mercoledì 18 settembre 2013

Vita da ufficio

Saletta riunione, io e il mio capo. Mi sorbisco una mega cazziata, lui diventa tutto rosso e strabuzza gli occhi inveendo con parole poco carine nei miei confronti. Ci ho fatto l’abitudine, per cui il mio cervello inizia a pensare ad altro come quello di Homer, che nelle situazioni più disparate pensa alle costolette di maiale. Ebbene io ho pensato “Questo mò mi ci lascia le penne. E io? Esco facendo finta di niente chiudendomi la porta alle spalle, quando lo troveranno sarà troppo tardi." Figata eh? Purtroppo era solo la solita costoletta di maiale.

venerdì 13 settembre 2013

Radical shit

Pomeriggio: dal parrucchiere. Taglio e piega a 44.50 euro. WOW. Serata: sul divano, in pantaloncino e canotta a mangiare Ringo (staccando rigorosamente la parte bianca da quella nera per recuperare la crema alla vaniglia). Se non è da radical chic tutto ciò...

martedì 10 settembre 2013

Brutta



In questi giorni mi scopro una persona diversa, una brutta persona a dire il vero. Mi scopro a pensare cose che manco mia nonna. Con l'acidità che manco mia zia zitella campata 70 anni, sola e decisamente "in carne", causa i mille pranzi in giro la domenica di parente in parente. Ed è abbastanza triste. E divertente. Rido di me. Rido di me che guardo ragazzine lanciatissime, in culotte. Si, si, in giro, a Milano (e non sul lungomare di una città "X") in piena notte, con sti benedetti shorts. Si li ho anch'io...più di uno, ok, uno addirittura leopardato. GRRR. Ma giuro che le mie chiappe sono rigorosamente coperte. E ora, ok, non per fare la bigotta, che tanto l'ho appena detto che ce li ho anch'io nonostante sia dell'82 e non del '96 (cazzoo!):  ma come cacchio fai ad andare in giro in mutande? Con le chiappe di fuori? Ma che moda è? E, udite udite la frase top "ma tua madre quando esci di casa non ti guarda?!". Ok, per 5 minuti mi sono profondamente vergognata di averlo pensato, che dico, bisbigliato (non in italiano, roba di lingua madre...) mentre passavo in bici davanti ad un gruppo di allegre sedicenni con capello liscio e lungo, biondo e così naturale che io non ho mai avuto. E pensare che negli anni '90 trasgressivo era far intravedere la mutanda. Ora è regolare andarci in giro praticamente. E lo stesso pensiero mi sono ritrovata a farlo davanti alle decine, centinaia, ormai migliaia di cosce tatuate. Si mi piacciono i tatuaggi. Tanto, anzi, assai. Ma le cosce, voi, voi giovani donne toniche. Niente giri di parole: a meno che non siate Serena Williams o sua sorella, o nella migliore delle ipotesi, una cugina alla larga, sappiate che quei teschi, quelle rose rosse si afflosceranno. Sceglietevi un posto per tatuarvi meno esposto all'inesorabile passare del tempo. O riducete la dimensione del tatuaggio, almeno il danno sarà minore. Se poi il senso è "tanto a 40 anni non ci arrivo", bè, sappiate che ci arriverete. Messe meglio o peggio di quel tatuaggio sulla coscia non lo so, però sappiate che anch'io pensavo che a trent'anni non ci sarei arrivata. O ci sarei arrivata chissà come. E invece eccomi qui. A parlare male dei ciovani. Mamma mia che brutta persona...

domenica 8 settembre 2013

Propensione al sogno.

Li ho visti sorridenti stretti all'interno di una 500, una delle prime non una rifatta. Più segnata e per questo più bella. Solo perché sono giovani altrimenti avrebbero cercato più spazio, più comfort, maggior lusso. A questo pensavo "Esiste ancora il romanticismo dopo una certa età?" quando sono inciampata in uno strillo 2.0 "Ligabue sposa in gran segreto la sua Barbara" lui 53 anni, lei 45 la loro figlia 8, a Correggio. Associo subito a Vasco Rossi e la sua Laura, lui 60 anni, lei 44 il loro figlio 21 a Zocca. Chissà se sono loro a voler suggellare l'unione, anche nella mesta terra che gli ha dato i natali o se invece sono le dame a non accettare di essere tenute in disparte? Ah, l'amour.


venerdì 30 agosto 2013

Vicine. Aggettivo e Sostantivo.

Mi ha strizzato l'occhio incontrandomi per le scale. Io rientravo, lei usciva. Single, irrimediabilmente bionda, fasciata in leggings neri mentre parlava al cellulare mi ha mostrato vertiginosi sandali neri e sussurrato fra le labbra "Tanta roba!" Sono rimasta sul pianerottolo affascinata dalla sua aura e a chiedermi perché mai io, altrettanto single, altrettanto riccia ma molto meno bionda, stessi rintanandomi in casa invece di seguire il pifferaio magico per le vie di Milano in questa calda notte cittadina.
Da subito scorgendola fra i grigi e polverosi visi dei già noti vicini di casa mi ha fatto simpatia e finalmente da allora non ci sono solo io alle ore più disparate nel locale della raccolta differenziata, anche se, alla prima occasione invece di salutarci, ci siamo consumate nello sforzo di decidere dove collocare un piatto rotto di porcellana.
Un'altra volta mi ha spiegato di dover sempre conservare un numero di giorni di ferie tali da assicurarsi di poter recitare la scena madre con il suo capo e a seguito di furente divergenza di opinioni poterlo lasciare di sasso davanti un "Vado via, non so quando torno."
Solo una mattina di qualche settimana fa, nel silenzio di una strada di mezza estate mi ha confessato di essere uscita da un anno molto brutto. Non sono seguite, né servivano, delle spiegazioni, un anno molto brutto è un anno molto brutto che ognuna di noi sa capire.


martedì 27 agosto 2013

Mi arrendo!

Metti lo schock da rientro
Metti una città deserta
Metti quella totale assenza di voglia di fare e di pensare.
Metti quell'illusione di libertà che hai quando vai in bici.
Metti tutti questi elementi insieme e ti trovi all'improvviso a superare in bici la macchina dei vigili urbani fermi al semaforo e a passare consapevolmente con il rosso.
Il 20 agosto si annoiano anche loro e ovviamente non fanno finta di niente.
Cosa puoi invertarti per non prendere una di quelle multe di cui ti pentirai/vergognerai per tutta la vita se non tirare fuori la faccia più tosta che hai...assumere un'espressione sofferente e dichiarare frettolosamente "Non lo faccio mai, lo giuro! Ma ho un'urgenza, devo correre in bagno!"

venerdì 2 agosto 2013

Estatesocial


Ok, ci sta. E' agosto ormai. E' estate, non prendiamoci in giro. Quella piena delle angurie che non si tagliano, si spaccano per quanto sono dolci. Delle dita appiccicose post fico d'india che ti sguscia fra le mani. E' estate da mare tutto il giorno, tutti i giorni, con gli omeri scuri e caldi, dopo il sole preso senza filtri. E' estate dai tatuaggi in ogni dove ostentati con sicurezza (pure troppa) dai 16 agli 82 anni. Insomma si è estate. E l'estate è mare, spiagge, cocktail, gambe depilate e abbronzate. Sorrisi a non finire. Si, ok. Ma se malauguratamente il tuo vicino di casa, la tua compagna di banco, il tuo collega, tua sorella, tuo cugino, lo zio del tuo amico di facebook, non è fortunato come te, ma magari è sfigato come me ed è ancora sull'asfalto della periferia milanese a tentare di digerire la pasta all'amatriciana mandata giù a fatica in un'ora di pausa pranzo, sulla strada del ritorno, con 45° gradi all'ombra, bè...fai che sia un pò meno "estatesocial"  la tua. Tienitele per te le foto più belle, quelle in cui sei venuto proprio bene con il riflesso del sole negli occhiali specchiati. Tienitele per te le foto dei piedi nell'acqua. Del mojito delle 17.30. Del libro appoggiato sulla spiaggina. ma anche il tuo countdown alle ferie. Vale uguale. O i vari "sto preparando la valigia, aiuto". E anche se ti fa tardi il volo per Malindi/Azerbaijan/allefaldedelKilimangiaro, ti prego, tienitelo per te. Almeno fino al 15 agosto, quando presumibilmente tutti saremo da qualche parte in ferie. Fosse anche nella penombra della stanza della cameradaletto con le tende tirate giù. Social significa condividere. Purtroppo, anche quando c'hai voglia zero di subire la condivisione di qualcun'altro. Per non dire che non ti frega un emerito c.
Io prometto: neanche il 15 agosto metterò la foto delle acque cristalline del mare che mi bagnerà le chiappe. Al massimo, metterò, ancora una volta, a Natale, la foto degli spaghetti con gli scampi di mia mamma. Quello si che fa molto social. Buone vacanze a tutti!

ps
sorry per la mia idea pugliastyle d'estate (mi riferisco all'anguria zuccherina e fico d'india a gogo). Riflesso incondizionato. Comunque insomma, estate è.

martedì 30 luglio 2013

Una strada

[...] "quando si prende una strada definitiva c'è sempre un momento in cui tutte le altre sembrano all'improvviso meravigliosamente attraenti, anche le più banali, anche quelle di cui abbiamo toccato con mano l'inconsistenza" […] 
Costanza Miriano

martedì 23 luglio 2013

Buonanotte


Anche la notte ha i suoi colori, anche la notte più inutile del mondo, quella passata da sola, fra le lenzuola umide dell'estate milanese, fra il ronzio delle zanzare che di esotico hanno solo il nome, tigre. Anche la notte ha i suoi suoni, anche la notte più silenziosa del mondo, quella non trascorsa ad ascoltare il tuo respiro calmo, mentre dormi al mio fianco. Anche la notte ha le sue manie, anche la notte più insonne del mondo, quella trascorsa a pensare di te, per te, che invadi i miei pensieri senza turbare i miei sogni. Anche la notte ha una voce, anche la notte più insignificante del mondo, quella passata a non parlare con te. Anche la notte ha un suo perchè, anche la notte più lunga del mondo, quella trascorsa senza di te. Anche la notte ha una fine, anche la notte più buia del mondo. All'alba anche questa notte perderà sè stessa per rinascere in un nuovo giorno. E quel giorno sarà solo mio.

giovedì 18 luglio 2013

Guardami


Ogni volta è un casino. Un gran casino. Una gara a chi tocca le note più alte. Una gara senza vincitori nè vinti. Senza competizione. Perchè le donne sanno giocare anche per perdere. E' così, un martedì qualsiasi, 40 gradi all'ombra, 99% di umidità. Zanzare tigre VS l'ultimo spray tropicale gusto papaya. E giù vino e chiacchiere. Che tanto chiacchiere non sono, che tanto bambine non lo siamo più, e non si parla più di fidanzatini, farfalle nello stomaco e castelli. Si parla di pareti imbiancate, di canzoni interpretate, bici sfasciate, cani dai nomi di bambini, treni in ritardo. Di felicità. Perchè possono portarci via tutto, anche l'ultimo pezzo di pizza fredda, ma non la voglia di essere felici. Anche per venti minuti. Anche in mezzo alla folla, sulla sabbia posticcia. In mezzo al cemento, a due passi dal verde. E poi infondo, non conta parlare, basta ascoltarsi gli occhi.

mercoledì 17 luglio 2013

Saccu vacanti nun pò stari a 'gritta.

Vai a letto tutte le sere senza sapere se ti sveglierai. Non te ne preoccupi, sei giovane. Fino al giorno in cui l'alba ti coglie seduto sul letto come uno stoccafisso con gli occhi spalancati, insonne, sudaticcio e pallido. E' il giorno del tuo compleanno, il giorno dei tuoi 40anni.
Hai sorriso degli amici che ti hanno preceduto, li hai visti errare, confusi e smarriti. Non li capivi, e continui a non capirli e a commiserarli, (gli amici, degli altri nemmeno ti interessi), fino a 39 anni, 364 giorni e una manciata di ore ma allo scoccare della mezzanotte fatichi a deglutire perché il tempo inclemente ora è te che stringe nella morsa. Ti accorgi che la sabbia della clessidra non si è raccolta nell'altra ampolla ma è scivolata fine fra le dita, accelerata dal vento della vita. La notte prima del 40° non riesci ad evitare la resa dei conti, il sorriso ti increspa le labbra mentre ricordi alcuni degli episodi principali ma poi, ed è lì che ti si gela il sangue, pensi a quante ancora te ne manchino da fare. Da dire. Persone da conoscere, nuove professioni, viaggi da intraprendere, casa, famiglia, successi. E fallimenti.
Ecco fino ai 40anni i fallimenti pesano meno, pensi di poter ritentare, ricostruire, cambiare. Ma la mattina dei 40 ti assale l'angoscia, non c'è abbastanza tempo per recuperare anche quel che hai sbagliato. E questo è il primo schiaffo.
Ti alzi barcollante cercando di scrollarti di dosso tanta negatività, dai una grattatina ai gioielli alla volta del wc e passando davanti lo specchio il secondo schiaffo. Sono solo rughe di espressione, seppur particolarmente convincenti e non sei stempiato, sono loro che si ritirano con la bassa marea ma ne resti comunque scosso.
Arruffato e inquieto prepari la colazione e qui un altro schiaffo, da mesi bevi solo tè perché non digerisci più il latte, non ci avevi fatto caso.
Ridi di te, sembrava impossibile. Indossi bermuda, polo, infradito e armato del tuo sorriso migliore ti regali al tuo pubblico, sei animatore delle vite altrui, una professione, una missione, una congiura. Le tue 'stagioni' contrattualizzate corrispondono alle loro stagioni della vita, ogni villaggio ha il suo target e il suo obiettivo. Se sei bravo gli ospiti partono arricchiti ma ti hanno privato di un'altra stagione. Loro rientrano, tu resti. Certo è solo una questione di prospettiva ma fino a ieri sembrava più allettante. Il tuo album è composto di foto ricordo rubate dagli ospiti alla partenza, qualcuna con dedica ma tutte irrimediabilmente molto simili fra loro. Si può vivere dei soli frammenti di vita altrui?

lunedì 15 luglio 2013

Rosso


Che poi non è vero. Che il rossetto rosso è solo da "granfesta". L'ho scoperto tardi, a 30 anni suonati. Perchè prima mi sembrava eccessivo. Prima mi sembrava da signora. Prima mi faceva le labbra a canotto, o almeno così pensavo. Adesso lo metto il lunedì mattina. Per andare a lavoro in bici. Giusto il tempo di arrivare in ufficio. Dieci minuti e ho già voglia di toglierlo. Perchè si, mi fa sentire donna, perchè no, mi sembra di accendermi un faro sparato direttamente sul viso. Eppure il rossetto rosso mi piace. Mi piace davvero. Sembra voler dire guardami. Baciami. E zitto. Che se sto zitta pure io per non sbavarlo forse riusciamo davvero a dirci il meglio di noi.

lunedì 24 giugno 2013

Pace.

Rincaso con il sorriso sulle labbra. Mi sono riappacificata con il tempo. Ultimamente non fa che privarmi di qualcosa questa sera invece mi ha restituito un'emozione. Non ci parlavamo ascoltandoci da un paio di anni e non ci vedevamo da uno, è bastato ritrovarci uno di fronte l'altro per riappropriarci del gusto di stare insieme. Ho avuto bisogno di lui, proprio come qualche anno fa. Mi ha ascoltata. Ha colmato con gli occhi ciò che le mie parole non svelavano. Ha cercato le mie mani. Ha ignorato il mio sarcasmo. Alla fine mi ha stretta in un abbraccio. Ho tenuto le mani chiuse nelle tasche ma con la fronte contro la spalla ne ho assaporato la promessa.
E' stato un ottimo commensale ma la parte più grossa l'ho fatta io. L'ho perdonato. Almeno per un po'. Almeno fino a quando ci saranno ferite più recenti e dolorose da alleviare.

domenica 2 giugno 2013

Mai sposa.

Mi è mancato l'abito. Per sentirmi la più bella. Almeno per un giorno. Lista degli invitati, regali, bomboniere, torta,  confetti, scelta del rito, ristorante, parrucchiere, fotografo niente di tutto questo mi è mancato. Non ho voluto sposarmi. Oggi però mi trovo a pensare che quando scegli di non sposarti, scegli di non avere l'abito da sposa ma anche di non avere un anniversario di matrimonio. Non avere una data da festeggiare. O da maledire. Alla fine forse è solo più semplice, ogni giorno è l'anniversario della vita. Penso alla compianta Liz Taylor che ha avuto 8 matrimoni e 7 divorzi. E se lo avesse fatto per  non doversi affezionare ad una sola data del calendario, trovando di che apprezzare ogni giorno con 7 mariti, 4 figli, 10 nipoti e 4 pronipoti?



mercoledì 29 maggio 2013

la carta degli imprevisti.

- Mi avevi promesso che saresti venuto.
- Lo so, credimi ho fatto di tutto ma la riunione ieri sera è andata per le lunghe.
- Ci saranno tutti gli altri.
- Tutti, tutti?!
- Beh magari non tutti però avevo detto ai miei amici che ci saresti stato questa volta.
- Mi dispiace davvero, sto cercando di anticipare il volo ma è pieno, dovrò aspettare quello delle 11.
- Ma quando arriverai sarà tutto finito!
- Su no fare così, mi farò perdonare, stasera sarò 'tutto per te'.
- Va bene, ciao pa'
- Ciao.

Chiude la comunicazione su una linea già libera. Suo figlio ha già interrotta, deluso.
Cammina verso il banco della compagnia, in realtà è ancora presto ma sente il bisogno di muoversi.
-  Signor Janssen, venga che le consegniamo la carta d'imbarco. Ha visto? E' il suo giorno fortunato due passeggeri non si sono presentati, le assegniamo il posto.



(Dedicato ad un'amica che recentemente stordita dalle cure di Morfeo ha finito col fare tardi e perdere il volo. Fossi in lei vorrei immaginarmi di aver permesso a qualcun altro di essere un po' più felice.)

mercoledì 22 maggio 2013

Ventisette a zero.


- Non abbiamo mai fatto gol ma ci siamo andati vicini
- Uno di noi ha quasi segnato, una volta, ma io non l’ho visto
- Zero. Noi finiamo tutte le partite con zero gol.
- Non ci importa di non segnare, ci divertiamo lo stesso.
- Faremo gol quando saremo grandi.
La squadra ha segnato un gol nell’ultima partita della stagione, finendo il campionato con 271 reti subite e una realizzata.

lunedì 20 maggio 2013

Una pioniera del piacere in un paese puritano. Julia Child.




« The only time to eat diet food is while you're waiting for the steak to cook »
« Il solo momento buono per mangiare cibi dietetici è mentre si aspetta che la bistecca sia cotta. »
(citato in The National - CBC TV)

Julia Child, Copywriter. Spia. Cuoca. Famoso personaggio televisivo americano. [n.d.a. "E donna saggia aggiungerei!"]

Julia Child inizia a lavorare per l'Office of Strategic Services (OSS) dove trascrive più di 10.000 nominativi su cartoncini bianchi che servono da schedario ufficiale con il ruolo di Assistente al settore ricerche della Secret Intelligence Division direttamente sotto il generale William J. Donovan conosciuto come "Padre della Central Intelligence americana" (l'unico al mondo ad aver ricevuto i quattro più alti riconoscimenti negli Stati Uniti: Medal of Honor, Distinguished Service Cross, Distinguished Service Medal, e National Security Medal) 
Lavora poi per un anno all'OSS Emergency Rescue Equipment Section (ERES), e nel 1944, in piena seconda guerra mondiale, viene inviata alle Kandy, Ceylon (n.d.a. "Oggi Sri Lanka"), dove le sue responsabilità comprendono "la registrazione, la catalogazione e la canalizzazione di un grande volume di comunicazioni altamente classificati" per le stazioni clandestine della OSS in Asia. In seguito viene inviata in Cina, dove ha ricevuto l'emblema di Benemerito Servizio Civile in qualità di Capo della Cancelleria del Segretariato OSS. Per il suo servizio, la Child ha ricevuto un premio che citava le molte virtù, tra cui la sua "unità e allegria intrinseca". (Con altri documenti OSS il file completo della Child al seguito di un declassamento formale è oggi disponibile on-line).

E' il marito, anche lui dipendente di OSS, conosciuto durante la sua permanenza a Ceylon con cui convola a nozze il 1 settembre 1946 ad avvicinarla alla tavola e 'ai segreti della cucina'. [n.d.a. "Ok lo ammetto, è pessima."] Nel 1948 i due coniugi si trasferirono a Parigi dopo che l'US State Department assegna a  Paul la carica di funzionario dell'United States Information Agency. 
E qui inizia una nuova fase della sua vita.
Julia Child ha più volte ricordato il suo primo pasto a Rouen come una rivelazione culinaria, una volta,  ha descritto il pasto di ostriche, sogliola alla mugnaia, e vini di pregio, per il New York Times, come "un'apertura dell'anima e dello spirito per me." 
A Parigi frequenta la famosa Le Cordon Bleu scuola di cucina  e successivamente studia privatamente con Max Bugnard e altri chef. Entra a far parte delle donne del club Cercle des Gourmettes, attraverso il quale incontra Simone Beck, che stava scrivendo un libro di cucina francese per gli americani con il suo amico Louisette Bertholle. Beck propone a Julia Child di lavorare con loro e avvicinare così gli americani al libro e alla cucina francese

Da quel momento è un susseguirsi di successi!
Ho accennato alla sua attività di copywriter senza poi scriver nulla in proposito. Ma in mezzo a tutto quello che ha fatto, il suo lavoro svolto per l'ufficio pubblicità della W. & J.Sloane (società di arredamento di lusso) e i testi scritti per giornali locali prima di diventare una spia e una star della televisione mi sono sembrati meno meritevoli.

Alla vita di Julia Child è dedicato anche un film del 2009 di Nora Ephron, Julia&Julia, con due interpreti d’eccezione, Meryl Streep e Amy Adams, chiamate ad interpretare rispettivamente i ruoli della Child studentessa al Cordon Blue e di Julia Powell, autrice statunitense del libro “Julie & Julia: 365 Days, 524 Recipes, 1 Tiny Apartment Kitchen”, basato proprio sull'opera della cuoca americana.

Julia Carolyn Child, McWilliams 
Pasadena, 15 agosto 1912 – Santa Barbara, 13 agosto 2004
Il suo biografo, Noël Riley Fitch, l'ha definita «Una pioniera del piacere in un paese puritano».
15 agosto 2012 doodle



sabato 18 maggio 2013

Segni.

Ero dal parrucchiere. Di nuovo. Sono figlia di nonnaragno, il parrucchiere ci intralcia, abbiamo 'troppo da fare' non abbiamo tempo. Ad ogni modo d-o-v-e-v-o insabbiare i segni del tempo, almeno quelli a vista, così mesta mi sono consegnata al salone. Sostavo semi-abbandonata e tinteggiata sulla poltroncina quando sono entrate due signore. Due signore più 'signore' di me, insomma avranno avuto una quindicina di anni in più all'incirca. Entrambe biondicce, il colore delle donne mature, di quelle che stufe di fare ritocchini alla crescita dei capelli si fanno una colata di acqua ossigenata e via di giallo paglierino fino alla pensione dell'anima. Alte più o meno uguali, una grinzosa con gli occhiali montatura scura e i capelli pettinati lunghi fino alle spalle. L'altra capelli indomiti, più morbida nelle curve e sorridente. All'inizio vengono separate, poi finalmente si libera una poltroncina e sono di nuovo vicine. Ed io a loro.
- Visto? piove. io non faccio nulla.
- Dai ormai siamo qui.
- Te l'avevo detto che avremmo dovuto venire questa mattina.
- Ma le previsioni davano pioggia dalle dieci.
- Invece non ha piovuto per nulla.
La parrucchiera si avvicina e le saluta,
- Allora, state discutendo di nuovo? chi è la maggiore fra le due, non lo ricordo mai?
- Lei. Comunque io non ho voglia di far nulla, quando piove mi passa la voglia di fare qualunque cosa, avremmo dovuto venire questa mattina, io glielo avevo detto che avremmo fatto bene a venire questa mattina.

Nel frattempo le stanno applicando le cartine in testa per rinnovare l'oro e quindi la schiavitù e le hanno spennellato anche le sopracciglia, l'altra attende il suo turno ascoltando la sorella lamentarsi, buttando un occhio ai vetri per controllare la pioggia e scrutando il display del cellulare.

Quante similitudini, mi spunta un sorriso solo mio, unico particolare, entrambe vestivano in blu, noi non siamo ancora pronte per il blu, vero sis'?!!

martedì 14 maggio 2013

né vinti, né vincitori


Non resisto alla tentazione di confrontare la mia pagellina con quella del papà, che ancora giace non consegnata sul tavolo in cucina in attesa di essere imbustata ed affrancata, e una cosa mi è evidente: Hulko capziosamente fa considerazioni genetiche sui suoi risultati personali nello sport.

Al cambio stagione...


c’è quel vestito che era di tua mamma, quando eri adolescente, che lei scartò e fece sistemare dalla sarta per te, per accorciarlo e renderlo più giovane. E tu invece non l’hai mai messo perchè ogni volta che lo indossavi ti vedevi vecchia. Ma l’hai conservato perchè non ti sei mai sentita di dar via un abito che fosse stato di tua mamma.
Poi fai il cambio stagione SS 2013, capita che lo riprovi, ci metti una cinturina semplicissima a vita alta e dici: “Massì, ma sai che non mi sta poi così male?!?”
Sono diventata vecchia!

domenica 12 maggio 2013

Alice nel paese delle meraviglie


 Alice e il Paese delle Meraviglie


Alice, dopo una paseggiata si addormenta ai piedi di un albero. Mentre dorme, lì vicino passa un coniglio parlante.

 Alice si sveglia vede il coniglio che si infila in un buco del terreno e decide di inseguirlo.

 Alice si trova in una sala dove ci sono molte porte e assagiando un liqui e dei biscotti incomincia a crescere e a ripicolire.

 Entrata nel giardino Alice vede la casetta di Bianconigio, ma ci rimane incartrata dentro perché comincia a cresere

 Poi, seguendo Coniglio, incontra uno strano esere: il Brucaliffo. Lui le dà un fungo che la fa tornare normale

 Sopra un alberto un gatto (Stregatto) che le dice che in quel mondo sono tutti pazzi e scompare

 Sucesivamente entra nella casa della Lepre marzolina e vede questa, il Cappellaio matto e il Ghiro che festeggiano un "buon non compleanno" Ad un certo punto pensa che siano tutti pazzi e se ne va

 Alla fine alice incontra là Regina cuori con i suoi valetti (carte) che ordina di tagliare la testa

Si tiene un processo e proprio quando le guardie stanno per afferlarla, Alice si sveglia e capisce che ha solo sognato il "Paese delle meraviglie"

martedì 7 maggio 2013

Liberatemi.

Trova un ragazzo che ti chiami bella e non figa,che ti richiami quando gli sbatti il telefono in faccia,che rimane sveglio per guardarti anche mentre dormi,che ti tiene per mano anche difronte agli amici,manda questa catena a tante persone quanti sono i tuoi anni! Se lo fai, alle 24 il tuo vero amore si accorgerà che gli piaci,ti capiterà qualcosa di bello domani...Se rompi la catena sarai maledetta nei problemi di coppia per sempre... 
Meglio tentare❤

Ieri mattina alle 7 mentre mi asciugavo i capelli una compagna di classe di Hulko mi ha whatsapp-ato l'anatema che ho ovviamente scordato fino a questo momento.
Le avevo risposto che ci avrei provato ma che lei in cambio dovesse andare a far colazione e prepararsi per la scuola. 
Diciamocelo non era fattibile, 11 amici li trovi da 'incatenare' ma a me non sarebbero bastati tutti i contatti in rubrica per colmare il gap.
Ad ogni modo la mezzanotte è passata ed è anzi alle porte la mezzanotte successiva, sono ancora single e   fatico oltretutto a comprendere la portata del dramma "sarai maledetta nei problemi di coppia". Sarò maledetta sempre e comunque? Sarò maledetta e piena di problemi? Mi maledirò per essere entrata a far parte di una coppia? Di qualunque cosa si tratti mi servono 41 volontari per non dovermi consumare maledetta nei problemi di coppia fino alla fine dei miei giorni.

venerdì 26 aprile 2013

Pensieri fermi.

Ci sono giorni che nascono e si spengono nel segno della malinconia.

sabato 20 aprile 2013

Buon Anniversario NHV!

Quattro anni dal primo post. Qualcosa di più da quando prendeva forma l'idea. In mezzo fiumi di parole, immagini, pensieri, lacrime e sorrisi. Ci sono post che ho scritto piangendo. Molti altri invece mi hanno divertita. Un blog è quanto di più vicino ci sia ad un diario ma ancor più somiglia ad una telefonata con l'amica del cuore. Quanto tempo passato a picchiettare sui tasti, gli occhi strizzati e il formicolio alle natiche. Quante soddisfazioni. Quante nuove amicizie. Virtuali per lo più ma per l'intensità dei commenti ricevuti ho finito con il figurarne i volti. Ci ha raccolti intorno al tavolo, pardon allo schermo. Colorati, improvvisati e tenaci blogger. Ma si sa  è necessario essere anche un buon lettore per essere una buona penna e leggere richiede pari dedizione dello scrivere, disegnare, colorare e fotografare. Così per ogni buco nel nostro blog c'è una pagina letta in più nel blog di qualcun altro.
La stessa goliardia di una serata fra amici. Resterà il nostro blog e continuerà a vivere fintanto che ci permetterà di evadere. Insieme o in solitaria. 

mercoledì 17 aprile 2013

"E' tempo di azzurro."

Io non ce l'ho. La dote. Non quella anacronistica che si metteva 'in palio' insieme alle figlie da dare in spose quasi si dovesse colmare un'insufficienza. Intendo il dono di scoprire una persona alla prima impressione. Io non capisco mai chi ho di fronte. Non ci vado nemmeno vicina. E aver già vissuto 40 anni non mi aiuta, continuo a vivere nel buio. Prendo delle cantonate pazzesche. Al contrario invece appaio nitida agli altri. Ritrovarmi nelle parole di chi mi descrive spesso mi illumina. Mi sento dipanata. Come madre. Come professionista. Come donna. Oltre quindici anni fa, la responsabile di divisione mi giudicò leale. Immagino facesse parte della mia natura ma sentirmelo riconoscere fece sì che ne prendessi consapevolezza. Sono una persona leale. Ero già tante cose ma non mi preoccupavo di capirle. Adesso ascolto sorpresa e anche divertita. Mi arricchisco. Fosse anche solo di un sorriso.
"Riconosco il tuo stile di scrittura, sei molto descrittiva. Non dei paesaggi, degli scenari ma delle emozioni."
"Tuo figlio è ansioso perché vede che tu sei in ansia per lui."


domenica 14 aprile 2013

Succede.


Gli occhi bevono.
Le mani si tendono
  senza raggiungere. 
Il resto in attesa.
La bocca si apre
  le parole catturano il gusto di te.
Il suono mendace della promessa.
Più forte il profumo della vita.

domenica 7 aprile 2013

Perché sei l'amore mio.




Non vi e' dubbio che mi manchi tu 
e noi 
e il leccar le tue spalle nude 
e il tenerti sulle mie ginocchia 
e sentir l'odore della vita sul tocco delle nostre labbra
 e provare la nebbia negli occhi in un giorno di sole scintillante quando tu sei l'unico mondo nella mia anima.


Poesia, anonimo (innamorato pazzo della vita)

venerdì 5 aprile 2013

Ballerine.

E' approdata in un batter d'ali al tavolino di fianco al nostro. Un caschetto rosso ramato come solo la bambola di mia sorella prima, frangetta sfrontata, sorriso da latte, gonna corta in tulle e ballerine rosa shocking con i brillantini. Non sono più riuscita a toglierle gli occhi di dosso. Un metro di quattrenne. Non è stata ferma né tanto meno zitta un attimo.
Ad un certo punto si è incantato il disco perchè nessuno le prestava attenzione,
- "Ooooggi ho mangiato..."
- "Ooooggi ho mangiatooo..."
e finalmente al terzo tentativo urlato e trascinato,
- "All'aaasilo oggi ho mangiatooo  la cotoleeetta e la paaasta bollente."
Un altro battito d'ali e si era già allontanata.

Stavo ancora sorridendo andando verso la macchina, mentre trovavo nel brodo la soluzione all'enigma della pasta bollente, quando mi sono chiesta - "Avessi avuto una bambina sarei stata capace di lasciarle interpretare in tutta libertà  la sua danza della vita?"
Sì, ne sarei stata capace, cosa sono in fondo tulle e ballerine in un venerdì sera qualunque per una che non disdegna un velo di ombretto glitterato fin dal mattino!?

lunedì 1 aprile 2013

Eli, il primo ragazzo down a scalare l'Everest.




Eli Reimer è un ragazzo di 15 anni con un sogno: scalare l'Everest. E lo ha realizzato. Da qualche giorno è il primo ragazzo down al mondo ad aver raggiunto il campo base della leggendaria montagna. Ce l'ha fatta insieme al padre e a un gruppo di amici. L'obiettivo non era solo personale. L'impresa ha voluto sensibilizzare l'opinione pubblica sui ragazzi disabili e raccogliere  fondi a favore della Fondazione Elisha, organizzazione non-profit fondata dai genitori di Eli nel 2005. Ci sono voluti 19 giorni e 113 km di scalata per raggiungere l'altezza di 5.370 metri. "E' stata un'esperienza straordinaria" racconta il padre "lui ha guidato il gruppo e ognuno di noi in questa impresa ha sperimentato una certa forma di disabilità"

Fonte
La Repubblica

martedì 26 marzo 2013

Da uomo a uomo.

“Da presidente della Camera dei Deputati e da donna respingo nel modo più fermo l’insulto che da lui arriva alla dignità del Parlamento. Neanche il suo prestigio lo autorizza ad usare espressioni così indiscriminatamente offensiva”, e ha concluso: “La critica alle manchevolezze della politica e delle istituzioni può essere anche durissima, ma non deve mai superare il confine che la separa dall’oltraggio”.

Da uomo a uomo: "Laura temo ti aspetti un lungo lavoro..."

E così anche Franco Battiato è caduto/scaduto, in frasi sessiste. Eppure una padronanza di linguaggio che gli permetta qualcosa di più credo ce l'abbia...
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03/26/battiato-in-parlamento-troie-disposte-a-tutto-boldrini-parole-inaccettabili/542778/

domenica 24 marzo 2013

Crescere insieme.

Percorrevo il corridoio che porta alla zona notte, nelle case che hanno visto lustri e lustri di tramonti esistono ancora, rischiando di calpestare un esserino bianco che si dimenava sul parquet. Munitami di scopa e paletta l'ho raccolto e portato a conoscere Hulko in cucina.
Mammyx: Guarda cos'ho trovato, secondo te cos'è?
Lui, serafico: Una larva.
Mammyx: Una laaaaarvaaaa ma da dove è arrivata? Di cosa? Esistono le larve di topo??!
Hulko: Dai, mamma!
Sorride compiaciuto e continua,
Hulko: Sembrerebbe una larva termite o quella della formica leone ma qui non siamo nel deserto.
Si stava meglio quando si stava peggio, fossi stata sola lo avrei semplicemente restituito alla natura invece ora avrò gli incubi sognando l'attacco di orde di formiche leone. Altro che cavallette.


giovedì 21 marzo 2013

Davanti allo specchio...



Mammotta, la mattina mentre spazzola i capelli alle sue due bimbe...
Smarties: "Uffa mamma, anch'io voglio i capelli liscioli come Pansottina!"
Pansottina: "Smarties, si dice lisci! E poi solo le principesse hanno i capelli lisci."

mercoledì 20 marzo 2013

lunedì 18 marzo 2013

Festa del papà!


Sono stato promosso!

Donne. Mamme.


  • Dieci anni fa, esattamente a quest'ora, nasceva il mio piccolo immenso amore...mi piace pensare che abbia ascoltato la voce della sua mamma che, guardando la luna piena in una serata bellissima e calda, le aveva chiesto di non farsi attendere troppo, anche se non era ancora arrivato il momento....Bianca e' arrivata cosi' ed e' stata da subito un'altra vita...la mia terza, quarta, non le conto..certamente la piu' difficile e la piu' intensa..quella in cui se faccio un errore non e' piu' soltanto mio, se sono felice di riflesso lo e' anche lei..e non conto nemmeno le ansie, le preoccupazioni, gli imprevisti e l'imprevedibile, conta quello che siamo..io per lei la mamma piu' bella del mondo, quella che le parla tanto, non la sgrida quasi mai, ma che se alza la voce significa che basta, oltre non si va, quella che a volte si perde nei suoi pensieri, ma se arriva una vocina a chiedere cosa c'e' che non va, e' gia' passato tutto..lei per me la mia sintesi, la mia anima intrecciata alla sua...le parole non mi aiutano perche' lei e' tutto....non voglio immaginare oggi cosa sara' di noi nei prossimi anni.. mi bastera' averle insegnato ad essere felice per se stessa e per chi le stara' vicino, ma che la felicita' non e' mai scontata e costa fatica perche' va costruita, ogni giorno un po' di più, a dispetto di chi ti impone i compromessi o pensa che non la meriti..cosi mi aspetto di ritrovare mia figlia tra dieci anni, una piccola grande donna orgogliosa di se stessa e magari anche della sua mamma se sara' ancora, chissa'. la piu' bella del mondo...

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    L'ho letto questa mattina, sveglia da poco la neve fuori a dispetto della primavera alle porte, quasi una metafora della vita, ed emozionata ho pensato di volerlo condividere. Con il permesso di Elvira.


    sabato 9 marzo 2013

    Ho pianto.




    Negli anni '70, l'artista serba Marina Abramovic ha vissuto un'intensa storia d'amore con l'artista tedesco Ulay. Per 5 anni hanno vissuto insieme in un furgone realizzando moltissime performance. 

    Quando hanno sentito che il loro rapporto non valeva più la pena, hanno deciso di percorrere la Grande Muraglia Cinese. Ognuno ha cominciato a camminare da un lato e dopo un lungo camminare, si incontrarono nel mezzo, si diedero un ultimo grande abbraccio, per non vedersi mai più.

    23 anni più tardi, nel 2010, quando Marina era già un artista consacrata, il MoMa di New York dedicò una retrospettiva al suo lavoro. In questa retrospettiva, Marina condivideva un minuto di silenzio con ogni sconosciuto che si sedeva di fronte a lei. Ulay arrivò senza che lei ne fosse a conoscenza..

    scoperto grazie a http://friendfeed.com/nastja


    "Nel 1976 Abramović lascia la Jugoslavia per trasferirsi ad Amsterdam. Nello stesso anno inizia la collaborazione e la relazione con Ulay, artista tedesco, nato tra l'altro nel suo stesso giorno. I due termineranno il loro rapporto dodici anni dopo, nel 1989, con una camminata lungo la Grande Muraglia Cinese: Marina decide di partire dal lato orientale della muraglia sulle sponde del Mar Giallo, mentre Ulay dalla periferia sud occidentale del deserto del Gobi. I due cammineranno novanta giorni per poi incontrarsi a metà strada dopo aver percorso entrambi duemila e cinquecento chilometri e dirsi addio."  (fonte Wikipedia)

    domenica 3 marzo 2013

    E' stata dura.

    Ieri ho dato adesione per conto suo ad una lezione di ginnastica artistica con l'amico fidato del basket. Un punto di riferimento ma anche una fonte aggiuntiva di stress perché a quel punto avrebbe dovuto confrontarsi.
    Da quando l'ho messo a parte del progetto infatti a più riprese mi ha chiesto di cosa si trattasse. L'ho tranquillizzato spiegandogli che la lezione sarebbe stata a misura di bambino.
    Questo pomeriggio siamo stati in palestra insieme. I ragazzi impegnati a misurarsi con pertiche, corde, tappeti, travi e parallele e noi genitori impegnati ad affiancarli. A condurli il papà del fidato amico, già istruttore qualificato. Un altro volto familiare.
    Ogni esercizio è stata una prova. Tutto nuovo. Tutto faticoso. Sfidante e per questo minaccioso. Se nasci tondo non puoi morire quadrato. Sono rimasta nelle retrovie, presente, vigile ma ho lasciato che qualcun altro  colmasse il mio gap. Non sono una particolarmente temeraria né trascinatrice so quindi che la scarsa confidenza di Hulko nelle proprie capacità è più una risultante.
    In un paio di occasioni con un filo di voce mi ha detto, coperto dai gridolini eccitati degli altri, "Non so mamma se ci riesco." Uno in particolare lo ha abbattuto. Forse già provato dalla fatica dei precedenti, alle parallele ha preso qualche botta di troppo. Al morale.
    Eravamo soli nello spogliatoio e ha lasciato che le lacrime scendessero. "Non sono stato capace."
    "Invece sei stato molto bravo, erano tutti esercizi nuovi per te.
    "Lo so ma gli altri sono riusciti a farli."
    "Beh ognuno di loro ha sbagliato qualcosa e ha fatto meglio altro. Eravate qui per questo ma è stato divertente. Ti è piaciuto?"
    Non mi risponde, mi guarda solo con gli occhi pieni.
    Riprendo ricordando gli errori, gli episodi più buffi e raccontandogli che anche l'istruttore ha ammesso con il sorriso di non essere stato sempre perfetto nelle sue prove in passato, nonostante la passione.
    Per ristabilire gli equilibri gli ho mostrato il livido procuratomi alle stesse parallele dove lui prima di me aveva fallito che, forse cercando di superare i suoi stessi timori, mi ero imposta di provare.
    Abbiamo passato tutto il tempo, camminando verso il parcheggio e durante il ritorno in auto, a parlare di come servano le sfide per misurarsi con noi stessi. Con il corpo ma ancor prima con la mente.
    Siamo rimasti in piedi. Con orgoglio di entrambi.

    sabato 2 marzo 2013

    The question is: who cares!




    Io e Hulko non riusciamo più a smettere... :-D