martedì 10 settembre 2013
Brutta
In questi giorni mi scopro una persona diversa, una brutta persona a dire il vero. Mi scopro a pensare cose che manco mia nonna. Con l'acidità che manco mia zia zitella campata 70 anni, sola e decisamente "in carne", causa i mille pranzi in giro la domenica di parente in parente. Ed è abbastanza triste. E divertente. Rido di me. Rido di me che guardo ragazzine lanciatissime, in culotte. Si, si, in giro, a Milano (e non sul lungomare di una città "X") in piena notte, con sti benedetti shorts. Si li ho anch'io...più di uno, ok, uno addirittura leopardato. GRRR. Ma giuro che le mie chiappe sono rigorosamente coperte. E ora, ok, non per fare la bigotta, che tanto l'ho appena detto che ce li ho anch'io nonostante sia dell'82 e non del '96 (cazzoo!): ma come cacchio fai ad andare in giro in mutande? Con le chiappe di fuori? Ma che moda è? E, udite udite la frase top "ma tua madre quando esci di casa non ti guarda?!". Ok, per 5 minuti mi sono profondamente vergognata di averlo pensato, che dico, bisbigliato (non in italiano, roba di lingua madre...) mentre passavo in bici davanti ad un gruppo di allegre sedicenni con capello liscio e lungo, biondo e così naturale che io non ho mai avuto. E pensare che negli anni '90 trasgressivo era far intravedere la mutanda. Ora è regolare andarci in giro praticamente. E lo stesso pensiero mi sono ritrovata a farlo davanti alle decine, centinaia, ormai migliaia di cosce tatuate. Si mi piacciono i tatuaggi. Tanto, anzi, assai. Ma le cosce, voi, voi giovani donne toniche. Niente giri di parole: a meno che non siate Serena Williams o sua sorella, o nella migliore delle ipotesi, una cugina alla larga, sappiate che quei teschi, quelle rose rosse si afflosceranno. Sceglietevi un posto per tatuarvi meno esposto all'inesorabile passare del tempo. O riducete la dimensione del tatuaggio, almeno il danno sarà minore. Se poi il senso è "tanto a 40 anni non ci arrivo", bè, sappiate che ci arriverete. Messe meglio o peggio di quel tatuaggio sulla coscia non lo so, però sappiate che anch'io pensavo che a trent'anni non ci sarei arrivata. O ci sarei arrivata chissà come. E invece eccomi qui. A parlare male dei ciovani. Mamma mia che brutta persona...
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