fare un incidente
siano identiche in tutto il mondo. E poi, erano altri tempi, le strade meno
sicure, poco illuminate, la gente meno attenta. Stai tranquilla, andrà tutto
bene.”
M: bip
bip bip
B: “Pronto mamma?!
Ci sei?”
Alla
trentasettesima domanda, cedo alla consapevolezza che sto parlando al telefono
da sola e realizzo che se non mi decido a salire in macchina passerò la
mezzanotte dell’ultimo dell’anno all’autogrill di Lugano a imbottirmi di qualche
imitazione svizzera dei Camogli, dal momento che sono già le 3 del pomeriggio
del 31 dicembre.
Cedo subito la
guida alla mia compagnia di viaggio, instancabile pilota, promettendole che
avrei adempiuto al mio dovere non appena si sarebbe stancata di guidare.
E purtroppo,
nonostante i miei innumerevoli tentativi di rendermi utile al posto del
copilota, mixando per esempio CD come se fossi un deejay professionista e
sbucciando tutti i mandarini delle vettovaglie del viaggio, il momento del
passaggio della consegna arriva al confine con l’Austria.
V: “Ti spiace
guidare un po’? Sono un po’ stanca”
B: “Nessun
problema, volentieri”.
Prendo subito la
guida e passiamo un’ora in coda alla frontiera a motore spento.
B: “Bhe, vedi,
alternarsi alla guida è la cosa migliore in un viaggio come questo.”
Terminata la coda,
procedo nella corsia di destra a 60 km/h (con limite di velocità a 130) per
circa 4 chilometri alzando regolarmente il dito medio verso tutti quei
guidatori “nevrotici” che si permettono di avvicinarsi alla mia macchina
sfanalando gli abbaglianti come se fossero pronti al decollo. Aggiungo al tutto
qualche epiteto colorato nei confronti della popolazione indigena…
All’inizio del
quinto chilometro urlo alla mia Thelma, cercando di mascherare il terrore che
si dirama negli arti, la tensione dei muscoli della cervicale e della sciatica,
il tremore della voce: “Bhe, sappi che io sono serena, se vuoi guido io fino a
Monaco…”
Alla prima area di
sosta (circa all’inizio del sesto chilometro) cedo il volante. Da quel giorno
non ho più guidato.
Passano alcuni
giorni, riprendo fiducia e mi sento forte. Tra i propositi del nuovo anno ho
scritto sullo specchio del bagno: “Guardare
sempre il bello e il buono di ogni esperienza”.
Poi, però, al
rientro da una serata mondana avverto un lieve bruciore alla gola, il quale si
trasforma nel giro di qualche colpo di tosse in una bronchite acuta.
B: “Ciao mamma,
sono a casa con la bronchite, se vuoi passare a trovarmi nel pomeriggio beviamo
un tè caldo insieme”
M: “Lo sai che il
figlio della sorella dell’amica della nostra vicina, durante la notte, è stato ricoverato in
ospedale per una broncopolmonite. I genitori sono andati a
trovarlo la mattina seguente e l’ hanno trovato morto?”
B: bip bip bip
M: “Pronto, tesoro?
Devo chiamare il 118?!Stai male? Ti raggiungiamo subito al pronto soccorso più vicino.”
Riattacco il
telefono e, dal momento che non riesco a porre fine a una sequela infinita di
colpi di tosse, mi convinco (a) di avere un tumore ai polmoni; (b) che un
broncospasmo stia lacerando il mio torace; (c) che l’asma si stia cronicizzando
e abbia intenzione di risucchiare i miei alveoli polmonari; e (d) di dover
aumentare le dosi di antibiotici e cortisone.
Decido di
trascinarmi fino al bagno per cercare di riprendere le forze e mi specchio tra
le lettere.
Ritorno in cucina e
preparo una tazza di latte caldo con del miele e una fetta enorme di pane e
nutella, accendo il dvd del mio film preferito e penso, ignorando l’universo,
che questo sia il bello e il buono di essere malata…
mercoledì 23 gennaio 2013
Waiting for Valentine's Day. Again.
Voglio essere principessa anch'io. Non importa se per un attimo, un giorno o tutta una vita, io voglio credere nelle favole. Voglio tutto. Principe azzurro, rospo, strega cattiva, nanetti stacanovisti, posateria danzante, mele bacate, gobbi (anche bianconeri) e cacciatori buoni, quelli che sparano per salvare le vecchiette per intenderci. Voglio ballare con il mio principe. Voglio un vestito sfavillante. Voglio vedere le sorellastre rosicare. Voglio giocare con i sette nani. Voglio essere più strega della strega. Voglio piangere e ridere. Voglio scoprirmi forte dopo essere stata vulnerabile. Non voglio rinunciare alla magia delle favole perché forse il principe mi pesterà i piedi danzando o perché Anastasia è anche più perfida di quanto potessi immaginare. Non serve essere intelligente, scaltra e determinata se non hai nulla con cui misurarti.
Voglio vivere la poesia della vita.
The happy ending.
Voglio vivere la poesia della vita.
The happy ending.
venerdì 18 gennaio 2013
Fuori gioco.
Vado a svegliarlo, meno di 2 ore e scenderà in campo.
Io: Buongiorno.
Hulko: Ciao mamma. A che ora sei tornata ieri sera?
Io: Dai giù dal letto che devi giocare. Latte o té?
Hulko: Latte.
Lo lascio a fare i conti con il cambio dei vestiti, il sonno e la pigrizia. Dopo qualche minuto mi raggiunge in cucina.
Hulko: Non mi hai risposto.
Io: Alle 2.00
Hulko: Alle 2.00??!
Comincia il rito dei tuffo acrobatico dei biscotti nel latte, sembra distratto ma evidentemente non lo è.
Hulko: Secondo te avrei dovuto vivere con il papà?
Io: Tu avresti preferito vivere con il papà?
Hulko: No.
Io: Allora va bene così, ma in qualunque momento decidessi di volerlo fare sappi che sarei d'accordo. Sarebbe stato sicuramente diverso ma non so risponderti se in meglio o in peggio.
Riprende la colazione. Esegue la terapia contro l'asma, prepara lo zaino e usciamo di casa.
Saliamo in macchina
Hulko: Ti sei divertita ieri sera?
Io: Sì, certo.
Hulko: Con chi eri?
Io: Sono stata a cena con un amico.
Si volta di scatto.
Hulko: Mi devo preoccupare?
Non è la prima volta che mi ritaglio uno spazio da cui per ovvi motivi resta escluso ma questa volta ho ammesso che fossi sola con un ragazzo e lui credo stesse cercando di interiorizzare. Oppure proprio come a Natale le lacrime che tanto mi avevano stretto il cuore, immaginandole legate all'assenza del padre, erano in realtà dovute solo al gas della Coca Cola che gli aveva fatto frizzare il naso.
Io: Sono stata a cena con un amico.
Si volta di scatto.
Hulko: Mi devo preoccupare?
Non è la prima volta che mi ritaglio uno spazio da cui per ovvi motivi resta escluso ma questa volta ho ammesso che fossi sola con un ragazzo e lui credo stesse cercando di interiorizzare. Oppure proprio come a Natale le lacrime che tanto mi avevano stretto il cuore, immaginandole legate all'assenza del padre, erano in realtà dovute solo al gas della Coca Cola che gli aveva fatto frizzare il naso.
domenica 13 gennaio 2013
Se fossi diversa sarei un'altra.
"Mi piaci di più con i capelli lisci."
"Non parlare mentre mi baci."
"Dovresti essere più sicura."
"Sei troppo razionale" o "...troppo seria", "...troppo introspettiva", insomma a rotazione troppo di qualcosa.
Mi rendo conto adesso che il mio essere sensibile e generosa, mi ha sempre portata a dividere le colpe, magari prendendo anche un paio di punti percentuale in più della metà secca che nel normale ordine delle cose mi sarebbe toccata. "Noi non funzioniamo." "Non c'è comunicazione." "Vogliamo delle cose diverse." Insomma era la somma di noi due a non funzionare.
Mi guardo indietro, in uno dei miei momenti di riflessione, con i popcorn a sinistra del laptop e la fidata Coca light a destra, e realizzo che voi uomini invece tendete ad assolvervi per non aver commesso il fatto. Sarebbe utile talvolta sentirvi dire, "Scusami non sei tu, sono io che sono incapace, inadatto, incompleto, incompreso, inatteso, indeciso, inaffidabile, introvabile..." ad esclusione quindi solo di innamorato.
Molto devo a colui che oltre vent'anni fa mi ha insegnato a capire che rientriamo a stento nella vostra Top 5, dicendomi qualcosa che somigliava molto ad un "Mi piaci, davvero, ma non sei la mia moto."
"Non parlare mentre mi baci."
"Dovresti essere più sicura."
"Sei troppo razionale" o "...troppo seria", "...troppo introspettiva", insomma a rotazione troppo di qualcosa.
Mi rendo conto adesso che il mio essere sensibile e generosa, mi ha sempre portata a dividere le colpe, magari prendendo anche un paio di punti percentuale in più della metà secca che nel normale ordine delle cose mi sarebbe toccata. "Noi non funzioniamo." "Non c'è comunicazione." "Vogliamo delle cose diverse." Insomma era la somma di noi due a non funzionare.
Mi guardo indietro, in uno dei miei momenti di riflessione, con i popcorn a sinistra del laptop e la fidata Coca light a destra, e realizzo che voi uomini invece tendete ad assolvervi per non aver commesso il fatto. Sarebbe utile talvolta sentirvi dire, "Scusami non sei tu, sono io che sono incapace, inadatto, incompleto, incompreso, inatteso, indeciso, inaffidabile, introvabile..." ad esclusione quindi solo di innamorato.
Molto devo a colui che oltre vent'anni fa mi ha insegnato a capire che rientriamo a stento nella vostra Top 5, dicendomi qualcosa che somigliava molto ad un "Mi piaci, davvero, ma non sei la mia moto."
martedì 1 gennaio 2013
Stop Complaining...and happy new year!
Neanche il titolo è mio. Mio forse solo il merito di trovargli spazio qui. Appassionante, ironico e sagace. Instilla il giusto atteggiamento mentale.
Che sia un nuovo anno ma anche un anno nuovo. Per tutti.
Che sia un nuovo anno ma anche un anno nuovo. Per tutti.
lunedì 31 dicembre 2012
Auguri 2.
Indovinami, indovino,
tu che leggi nel destino:
l’anno nuovo come sarà?
Bello, brutto o metà e metà?
Trovo stampato nei miei libroni
che avrà di certo quattro stagioni,
dodici mesi, ciascuno al suo posto,
un carnevale e un ferragosto,
e il giorno dopo il lunedì
sarà sempre un martedì.
Di più per ora scritto non trovo
nel destino dell’anno nuovo:
per il resto anche quest’anno
sarà come gli uomini lo faranno.
Poesia di Capodanno
di Gianni Rodari
L'anno nuovo
tu che leggi nel destino:
l’anno nuovo come sarà?
Bello, brutto o metà e metà?
Trovo stampato nei miei libroni
che avrà di certo quattro stagioni,
dodici mesi, ciascuno al suo posto,
un carnevale e un ferragosto,
e il giorno dopo il lunedì
sarà sempre un martedì.
Di più per ora scritto non trovo
nel destino dell’anno nuovo:
per il resto anche quest’anno
sarà come gli uomini lo faranno.
Poesia di Capodanno
di Gianni Rodari
L'anno nuovo
La non-lista.
La colpa è di quello passato. Se non fosse andato così male, se non ci avesse lasciati con l'amaro in bocca e pieni di rimpianti non brameremmo tanto il cambio. Il 2012 ci ha portati a ringraziare anche solo di essergli sopravvissuti. Che è molto, con il senno di poi.
Mi appunto un paio di cose, nulla di impegnativo tanto ho visto che le liste restano intonse. Comprare due lampadari per la casa e uno specchio a figura intera, sono 4 anni che mi ipotizzo soltanto dalla cintola in giù. Riprendere a viaggiare. Ricordarmi di sognare. Spolverare le scarpe da corsa. Imbiancare gli interni. Colorare gli esterni. Accettare che un po' di autostima non può uccidere. Leggere quello che scrivono gli altri. Leggere quello che scrivo io. Preferire quello che scrivono gli altri. Aumentare il dosaggio di autostima nel sangue. Trovare nuove compagnie per una birra e quattro chiacchiere o per quattro birre in un ricco silenzio. Questo aprirebbe anche un altro capitolo ma andiamo per gradi, il 2013 sarà l'anno dello specchio e dei lampadari, venga messo agli atti.
Mi appunto un paio di cose, nulla di impegnativo tanto ho visto che le liste restano intonse. Comprare due lampadari per la casa e uno specchio a figura intera, sono 4 anni che mi ipotizzo soltanto dalla cintola in giù. Riprendere a viaggiare. Ricordarmi di sognare. Spolverare le scarpe da corsa. Imbiancare gli interni. Colorare gli esterni. Accettare che un po' di autostima non può uccidere. Leggere quello che scrivono gli altri. Leggere quello che scrivo io. Preferire quello che scrivono gli altri. Aumentare il dosaggio di autostima nel sangue. Trovare nuove compagnie per una birra e quattro chiacchiere o per quattro birre in un ricco silenzio. Questo aprirebbe anche un altro capitolo ma andiamo per gradi, il 2013 sarà l'anno dello specchio e dei lampadari, venga messo agli atti.
domenica 30 dicembre 2012
I 12 mesi.
Gennaio, Gennaio,
il 1° giorno è il più gaio,
è fatto solo di speranza:
chi ne ha tanta, vive abbastanza.
Febbraio viene a potare la vite
con le dita intirizzite:
è senza guanti ed ha i geloni
e un buco negli zoccoloni:
Marzo pazzo e cuor contento
si sveglia un mattino pieno di vento:
la prima rondine arriva stasera
con l'espresso della primavera.
Aprile tosatore
porta lana al vecchio pastore
spoglia la pecora e l'agnello
per farti un berretto ed un mantello.
Maggio viene ardito e bello
con un garofano all'occhiello,
con tante bandiere nel cielo d'oro
per la festa del lavoro.
Giugno, invece, è falciatore;
il fieno manda un dolce odore,
in alto in alto l'allodola vola,
il bidello chiude la scuola.
Luglio miete il grano biondo,
la mano è stanca, il cuore è giocondo.
Canta il cuculo tra le foglie:
c'è chi lavora e mai non raccogliere.
Agosto batte il grano nell'aia,
gonfia i sacchi, empie la staia:
c'è tanta farina al mondo... perché
un po' di pane per tutti non c'è?
Settembre settembrino,
matura l'uva e si fa il vino,
matura l'uva moscatella:
scolaro, prepara la cartella!
Ottobre seminatore:
in terra il seme sogna il fiore,
sottoterra il buio germoglio sa
che il domani lo scalderà.
Novembre legnaiolo
va nei boschi solo solo,
c'è l'ultima foglia a un albero in vetta
e cade al primo colpo d'accetta.
Vien Dicembre lieve lieve,
si fa la battaglia a palle di neve:
il fantoccio crolla a terra
e così cade chi vuole la guerra!
I dodici mesi,
Gianni Rodari
il 1° giorno è il più gaio,
è fatto solo di speranza:
chi ne ha tanta, vive abbastanza.
Febbraio viene a potare la vite
con le dita intirizzite:
è senza guanti ed ha i geloni
e un buco negli zoccoloni:
Marzo pazzo e cuor contento
si sveglia un mattino pieno di vento:
la prima rondine arriva stasera
con l'espresso della primavera.
Aprile tosatore
porta lana al vecchio pastore
spoglia la pecora e l'agnello
per farti un berretto ed un mantello.
Maggio viene ardito e bello
con un garofano all'occhiello,
con tante bandiere nel cielo d'oro
per la festa del lavoro.
Giugno, invece, è falciatore;
il fieno manda un dolce odore,
in alto in alto l'allodola vola,
il bidello chiude la scuola.
Luglio miete il grano biondo,
la mano è stanca, il cuore è giocondo.
Canta il cuculo tra le foglie:
c'è chi lavora e mai non raccogliere.
Agosto batte il grano nell'aia,
gonfia i sacchi, empie la staia:
c'è tanta farina al mondo... perché
un po' di pane per tutti non c'è?
Settembre settembrino,
matura l'uva e si fa il vino,
matura l'uva moscatella:
scolaro, prepara la cartella!
Ottobre seminatore:
in terra il seme sogna il fiore,
sottoterra il buio germoglio sa
che il domani lo scalderà.
Novembre legnaiolo
va nei boschi solo solo,
c'è l'ultima foglia a un albero in vetta
e cade al primo colpo d'accetta.
Vien Dicembre lieve lieve,
si fa la battaglia a palle di neve:
il fantoccio crolla a terra
e così cade chi vuole la guerra!
I dodici mesi,
Gianni Rodari
sabato 29 dicembre 2012
L'omino di neve.
L'omino di neve,
guardate che caso,
non ha più naso
e ha solo un orecchio:
in un giorno di Sole
è diventato vecchio!
Chi gli ha rubato un piede?
E' stato il gatto,
bestia senza tatto.
Per un chicco di grano
una gallina
gli becca una mano.
Infine, per far festa,
i bambini gli tagliano la testa.
L'omino di Neve,
Gianni Rodari
guardate che caso,
non ha più naso
e ha solo un orecchio:
in un giorno di Sole
è diventato vecchio!
Chi gli ha rubato un piede?
E' stato il gatto,
bestia senza tatto.
Per un chicco di grano
una gallina
gli becca una mano.
Infine, per far festa,
i bambini gli tagliano la testa.
L'omino di Neve,
Gianni Rodari
venerdì 28 dicembre 2012
I nidi.
Chi abita sull’abete
Tra i doni e le comete?
C’è un Babbo Natale alto quanto un ditale.
Ci sono i sette nani, gli indiani, i marziani.
Ci ha fatto il suo nido Perfino Mignolino.
C’è posto per tutti,
per tutti c’è un lumino e tanta pace per chi la vuole,
per chi sa che la pace scalda anche più del sole.
I nidi, Gianni Rodari
Tra i doni e le comete?
C’è un Babbo Natale alto quanto un ditale.
Ci sono i sette nani, gli indiani, i marziani.
Ci ha fatto il suo nido Perfino Mignolino.
C’è posto per tutti,
per tutti c’è un lumino e tanta pace per chi la vuole,
per chi sa che la pace scalda anche più del sole.
I nidi, Gianni Rodari
giovedì 27 dicembre 2012
Il pellerossa nel presepe.
Il pellerossa con le piume in testa
e con l’ascia di guerra in pugno stretta,
come è finito tra le statuine
del presepe, pastori e pecorine,
e l’asinello, e i maghi sul cammelo,
e le stelle ben disposte,
e la vecchina delle caldarroste?
Non è il tuo posto, via, Toro seduto:
torna presto di dove sei venuto.
Ma l’indiano non sente. O fa l’indiano.
Ce lo lasciamo, dite, fa lo stesso?
O darà noia agli angeli di gesso?
Forse è venuto fin qua,
ha fatto tanto viaggio,
perchè ha sentito il messaggio:
pace agli uomini di buona volontà.
Il pellerossa nel presepe,
Gianni Rodari
e con l’ascia di guerra in pugno stretta,
come è finito tra le statuine
del presepe, pastori e pecorine,
e l’asinello, e i maghi sul cammelo,
e le stelle ben disposte,
e la vecchina delle caldarroste?
Non è il tuo posto, via, Toro seduto:
torna presto di dove sei venuto.
Ma l’indiano non sente. O fa l’indiano.
Ce lo lasciamo, dite, fa lo stesso?
O darà noia agli angeli di gesso?
Forse è venuto fin qua,
ha fatto tanto viaggio,
perchè ha sentito il messaggio:
pace agli uomini di buona volontà.
Il pellerossa nel presepe,
Gianni Rodari
mercoledì 26 dicembre 2012
Natale è tutto sbagliato
Quest'anno
mi voglio fare
un albero di Natale
di tipo speciale, ma bello
veramente. Non lo farò in
tinello,lo farò nella mente, con
centomila rami e un miliardo di
lampadine, e tutti i doni che non stanno
nelle vetrine. Un raggio di sole per il passero
che trema, un ciuffo di viole per il prato gelato,
un aumento di pensione per il vecchio pensionato.
E poi giochi,giocattoli, balocchi quanti ne puoi contare
a spalancare gli occhi: un milione, cento milioni di bellissimi
doni per quei bambini che non ebbero mai un regalo di Natale,
e per loro ogni giorno all’altro è uguale, e non è mai festa. Perché
se un bimbo resta senza niente, anche uno solo, piccolo, che piangere
non si sente, Natale è tutto sbagliato.
Natale è tutto sbagliato,
Gianni Rodari
mi voglio fare
un albero di Natale
di tipo speciale, ma bello
veramente. Non lo farò in
tinello,lo farò nella mente, con
centomila rami e un miliardo di
lampadine, e tutti i doni che non stanno
nelle vetrine. Un raggio di sole per il passero
che trema, un ciuffo di viole per il prato gelato,
un aumento di pensione per il vecchio pensionato.
E poi giochi,giocattoli, balocchi quanti ne puoi contare
a spalancare gli occhi: un milione, cento milioni di bellissimi
doni per quei bambini che non ebbero mai un regalo di Natale,
e per loro ogni giorno all’altro è uguale, e non è mai festa. Perché
se un bimbo resta senza niente, anche uno solo, piccolo, che piangere
non si sente, Natale è tutto sbagliato.
Natale è tutto sbagliato,
Gianni Rodari
martedì 25 dicembre 2012
Auguri.
S’io fossi il mago di Natale
farei spuntare un albero di Natale
in ogni casa, in ogni appartamento
dalle piastrelle del pavimento,
ma non l’alberello finto,
di plastica, dipinto
che vendono adesso all’Upim:
un vero abete, un pino di montagna,
con un po’ di vento vero
impigliato tra i rami,
che mandi profumo di resina
in tutte le camere,
e sui rami i magici frutti: regali per tutti.
Poi con la mia bacchetta me ne andrei
a fare magie
per tutte le vie.
In via Nazionale
farei crescere un albero di Natale
carico di bambole
d’ogni qualità,
che chiudono gli occhi
e chiamano papà,
camminano da sole,
ballano il rock an’roll
e fanno le capriole.
Chi le vuole, le prende:
gratis, s’intende.
In piazza San Cosimato
faccio crescere l’albero
del cioccolato;
in via del Tritone
l’albero del panettone
in viale Buozzi
l’albero dei maritozzi,
e in largo di Santa Susanna
quello dei maritozzi con la panna.
Continuiamo la passeggiata?
La magia è appena cominciata:
dobbiamo scegliere il posto
all’albero dei trenini:
va bene piazza Mazzini?
Quello degli aeroplani
lo faccio in via dei Campani.
Ogni strada avrà un albero speciale
e il giorno di Natale
i bimbi faranno
il giro di Roma
a prendersi quel che vorranno.
Per ogni giocattolo
colto dal suo ramo
ne spunterà un altro
dello stesso modello
o anche più bello.
Per i grandi invece ci sarà
magari in via Condotti
l’albero delle scarpe e dei cappotti.
Tutto questo farei se fossi un mago.
Però non lo sono
che posso fare?
Non ho che auguri da regalare:
di auguri ne ho tanti,
scegliete quelli che volete,
prendeteli tutti quanti.
Il mago di Natale,
Filastrocche in cielo e in terra
Gianni Rodari
farei spuntare un albero di Natale
in ogni casa, in ogni appartamento
dalle piastrelle del pavimento,
ma non l’alberello finto,
di plastica, dipinto
che vendono adesso all’Upim:
un vero abete, un pino di montagna,
con un po’ di vento vero
impigliato tra i rami,
che mandi profumo di resina
in tutte le camere,
e sui rami i magici frutti: regali per tutti.
Poi con la mia bacchetta me ne andrei
a fare magie
per tutte le vie.
In via Nazionale
farei crescere un albero di Natale
carico di bambole
d’ogni qualità,
che chiudono gli occhi
e chiamano papà,
camminano da sole,
ballano il rock an’roll
e fanno le capriole.
Chi le vuole, le prende:
gratis, s’intende.
In piazza San Cosimato
faccio crescere l’albero
del cioccolato;
in via del Tritone
l’albero del panettone
in viale Buozzi
l’albero dei maritozzi,
e in largo di Santa Susanna
quello dei maritozzi con la panna.
Continuiamo la passeggiata?
La magia è appena cominciata:
dobbiamo scegliere il posto
all’albero dei trenini:
va bene piazza Mazzini?
Quello degli aeroplani
lo faccio in via dei Campani.
Ogni strada avrà un albero speciale
e il giorno di Natale
i bimbi faranno
il giro di Roma
a prendersi quel che vorranno.
Per ogni giocattolo
colto dal suo ramo
ne spunterà un altro
dello stesso modello
o anche più bello.
Per i grandi invece ci sarà
magari in via Condotti
l’albero delle scarpe e dei cappotti.
Tutto questo farei se fossi un mago.
Però non lo sono
che posso fare?
Non ho che auguri da regalare:
di auguri ne ho tanti,
scegliete quelli che volete,
prendeteli tutti quanti.
Il mago di Natale,
Filastrocche in cielo e in terra
Gianni Rodari
sabato 8 dicembre 2012
Fanciullezza.
Eravamo a cena con la squadra. I ragazzi e qualche fratellino in prestito ad un tavolo. I genitori ad un altro. Loro rumorosi e divertiti. Noi in affanno. Loro hanno ingurgitato patatine, pizza e bollicine poi, inforcati guanti e cappelli, si sono scaraventati in strada su un lenzuolo di neve fresca. Noi più coscienziosi verso le buone maniere e intimiditi dal minaccioso adipe abbiamo centellinato patatine e bollicine e dopo un'ora di chiacchiere, sguardi, pacche e qualche stretta li abbiamo raggiunti all'esterno, diretti verso casa. Gli ultimi saluti e la buonanotte. Ho rubato questo nella notte rosata.
Papà - "Guardati sei zuppo. Il giaccone è pieno d'acqua."
Figlio -"No, di neve."
Questa è la poesia che perdiamo crescendo.
sabato 1 dicembre 2012
Dieci cose dieci che devo fare prima del 21 dicembre.
ma siccome il tempo è proprio poco cercherò di ottimizzare...
...mi faccio un tatuaggio piccolissimo, giusto un puntino, tanto per dire di averlo finalmente fatto. La terra vista dallo spazio (Rachel Green, cit.) semmai qualcuno facesse in tempo a domandarmelo;
...leggo il Pendolo di Foucault ma parto dal fondo;
...mi sfondo di Nutella da oggi fino al 10 e di patatine fritte dal 10 al 21;
...telefono alla mia professoressa di italiano e l'accuso di aver ucciso la mia autostima, se avesse evitato di accompagnare sempre un meno ai miei 10 adesso sarei una donna migliore;
...telefono alla mia amica di gioventù perché ancora non mi è chiaro come mai abbiamo smesso di vederci;
...telefono al mio ex e lo insulto, rivisitando a modo mio il già noto "Le parole che non ti ho detto";
...telefono a Jude Law per dirgli che l'ho sempre amato che nel linguaggio maschile equivale ad un più terreno 'vieni a prendermi';
...telefono a Fabio Volo e gli confesso di non aver letto nulla di suo, nel bene e nel male;
...telefono a Jovanotti e lo imploro di cantarmi qualcosa così anche arrivassimo al 22 mi risparmio il costo dei biglietti;
...e l'ultima chiamata la faccio ai Maya per negoziare, giocando la carta della diplomazia, ci sarà pur qualcosa di bello a questo mondo e se proprio non sentissero ragioni allora chiederei loro di cominciare da me.
...mi faccio un tatuaggio piccolissimo, giusto un puntino, tanto per dire di averlo finalmente fatto. La terra vista dallo spazio (Rachel Green, cit.) semmai qualcuno facesse in tempo a domandarmelo;
...leggo il Pendolo di Foucault ma parto dal fondo;
...mi sfondo di Nutella da oggi fino al 10 e di patatine fritte dal 10 al 21;
...telefono alla mia professoressa di italiano e l'accuso di aver ucciso la mia autostima, se avesse evitato di accompagnare sempre un meno ai miei 10 adesso sarei una donna migliore;
...telefono alla mia amica di gioventù perché ancora non mi è chiaro come mai abbiamo smesso di vederci;
...telefono al mio ex e lo insulto, rivisitando a modo mio il già noto "Le parole che non ti ho detto";
...telefono a Jude Law per dirgli che l'ho sempre amato che nel linguaggio maschile equivale ad un più terreno 'vieni a prendermi';
...telefono a Fabio Volo e gli confesso di non aver letto nulla di suo, nel bene e nel male;
...telefono a Jovanotti e lo imploro di cantarmi qualcosa così anche arrivassimo al 22 mi risparmio il costo dei biglietti;
...e l'ultima chiamata la faccio ai Maya per negoziare, giocando la carta della diplomazia, ci sarà pur qualcosa di bello a questo mondo e se proprio non sentissero ragioni allora chiederei loro di cominciare da me.
giovedì 29 novembre 2012
Charme.
Lo charme: un modo di ottenere in risposta un sì senza aver formulato nessuna chiara domanda.
[Albert Camus, La caduta]
[Albert Camus, La caduta]
domenica 25 novembre 2012
Attimo.
L'istante occupa uno stretto spazio fra la speranza e il rimpianto, ed è lo spazio della vita.
[Marcel Jouhandeau, Algebra dei valori morali.]
[Marcel Jouhandeau, Algebra dei valori morali.]
giovedì 22 novembre 2012
Passaggi.
Hulko: Mamma perché non hai fatto la Comunione tu?
Mammyx: Perché non ero abbastanza convinta di volerla fare.
Hulko: Ah, come il tatuaggio della Pantera Rosa.
(Sarebbe stato bello, e non è ancora escluso che presto o tardi io non lo faccia. NdA)
Mammyx: Perché non ero abbastanza convinta di volerla fare.
Hulko: Ah, come il tatuaggio della Pantera Rosa.
(Sarebbe stato bello, e non è ancora escluso che presto o tardi io non lo faccia. NdA)
lunedì 19 novembre 2012
Promesse.
Hulko - Mamma oggi non siamo andati in aula informatica perché Ricky rideva e forse anche altri. Così la maestra di matematica ci ha fatto restare in classe a fare una verifica di punizione.
Mammyx - Diamine Hulko siete terribili, ogni volta che c'è informatica ne combinate una e saltate la lezione. Tu e i tuoi compagni resterete dei caproni.
Hulko - Loro sì, io ho la zia.
Mammyx - Diamine Hulko siete terribili, ogni volta che c'è informatica ne combinate una e saltate la lezione. Tu e i tuoi compagni resterete dei caproni.
Hulko - Loro sì, io ho la zia.
domenica 18 novembre 2012
La mia poesia nel cuore.
"Il tuo colore è il verde del mare calmo, è quel verde delle acque calme di inizio estate ove il mare nel suo profondo non ha ancora terminato del tutto le rivoluzioni proprie dei periodi di tempesta ma, che si sta avviando verso il periodo della freschezza, dei giochi, anche della giusta spensieratezza estiva, perché alla lunga il travaglio e le difficoltà stancano; la vita è più ampia.
Tu hai lo stesso verde di quel mare appena descritto che offre serietà e rispetto perché è l'eleganza della natura che esprime la propria serietà dovuta alla consapevolezza ma anche alla capacità di sapere cosa potrà accadere nei futuri gesti."
Qualche tempo fa ho letto in rete queste parole scritte da un uomo ad una donna. Ho invidiato quella donna, di un'invidia buona. Le ho custodite sentendole profondamente mie. Fossero state scritte per me, mi avrebbero colmata e riappacificata. Almeno per un po'.
Tu hai lo stesso verde di quel mare appena descritto che offre serietà e rispetto perché è l'eleganza della natura che esprime la propria serietà dovuta alla consapevolezza ma anche alla capacità di sapere cosa potrà accadere nei futuri gesti."
Qualche tempo fa ho letto in rete queste parole scritte da un uomo ad una donna. Ho invidiato quella donna, di un'invidia buona. Le ho custodite sentendole profondamente mie. Fossero state scritte per me, mi avrebbero colmata e riappacificata. Almeno per un po'.
domenica 11 novembre 2012
mercoledì 7 novembre 2012
martedì 6 novembre 2012
SMAMMAS
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=ePQO9xFfCfQ
Io credo semplicemente che i figli siano stati solo un pretesto per queste donne per divertirsi ancora, per mettersi alla prova magari esaudendo un desiderio di gioventù, cantare in una band. Piccoli sogni che forse erano stati messi da parte per far posto ad altre emozioni e soddisfazioni. Non le biasimo anzi le stimo. E ai finti figli arrabbiati ed indignati che commentano malignamente il video in rete dico che se proprio hanno di che lamentarsi per le troppe cure ricevute possono sempre rifiutarle o meglio ancora offrire il cambio al ferro da stiro e ai fornelli.
sabato 27 ottobre 2012
martedì 23 ottobre 2012
venerdì 12 ottobre 2012
Dalla parte della ragione.
Non vedevo l'ora di poter scrivere queste righe per trasmettere l'indignazione, l'imbarazzo e il dolore suscitati dall'aver udito di questi fatti di cronaca al giornale radio, Bimbo conteso a Padova "...un bambino di 10 anni è stato trascinato in modo brutale dagli agenti perché affidato al padre e non più alla madre...(omissis)... il piccolo Leonardo si è opposto in modo violento ai tentativi del padre e dei poliziotti di portarlo fuori da scuola. (...) Scattano le prime denunce: la zia materna ed il nonno del bambino sono stati segnalati dalla Questura di Padova alla magistratura per le ipotesi di oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale e inosservanza di un provvedimento dell’autorità giudiziaria."
Questo ragazzino ha la stessa età di Hulko, me lo sono figurata della stessa corporatura ma soprattutto con pari intelligenza, decisione, senso di responsabilità e maturità. Ho pensato a quale sarebbe la sua reazione se tentassero di allontanarlo da me. Ma soprattutto ho immaginato la mia disperazione e quella della mia famiglia. Anche i miei genitori e i miei fratelli sono certa si opporrebbero con tutte le forze incuranti delle conseguenze, come me e insieme a me. L'idea che questo bambino sia stato prelevato contro la sua volontà, forti di una superiorità numerica e fisica davanti ai suoi compagni ma soprattutto ai suoi insegnanti che non hanno potuto difenderlo mi annichilisce. Queste erano le emozioni di qualche ora fa poi però sono andata a leggere la notizia e ho appreso che l'ordinanza del giudice nasceva forse paradossalmente proprio a tutela dell'equilibrio del ragazzino che allontanato dalla madre veniva 'riconsegnato' all'amore dell'altro genitore escluso fino a quel momento dalla sua vita. PAS (Sindrome di Alienazione Genitoriale) Mi sono fermata a riflettere, chiedendomi da che parte stia la ragione e rispondendomi che ovviamente sta nel mezzo esattamente come Leonardo che in realtà viene strattonato perché conteso dai genitori.
Questo ragazzino ha la stessa età di Hulko, me lo sono figurata della stessa corporatura ma soprattutto con pari intelligenza, decisione, senso di responsabilità e maturità. Ho pensato a quale sarebbe la sua reazione se tentassero di allontanarlo da me. Ma soprattutto ho immaginato la mia disperazione e quella della mia famiglia. Anche i miei genitori e i miei fratelli sono certa si opporrebbero con tutte le forze incuranti delle conseguenze, come me e insieme a me. L'idea che questo bambino sia stato prelevato contro la sua volontà, forti di una superiorità numerica e fisica davanti ai suoi compagni ma soprattutto ai suoi insegnanti che non hanno potuto difenderlo mi annichilisce. Queste erano le emozioni di qualche ora fa poi però sono andata a leggere la notizia e ho appreso che l'ordinanza del giudice nasceva forse paradossalmente proprio a tutela dell'equilibrio del ragazzino che allontanato dalla madre veniva 'riconsegnato' all'amore dell'altro genitore escluso fino a quel momento dalla sua vita. PAS (Sindrome di Alienazione Genitoriale) Mi sono fermata a riflettere, chiedendomi da che parte stia la ragione e rispondendomi che ovviamente sta nel mezzo esattamente come Leonardo che in realtà viene strattonato perché conteso dai genitori.
domenica 7 ottobre 2012
Tranello.
- Hulko: Tu hai fatto la Cresima?
- Io: No, nemmeno la Comunione.
- Hulko: E papà?
- Io: Lui sì perchè si è sposato, con la fidanzata che ha avuto prima di me. E anche con quella dopo.
Sorrido, tirata.
- Hulko: Papà ha avuto un'altra moglie?
- Io: Sì.
- Hulko: E anche degli altri bambini?
- Io: No figurati, altrimenti li avresti conosciuti.
Resta in silenzio qualche minuto mentre io continuo a guidare verso casa.
Hulko: Perché mamma non mi hai mai detto che papà ha avuto un'altra moglie?
Io: Mi spiace non ricordavo non te ne avessi parlato, forse non ce ne sarà stata occasione.
e mentalmente finisco la frase così "...o forse perché sono stufa di essere sempre io a farti il resoconto delle attività più o meno lecite di tuo padre manipolandole affinché risultino per te poco invasive e dolorose, due mogli, due fratelli, residenza all'estero, assenza totale nel quotidiano e radi e aridi incontri programmati ."
sabato 6 ottobre 2012
fiducia nel prossimo. ma anche in questo.
E' iniziata la nuova stagione di basket. Oggi la prima amichevole. Hulko ancora in piena fase rilassata post vacanziera, l'asma e la digestione in corso è stato da urlo. E' infatti un urlo l'ho cacciato, "Alza quelle bracciaaa!" Hanno perso.
In macchina, rientrando - Mamma la prossima volta puoi stare in silenzio?
Io - Sono stata bravissima, praticamente non ho fiatato. Sono anche uscita per non distrarti.
Hulko - Alla fine hai gridato e comunque ho visto che eri sulla porta insieme ad altri genitori.
Io - Allora mi hai guardato!? Ti avevo detto di ignorarmi. Devi stare concentrato sul gioco. Fa conto che io non esista.
Hulko - Infatti non ti ho guardato. Ho solo dato una sbirciatina per vedere dove fossi.
Nulla si può contro la genetica, io alla campestre delle scuole medie ho perso il bronzo ad un soffio dal traguardo per salutare i miei che facevano il tifo.
giovedì 4 ottobre 2012
Lasciare le cose a metà.
Stasera mentre attendevo che scattasse il verde attraverso il finestrino ho osservato di spalle una coppia musulmana, giovanissima, camminare tenendosi per mano. Bislacca la mente che in una frazione di secondo mi ha proposto tanti scenari e qualche finale. Non so quale sia stata l'associazione di idee scattata nel subconscio fatto sta che mi sono ritrovata a pensare che non ho alcuno con cui passeggiare al tramonto di una giornata e a quello della vita, anche se è un pensiero ridicolo perché non ho alcuna garanzia di arrivarci e farei meglio piuttosto ad assaporare il presente. Il secondo pensiero è andato fulmineo ad una persona cara che ho perso di recente. Poco più che cinquantenne padre e marito. Mi annienta l'idea che abbia lasciato la sua vita a metà. Non completerà ciò che stava vivendo, conversazioni, rapporti, lavori ed emozioni. Lascia la rabbia in chi resta. Nessuno di noi potrà più rispondergli né riceverà una sua replica ed è venuto meno all'impegno che aveva assunto con i figli e con la sua donna, che si ritroverà a camminare sola lungo il sentiero al tramonto.
mercoledì 3 ottobre 2012
Il mio collo fa spavento.
Il mio collo fa spavento. Dico sul serio. Se vedeste il mio collo farebbe spavento anche a voi, ma credo sareste troppo educate per darlo a vedere. Se affrontassi l'argomento, e dicessi qualcosa come "Oddio il mio collo. Non lo sopporto più!", sono certa che mi rispondereste qualcosa di carino, come "Non so di cosa stai parlando". Sarebbe una bugia, naturalmente, ma vi perdonerei. È il tipo di bugia che io dico in continuazione - per lo più alle amiche che mi confidano di essere preoccupate perchè hanno le borse sotto gli occhi, o il doppio mento, o le rughe, o i rotoli di ciccia sulla pancia. Ma per quanto sia convinta che dovrebbero rifarsi gli occhi, o fare un lifting, o qualche iniezione di botulino, o una bella liposuzione, ormai ho imparato che "Non so di cosa stai parlando" è l'espressione in codice per "Capisco cosa intendi, ma se credi di incastrarmi in una discussione sull'argomento ti sbagli di grosso". È un argomento pericoloso da affrontare, lo sappiamo tutti. Perchè se dicessi "sì, capisco esattamente cosa intendi", la mia amica potrebbe decidere di farsi rifare gli occhi, per esempio, e per caso se non funzionasse potrebbe andare a ingrossare le fila di quelli che finiscono sui tabloid per aver fatto causa al loro chirurgo plastico perchè non riescono più a chiudere gli occhi. Inoltre, e questo è il punto, sarebbe Tutta Colpa Mia. Io sono particolarmente sensibile all'aspetto Tutta Colpa Mia, visto che non ho ancora perdonato una mia amica per avermi sconsigliato di comprare un appartamento assolutamente perfetto sulla Seventhy-fifty nel 1976.
A volte vado fuori a colazione con le altre ragazze - fermi tutti, mi correggo. Volevo dire con le mie amiche donne, immagino. Non siamo più ragazze, non lo siamo più da almeno quarant'anni. Comunque, come stavo dicendo, a volte andiamo fuori a colazione e allora, girando uno sguardo intorno al tavolo, mi accorgo che indossiamo tutte maglioni a collo alto. A volte, invece, portiamo tutte delle sciarpine intorno al collo, come Katharine Hepburn in Sul lago dorato. A volte poi abbiamo tutte dei colletti alla coreana e sembriamo la versione occidentale delle signore cinesi del Circolo della fortuna e della felicità. È buffo e anche un po' triste, perchè nessuna di noi ha la nevrrosi dell'età - nessuna mente su propri anni, per esempio, nessuna si veste in modo ridicolo per la sua età. I nostri anni li portiamo bene. Se non fosse per il collo...
Oh, il collo! Ci sono colli da gallina, colli da tacchino, colli da elefante. Ci sono colli con bargigli e colli con pieghe sul punto di diventare bargigli. Ci sono colli magri e colli grassi, colli flosci e colli grinzosi, colli cerchiati e colli rugosi, colli fibrosi e colli cadenti, colli flaccidi e colli coperti di macchie. E ci sono colli che sono una stupefacente combinazione do quanto sopra. Secondo il mio dermatologo, il collo incomincia ad "andarsene" verso i 43 anni, e tanti saluti. Possiamo metterci il fondotinta sul viso, e il correttore intorno agli occhi, possiamo tingerci i capelli, fare iniezioni di botulino e collagene e Restylane nelle rughe e nelle grinze, ma a parte la chirurgia plastica per il collo non c'è niente da fare, un accidente di niente. Il collo ti tradisce sempre. La nostra faccia è una bugia, il nostro colo è la verità. Una sequoi bisogna tagliarla e contare i cerchi nel tronco per sapere quanti anni ha. Vi assicuro che se avesse il collo non ce ne sarebbe bisogno.
La mia esperienza con il collo cominciò poco prima dei miei 43 anni. Subii in intervento che mi lasciò una brutta cicatrice proprio sopra la clavicola. Fu uno shock, perchè imparai a mie spese, che se un medico è famoso, questo non significa che sia anche bravo a ricucire la gente. Se mai non imparaste niente da queste pagin, care lettrici, imparate almeno questo: non fatevi mai operare in nessuna parte del corpo senza chiedere che in sala operatoria ci sia un chirurgo plastico in stand by per dare una controllata. Perchè anche se vi stanno operando per una cosa seria o potenzialmente seria, anche se siete onestamente convinte che la vostra salute è più importante della vanità, anche se vi svegliate nella stanza d'ospedale felici come non mai che non fosse cancro, anche se vi sentite euforiche, grste di essere vive, piene di folgoranti rivelazioni su cosa è importante e cosa non lo è, anche se vi impegnate a essere eternamente liete di trovarvi ancora sul pianeta Terra e ptomettete di non lamentarvi più di niente, vi assicuro che un giorno, prima di wuanto possiate immaginare, vi guarderete allo specchio e penserete "Odio questa cicatrice". Sempre che vi guardiate allo specchio, naturalmente.
Questa è un'altra cosa che ho notato riguardo all'avere una certa età: cerco di evitare in tutti i modi di guardarmi sllo specchio. Se passo davanti a uno specchio, storno gli occhi. Se proprio devo guardarci dentro, comincio a strizzare gli occhi, così se il riflesso mi rimanda qualcosa di veramente brutto, sono già sulla buona strada per schivare la visione. E se la luce è buona (e io spero non lo sia), faccio la stessa cosa che fanno le donne della mia età quando si ritrovano davanto a uno specchio: tiro indietro leggermente la pelle del collo e guardo con rimpianto una versione più giovane di
me stessa. (A proposito, ecco un'altra cosa che ho notato: se volete piombare nella depressione più nera rispetto al collo, piazzatevi sul sedile posteriore di una macchina, proprio dietro il guidatore, e guardatevi nello specchietto retrivisore. Che cos'ha di speciale uno specchietto retrovisore? Non so perché, ma non c'è specchio peggiore quando si tratta del collo. È uno dei misteri più avvincenti della vita moderna, insieme a quello per cui l'acqua fredda in bagno è più fredda dell'acqua fredda in cucina.)
Ma torniamo al collo. È del mio collo che voglio parlare. E so che state pensando: "Perché non andare da un chirurgo plastico?" Ve lo dico io il perché. se andate da un chirurgo plastico e gli dite "Vorrei solo una sistematina al collo", lui vi risponderà chiaro e tondo che non può farlo senza intervenire anche sulla faccia. E non sta mentendo. Non sta cercando di fregarvi per farmi spendere di più. Il fatto è che è tutta un'unica , grossa palla di cera. Se vi fate tirare il collo, dovete farvi tirare anche la faccia. Ma io non voglio un lifting facciale. Se fossi un bignè e avessi una bella faccia paffuta e rotonfìda manderei giù il rospo - i bignè sono candidati perfetti per questo tipo d'intervento. Ma ahimè, io sono un uccellino, e se mi facessi il lifting facciale, il mio collo migliorerebbe senz'altro, ma la mia faccio a ne verrebbe tirata come una corda di violino. Preferisco strizzare gli occhi davanti a questa mia povera faccia e a questo collo riflessi nello specchio che trovarmi di fronte a un'estranea che ha una somiglianza sospetta com una pelle di tamburo.
Ogni tanto leggo un libro sulla vecchiaia che dice, chiunque l'abbia scritto, che essere vecchi è fantastico. È fantastico essere saggi e maturi; è fantastico essere arrivati a un punto della della vita in cui si capisce cosa conta davvero. Le persone che dicono queste scempiaggini non le posso soffrire. Cos'hanno in testa? Non hanno un collo che le fa impazzire? Non sono stufe di doversi inventare documenti che lo nascondono? Non le intristisce dover scartare il novanta per cento dei vestiti che altrimenti comprerebbero, semplicemente per il problema della scollatura? Non le intristisce dover comprare girocolli? Uno dei miei più grossi rimpianti - più grosso perfino di non aver comprato l'appartamento sulla East Seventhy-fifty, più grosso della mia peggior catastrofe romantica - è di non aver passato tutta la giovinezza a contemplare amorevolmente il mio collo. Non mi è mai passato per la testa di essere grata per il mio collo. Non mi è mai venuto in mente che un giorno avrei avuto nostalgia di una parte del mio corpo che davo assolutamente per scontata. Naturalmente è vero che, adesso che sono più vecchia, sono anche più assennata, saggia e matura. Ed è anche vero, che capisco in tutta onestà cosa conta davvero nella vita. E sapete una cosa? È il mio collo.
Nora Ephron
Il collo mi fa impazzire
Feltrinelli Editore
A volte vado fuori a colazione con le altre ragazze - fermi tutti, mi correggo. Volevo dire con le mie amiche donne, immagino. Non siamo più ragazze, non lo siamo più da almeno quarant'anni. Comunque, come stavo dicendo, a volte andiamo fuori a colazione e allora, girando uno sguardo intorno al tavolo, mi accorgo che indossiamo tutte maglioni a collo alto. A volte, invece, portiamo tutte delle sciarpine intorno al collo, come Katharine Hepburn in Sul lago dorato. A volte poi abbiamo tutte dei colletti alla coreana e sembriamo la versione occidentale delle signore cinesi del Circolo della fortuna e della felicità. È buffo e anche un po' triste, perchè nessuna di noi ha la nevrrosi dell'età - nessuna mente su propri anni, per esempio, nessuna si veste in modo ridicolo per la sua età. I nostri anni li portiamo bene. Se non fosse per il collo...
Oh, il collo! Ci sono colli da gallina, colli da tacchino, colli da elefante. Ci sono colli con bargigli e colli con pieghe sul punto di diventare bargigli. Ci sono colli magri e colli grassi, colli flosci e colli grinzosi, colli cerchiati e colli rugosi, colli fibrosi e colli cadenti, colli flaccidi e colli coperti di macchie. E ci sono colli che sono una stupefacente combinazione do quanto sopra. Secondo il mio dermatologo, il collo incomincia ad "andarsene" verso i 43 anni, e tanti saluti. Possiamo metterci il fondotinta sul viso, e il correttore intorno agli occhi, possiamo tingerci i capelli, fare iniezioni di botulino e collagene e Restylane nelle rughe e nelle grinze, ma a parte la chirurgia plastica per il collo non c'è niente da fare, un accidente di niente. Il collo ti tradisce sempre. La nostra faccia è una bugia, il nostro colo è la verità. Una sequoi bisogna tagliarla e contare i cerchi nel tronco per sapere quanti anni ha. Vi assicuro che se avesse il collo non ce ne sarebbe bisogno.
La mia esperienza con il collo cominciò poco prima dei miei 43 anni. Subii in intervento che mi lasciò una brutta cicatrice proprio sopra la clavicola. Fu uno shock, perchè imparai a mie spese, che se un medico è famoso, questo non significa che sia anche bravo a ricucire la gente. Se mai non imparaste niente da queste pagin, care lettrici, imparate almeno questo: non fatevi mai operare in nessuna parte del corpo senza chiedere che in sala operatoria ci sia un chirurgo plastico in stand by per dare una controllata. Perchè anche se vi stanno operando per una cosa seria o potenzialmente seria, anche se siete onestamente convinte che la vostra salute è più importante della vanità, anche se vi svegliate nella stanza d'ospedale felici come non mai che non fosse cancro, anche se vi sentite euforiche, grste di essere vive, piene di folgoranti rivelazioni su cosa è importante e cosa non lo è, anche se vi impegnate a essere eternamente liete di trovarvi ancora sul pianeta Terra e ptomettete di non lamentarvi più di niente, vi assicuro che un giorno, prima di wuanto possiate immaginare, vi guarderete allo specchio e penserete "Odio questa cicatrice". Sempre che vi guardiate allo specchio, naturalmente.
Questa è un'altra cosa che ho notato riguardo all'avere una certa età: cerco di evitare in tutti i modi di guardarmi sllo specchio. Se passo davanti a uno specchio, storno gli occhi. Se proprio devo guardarci dentro, comincio a strizzare gli occhi, così se il riflesso mi rimanda qualcosa di veramente brutto, sono già sulla buona strada per schivare la visione. E se la luce è buona (e io spero non lo sia), faccio la stessa cosa che fanno le donne della mia età quando si ritrovano davanto a uno specchio: tiro indietro leggermente la pelle del collo e guardo con rimpianto una versione più giovane di
me stessa. (A proposito, ecco un'altra cosa che ho notato: se volete piombare nella depressione più nera rispetto al collo, piazzatevi sul sedile posteriore di una macchina, proprio dietro il guidatore, e guardatevi nello specchietto retrivisore. Che cos'ha di speciale uno specchietto retrovisore? Non so perché, ma non c'è specchio peggiore quando si tratta del collo. È uno dei misteri più avvincenti della vita moderna, insieme a quello per cui l'acqua fredda in bagno è più fredda dell'acqua fredda in cucina.)
Ma torniamo al collo. È del mio collo che voglio parlare. E so che state pensando: "Perché non andare da un chirurgo plastico?" Ve lo dico io il perché. se andate da un chirurgo plastico e gli dite "Vorrei solo una sistematina al collo", lui vi risponderà chiaro e tondo che non può farlo senza intervenire anche sulla faccia. E non sta mentendo. Non sta cercando di fregarvi per farmi spendere di più. Il fatto è che è tutta un'unica , grossa palla di cera. Se vi fate tirare il collo, dovete farvi tirare anche la faccia. Ma io non voglio un lifting facciale. Se fossi un bignè e avessi una bella faccia paffuta e rotonfìda manderei giù il rospo - i bignè sono candidati perfetti per questo tipo d'intervento. Ma ahimè, io sono un uccellino, e se mi facessi il lifting facciale, il mio collo migliorerebbe senz'altro, ma la mia faccio a ne verrebbe tirata come una corda di violino. Preferisco strizzare gli occhi davanti a questa mia povera faccia e a questo collo riflessi nello specchio che trovarmi di fronte a un'estranea che ha una somiglianza sospetta com una pelle di tamburo.
Ogni tanto leggo un libro sulla vecchiaia che dice, chiunque l'abbia scritto, che essere vecchi è fantastico. È fantastico essere saggi e maturi; è fantastico essere arrivati a un punto della della vita in cui si capisce cosa conta davvero. Le persone che dicono queste scempiaggini non le posso soffrire. Cos'hanno in testa? Non hanno un collo che le fa impazzire? Non sono stufe di doversi inventare documenti che lo nascondono? Non le intristisce dover scartare il novanta per cento dei vestiti che altrimenti comprerebbero, semplicemente per il problema della scollatura? Non le intristisce dover comprare girocolli? Uno dei miei più grossi rimpianti - più grosso perfino di non aver comprato l'appartamento sulla East Seventhy-fifty, più grosso della mia peggior catastrofe romantica - è di non aver passato tutta la giovinezza a contemplare amorevolmente il mio collo. Non mi è mai passato per la testa di essere grata per il mio collo. Non mi è mai venuto in mente che un giorno avrei avuto nostalgia di una parte del mio corpo che davo assolutamente per scontata. Naturalmente è vero che, adesso che sono più vecchia, sono anche più assennata, saggia e matura. Ed è anche vero, che capisco in tutta onestà cosa conta davvero nella vita. E sapete una cosa? È il mio collo.
Nora Ephron
Il collo mi fa impazzire
Feltrinelli Editore
martedì 2 ottobre 2012
Festa dei Nonni.
Quando gli altri ti danno contro, il nonno si limita a darti un buffetto sulla testa e dire "sciocchino".
So di averla copiata anche se non ho capito a chi ma non sono riuscita ad andare oltre, la trovo così toccante e poetica.
domenica 30 settembre 2012
sabato 29 settembre 2012
Life for dummies.
Cercavo di dimenticare l'affascinante uomo che è stato mio per pochissimo tempo e probabilmente nemmeno in esclusiva guardandomi attorno, cercandone uno migliore. Lui era spesso scalzo e sembrava anche fosse insofferente ai vestiti data la velocità con cui li toglieva. L'altro, certo non che fosse in competizione, ma aveva comunque bisogno di sapersi protetto dalla maglietta della salute e mi ha aperto la porta di casa indossando graziosissime babbucce in spugna sottile stile 5stelle lusso. Lui mi guardava negli occhi e anche se per poco mi sentivo solo sua. L'altro mi ha guardata negli occhi e mi ha raccontato della sua ex. Lui mi faceva ribollire il sangue, l'altro al massimo mi metteva a bollire un po' di latte per i biscotti. Avevo però un nuovo amico.
martedì 11 settembre 2012
venerdì 7 settembre 2012
Secondo lei...
Improvvisazione (mia) teatrale
un po' di cabaret
Sa Signora perché faccio questo mestiere? Perché da bambino nessuno mi ha chiesto cosa volessi fare da grande.
No davvero, siamo in 10 fratelli si figuri se si ricordavano che a me non lo avevan ancora domandato?! Il nulla.
Poi un giorno mentre giocavo in cortile dove mi avevano dimenticato dalla sera prima... poverelli i miei, signora, come fargliene una colpa lavoravano per mantenerci tutti e non sempre avevano la forza di fare pure la conta... incontrai il gatto e la volpe che mi proposero di lavorare nei villaggi turistici: tutto il giorno in costume da bagno, attorniato da belle donne e pagato per godermi la sindrome di Peter Pan. Che vuole signora mia, ho ceduto!
Beh ma a sapere che sarebbe finita così mica lo facevo eh. Ma lo sa quanti disagi??? Non si trova moglie. Le donne, voi donne, siete strane. Se non vi si guarda andate in depressione perché non vi sentite apprezzate e ammirate. Se vi si guarda siam tutti dei depravati e donnaioli.
La vedo eh che annuisce vigorosa. Lei me la darebbe in sposa sua figlia? Ecco quanti pregiudizi. Eppure io faccio il mio lavoro. Accontento il mio pubblico, certo una per volta, adesso che ho una certa età, anni fa finivo prima il giro!
(to be continued)
Dedicato ad un amico.
un po' di cabaret
Sa Signora perché faccio questo mestiere? Perché da bambino nessuno mi ha chiesto cosa volessi fare da grande.
No davvero, siamo in 10 fratelli si figuri se si ricordavano che a me non lo avevan ancora domandato?! Il nulla.
Poi un giorno mentre giocavo in cortile dove mi avevano dimenticato dalla sera prima... poverelli i miei, signora, come fargliene una colpa lavoravano per mantenerci tutti e non sempre avevano la forza di fare pure la conta... incontrai il gatto e la volpe che mi proposero di lavorare nei villaggi turistici: tutto il giorno in costume da bagno, attorniato da belle donne e pagato per godermi la sindrome di Peter Pan. Che vuole signora mia, ho ceduto!
Beh ma a sapere che sarebbe finita così mica lo facevo eh. Ma lo sa quanti disagi??? Non si trova moglie. Le donne, voi donne, siete strane. Se non vi si guarda andate in depressione perché non vi sentite apprezzate e ammirate. Se vi si guarda siam tutti dei depravati e donnaioli.
La vedo eh che annuisce vigorosa. Lei me la darebbe in sposa sua figlia? Ecco quanti pregiudizi. Eppure io faccio il mio lavoro. Accontento il mio pubblico, certo una per volta, adesso che ho una certa età, anni fa finivo prima il giro!
(to be continued)
Dedicato ad un amico.
Michelle & Barack
Sono stupidamente romantica. Lo so.
http://www.ilpost.it/2012/09/04/un-secolo-di-first-ladies/michelle-obama-9/
mercoledì 5 settembre 2012
mercoledì 29 agosto 2012
Cosa vogliono le donne
Voglio un vestito rosso.
Lo voglio leggero e a buon mercato,
voglio che sia troppo stretto, lo voglio portare finché qualcuno non me lo strappi di dosso.
Lo voglio sbracciato e scollato,
quel vestito, così nessuno dovrà immaginarsi cosa c’è sotto. Voglio andarci per strada
passare davanti al discount e alla ferramenta con tutte quelle chiavi che brillano in vetrina, davanti al caffè dei signori Wang coi bomboloni del giorno prima, davanti ai fratelli Guerra
che buttano i maiali dal camion sul muletto, issandosi in spalla quei lucidi grugni.
Voglio andare in giro come fossi l’unica
donna al mondo a caccia di una preda.
Lo voglio davvero quel vestito.
Lo voglio per confermare
i tuoi peggiori sospetti su di me,
per farti vedere quanto poco ci tengo a te
o par farti vedere tutto, tranne quello
che voglio. Appena lo trovo, lo tiro giù
dalla gruccia perché cerco un corpo
che mi porti nel mondo, in mezzo
alle urla del parto e a quelle dell’amore,
e lo indosserò come ossa, come pelle,
sarà lo stramaledetto
vestito dentro cui mi seppelliranno.
Cosa vogliono le donne
Kim Addonizio
Lo voglio leggero e a buon mercato,
voglio che sia troppo stretto, lo voglio portare finché qualcuno non me lo strappi di dosso.
Lo voglio sbracciato e scollato,
quel vestito, così nessuno dovrà immaginarsi cosa c’è sotto. Voglio andarci per strada
passare davanti al discount e alla ferramenta con tutte quelle chiavi che brillano in vetrina, davanti al caffè dei signori Wang coi bomboloni del giorno prima, davanti ai fratelli Guerra
che buttano i maiali dal camion sul muletto, issandosi in spalla quei lucidi grugni.
Voglio andare in giro come fossi l’unica
donna al mondo a caccia di una preda.
Lo voglio davvero quel vestito.
Lo voglio per confermare
i tuoi peggiori sospetti su di me,
per farti vedere quanto poco ci tengo a te
o par farti vedere tutto, tranne quello
che voglio. Appena lo trovo, lo tiro giù
dalla gruccia perché cerco un corpo
che mi porti nel mondo, in mezzo
alle urla del parto e a quelle dell’amore,
e lo indosserò come ossa, come pelle,
sarà lo stramaledetto
vestito dentro cui mi seppelliranno.
Cosa vogliono le donne
Kim Addonizio
domenica 26 agosto 2012
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