mercoledì 30 giugno 2010

Tu ci credi nelle relazioni a distanza? Due post a confronto

“Tu ci credi nelle relazioni a distanza?”

Volevo commentare il post di Maurizio Goetz su FriendFeed ma era troppo complesso per un commento. Perciò ecco la mia risposta.

Vorrei dire che ci credo, che funziona, che è facile che è la soluzione per tutti i mali e per la pace del mondo ma la verità è che una relazione a distanza è un gran casino.
Ci sono giorni in cui ti senti un po’ morire, perché lui non c’è e vorresti solo poter stare tra le sue braccia, poterlo toccare e sentire che in fondo è reale e vero, a volte vorresti anche solo poter condividere quella cazzata detta in ufficio o vista per strada ma alla fine no, un messaggio solo per dirgli una cosa così stupida proprio no, che senso ha? E così inizi ad estraniarti un po’ per volta, non convivere le piccole cose alla lunga è deleterio e fa solo star male.
Poi ci sono quei due, tre giorni al mese che aspetti come un assetato nel deserto aspetta l’acqua. Due, tre giorni in cui sei in estasi, in cui tocchi il cielo con un dito e ti dici che tutti i giorni no ne sono valsi la pena, ti dici che stare con lui una sola ora ti ripaga di tutte quelle notti da sola in cui l’unica cosa che volevi fare era piangere. Ed in quei giorni capisci perché lo fai, perché sopporti tutto e perché lo sopporteresti ancora altre mille anni ma alla fine è solo un’illusione, perché quei due o tre giorni non sono vita vera, sono come una vacanza con la data di scadenza, con il bisogno estremo di vivere ogni secondo al massimo e fare scorta di sensazioni ed emozioni, perché per un altro mese o più dovrai tirare avanti.
Non affronti i discorsi che hai rimandato a quando vi sareste visti di persona, perché non vuoi sciupare nemmeno un istante, lasci passare ed anzi adori atteggiamenti che se fosse la vita quotidiana non tollereresti nemmeno.
E poi rientri.
Rientri alla realtà, in quel tuo mondo senza di lui, nella tua vita. Dove lui c’è in ogni singola cosa senza però esserci realmente mai.
Ed è peggio, molto peggio di quando sei partita perché ti ci vuole tempo ad abituarti al fatto che non lo rivedrai per altri trenta giorni e più. Riabituarsi al letto vuoto, a quella mano che non puoi stringere e al fatto che per un altro mese non potrai guardarlo negli occhi.
E condividi tanto, cerchi di condividere tutto, ti impegni, maledizione se ti impegni e lui fa altrettanto e lo sai che sta male anche lui ma tirate avanti assieme, perché lui è tutto quel che tu hai sempre sognato e non sei disposta a perderlo per così poco.
E le serate con Skype, le telefonate, i ping, i messaggi sparsi su mille applicazioni.
Piano a piano ti riabitui ad essere sola e sembra più semplice anche se non lo puoi toccare. Recuperi l’equilibrio precario di sempre.
Finché non decidete di vedervi di nuovo.
Da lì in poi i giorni sono di una lentezza agghiacciante, non passano mai, le serate sembrano infinite, la voglia di lui ti fa dire cattiverie perché non è lì, con te.
E piano piano ricomincia tutto da capo.
In questo circolo in cui pare impossibile vivere agli estranei ed impossibile stare senza a chi lo vive.
Vorrei dire che ci credo alle relazioni a distanza, la verità è che la risposta dipende dal momento in cui mi viene posta.
La verità è che non vorrei vivere senza lui.

http://friendfeed.com/eta
http://www.etaonline.me/2010/06/28/relazioni-a-distanza/




Credi nelle Relazioni a Distanza. Meh? (via FriendFeed)

Ok, potrei anche evitare di entrare nel merito, ma per una serie di motivi che nulla hanno a che vedere con l'argomento, preferisco spendere mezz'ora in un post semi-serio sulle "Relazioni a Distanza", piuttosto che pensare a cose che nella giornata di oggi (ma non solo) mi hanno gia' ammorbata abbastanza.
E come Eta, nemmeno io ci sto in un commento, perche' l'argomento e' complesso, e soprattutto perche' la mia risposta alla domanda sarebbe un molto laconico, poco spiegabile in due parole "Meh".
Ora, chi scrive e' una quasi-34enne che, sebbene abbia la malsana mania di infilare la sua vita online non ha mai messo in piazza veramente tutta la sua vita (e comunque non lo faro' nemmeno oggi, non illudetevi :P).
Relazioni a distanza ne ho avute.
Relazioni "standard" anche.
Come siano finite e' abbastanza chiaro e palese per tutti (male :P).

Colpa della distanza?
Colpa della vicinanza?
No, colpa "nostra".
Perche' tutta la colpa non accettero' mai di prendermela.
Ma porto ad esempio me, la mia scassata e disgraziata vita.
Perche' e' una dimostrazione di come distanza o meno, il tutto dipenda dalle persone e da come decidono di vivere le relazioni e da come vedano il loro rapporto con l'altra meta' della coppia.
Chi mi conosce sa benissimo che ho un immenso difetto.
Ho smesso da tempo di pianificare la mia esistenza.
Decido oggi per oggi.
Oggi per domani.
Poi cambio idea e ripianifico tutto.

Da sola sto divinamente.
Nessuno che rompe i coglioni per il difetto di cui sopra.
Che e' alla base del mio "Meh" in merito alla questione delle relazioni a distanza.
Perche' per certi versi le preferisco (si sa quando ci si vede, per il resto ho la mia vitaccia :P).
Poi pare che si decida di passare a cose piu' stabili.
E li' finisce la "poesia".
Perche' se finche' c'era la distanza riuscivo ad avere "il mio tempo" (cosa a cui non rinuncio), nel momento in cui si passa alla convivenza pare che io debba cambiare.
Insomma, adesso che viviamo insieme, stiamo insieme, dobbiamo fare qualcosa insieme...
Ah si?
Cioe', scusa, se io voglio leggere e tu guardare la televisione io devo fingermi interessata al film e mollare il libro?
Non se ne parla.
Non tutte le sere.
Se io voglio andare all'evento XY, ci vado.
Tu puoi venire o stare a casa.
Ma non me la meni quando torno che ti ho "lasciato solo".
(ovviamente, lo stesso vale all'inverso)
E certo, non vedendosi tutti i giorni si puo' sentire la mancanza di qualcuno...
Si possono avere "crisi di solitudine" la notte quando si va a dormire...
Ma non e' molto piu' importante sapere che c'e' qualcuno, anche se non fisicamente li' a due centimetri, che ti pensa, che a te ci tiene e che ti apprezza per quello che sei?
No, evidentemente, anche a leggere il thread in questione, sono tra le fin troppo poche persone a pensarla cosi'.
Forse perche' sono troppo indipendente.
Troppo testarda.

La mia vita, com'e' adesso, la adoro.
Non sono capace (gia' provato, gia' fallito) di rinunciarci.
Non per una persona (oddio, a ben guardare, erano tre due anni fa...).
Perche' ho ottenuto una cosa dalla mia disgraziata e maledetta vita, ed e' che sto bene con me stessa.
E tempo fa (anni e anni fa) mi hanno detto che:
Non puoi stare bene con gli altri finche' non stai bene con te stesso.
Forse l'ho portata all'estremo, ma poco importa.
Relazione a distanza o relazione ravvicinata, a me cambia poco.
Lui deve sapere (perche' lo deve sapere, dato che non sempre glielo ricordero') che io ci sono.
E lo stesso deve valere per me.
E se la relazione non e' a distanza, se si finisce in convivenza (ammesso che trovero' mai il coraggio di ripetere la traumatica esperienza), lui si dovra' fare una ragione di una cosa molto semplice:
Stare sotto lo stesso tetto, nella stessa casa, magari nella stessa stanza, non significa per forza fare qualcosa insieme.
Perche' siamo due persone, due individui.
Diversi, unici.
Ognuno con i suoi spazi, ognuno con i suoi interessi.
E' una cosa che ho avuto solo due volte nella vita.
Serate passate, nella stessa casa, ognuno a farsi i fatti propri, rispettando i nostri vicendevoli spazi.
Ma era tanto tempo fa.
Dopo, solo invasioni di campo.
Fino all'ultima, piu' deleteria, devastante, traumatizzante.
Che qualcuno ha seguito, da cui qualcuno ha cercato (inutilmente, mannaggia a me!) di salvarmi.
Credo nelle relazioni a distanza?
Forse, alla fine di un troppo lungo post/poema, si.
Perche' sono le uniche che mi permettono il lusso di stare con l'unica persona che nella vita non mi ha mai abbandonata: IO.
Lo so, sono fredda, cinica, iper-individualista.
Ma nessuno mi accetterebbe, e io non posso cambiare.
Ci ho provato. Ho fallito.
Non lo faro' mai piu' (promessa di ottobre/novembre del 2008).
Prendere o lasciare, a me, la vita, non cambia.

UPDATE (ore 22:10)
Mi ero dimenticata una cosa fondamentale...
Per dire se si sta bene con una persona non si puo' valutare solo quando si sta insieme nei week-end, in vacanza, o al cinema.
Si sta bene con qualcuno solo quando si riesce a starci bene in mezzo agli altri, magari ai due opposti della stessa tavolata.
Magari parlando con persone diverse di argomenti diversi.
Ma soprattutto quando, stando insieme, si parla di cose varie.
Non di "noi", ma delle proprie vite, di quello che succede la' fuori, dell'ultimo libro letto o film visto.
Si sta bene con qualcuno solo quando si riesce ad essere se stessi, senza limitazioni e costrizioni, anche in sua presenza.
Si sta bene con qualcuno quando si e' in grado di stare senza di lui/lei.
Sapendo che c'e'.
Anche se non c'e'.
Il resto e' facciata.
Il resto non conta.
Il resto e' destinato a decadere.
Perche' il resto e' essere possessivi ed esclusivisti.
Ed alla lunga uccide.
Prima le persone, poi i rapporti.
(been there, done that)

http://friendfeed.com/delymyth
http://www.delymyth.net/blog/2010/6/28/credi-nelle-relazioni-a-distanza-meh-via-friendfeed.html

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