mercoledì 30 dicembre 2009
duemilanove.
obama al potere. la nuova alchimia
nell'anno mondiale dell'astronomia
la pace del nobel. cautela e speranza
(la sguaina a natale, la belligeranza)
la crisi raccoglie. si salvan le banche
fallisce l'islanda. le borse son stanche
al nulla o al terrore, val bene una guerra
intanto in italia si infuria la terra
promesse strillate, menzogne al candeggio
l'eclissi più lunga. e brucia viareggio
giullari di corte, ministri veline
la costituzione ridotta all’inane
cinguetta l’iran nella sua ribellione
il soffio dei media piegati a persone
son già 40 anni da quando la luna -
la stessa distanza da piazza fontana
world digital library. missione keplero
respiri scagliati al di là dell'oscuro
a titolo alcuno, con vis partigiana
abbiamo chiamato per nome eluana
cop15, il giusto fallito in partenza
si firma in darfur la cessata mattanza
lasciamo al pensiero di un vuoto lontano
updike, lévy strauss, merini e pivano
le schegge dei mesi scolorano a pile
forgiate alla storia da vecchie trafile
versando all’inchiesta sulla verità
lo scotto annuale. dell’ingenuità.
martedì 29 dicembre 2009
22 dicembre 2009. Io comunque questa non la dimenticherò mai! Ovvero Fiocco di neve e la neve.
Neve. Neve. Neve. Quattro ore per percorrere pochi chilometri e tornare verso casa. Sono oramai le otto e mezza di sera e sono stanca ma attorno a me c'è silenzio e solo neve. Invitante neve. Appena caduta dal cielo. M'illumino e decido che sarebbe degna conclusione di questa stramba giornata giocare a palle di neve. "Almeno mi diverto un po'" penso, "E poi tutta questa neve fresca e candida, chissà quando mi ricapita". Il flusso dei pensieri continua, "voglio giocare a palle di neve ho un nipote di sette anni e mezzo... giocare a palle di neve piace a tutti i bambini". Abbandono (in un simil parcheggio) la macchina in mezzo alla strada, sotto casa di MammYX e salgo velocemente le scale tutta emozionata, già ci immagino... tutti bianchi, bagnati, accaldati e sorridenti... Suono alla porta e mi apre Hulko. Lo sommergo di parole.
- "...traffico...macchina... tutto bianco.. tantissima neve.. dai scendiamo a giocare. Andiamo a giocare a palle di neve?"
- "Ma zia io ti stavo per offrire qualcosa di caldo!" ?!??? esci dal corpo di mio nipote, allontano il pensiero e dico... con ancora una fievole speranza
- "Cosa?"
- "Ma zia io ti stavo per offrire una tisana calda..."
Serve precisare che ho bevuto un'ottima tisana calda al finocchio e liquirizia prima di risalire in auto per tornare a casa?!?
E poi... in fondo... tanto magari il prossimo anno nevica di nuovo! :-S
Fiocco di neve è il soprannome che avevo assegnato al mio dolce e pallido nipotino quando un po' raffreddato un Natale di tre o quattro anni fa è arrivato con un maglioncino a dolcevita color panna... Per me sarà sempre questo. Un piccolo e sicuramente unico fiocco di neve.
La foto è stata gentilmente ;-) rubata a Rosella (http://www.facebook.com/photo.php?pid=4739933&id=531801415)
lunedì 28 dicembre 2009
la quercia e il cipresso
Riempitevi l'un l'altro le coppe, ma non bevete da un'unica coppa.
Datevi sostentamento reciproco, ma non mangiate dello stesso pane.
Cantate e danzate insieme e state allegri, ma ognuno di voi sia solo,
Come sole sono le corde del liuto, benché vibrino di musica uguale.
Donatevi il cuore, ma l'uno non sia di rifugio all'altro,
Poiché solo la mano della vita può contenere i vostri cuori.
E siate uniti, ma non troppo vicini;
Le colonne del tempio si ergono distanti,
E la quercia e il cipresso non crescono l'una all'ombra dell'altro.
Tratto da "Il Profeta" k. Gibran
Datevi sostentamento reciproco, ma non mangiate dello stesso pane.
Cantate e danzate insieme e state allegri, ma ognuno di voi sia solo,
Come sole sono le corde del liuto, benché vibrino di musica uguale.
Donatevi il cuore, ma l'uno non sia di rifugio all'altro,
Poiché solo la mano della vita può contenere i vostri cuori.
E siate uniti, ma non troppo vicini;
Le colonne del tempio si ergono distanti,
E la quercia e il cipresso non crescono l'una all'ombra dell'altro.
Tratto da "Il Profeta" k. Gibran
sabato 26 dicembre 2009
Pane(ttone), Amore e Fantasia.
Stanotte ha dormito con me glielo avevo promesso. Ogni tanto mi giravo a guardarlo, a pettinarlo e gli ho anche dato un paio di baci leggeri. La sua pelle ha un profumo buonissimo ed è morbida. Al risveglio abbiamo fatto colazione, scambiando qualche parola, non molte mi è parso un po' giù di corda. Credo che abbia sofferto nel veder allontanarsi il suo babbo qualche giorno fa, partito con il resto della famiglia per la Spagna. So che deve convivere con questa situazione e che non posso né evitargliela né alterargliela, peggiorerei le cose. Ero assorta in questo fluire di emozioni, con un biscotto sotto i denti quando mi ha domandato,
- Mamma tu preferivi quando ero più piccolo?
- E perché mai avrei dovuto? Certo eri più maneggevole.
- Cosa vuol dire?
- Che riuscivo a tenerti in braccio, se lo faccio adesso penzolano braccia e gambe da ogni parte.
Mi sorride, chissà da dove era partito quel pensiero.
- Mamma tu preferivi quando ero più piccolo?
- E perché mai avrei dovuto? Certo eri più maneggevole.
- Cosa vuol dire?
- Che riuscivo a tenerti in braccio, se lo faccio adesso penzolano braccia e gambe da ogni parte.
Mi sorride, chissà da dove era partito quel pensiero.
venerdì 25 dicembre 2009
X-mas o X-file?
Prendi un tacchino da 3 o 4 chili, mollica di pane
un chilo di cipolle, salvia secca, pancetta, sale pepe, olio. Fai bollire le cipolle e mescolale con la salvia ed il pane. Riempi il tacchino con il tutto e cucilo così rimane chiuso. Mettilo in un tegame con la pancetta messa sul petto, aggiungi l'olio, sale e pepe e metti il tutto nel forno preriscaldato a 220 gradi. Cuoci per 2 ore ossia 20 minuti per chilo più 20 minuti al totale. La salsa di mele si fa con le mele ed un poco di scorza di limone.
Buon appetito e Buon Natale a tutti.ciao NonnaOlè
Oh, oh, oh!
L'attesa gli mette agitazione. A distanza di un paio d'ore una dall'altra mi domanda a rotazione quando aprirà i regali, quanto tempo manca e cosa succede se Babbo Natale non trova i giochi che ha chiesto come l'anno scorso (ma questa è un'altra storia). Siamo stati lontani per qualche ora nel pomeriggio, ha preparato il dolce delle feste insieme agli zii e quando li ho raggiunti per cena l'ho ritrovato con indosso il cappello di Babbo Natale.
A tavola mi ha detto che è dispiaciuto di non avere un camino.
E infine a letto, in pigiama a e con il cappello rosso con pon pon, ha voluto che mi sdraiassi al suo fianco e mentre si attorcigliava i miei capelli attorno al dito come ha sempre fatto fin da piccolo mi ha promesso che domani mi porterà in pasticceria visto che sono golosa. Sono di una semplicità disarmante, si fanno bastare quel che sanno, non chiedono di conoscere i particolari che potrebbero pregiudicare il lieto fine. Mi stavo quasi addormentando quando con un filo di voce mi ha domandato,
- Mamma l'ornitorinco è l'unico mammifero che depone le uova, vero?
Com'è tutto più facile quando si è bambini. Non ci si fanno domande o se ce le si fa non sempre sono quelle giuste.
A tavola mi ha detto che è dispiaciuto di non avere un camino.
E infine a letto, in pigiama a e con il cappello rosso con pon pon, ha voluto che mi sdraiassi al suo fianco e mentre si attorcigliava i miei capelli attorno al dito come ha sempre fatto fin da piccolo mi ha promesso che domani mi porterà in pasticceria visto che sono golosa. Sono di una semplicità disarmante, si fanno bastare quel che sanno, non chiedono di conoscere i particolari che potrebbero pregiudicare il lieto fine. Mi stavo quasi addormentando quando con un filo di voce mi ha domandato,
- Mamma l'ornitorinco è l'unico mammifero che depone le uova, vero?
Com'è tutto più facile quando si è bambini. Non ci si fanno domande o se ce le si fa non sempre sono quelle giuste.
giovedì 24 dicembre 2009
Bella la neve eh...ma non nel terzo mondo. Buon Natale ;)
I miei presentimenti più negativi sulla mia partenza natalizia non avrebbero mai potuto spingersi a tanto. Quello che ho vissuto e le scene che ho visto ieri a Malpensa nessuno poteva immaginarle. Non credo mi peroccuperò mai più di finire all'inferno...ci sono già stata.
23 dicembre
Sveglia alle 4.30, taxi e Malpensa Express. Con le mie valigine metto piede in aeroporto ed inizio a capire che in questa giornata niente andrà per il verso giusto. Bolgia, cappuccini e gente accampata sulle sedie in aeroporto. Mi reco senza perdere la calma al check-in Lufhtansa per imbarcare i bagagli perchè io, furbetta, ho fatto il chek-in on line pensando che, avendo scelto anche il posto (F4), nessuno avrebbe mai potuto portarmi via il mio sogno di trascorerre il Natale a casa.
Fila kilometrica ma io ancora non perdo nè la calma nè le speranze. Attendo attendo...ad un certo punto un grido...la voce della speranza. "VOLO PER NAPOLI...QUI!" Fuggi fuggi con le valigie per cambiare banco, slalom tra bambini panini e armadi valigie e riesco ad arrivare al banco e udite udite..imbarco le valigie! E' fatta! Inizia la mia corsa verso l'imbarco, avviso tutti che sto partendo, supero i controlli...ma che strano...non c'è nessuno! Non c'è fila ai controlli! Va tutto troppo bene. E Infatti TAC! VOLO CANCELLATO! Nooooo ma quelli hanno preso in ostaggio le mie valigie! Non Solo! Mi imbatto in un'orda di napoletani inferociti (alcuni erano in attesa di partire da due giorni!) che iniziano ad aizzare gli animi di tutti con parole irripetibili prendendosela davvero con il primo che capitava (sono riusciti ad aggredire anche le signore delle pulizie!). Vista la compagnia, decido di proseguire da sola la mia avventura. Faccio il giro dell'aeroporto per cercare di recuperare le mie valigie e circa 1 ora dopo ho scoperto che non erano mai partite dal banco del check-in. Bene. Almeno sono di nuovo in mio possesso. In questa disavventura della ricerca della valigia perduta mi sembra di scorgere qualche sguardo di persone normali come me che non urlavano, non sbraitavano e soprattuto non affermavano candidamente, come qualcuno invece ha potuto fare, "Io in albergo non ci torno perchè mi hanno dato da mangiare per due sere le stesse cose, chiedete a mia moglie!" o ancora come un'altra dolce e simpatica passeggera napoletana che non posso evitare di citare "Non esiste proprio! E' sparita la mia valigia! Senza offendere i signori presenti la mia valigia costa 3.000 €!" Ma andiamo avanti che la giornata è lunga. Dopo aver ritrovato le valigie, scopro dell'esistenza di 3 pulmann sostitutivi che la Lufthansa stava mettendo a disposizione per portare tutti a Napoli Capodichino. Che culo (ho pensato!) Il pullaman della speranza noooo! Chiamo una mia amica in partenza dalla stazione di Milano pensando, "Io sono intelligente, cerco soluzioni alternative...mi vado a prendere un treno!" ma le mi smonta subito dicendomi "Mari inutile, non venire. C'è stata un'interruzione di corrente lungo una tratta della ferrovia e i treni a Milano non arrivano". Bene...ho pensato "Sono una persona intelligente...mangio il panettone a Milano!
Ma sapete come si dice? Finchè c'è vita c'è speranza. E in quel momento ero ancora viva nonostante per un attimo avessi creduto seriamente di essere all'inferno. In quel momento una ragazza, una di quei pochi sguardi normali che avevo incontrato mi fa "Che ne dici se noleggiamo una macchina e scendiamo io e te in auto!" WOW! Che donna decisa! CERTO! Io rivedo la luce. E poi propongo di conseguenza ad un mio prescelto (un altro di quello dallo sguardo normale) nell'orecchio (temevo che mi sentissero quelli anormali e sbraitanti) "Noi noleggiamo la macchina, sei dei nostri?" Vedo la luce nei suoi occhi. A sua volta chiama un altro suo prescelto. Vediamo la luce nei suoi occhi. Ragazzi la macchina è fatta, SI PARTE!
Partenza ale 10.30 da Malpensa arrivo a Capodichino all'1.30 di notte.
Beh 15 ore di viaggio per 800 km che saranno mai! Se la compagnia dei prescelti non fosse stata la migliore del mondo penso che avremmo optato tutti per buttarci giù da un ponte con la macchina. Suicidio di massa evitato. Grazie nuovi amici e compagni di sventura.
Adesso finalmente lo posso dire. Buon Natale a tutti noi e buon panettone con i nostri cari.
Perchè la neve è bella si...ma nei paesi civili.
mercoledì 23 dicembre 2009
martedì 22 dicembre 2009
L'ipotesi di mangiare il panettone a Milano non è neanche contemplata
Adesso va bene tutto...ma trascorrere la Vigilia di Natale a Milano...NO! NO e poi NO!
Che nessuno mi fraintenda. Milano è Milano. E' ormai la mia città adottiva, mi piace, ci sto bene, ho tanti affetti e tantissimi compagni di merenda :S.
Ma la Vigilia a casa mia...la Vigilia a Wellwind è tutta un'altra storia.
La cena da Zia Anna con tutto il parentame. Il tavolo con i segnaposto (ogni anno diversi!Incredibile come sia possibile). E il pesce che non mangio. E il Pandoro, il panettone con crema della Pasticceria Oasi. E lo Streghino. E i torroni. E Tu scendi dalle Stelle. E sempre le solite foto. E lo scambio dei doni. E poi tutti a messa (loro!) E noi da PeppeLimone.
E invece no. La neve ha deciso di rovinarmi i piani. Di distruggere una tradizione trentennale....il Natale a casa. Lei (la neve) non lo sa che sta per rovinarmi la vita??!
Non oso neanche immaginare la giornata che mi aspetta domani a Malpensa dopo due giorni di clausura ( non ho avuto il coraggio di mettere il naso fuori casa) e...domani la guerra! Bambini urlanti e vecchietti trepidanti...passeggini, trolley e armadi portatili con ogni ben di Dio. File immense, ore ed ore di attesa con la consapevolezza che il cenone si sta allontanando da me. Non credo avrò mai la forza di affrontare tutto ciò ma poi mi fermo un attimo a riflettere e penso che una delle mie migliori amiche milanesi mi ha regalato 8 pacchi di patatine per Natale... E allora ecco che mi torna il sorriso e quasi quasi un pò di spirito natalizio.
Anzi..tanto!
Talmente tanto da spingermi ad augurare a tutti voi e a tutti noi delle splendide Feste ;)
Siate sereni che i problemi sono altri ;)
(Anche perchè sono ottimista...il mio volo di domani alle 7.40 partirà... e sarà anche puntuale!)
P.s. Evviva le patatineeeeeeeeee (anche a Natale!)
Scuola di Drammaturgia.
Venti centimetri di neve in poche ore e Milano impazzisce. Lunghi biscioni di luci delle auto al posto delle tangenziali, pedoni smarriti ed infreddoliti in ogni isola poco innevata, bambini liberati dall'obbligo scolastico, autobus e mezzi di soccorso inghiottiti dal traffico e macchine anonime abbandonate ai bordi delle strade. Ieri per rincasare ci sono volute 2 ore, 2 ore per coprire 7 km, così questa mattina mi sono dichiarata in ferie ancor prima di aprire gli occhi. E' stata una giornata insolita. Ho spalato la neve per disseppellire la mia auto, ho imprestato la pala alla mia vicina, ho perso il necessaire per il pupazzo di neve, 1 carota due gambi di sedano con foglie e due fette di limone, non voglio credere che mi siano stati sottratti temo più facilmente di averli dimenticati da qualche parte e di averci 'appoggiato' sopra accidentalmente un paio di vagonate di neve. Hulko ha fatto il pupazzo di neve con lozioexpiccolodifamiglia o meglio Hulko ha tenuto compagnia a suo zio mentre faceva il pupazzo di neve (con altro corredo ortofrutticolo).
Nel pomeriggio abbiamo passeggiato per quasi 2 ore in mezzo alla neve, sembrava di essere in villeggiatura in qualche paesino montano, non fosse che la vetta più alta misurava 50/70cm. Lo strato più superficiale si era ormai ghiacciato diventando estremamente insidioso in molti punti.
- Vedi Hulko anche se le strade sono state pulite, dove è restata un po' di neve si è ghiacciata e si scivola.
- Sì, mamma.
- Ci si può fare male seriamente, addirittura se picchi la testa puoi avere una commozione cerebrale.
E lui,
- Cerebralissima.
E intanto sentendosi molto stambecco saltellava impavido. Ha resistito per oltre 4km ma a 200mt da casa un attraversamento gli è stato fatale, i glutei hanno ben ammortizzato. Si mormora che anche quelli de LaZia abbiamo avuto da lavorare questa mattina.
Nel pomeriggio abbiamo passeggiato per quasi 2 ore in mezzo alla neve, sembrava di essere in villeggiatura in qualche paesino montano, non fosse che la vetta più alta misurava 50/70cm. Lo strato più superficiale si era ormai ghiacciato diventando estremamente insidioso in molti punti.
- Vedi Hulko anche se le strade sono state pulite, dove è restata un po' di neve si è ghiacciata e si scivola.
- Sì, mamma.
- Ci si può fare male seriamente, addirittura se picchi la testa puoi avere una commozione cerebrale.
E lui,
- Cerebralissima.
E intanto sentendosi molto stambecco saltellava impavido. Ha resistito per oltre 4km ma a 200mt da casa un attraversamento gli è stato fatale, i glutei hanno ben ammortizzato. Si mormora che anche quelli de LaZia abbiamo avuto da lavorare questa mattina.
domenica 20 dicembre 2009
Dopata di lietofine.
Essendo io di cuore tenero e facilmente emozionabile posso intrattenermi per ore con la programmazione televisiva per ragazzi senza risentirne. E' nata così la mia ultima passione. Una sera di inizio autunno io e Hulko ci siamo attardati nello spegnere la TV dopo i cartoni animati su Boing e così hanno cominciato a scorrere le immagini di 'Flor', un telefilm per teen ager. Io il teenagerismo ahimè l'ho superato da tempo ma a niente è valsa la presa di coscienza della raggiunta maturità fisico-intellettiva, della scarsa utilità per lo sviluppo cognitivo di Hulko, sono comunque rimasta affascinata da questa Famiglia Bradford degli anni '10 (si dirà così per i decenni del nuovo millennio? rivisitazione dei 'corsi e ricorsi storici' del Vico) e ogni sera costringo il poveretto a sorbirsi 40 minuti di 'nulla cosmico'. Ieri sera finalmente l'amore è prevalso e la protagonista un attimo prima dei titoli di coda e a non so più a quante puntate dall'inizio è riuscita a far capitolare il suo principe azzurro che riscopertosi innamorato folle di lei l'ha baciata, e ancora, e poi ancora:
- Mamma adesso però potrebbero anche smettere.
Puah uomini, (seppur di piccola taglia).
- Mamma adesso però potrebbero anche smettere.
Puah uomini, (seppur di piccola taglia).
sabato 19 dicembre 2009
sms che colpiscono al cuore. anche con meno di 140 caratteri!
venerdì 18 dicembre 2009
grazie.
spesso la mattina, sulla strada verso il lavoro, incontro una signora che chiede l'elemosina, quando mi vede anche a diverse auto di distanza il suo viso si illlumina in un sorriso meraviglioso e affettuosamente agita la sua esile mano rugosa in un saluto caloroso.
non so perchè... ma le sono grata il suo gesto mi da gioia.
non so perchè... ma le sono grata il suo gesto mi da gioia.
Una babysitter da favola (Need a babysitter today?)
Le favole del Fiocco Gigante | 9
Una volta, a Busto Arsizio, la gente era preoccupata perché i bambini rompevano tutto. Non parliamo delle suole delle scarpe, dei pantaloni e delle cartelle scolastiche: rompevano i vetri giocando alla palla, rompevano i piatti a tavola e i bicchieri al bar, e non rompevano i muri solo perché non avevano martelli a disposizione.
I genitori non sapevano più cosa fare e cosa dire e si rivolsero al sindaco.
- Mettiamo una multa? - propose il sindaco.
- Grazie tante, - esclamarono i genitori,
- e poi la paghiamo con i cocci.
Per fortuna da quelle parti ci sono molti ragionieri. Ce n'è uno ogni tre persone e tutti ragionano benissimo. Meglio di tutti ragionava il ragionier Gamberoni, un vecchio signore che aveva molti nipoti e quindi in fatto di cocci aveva una vasta esperienza. Egli prese carta e matita e fece il conto dei danni che i bambini di Busto Arsizio cagionavano fracassando tanta bella e buona roba a quel modo.
Risultò una somma spaventevole: millanta tamanta quattordici e trentatre.
- Con la metà di questa somma, - dimostrò il ragionier Gamberoni, - possiamo costruire un palazzo da rompere e obbligare i bambini a farlo a pezzi: se non guariscono con questo sistema non guariscono più.
La proposta fu accettata, il palazzo fu costruito in quattro e quattro otto e due dieci. Era alto sette piani, aveva novantanove stanze, ogni stanza era piena di mobili e ogni mobile zeppo di stoviglie e soprammobili, senza contare gli specchi e i rubinetti. Il giorno dell'inaugurazione a tutti i bambini venne consegnato un martello e a un segnale del sindaco le porte del palazzo da rompere furono spalancate.
Peccato che la televisione non sia arrivata in tempo per trasmettere lo spettacolo. Chi l'ha visto con i suoi occhi e sentito con le sue orecchie assicura che pareva - mai non sia! -lo scoppio della terza guerra mondiale. I bambini passavano di stanza in stanza come l'esercito di Attila e fracassavano a martellate quanto incontravano sul loro cammino. I colpi si udivano in tutta la Lombardia e in mezza Svizzera. Bambini alti come la coda di un gatto si erano attaccati ad armadi grossi come incrociatori e li demolirono scrupolosamente fino a lasciare una montagna di trucioli. Infanti dell' asilo, belli e graziosi nei loro grembiulini rosa e celesti, pestavano diligentemente i servizi da caffè riducendoli in polvere finissima, con la quale si incipriavano il viso. Alla fine del primo giorno non era rimasto un bicchiere sano. Alla fine del secondo giorno scarseggiavano le sedie. Il terzo giorno i bambini affrontarono i muri, cominciando dall'ultimo piano, ma quando furono arrivati al quarto, stanchi morti e coperti di polvere come i soldati di Napoleone nel deserto, piantarono baracca e burattini, tornarono a casa barcollando e andarono a letto senza cena. Ormai si erano davvero sfogati e non provavano più gusto a rompere nulla, di colpo erano diventati delicati e leggeri come farfalle e avreste potuto farli giocare al calcio su un campo di bicchieri di cristallo che non ne avrebbero scheggiato uno solo.
Il ragionier Gamberoni fece i conti e dimostrò che la città di Busto Arsizio aveva realizzato un risparmio di due stramilioni e sette centimetri.
Quello che restava in piedi del palazzo da rompere, il Comune lasciò liberi i cittadini di farne quel che volevano. Allora si videro certi signori con cartella di cuoio e occhiali a lenti bifocali - magistrati, notai, consiglieri delegati - armarsi di martello e correre a demolire una parete o a smantellare una scala, picchiando tanto di gusto che ad ogni colpo si sentivano ringiovanire.
- Piuttosto che litigare con la moglie, dicevano allegramente, - piuttosto di spaccare i portacenere e i piatti del servizio buono, regalo della zia Marina ...
E giù martellate.
Al ragionier Gamberoni, in segno di gratitudine, la città di Busto Arsizio decretò una medaglia con un buco d'argento.
Il palazzo da rompere. (Gianni Rodari, Favole al telefono)
Una volta, a Busto Arsizio, la gente era preoccupata perché i bambini rompevano tutto. Non parliamo delle suole delle scarpe, dei pantaloni e delle cartelle scolastiche: rompevano i vetri giocando alla palla, rompevano i piatti a tavola e i bicchieri al bar, e non rompevano i muri solo perché non avevano martelli a disposizione.
I genitori non sapevano più cosa fare e cosa dire e si rivolsero al sindaco.
- Mettiamo una multa? - propose il sindaco.
- Grazie tante, - esclamarono i genitori,
- e poi la paghiamo con i cocci.
Per fortuna da quelle parti ci sono molti ragionieri. Ce n'è uno ogni tre persone e tutti ragionano benissimo. Meglio di tutti ragionava il ragionier Gamberoni, un vecchio signore che aveva molti nipoti e quindi in fatto di cocci aveva una vasta esperienza. Egli prese carta e matita e fece il conto dei danni che i bambini di Busto Arsizio cagionavano fracassando tanta bella e buona roba a quel modo.
Risultò una somma spaventevole: millanta tamanta quattordici e trentatre.
- Con la metà di questa somma, - dimostrò il ragionier Gamberoni, - possiamo costruire un palazzo da rompere e obbligare i bambini a farlo a pezzi: se non guariscono con questo sistema non guariscono più.
La proposta fu accettata, il palazzo fu costruito in quattro e quattro otto e due dieci. Era alto sette piani, aveva novantanove stanze, ogni stanza era piena di mobili e ogni mobile zeppo di stoviglie e soprammobili, senza contare gli specchi e i rubinetti. Il giorno dell'inaugurazione a tutti i bambini venne consegnato un martello e a un segnale del sindaco le porte del palazzo da rompere furono spalancate.
Peccato che la televisione non sia arrivata in tempo per trasmettere lo spettacolo. Chi l'ha visto con i suoi occhi e sentito con le sue orecchie assicura che pareva - mai non sia! -lo scoppio della terza guerra mondiale. I bambini passavano di stanza in stanza come l'esercito di Attila e fracassavano a martellate quanto incontravano sul loro cammino. I colpi si udivano in tutta la Lombardia e in mezza Svizzera. Bambini alti come la coda di un gatto si erano attaccati ad armadi grossi come incrociatori e li demolirono scrupolosamente fino a lasciare una montagna di trucioli. Infanti dell' asilo, belli e graziosi nei loro grembiulini rosa e celesti, pestavano diligentemente i servizi da caffè riducendoli in polvere finissima, con la quale si incipriavano il viso. Alla fine del primo giorno non era rimasto un bicchiere sano. Alla fine del secondo giorno scarseggiavano le sedie. Il terzo giorno i bambini affrontarono i muri, cominciando dall'ultimo piano, ma quando furono arrivati al quarto, stanchi morti e coperti di polvere come i soldati di Napoleone nel deserto, piantarono baracca e burattini, tornarono a casa barcollando e andarono a letto senza cena. Ormai si erano davvero sfogati e non provavano più gusto a rompere nulla, di colpo erano diventati delicati e leggeri come farfalle e avreste potuto farli giocare al calcio su un campo di bicchieri di cristallo che non ne avrebbero scheggiato uno solo.
Il ragionier Gamberoni fece i conti e dimostrò che la città di Busto Arsizio aveva realizzato un risparmio di due stramilioni e sette centimetri.
Quello che restava in piedi del palazzo da rompere, il Comune lasciò liberi i cittadini di farne quel che volevano. Allora si videro certi signori con cartella di cuoio e occhiali a lenti bifocali - magistrati, notai, consiglieri delegati - armarsi di martello e correre a demolire una parete o a smantellare una scala, picchiando tanto di gusto che ad ogni colpo si sentivano ringiovanire.
- Piuttosto che litigare con la moglie, dicevano allegramente, - piuttosto di spaccare i portacenere e i piatti del servizio buono, regalo della zia Marina ...
E giù martellate.
Al ragionier Gamberoni, in segno di gratitudine, la città di Busto Arsizio decretò una medaglia con un buco d'argento.
Il palazzo da rompere. (Gianni Rodari, Favole al telefono)
giovedì 17 dicembre 2009
lunedì 14 dicembre 2009
domenica 13 dicembre 2009
Criptico.
estratto dal diario di Hulko:
Sul l. C. l. pag 58 e 59
I. a m. la p.
2 schede
portare 2 ri
Mercoledì 16 rossa maglia e ginz
traduzione:
Sul libro Coccinelle leggere pagg 58 e 59
Imparare a memoria la poesia
Completare 2 schede
Portare 2 ricariche per le penne
Mercoledì 16 indossare una maglietta rossa e i jeans
La sua pigrizia è già preoccupante almeno quanto la mia pronuncia evidentemente troppo dura della parola jeans
5 stelle lusso
Ozio nel letto, sono stata svegliata dai suoi piedini che si sono diretti in bagno per poi rientrare in camera sotto le coperte a leggere un fumetto. Dopo un po' evidentemente la lettura è terminata e la fame si è fatta sentire così me lo sono ritrovato a cavalcioni che chiedeva che mi alzassi.
- Arrivo, arrivo comincia ad andare a preparare.
Chiudo gli occhi ancora un attimo, davvero solo un attimo e li riapro di soprassalto quando mi sento raggiungere da qualcosa. Guardo l'oggetto contundente e guardo Hulko con aria interrogativa ma col sorriso che mi increspa già il labbro.
Lui mi infila in bocca uno dei biscotti che ha tolto dal pacco prima di lanciarmelo addosso e dice - Oggi colazione a letto, mamma!
- Arrivo, arrivo comincia ad andare a preparare.
Chiudo gli occhi ancora un attimo, davvero solo un attimo e li riapro di soprassalto quando mi sento raggiungere da qualcosa. Guardo l'oggetto contundente e guardo Hulko con aria interrogativa ma col sorriso che mi increspa già il labbro.
Lui mi infila in bocca uno dei biscotti che ha tolto dal pacco prima di lanciarmelo addosso e dice - Oggi colazione a letto, mamma!
sabato 12 dicembre 2009
Buone abitudini.
- Mamma oggi a scuola è venuto un signore che ci ha insegnato che, per crescere forti, tutti i giorni dobbiamo mangiare della frutta e della verdura.
- Giusto.
- Infatti io mangio sempre tutto, solo l'insalata non mi piace, vero?
- Sì.
- E poi io a volte mangio anche la torta di mele.
- Non credo, onestamente, che la 'Tartatin di mele' rientri nei consigli del nutrizionista, salvo che non sia estremamente goloso e transigente.
- Giusto.
- Infatti io mangio sempre tutto, solo l'insalata non mi piace, vero?
- Sì.
- E poi io a volte mangio anche la torta di mele.
- Non credo, onestamente, che la 'Tartatin di mele' rientri nei consigli del nutrizionista, salvo che non sia estremamente goloso e transigente.
mercoledì 9 dicembre 2009
Licenza dell'età evolutiva/ parte seconda.
- Papà ha spedito il tacchino a Grandma.
- In Spagna!?? Tuo padre ha spedito un tacchino oltre frontiera?
Ride gonfiando ancora più le guance già piene.
- Non fisicamente mamma!
Sento che la coda mi si è aperta a ruota, caspita che proprietà di linguaggio.
Continua divertito a spiegare,
- ...ma va, come faceva a spedirlo tutto cuociuto.
Ah ecco il mio ragazzo.
- In Spagna!?? Tuo padre ha spedito un tacchino oltre frontiera?
Ride gonfiando ancora più le guance già piene.
- Non fisicamente mamma!
Sento che la coda mi si è aperta a ruota, caspita che proprietà di linguaggio.
Continua divertito a spiegare,
- ...ma va, come faceva a spedirlo tutto cuociuto.
Ah ecco il mio ragazzo.
martedì 8 dicembre 2009
sabato 5 dicembre 2009
Cronaca di vita vera.
L'appuntamento è per le 9.30am, così ieri sera visto che accusavo un sonno impietoso sono andata a letto rimandando tutti ma dico tutti i preparativi a questa mattina e dopo aver puntato la sveglia alle 8.00am mi sono abbandonata senza alcuna riserva a morfeo. Al risveglio ho comunque fatto fatica ad allontanarmi da lui e alle 8.12am esitavo ancora sotto il piumino. Orbene stirare, stoccare i vestiti in valigia, recuperare spazzolino, pettine, medicinali, fumetti, Nintendo, biscotti per il viaggio, colazione e doccia hanno esaurito la quasi totalità del margine a nostra disposizione. A dirla tutta erano già le 9.38, così dopo avere registrato mentalmente il ritardo di qualcuno ho speso i restanti 12 minuti per prepararmi e alle 9.50am ho inveito al cellulare con MisterX, il babbo di Hulko a cui mi ero precedente raccomandata che non facesse tardi. Riassunto della telefonata un leggero fastidio alla bocca dello stomaco e successivamente il dispiacere di dovere giustificare ad Hulko l'atteggiamento poco amichevole.
- Mi spiace passerotto ma non è rispettoso da parte sua, ha sbagliato perché non ci ha avvertito che avrebbe fatto tardi e non ci ha dato la possibilità di organizzarci in altro modo e adesso è troppo tardi per accompagnarti a casa sua. Vieni con me, verranno a prenderti lì.
Son in partenza per una mini vacanza all'estero e Hulko è dei loro, è sul divano vestito e profumato di tutto punto ma non sembra convinto di quel che sto dicendo..
- Quando tu sbagli c'è chi te lo dice e cerca di fare in modo che tu non lo ripeta. Anche NonnaRagno l'altra sera ha sgridato me. Ti ricordi?
Ci stiamo mettendo la giacca e l'azione ci permette di dare tempo ai nostri pensieri.
Alle 10.40 MisterX attraversa la piazza cercando il salone che gli avevo indicato, Hulko raccoglie la sua borsa, mette via il Topolino, mi dà un bacino lieve e lo chiama andandogli incontro visto che aveva sbagliato strada. Non volevo quasi uscire a salutarlo, una ridda di pensieri mi ha attraversato fulminea la mente, sapere che per Hulko incontrare il padre comporta sempre una trasferta, sapere tutti loro in partenza per andare a visitare una città che aveva visitato anche con me in passato e con la ex moglie prima di me, sapere che mi presentavo a lui vulnerabile nella mantellina trasparente che proteggeva i miei abiti dalla tinta che di lì a mezzora avrebbe coperto l'avanzare dell'età ma non il mio animo.
- Mi spiace passerotto ma non è rispettoso da parte sua, ha sbagliato perché non ci ha avvertito che avrebbe fatto tardi e non ci ha dato la possibilità di organizzarci in altro modo e adesso è troppo tardi per accompagnarti a casa sua. Vieni con me, verranno a prenderti lì.
Son in partenza per una mini vacanza all'estero e Hulko è dei loro, è sul divano vestito e profumato di tutto punto ma non sembra convinto di quel che sto dicendo..
- Quando tu sbagli c'è chi te lo dice e cerca di fare in modo che tu non lo ripeta. Anche NonnaRagno l'altra sera ha sgridato me. Ti ricordi?
Ci stiamo mettendo la giacca e l'azione ci permette di dare tempo ai nostri pensieri.
Alle 10.40 MisterX attraversa la piazza cercando il salone che gli avevo indicato, Hulko raccoglie la sua borsa, mette via il Topolino, mi dà un bacino lieve e lo chiama andandogli incontro visto che aveva sbagliato strada. Non volevo quasi uscire a salutarlo, una ridda di pensieri mi ha attraversato fulminea la mente, sapere che per Hulko incontrare il padre comporta sempre una trasferta, sapere tutti loro in partenza per andare a visitare una città che aveva visitato anche con me in passato e con la ex moglie prima di me, sapere che mi presentavo a lui vulnerabile nella mantellina trasparente che proteggeva i miei abiti dalla tinta che di lì a mezzora avrebbe coperto l'avanzare dell'età ma non il mio animo.
giovedì 3 dicembre 2009
Attitudini.
Hulko questa mattina si è orgogliosamente trascinato il carrellino porta zaino lungo la strada per la scuola. Lo ha appena ricevuto in dono dal suo babbo che, anche se glielo aveva promesso quest'estate, essendo evidentemente poco ferrato sul calendario del bravo studente, (come biasimarlo non sarà poi da molto che in Italia l'anno scolastico inizia a settembre e finisce a giugno?), glielo ha procurato il 02 di dicembre a processo di scoliosi già in corso.
Quando questa sera ci siamo ritrovati mi ha raccontato che il carrellino si era già rotto e che era stato un incidente ma che non avrei dovuto preoccuparmi perché comunque lo aveva aggiustato aiutato dall'amico fedele:
- ...e poi mamma davvero ho fatto solo una piccola cambiazione.
Quando questa sera ci siamo ritrovati mi ha raccontato che il carrellino si era già rotto e che era stato un incidente ma che non avrei dovuto preoccuparmi perché comunque lo aveva aggiustato aiutato dall'amico fedele:
- ...e poi mamma davvero ho fatto solo una piccola cambiazione.
martedì 1 dicembre 2009
questo post è per il mio papà!
"... 'u dialettu esti com'o pani
chi facenu 'na vota, pani veru,
'i sulu ranu, senza corpi strani,
'u dialettu esti simprici e sinceru".(*)
(Salvatore Filocamo)
(*) e per chi come me non capisse una parola di calabrese ;-)
"Il dialetto è come il pane
che facevano una volta, pane vero,
di solo grano, senza corpi estranei,
il dialetto è semplice e sincero".
Ah! non è una ruffianata anche perchè tanto papà non ci legge ;-)
...diciamo che papà ha un rapporto conflittuale con tutto quello che è seguito alla macchina da scrivere.
Da qualcuno avrò pur preso!
ringrazio per le foto della terra tanto cara al mio papà
°°*ROSA*°°
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