domenica 3 febbraio 2013

ApparenteMente. Sono forte di stomaco.

Ti arriva così, mentre fai altro.
Mentre il corpo si dedica ad altro la mente per conto suo, dissociata, ricorda e rielabora. Forse confronta. Forse affronta. Delibera. Mi piace questo verbo l'ho scelto apposta, per la promessa che contiene.
Stavo stendendo il bucato e onestamente senza alcun preavviso né motivo evidente ho realizzato che quando le cose sono giuste fanno strada da sole. 
Ho sempre sofferto il mal d'auto e di pullman per inciso eppure quando ho fatto spostamenti lunghissimi in macchina con l'uomo che è poi diventato il padre di mio figlio per lui, per il nostro viaggio, per il nostro stare insieme ho letto mappe e cartelli stradali ed è forse l'unico accanto al quale, mentre guidava, sono scivolata nel sonno. Allora mi fidavo di lui.
Quando ho avuto bisogno di ritrovarmi, di sgomberare la mente, rigenerare le forze, sono salpata per mare senza soffrirne cullata dalle onde, lo sguardo perso all'orizzonte, per giorni interi di navigazione.
Quando mi sono scoperta in lieta attesa, a dispetto del racconto e dell'esperienza di tantissime prima di me, non ho avuto nausee, né altri disturbi, nove mesi di quiete, certo il sovraccarico ormonale mi ha fatto piangere ogni lacrima ma la pelle disidratata non è stata fatale a nessuno.
Non ho dovuto far nulla perché ciò accadesse eppure oggi mi accorgo che era proprio così che dovesse andare. Credo sia stata la mente nella sua complessità ad offrirmi solo la coda del pensiero, non credo siano stati il colore delle mollette o la fantasia dei calzini che stendevo ad aprire il ponte con il passato.
Stavo assimilando qualcosa. Assaporavo.



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