giovedì 13 maggio 2010

Un pugno in un occhio

Oggi stavo osservando lo smalto che mi son messa ieri sulle unghie delle mani e che si sta già consumando un po' sulle punte.
Ho pensato a quella modella spagnola che per puro caso si fermò da noi, in centro, ad acquistare prelibatezze culinarie. Aveva lo smalto rosso carminio perfetto. Non uno sbaffo, non una screpolatura. L'unghia era interamente coperta e perfettamente lucida, un poco arrotondata sulla punta come usavano prima e come, tra l'altro, piacciono a me. Le unghie quadrate, forse per i numerosi porno, mi sanno di "tegamona".
Ho scoperto infatti che uno dei mie feticci son le dita magre, affusolate, ben curate, con le unghie perfettamente laccate e limate secondo i canoni estetici di prima, credo degli anni settanta. Se poi mi fai vedere film dove le attrici devono pure parlare al telefono, con quei telefoni anni settanta con la cornetta grossa e lucida, quei telefoni a disco insomma, bè, metterei il fermo immagine e accarezzerei lo schermo (si veda come esempio L'uomo che amava le donne di Truffaut). Adoro adoro adoro, non chiedetemi perchè. Certe perversioni mica si spiegano. Si vivono.

Quel giorno notai lo smalto della tizia e pensai -sommessamente però, perché era così bella e io così povera fiammiferaia russa che pensavo potesse leggermi nel pensiero- Non deve fare un cazzo, sennò non ce l'avrebbe così perfette, le unghine.

Le mie clienti invece, giovani studentesse americane, lo portano tutto consumato e smangiucchiato anche fino alla radice dell'unghia. Credono che l'effetto trasandato doni un tocco progressivo e rivoluzionario al loro look. Lo vedono dalle foto di VIP che scelgono look shabby chic, o, come dice un'amica trasanda[to] chic. Peccato loro paghino fior di quattrini degli stylist personali.

Io credo che bisogna fare attenzione al dettaglio e bisogna donargli il significato che si merita. Il dettaglio non deve essere lasciato al caso, perderebbe la sua forza e la sua originalità, forse anche il suo nome. Non possiamo inserirlo in un contesto che non lo includa come parte di un tutto. Dettaglio di... dettaglio in... dettaglio per... dettaglio da... non fatemi ripetere tutte le preposizioni (di a da in con su per tra fra sotto e sopra) tanto avete capito.

Lo smalto screpolato deve essere contestualizzato in uno look ben preciso. Non puoi vestirti classica, casual o sempliciotta per poi portarmi uno smalto mezzo rovinato, sopratutto ai piedi. Ohibò. Mi diventi semplicemente una trasandata, senza lo chic. E poi, diciamocelo, devi essere particolarmente bona per permetterti certi bassezze sennò invece che una moda lanci solo anatemi contro di te: brutta e pure zozza, per dire, eh, si fa per dire che donne brutte non ce ne sono ma uomini, semmai, poco galanti.
Lo smalto di giorni e giorni deve rientrare in una scelta precisa, deve significare qualcosa col resto, non lasciato a sè. Da solo, non dice niente, non racconta niente. Spezza, anzi, un'altra armonia; sconcerta e disorienta chi guarda. ...Come il cavolo a merenda ...Come una falsa magra ...Come chi dietro liceo e davanti museo ...Come un prosecco senza bolle... Come i ritocchi al fotosciop... Come le parti di un viso, o di un corpo, non perfette se analizzate singolarmente ma che si armonizzano col tutto.

A me piace osservare le persone: è uno degli sport che preferisco e che pratico con costanza, assieme al gioco Scarabeo e alle crisi d'ansia (cit. Melinda e Melinda, Woody Allen).
Molti, se li guardi bene, non hanno un naso perfetto, le mani perfette, i piedi perfetti, gli occhi perfetti così da risultare tremendamente perfetti anzi oserei dire pure scialbi, insulsi e elettroencefalogrammamente piatti (a questi personaggi perfetti si chiede spesso di avere una personalità prorompente che fa da dettaglio importante che spezzi la monotonia della loro perfezione, proprio come lo smalto mangiato su di un personaggio rock).
Tuttavia se ricongiungi la parte al tutto scopri che la persona in toto é armoniosa, in poche parole: bella. Con quel non so che. Aggiungerei poi di una bellezza unica, originale e insostituibile. Come il cosmo, come l'uomo rispetto al mondo, come la Natura, come una melodia jazz.

Qui ragazzi trattiamo di critica allo stato puro: inutile, tendenziosa, falsa, figlia del suo tempo ma indubbiamente gradevole. Mica solo cazzi a mazzi.

lindalov
http://lindalov.blogspot.com/2010/04/un-pugno-in-un-occhio.html

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