sabato 9 febbraio 2013
Urto.
Come un'onda. Mi ha investita, travolta e abbandonata, lì dove mi ha colto. Lasciandomi con gli occhi bagnati di lacrime a ricordare. Da settembre, da quando un infarto gli ha troncato la vita, passo 9/10 ore tutti i giorni seduta alla mia scrivania a pochi passi da quello che è stato il suo ufficio. Ma quello non mi annienta, mi sono quasi abituata a non sentirne più la voce o a non sentirne più il passo arrivare alle spalle. Purtroppo.
Questa sera però un'occasione totalmente diversa mi ha condotta poco distante da lì e percorrendo lo stesso piazzale dove un paio di anni fa ci eravamo dati appuntamento con un gruppo ristretto e selezionato di colleghi per andare a cena, mi è tornata la sua voce, con quel suo fare distinto, che diceva, "Ci sei anche tu? Bene, che piacere."
Stavo rientrando da una giornata molto intensa ero serena, lontano con la mente, con il cuore, eppure qualcosa mi ha riportata là a quella sera, forse il pullman parcheggiato nello stesso punto. Forse una luce. Forse un'ombra. Forse un'emozione.
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